Londra concorde con Roma

Londra concorde con Roma LA RISPOSTA BRITANNICA SUL PROBLEMA DANUBIANO Londra concorde con Roma per un'intesa preventiva tra le Potenze Parigi, 25 notte. La notizia di un prossimo incontro di Tardieu con MacDonald viene confermata in questi circoli ufficiosi, pur non potendosi ancora indicare il luogo o la data della riunione. Si aggiunge che l'incontro, ai quale parteciperanno il Cancelliere dello Scacchiere ed il Ministro delle Finanze, Flandin, avrebbe, conformemente alle indicazioni date ieri sera, lo scopo di chiarire le posizioni rispettive nei riguardi del problema delle riparazioni e della Conferenza di Losanna. Da parte francese si spera però che, in via sussidiaria, il colloquio tra i due Capi di Governo possa servire ad attenuare le divergenze franco-inglesi circa il problema danubiano, prima della probabile riunione di una apposita Conferenza delle quattro gTandi Potenze europee a Ginevra. La risposta britannica L'arrivo della risposta britannica al « Memorandum » Tardieu del 2 marzo, ha infatti rivelato a Parigi una cosa che qui nessuno si attendeva, e, cioè, come conformemente alle allegazioni contenute nell'ultimo discorso di Benes, il Gabinetto di Londra non condivide affatto il parere circa l'opportunità di riunire prima in Conferenza i soli Paesi danubiani, rimandando ogni accordo tra i <: bigfour :> a dopo la conclusione di un accordo fra quelli. Londra ritiene, al contrario, analogamente a quanto venne sostenuto dall'Italia e dalla Germania, che ogni intesa locale sarebbe prematura qualora non fosse preceduta da una chiara intesa fra le grandi Potenze. Questo fatto è causa in questi circoli di un vivo disappunto, sul quale, per ora, i giornali non insistono, ma che fin da questo momento dà luogo — tra le quinte — ad una intensa campagna diplomatica per incitare le Cancellerie danubiane a pronunciarsi contro la proposta inglese. Se la Francia vede, di mal occhio la prospettiva di una Conferenza a quattro è nel timore che la concordanza di opinioni regnante fra l'Italia e la Germania, e l'atteggiamento neutrale dell'Inghilterra, facciano capo a soluzioni più vicine alle tesi di Roma che non alla tesi di Parigi, laddove, qualora la precedenza toccasse alla Conferenza danubiana, la tesi di Parigi avrebbe maggior probabilità di vedersi accolta, potendo facilmente innestarsi su un testo di accordo votato da una maggioranza operante in base alle direttive francesi. La ragione per cui la notizia dell'incontro Tardieu-MacDonald, ieri considerata senza entusiasmo, è accolta oggi con premura più calorosa, sta appunto nel desiderio di procurarsi col Capo del Governo britannico, il cui atteggiamento viene volentieri dipinto in contrasto con quello recente di sir John Simon, e quindi capace di mettere in scacco le reali o supposte intenzioni concilianti di quest'ultimo, una presa di contatto particolare in tempo utile per evitare che la Conferenza a quattro di Ginevra trovi la Francia più o meno isolata. Timori e meraviglie infondati Questi timori francesi sono, come ognun vede, esagerati e privi di esatto rapporto con le circostanze, dato che nè l'Italia nè la Germania coltivano idee machiavelliche nei riguardi della sistemazione danubiana, ma al contrario intendono con la loro volonterosa | collaborazione impostare logicamente fino dall'inizio .l'avviamento di quei Paesi verso un regime di normalità economica, capace di sollevare le sorti di tutta quella importantissima zona d'Europa. jVBcho de Paris trovava singolare Istamane che l'Italia abbia firmato con l'Austria * un Trattato di Commercio descritto, dai bene informati, come il primo che sia mai stato concluso tra due Potenze dopo la guerra ». Perchè singolare? La cosa è perfettamente naturaile, e il fatto che l'Austria sia stata ben lieta di stringere con l'Italia gli accordi in questione prova semplicemente quanto essenziale venga giudicato da quello Stato, pel : proprio assetto economico, il buon anjdamento dei rapporti commerciali co! nostro Paese. L'Italia, del resto, si è forse mai li¬ fiutati di stringere accordi altrettan-1 to intimi anche con altri Stati, quando questi hanno mostrato di desiderarlo, e sapere agire in conseguenza? Siamo convinti che a poco a poco le prevenzioni di Parigi contro i principii caldeggiati a Roma per la sistemazione danubiana verranno meno a misura che i progetti relativi usciranno dal campo delle aspirazioni nebulose pei entrare in quello dei disegni concreti e realizzabili. Ripresa necessaria di contatto In ogni caso notiamo che la risposta britannica al Memorandum del 2 marzo è giunta singolarmente a proposito per convincere Tardieu ad accettare quel Convegno franco-britannico per discutere delle riparazioni, che è la conseguenza logica del passo di Sackett, e del quale il Governo francese avrebbe senza dubbio tentato con ogni pretesto di schermirsi se MacDonald non avesse posato sulla finestra di Downing Street il vaso di mammole dell'Unione Danubiana. Una ripresa di contatto è quindi più che mai necessaria se non si vuole andare verso uno scacco o verse la rottura del fronte economico ai creditori e debitori. Tardieu, parlando oggi al Senato sul bilancio degli Esteri, ha pronunciato parole che non solo ribadiscono quelle dette ieri da Flan din, ma che costituirebbero, se dovessero venire mantenute, una vera sfida al sentimento generale se non al Go vernò ^^vS^iar^lìnieTOr^/La Francia — ha detto il Presi' dente del Consiglio — è pronta a certi accomodamenti liberamente consentiti, ma si rifiuta rìi rinunciare à quello che è stato firmato. Noi andremo alla Conferenza di Losanna dopo avere avvicinato i nostri punti di vista a quelli che vi incontreremo, ma con la volontà di tener fermo perchè è il nostro diritto, e perchè volendo fondare la sicurezza del domani sulla firma, noi non vogliamo infrangere gli accordi di ieri basati sulla tirma. Convinta, come già diceva Waldèck Rousseau, che iW^o^tro^gl^!resisterà fino in fondo pel rispetto del-'le firme. Giammai essa ammétterà che le firme possano essere passate si qualche conto di profitti e perdite come non so qua! credito gelato ». Questa allusione feroce ai crediti gelati è la prima risposta ufficiale francese al passo di Sackctt. Alla stampa americana rispondere!... C. P. Pessimismo a Vienna Vienna, 25 notte. Ora che il progetto di Tardieu apparo definitivamente seppellito, l'impossibilità o la difficoltà di vedere attuato un efficacexprogramma di riorganizzazione economica dell'Europa Centrale induce certi Stati successori a riaprire jla campagna per i prestiti. Soprattutto per l'Austria si invoca l'immediata concessione di un prestito, ma si dimentica che un soccorso finanziario, piccolo o grande, va accompagnato da un piano economico doganale, che deve per forza di cose valere quanto una goccia d'acqua in una fornace. La Reichspost, con grande franchezza, scrive oggi a tale proposito che l'aiuto finanziario all'Austria, per quanto importante, non potrà mai sostituire l'indispensabile riforma politico-commerciale. Bisognereblx: però chiedersi, cosa che la Reichspost dimentica di fare, se la realizzazione di un nuovo prestito sia faccenda davvero facile. Quali mercati finanziari assorbiranno il nuovo titolo, e a che condizioni? Se si fida della Francia è op portuno tener presente che Parigi non : può essere entusiasta dell'accoglienza I fredda e riservata fatta da Vienna alle Isue proposte; d'altro canto, in materia di affari, Parigi cammina coi piedi di piombo, anche quando si tratta di a-1 mici, e cosi ora si conosce che per la | concessione alla Cecoslovacchia del ! prestito di 600 milioni di franchi — per ] il quale tuttora manca la sanzione del Senato — la Francia ha pignorato il gettito del monopolio del tabacchi della Repubblica amica. La condizione che Praga deve subire risulta particolare dTpres^tTa^^^^ la massima par ;te devoluto al pagamento di somme che lo Stato cecoslovacco deve per for-,niture belliche alla Società francese I1 Schneider-Creuzot (una parte non me- | no notevole il Governo cecoslovacco l'ha sacrificata per acquistare azioni della Skoda appartenente allo stesso gruppo francese). Per tornare alla 'Reichspost, a suo giudizio, si farebbe un gran progresso se — ottenuto il prestito — si tentasse contemporaneamente di realizzare il piano di blocco agrario formato nel 1930 per iniziativa deHa Polonia. Perfezionare il blocco agrario, secondo l'organo cristiano-sociale, significa far crescere in breve tempo il potere di assorbimento e di acquisto dei Paesi agrari dell'Europa in misura tale che ben presto anche il problema dello smercio della produzione industriale dell'Austria avrebbe la sua naturale soluzione. Alla Reichspost però dovrebbe essere ricordato che gli agrari austriaci si sono con successo fatti fautori di un protezionismo grazie al quale in meno di un trimestre hanno potuto accaparrarsi l'intero mercato interno del bestiame; gli arrivi dalla Cecoslovacchia sono completamente finiti, mentre nelle ultime settimane dall'Ungheria, dalla Romania e dalla Jugoslavia insieme sono stati forniti al mercato di Vienna 250 capi appena. Il mercato austriaco continua a ritirare dall'estero solo i maiali grassi. Inoltre gli agricoltori austriaci si battono per provocare una diminuzione del consumo di grano sostituendolo con segala in maniera da emancipare alla fine il Paese dall'importazione dei cereali. In un /.«^P senso ciò può essere ammirevole, ma mentre si fa appello alla solidarietà economica dell'Europa centrale, può essere pericoloso. I. Z. !*1""0 al Governo di Parigi cirra 11 'piano danubiano, si ritiene che le. Grandi Potenze si riuniranno a Gì La Conferenza delle Grandi Potenze a Ginevra alla fine di oprile Ginevra, 25 notte. In questi circoli societari, in me•ito al «Memorandum» inglese tras¬ nevra per raggiungere un accordo preventivo, che è ritenuto indispensabile se si. vuole che abbiano esito favorevole — in un secondo tempo — i negoziali con gli Stati danubiani. Poiché il Cancelliere Briining è trattenuto a Berlino sino quasi alla fine di aprile per le elezioni presidenziali e prussiane, si giudica che V incontro Grandi-MacDonald-Tardìeu-Bruning non possa, aver luogo prima di alcune settimane. Si fa notare che, del resto, i Ministri degli Esteri dei diversi Stati saranno — meno Briining — a Ginevra già il giorno 11 aprile, per la ripresa dei lavori della Conferenza del disarmo. Tardieu incontrerebbe MacDonald tra dieci giorni a Londra Londra, 25 nette Si annunzia stasera a tarda ora che| con qualche probabilità, se non con! certezza, il Presidente del Consiglio! francese Tardieu giungerà fra giorni a Londra per abboccarsi con1 MacDonald. Si dice che io discussioni I verteranno essenzialmente sul progetto di Unione Doganale degli Stati danu- biani; senonchè in alcuni ambienti si< be, la sensazione questa sera che la questione danubiana sia messa innan zi esclusivamente coma paravento, die : tro il quale sì esaminerebbero con la I massima cura tutti i problemi connessi con le riparazioni e i debiti di guerra. 1 | ! ] - <»- Una smentita romena sui pagamenti esteri delle cedole Roma, 25 notte. La Regia Legazione di Romania\comunica: i«Il Ministero delle Finanze romeno \smentisce categoricamente le voci che si sono sparse in diversi centri finan- e ziari che la Romania avrebbe Vinten- ;,,„bjt0 pubbMcof La 80mma necessaria ff^ygSg^Bfc, ced0le scadenti al , 30 ^mgno 1932 è già versata e con I segnata alla Banca Nazionale di Ro- | mania».