La vertenza dei lanieri di Biella

La vertenza dei lanieri di Biella La vertenza dei lanieri di Biella ^chcì^ù^t^"'' "° 1) Sé è vero che il verbale negat: Biella, 21 notte. In merito alle, dichiarazioni fatte presidente olcll'Unioiio Industriacista di Biella, cav. di Gr. Cr. rbaccio, il Commissario Profascisti dott. vmcialc dei Sindacati Italo Stagno ha ri-sposto con una nofra l'altro, nella predelle argomentazioni Italo Stagno ha ta. nella quaie, f Osa. materia d vo de! 15 maggio 1031 parlava di un -r> per cento di maggiorazione sulle pa ghe del Vicentino, è anche vero che in precedenza — ~ ' — in circostanze giorazione venne offerta da parte in dustriale nella misura superiore da noi indicata, possiamo dimostrarlo, Ad 0Fni mfJdo, cade qui acconcio ricordare che lo stesso verbale nega tivo , 15 maffo-i0 paria di un 5 per centoni « i^ggior^ione globale sol>? Pa?he esistenti nel. Veneto adhnpstrazione degli sforzi che la regione Biellese ha fatto e continua a fare ». Testualmente. Ora, perchè il presidente dellUnione Industriale di Biella fa rifenmento a quel verbale solo per la parte che oggi sembra giovare alla sua te- si? E perchè se allora egli ha offerto per gli industriali una maggiorazione globale, vuole oggi offrire la stessa maggiorazione percentuale, ma solo sulle paghe basi, cioè sulle paghe glo bali, meno la integrazione del 15 e del 40 p3r cent0, garantita agli operai dai concorrenti vicentini"? Rsffroitt: salariali • 2) Il Presidente dell'Umndustna Biellese attribuisce un primo errore a quello che egli chiama il nostro disin volto conteggio delle 10 lire. E per la maggiore dimestichezza che egli ha con le cifre, ci rifa lo stesso preciso conteggio nostro. Senonchè, per illu strare le cifre, egli interpreta l'ulti mo comma dell'art. 5 del contratto Vicentino con la formula del cottimo « sistema di lavorazione» (guadagno teorico per operai laboriosi e di normale capacità lavorativa) mentre, come abbiamo chiaramente dimostrato nel corso delle laboriose trattative, gli industriali del Vicentino, determinan- riosl e di normale capacità lavorati fra i lanieri del Vicentino se per essi tale maggiorazione, solo teorica, dovesse diventare effettiva, quando è chiaramente stabilito che il 90 per cento degli operai (e cioè «tutti» gli operai, fatta eccezione dei ragazzi) ?al"io dirittoi alla integrazione del saBiellese « una facoltà » (sulla qualt l'esperienza ha posto alcuni scettici interrogativi) che per il Veneto è « norma rigida», garanzia assoluta: '■■ guadagno minimo garantito per tutti», per ripeterci sino alla noia! Cosa importa, se dobbiamo rapportare gli oneri salariali globali per la industria delle due zone, indicare « sulla carta », per i biellesi, una percentuale di cottimo ? A conti fatti, gli operai da essi dipendenti, attraverso la liquidazione a Riornata. vedrebbero regolarmente sfumare l'altra parte di firuadaerno che l compagni del Vicentino realizzano in ?^^^^^^^. raTrtite Per una sola parte e ad una * jggg ^«i* r cenco e p n ulcenore d Per con '■«T „^v«, o00-„it„led anche in seguito Idiverse,_ tale mag-|do numericamente la percentuale degli operai cui la maggiorazione base di cottimo o premio era garantita, hanno inteso garantire e hanno di fatto corrisposto una integrazione salariale. O dove sarebbero « gli operai labo- lario col coefficente minimo del cotti mo o premio? Non basta ripetere e scrivere come egli fa: Veneto L. 11,50 Biellese L. 12,07 quando si intende stabilire per il vece regolarmente. E non 5 recentissimo il caso di una grande azienda Biellese che ha passato ad economia (L. 12) — contro una chiara norma contrattuale — gli operai del reparto tessitura ai quali — con le tariffe a cottimo — doveva garantire e dovette per il nostro intervento liquidare guadagni giornalieri eccezionali sulla media di 17-18 lire? Si può seriamente chiedere un e raffronto salariale » quando a paghe i to; non basta: queste paghe, cosi aumentate del 20 per cento, sarebbero «il punto di partenza per fissare la maggiorazione di cottimo?, la quale non può essere certamente limitata ad una percentuale del 2 o 3 per cento. « Ora noi gli ricordiamo che il verbale sottoscritto il 10 corrente contiene questa nostra esplicita dichiarazione: « Per dare poi pratica attuazione a tale proposta, gli stessi rappresentanti operai hanno inteso doversi fissare come paghe basi per tutti i reparti — ad eccezione della tessitura — le paghe lbaai P^viste dal Contratto vicentino, I aumentate della maggiorazione percen|tuale dt cui allo stesso contratto per lo lavorazioni a cottimo o a premio, e di quel 5 per cento sul globale proposto dagli industriali, « determinando così identiche paghe basi, sia per il lavoro a cottimo che per quello ad economia »; con questa intesa: che per le lavorazioni a cottimo « le tariffe » avrebbero dovuto essere determinate in modo da consentire « normalmente » un guadagno superiore alla paga base. « 4.) C'è un punto delle dichiarazioni del rappresentant: industriale che merita particolare considerazione. «Egli dice: «Anche nel Biellese la maggioranza degli operai lavora a cottimo ». E soggiunge: « E' interesse precipuo dell'industriale quello di far lavorare a cottimo o a premio il numero maggiore possibile dei suoi operai ». « Se tutto questo è vero, quale difficoltà può giustificare la sua resistenza all'accettazione della nostra proposta, che è perfettamente ispirata alla realistica comprensione degli interessi da lui rappresentati? « Non verrebbero, gli industriali, a trovarsi automaticamente, senza sforzo, e con l'asserito vantaggio, sullo stesso piano e con lo stesso onere salariale dei loro concorrenti vicentini, a parte la maggiorazione di miglior favore da essi offerta al proprii dipendenti operai? Il sistema di conguaglio 1 « 5.) E in un altro punto va rilevato dalle dichiarazioni del Cav. di Gr. Cr. Garbaccio. « Egli dice: « Quando si giunge alla tessitura, si propone un non bene comprensibile sistema di conguaglio, ma ia sostanza si dice: voi dovete mantenere le tariffe di cottimo in contratto. « Questo è il punto dove più chiaramente ì Sindacati lasciano vedere l'intenzione di gravare sul Biellese più che altrove, perchè in nessun altro contratto laniero hanno incluso tali tariffe ». Per parte nostra ci limitiamo ad osservare: è proprio nei reparti di tessitura che il rapporto fra i due oneri salariali, invocato sempre, e non precisamente da noi, per la regolamentazione contrattuale dei lanieri biellesi, è più chiaro e più favorevole agli stessi industriali di Biella. Dice infatti testualmente il verbale del 10 marzo: « Per determinare l'auspicato equilibrio tra i due oneri salariali globali del Vicentino e del Biellese nei reparti dì tessitura e lavorazione affini, i rappresentanti al parte operaia, ritengono doversi rapportare l'onere salariale globale del Vicentino, maggiorato del 5 per cento, all'onere salariale attuale del Biellese, « eliminando le eventuali eccedenze ». Il risultato dell'equiparazione dovrà così servire ad esprimere le nuove tariffe di cottimo di tessitura con relative norme, tariffe che opportunamente integrato da quelle suggerite dalla pratica esperienza dì questi ultimi anni dovranno' essere riportate nel nuovo contratto integrativo ». Se la tessitura « costa » ai Biellesi molto più che ai loro concorrenti Vicentini (essi lo hanno sempre affermato anche nel corso delle ultime discussioni) non abbiamo noi inteso invece, con la nostra proposta di andare loro incontro tangibilmente? Si può sostenere dall'altra parte, che « questo è il punto sul quale abbiamo inteso di gravare sul Biellese più che altrove ? >. Ora perchè nel Vicentino non ci sono le tariffe di cottimo di tessitura che si vogliono nel Biellese? Perchè le aziende interessate si contano nel Vicentino sulle dita e a Eiella sono ben 250, sparse per la grande maggioranza nelle vallate. Con la percentuale di cottimo il problema del controllo diventerebbe estremamentc difficile e per qualche aspetto addirittura insolubile. E gli operai hanno invece assoluto bisogno di fare esattamente i loro conti.

Persone citate: Biella, Garbaccio, Italo Stagno, Veneto L., Vicentini

Luoghi citati: Biella, Veneto