Uccide la moglie a colpi di bottiglia alla presenza dei quattro teneri figli

Uccide la moglie a colpi di bottiglia alla presenza dei quattro teneri figliUccide la moglie a colpi di bottiglia alla presenza dei quattro teneri figl alla presenza dei qe a — 1 i a a e —e o a r o — n - e- : 0 r Un'orribile tragedia familiare si è svolta ieri nel pomeriggio in un alloggio di via Rossetti 3, al Regio Parco. Certo Pietro Audino, di circa 40 anni, ha ucciso a colpi dì bottiglia la moglie Teresa Cena, di 30 anni, ed ha compiuto il delitto alla presenza dei suoi quattro figliuoletti. H fatto sanguinoso è stato la conclusione di un lungo dramma familiare. II padre all'osteria, i bimbi a mendicare L'Audino e la Cena si erano conosciuti e sposati molti anni fa e, dal giorno dopo il matrimonio avevano avuto quattro bambini, il maggiore dei quali conta attualmente 9 anni, e la Cena era ora in stato interessante. La famiglia abitava in un misero alloggetto situato al primo piano dello stabile di via Rossetti 3; alloggetto composto di una piccola camera da letto e d'una grande cucina. La camera da letto era interamente riservata ai coniugi, mentre i bambini si coricavano su di una branda di ferro e su di un vecchio divano in cucina. La miseria più nera regnava in quella casa, e ciò in conseguenza del pessimo contegno dell'Audino che, fin dai primi giorni del suo matrimonio, al lavoro aveva preferito l'ozio e la vita facile. Anziché pensare alla moglie e ai figli, egli trascorreva le giornate all'osteria, a giocare e ad ubriacarsi, e quando non aveva denari per far ciò, costringeva i bimbi e la moglie ad andare a chiedere l'elemosina per le vie. Quando gli infelici, stanchi, affamati e intirizziti dal freddo, ritornavano a casa, egli faceva i conti e se la somma non gli sembrava sufficiente per i suoi desideri, non risparmiava maltrattamenti e percosse. Quante volte i piccoli infelici erano stati costretti a coricarsi senza cena e con le membra tutte indolenzite per le botte ricevute. I vicini di casa, tutte famiglie di poveri operai, che conoscevano le sofferenze dei ragazzi, quando potevano farlo non esitavano a soccorrerli e a dar loro qualche cibo e qualche moneta. Naturalmente questo avveniva di nascosto dell'Audino, il quale, se lo avesse saputo, avrebbe tolto ai bimbi ogni cosa, salvo fare anche qualche scenata. Per la donna e i figli, in tanta sofferenza, appariva a tratti un po' di sollievo: quando cioè l'Audino, per qualche suo reato, si trovava in carcere. Infatti, fra gli altri difetti, l'Audino aveva anche quello di rubare, se l'occasione gli si presentava e ciò gli era valso non poche condanne. Da quindici giorni uscito dal carcere Da quindici giorni appena egli era uscito dal carcere dove aveva scontato la sua ultima condanna. Ritornato in famiglia, aveva saputo che la moglie era in avanzato stato di gravidanza. Secondo quanto è stato accertato dai carabinieri, che dopo il tragico fatto hanno eseguito le indagini, sembra che l'Audino non abbia fatto buon viso a questa notizia datagli dalla moglie. Il fatto di aver un altro figlio lo preoccupava unicamente per il disturbo che la innocente creatura, appena nata, avrebbe recato ai suoi lunghi sonni tranquilli. L'Audino perciò invitò la moglie ad iniziare pratiche per tornare allo stato normale. Al che la donna recisamente si oppose facendo fra l'altro osservare che le sue non floride condizioni dl salute non le permettevano di affrontare le conseguenze di pratiche illecite. Ogni giorno la questione ritornava a galla e fra i due coniugi sì accendeva una disputa che assumeva sovente toni di grande drammaticità. Durante queste scenate, i bimbi, quasi temendo che l'ira del padre si riversasse anche su di loro, si rannicchiavano tutti spauriti nell'angolo più remoto della cucina. L'abbrutimento dell'uomo, la cui vita era trascorsa fra il carcere e l'osteria, era giunta al massimo. Tutti coloro che conoscevano in quali condizioni di indigenza si trovassero le quattro innocente' creature e la povera donna, avevanc tentato ogni mezzo per parlare all'Audino cercando di ricondurlo sulla vip del ravvedimento. Ma vano era riuscite ogni tentativo e per tutti lo sciagurato aveva avuto la stessa arrogante risposta: — Ai casi miei ci penso io. Ieri, come si è detto, questo lungo epenoso dramma ebbe il suo tragico epìlogo. Nel pomeriggio la Cena era riuscita a convincere il marito ad uscire con lei per recarsi a fare alcune piccole compere in occasione delle feste pasquali Un cavallo a dondolo e la tragedia Strada facendo la donna non aveva dimenticato i bimbi, che a casa l'attendevano, e, contro la volontà stessa del marito, era entrata in un negozio ed aveva speso alcune decine di lire, frutto di stentati risparmi, per comperare un piccolo cavallo a dondoloL'Audino non solo aveva disapprovata questa spesa... pazzesca, ma aveva colto l'occasione per ricondurre la discussione sullo stato anormale della donnaI due coniugi giunsero a Casa; e mentre il marito si era recato in camera da letto, la donna ne aveva approfittato per chiamare a raccolta i figlioli e consegnar loro il cavallo di legno. I bimbavevano gettato grida dl gioia alla vista del giocattolo e per un momento era parso che nella misera cucina fosse entrato un raggio di sole. Ma subito una voce proveniente dalla camera da letto aveva fatto ammutolire i ragazzi: Che cos'è questo chiasso? Oravi accomodo io! La donna addolorata di vedere chl'innocente felicità dei suoi figli erturbata senza ragione, credette opportuno intervenire pregando il marito di lasciar giocare i bimbi. L'Audino se ne tornò In cucina: Guai chi tocca i tuoi mocciosivecchia strega. ' Al che la donna rispose: Se fossi tu almeno a dar loro dmangiare, invece di andare all'osteria e di sfruttarci... L'uomo lanciò una bestemmia. Fecper scagliarsi sulla donna, ma questarapida, fuggì, interponendo fra lei e imarito la tavola. Sulla tavola era una bottiglia di vetro bianco, la quale aveva contenuto del latte. L'Audino, acciecato dall'ira, l'afferrò e, alzandola a mo' di clava, cercò di raggiungerla moglie. I ragazzi, pazzi dal terrorecorrevano per la cucina gridando: — Aiuto! Aiuto! Ammazzano là mamma1 e „„mi„ ™ri= _i,,0„i „_ e-, .Neppure queuts griua riuscirono anobiamara alla realta l energumeno quattro teneri figl Egli raggiunse la moglie e la colpì al capo con la bottiglia. La Cena gettò un gemito e si accasciò al suolo. L'Audino la colpì ancora fino a quando la disgraziata perdette i sensi. Allora l'uomo si ricompose e senza degnare di uno sguardo i bimbi, che, tremanti per lo spavento, si erano rifugiati sotto la tavola, si diresse verso la porta. Proprio in quello stesso momento la porta sì aperse e nel vano apparve un giovane: il vicino di casa Vincenzo Catalano. Costui, rincasando dal lavoro, aveva inteso le grida dì aiuto del ragazzi. Senza perdere tempo egli si era diretto verso l'abitazione dell'Audino, la cui porta era apribile dall'esterno. Un rapido sguardo fu sufficiente al Catalano per rendersi conto di quanto era accaduto. Egli si avvicinò all'Audino e scuotendolo per un braccio cosi l'apostrofò: — Che hai fatto? L'Audino si allontanò e tentò di raggiungere la porta: L'arresto — Lasciami andare. Ho fretta. — No! Tu non uscirai di qui... Fra i due uomini s'impegnò una breve e violenta colluttazione, ma il Catalano, più giovane e più vigoroso, ebbe il sopravvento ed obbligò l'Audino a non muoversi. Intanto la donna, stesa al suolo in un lago di sangue, aveva ripresi i sensi. Gettò uno sguardo disperato ai figli rannicchiati a pochi passi da lei, cercò di alzarsi, ma le forze le vennero meno. Un fiotto di sangue le uscì dalle labbra. Era la morte. Mentre l'Audino cercava di liberarsi dalla stretta del Catalano, giunse il maresciallo dei carabinieri ed un milite, i quali, trovandosi a passare nei pressi dl via Rossetti, erano stati chiamati da alcune persone che avevano intuito quanto accadeva nella casa Audino. Essi presero in consegna l'assassino e, mentre un carabiniere restava di guardia all'alloggio, alla porta del quale si era raccolta una notevole folla di inquilini, lo accompagnarono alla, vicina Sezione. Quivi l'Audino venne interrogato prima dal vice-brigadiere Giulio e poscia dal giudice istruttore. Un medico municipale giunse poco dopo sul luogo del delitto, ma non potè che constatare la morte della Cena in seguito alla frattura del parietale sinistro. Inoltre la donna presentava al volto e alla fronte molte altre ferite e contusioni. H padre della vittima, che lavorava in campagna, avvertito, si recava nella casa di via Rossetti 3, e le sue cure venivano rivolte ai bimbi, suoi nipoti, che un crudele destino privava improvvisamente dei genitori. Essi sono: Francesco Audino, di nove anni; Giuseppina, di cinque anni; Ccsarino, di tre, e Rocco di diciotto mesi. Prima di sera la salma della Cena è stata trasportata agli Istituti anatomici del Valentino, e l'Audino inviato al carcere. « Il Sabato Santo in Duomo Le funzioni del Sabato Santo in Duomo Incominciano alle ore 8,30 e consistono nella benedizione del fuoco, del cero col canto óélì'Exultet e dell'acqua santa. Quindi seguirà la processione, il canto delle Litanie dei Santi e la Messa con assistenza pontificale di mona. Fossati, Arcivescovo. tncm™ttMiTdgUtgSMFtvrgvDtsldbp-cbèCcbcudTn

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