Onorevole sconfitta degli "azzurri,, a Vienna in un incontro strenuamente combattuto

Onorevole sconfitta degli "azzurri,, a Vienna in un incontro strenuamente combattuto I calciatori d'Italia riaffermano il loro valore in quattro incontri internazionali Onorevole sconfitta degli "azzurri,, a Vienna in un incontro strenuamente combattuto Dopo un primo tempo terminato alla pari gli austriaci segnano due punti; Meazza con un goal magistrale ridona incertezza alla contesa che si chiude con una faticata vittoria dei bianchi - Lo splendido gioco della nostra "nazionale„ - 62 mila spettatori DAfc, NOSTRO INVIATO 3 R E C I A L E AtiItli 21 che scuote la traversa della porta ili It i tono ir Mil Austria-Italia 2-1 Vienna, 21 mattino. 'La squadra, nazionale, italiana ha terminato l'incontro coi rappresentanti del calcio viennese battuta per 2 a. 1: l'inverso punteggio clic aveva concluso il confronto di Milano della stagione scorsa. Nessuna lamentela i/er il risultato, ma la schietta verità al riguardo. Per l'andamento del giuoco, per la qualità e la quantità dette situazioni meritevoli di successo avute dalle due squadre, pel modo con. cui. una situazione psicologica difficilissima fu, superato- dagli «azzurri.» per la fermezza d'animo e il fiero e pur corretto spirito agonistico dimostrato dai nostri, un risxiltato pari avrebbe non solo premiato degnamente i rappresentanti dei colori nostri, ma rappresentato con sincerità la partita quale essa e. Occasioni mancate La fisionomia dell'incontro à questa. ]VeJ primo tempo gli- austriaci condussero il maggior numero di attacchi ma non riuscirono a concluderne uno, non soltanto, ma nemmeno a piazzare nel ■rettangolo della porta un solo tiro che pi potesse definire come degno di successo. Tutti tiri alti, a lato, e situazioni dominate con mano ferma o comunque nettamente chiuse e sbarrate dalla difesa nostra. Sciavi ebbe palloni difficili, da bloccare e momenti incerti da superare, ma il tutto appunto a conseguenza del fatto che gli attacchi austriaci una volta giunti nell'arca di rigore, nostra, venivano bloccati, chiusi, infranti: era l'ondata che si frangeva, non la catapulta, che abbatteva o perforava. Viceversa le offensive italiane portarono in questi primi 45 minuti, ad almeno quattro occasioni delle più belle e delle più chiare che si possano desiderare, occasioni a cui. nulla si sarebbe potuto trovare a ridire se il successo le avesse coronate. Prima occasione: una discesa che porta Meazza nell'arca di rigore austriaca, un, passaggio a' mez za altezza dell'alpino a Sansone ed uno splendido tiro a volo di questi che va. a finire proprio alla confluenza dei due pali e che Hiden giunge a. toccare con la punta delle dita e a deviare in alio per un calcio d'angolo. Seconda acca sionc: scambio di posinone fra Orsi e Magnozzi. Quest'ultimo va a finire all'ala ed eseguisce, un magnifico centro ili lunghezza. Arriva Costantino in piena corsa. Tiro a volo anche in questo caso. Una vera mazzata. Il pallone colpisce in pieno il palo e con un, rimbal so e un rimbombo che si sente per tut to U campo, esce a lato. Terza situazione: lavoro di intesa fra Magnozzi e Meazza. Il primo dei due si intrufola fra i difensori e giunge in posizione di Uro. Al preciso momento in cui sta per sparare egli viene gettato a gambe levate da un avversario. Il livornese, detto per inciso, deve lasciare il campo per alcuni minuti per contusioni a una gamba. Quarta ed ultima occasione: ottima combinazione stilla sinistra, passaggio trasversale dalla destra verso la sinistra, proprio nella bocca della porla. Hiden si getta a tuffo innanzi tempo. Meazza, sornione, nota la. cosa con la coda dell'occhio e, pronto, iniprime alia palla una deviazione che do vrebbe lasciare Hiden, nettamente bat iuto. No: il pallone colpisce Hiden ai capo. Il guardiano della rete viennese ha parato involontariamente con un colpo di testa. ; Vinti ma non domi y<m è esagerato dopo ciò dire che gli «azzurri» avrebbero dovuto chiudere U primo tempo in vantaggio. 'Alla ripresa, dopo sette o otto mi >nuti di attacchi italiani, giungono di colpo, l'uno sull'altro, nello spazio di cimine minuti % due punti austriaci. Il 'primo su calcio d'angolo dalla sinistra piccola carica di un giuocatore nostro e Sindcìar, con un colpo di testa che ricorda, per le circostanze e la prontezza, non per la posizione, quello di Svoboda che diede il pareggio alla Cecoslovacchia a Itoma all'inizio della stagione, infila la rete. 'CU «azzurri» non tentennano. Partono alla riscossa con, decisione e il secondo punto li coglie proprio alcuni jninuti più tardi mentre essi stanno protendendosi in avanti. Hofmann, lo stratega della squadra austriaca, vede Pitto lanciato in avanti c'allunga prontamente a Vogl; questi ritorna a Sindcìar il quale fila via come un diretto c infila nuovamente la rete con una puntata bassa. Ai più, non solo agli italiani, la posizione di. partenza di Vogl è parsa irregolare per fuori giuoco l'u quello il momento pericoloso dell'incontro, il momento psicologico. Con due, punti di vantaggio, col pubblico che si scuoteva e cominciava ad meo raggiare ad alta voce, gli austriaci pareva dovessero tutto travolgere. La situazione era nelle loro mani. Il 3 a 0 scppptascsrdncfimfictcltlmvvttdvmpmztivgppsesfprnnpdaapoteva diventare un 4 a 0 iti. un nien-lle. Fu allora che la fermezza d'animoldei ragazzi nostri puntò fuori il capo di colpo. Gli a azzurri» si rifiutarono senz'altro recisamente di accettare la sconfitta, partirono alla riscossa come se l'incontro cominciasse allora. Il punto capolavoro di Meazza — u» giro attorno a tre avversali a vn tocco di cc- il sello per terminare il- lavoro — fu coronamento di questa reazione. Va quel momento la difesa austriaca perdette fermezza. Liberare comunque, perdere tempo, mandare la palla fra il pubblico, giungere olla fine senza ulteriori guai divenuto la sua divisa. E alla fino senea ulteriori guai osso riusci a giungere. Questo come andamento di giunco e come risultato bruto, lini punto di vista tecnico la cosa c differente. Occorre riconoscere apertamente che la sQya,'\dra austriaca fu, superiore alla italia-\na in finezza, in senso tattico del givo co, in distribuzione, in, intese e in af finità di stile fra i singoli uomini. Hofman e un, tattico di prim'ordine. Il finto lo tradì a un certo punto dell'incontro, ma la prontezza con cui il centro mediano austriaco sapeva ad ogni contrattacco afferrare le necessità della, situazione e convenientemente sfrut. tarlo, fu una delle cose migliori dell'incontro. Di senso tattico e discernimento nell'impostore azioni e nel dar vita ad attacchi, tutti e tre ì mediani viennesi emersero. Avanzavano, questi tre mediani, con uno scopo fisso, di attrarre fuori di posizione uno dei nostri difensori e manovravano e costringevano a spiazzamenti' che immediata, mente essi sfruttavano. Rosetta colonna dell'undici Vgualmenlc interessante era il comportamento degli attaccanti centrali al momento in cui essi giungevano in azìone nell'arca di rigore. Nessun, tentativo di arresto del pallone, nessun, giro vizioso o ritorno su se stessi come csi geva l'antica scuola viennese, ma un pronto ed improvviso tocco, quasi sempre di taglio, che servisse a cogliere di sorpresa i due terzini nostri, prima che essi avessero il tempo di girare su se stessi e di entrare in azione. L'intesa fra Gschweidl e Sindcìar ebbe a lungo per base finezze di questo tipo e si de ve al giuoco preciso, intelligente, cai nio, di llasetta e di Allemandi. se, simile raffinata tecnica combinazione non sorti effetti. I giornalisti austriaci, tedeschi, ungheresi, presenti all'incontro, definirò no concordemente Rosetta come il mi gliore dei quattro terzini in campo e la definizione riflette esattamente la rca^.. . ■ . ,,• 7. ,. , ,r ta dei fatti. Rosetta fu prece, c//?-cuce, sicuro e fu contemporaneamenteni una correttezza esemplare. Il capi-tatto degli «azzurri» ebbe una gìor-nata sul tipo di quella del torneo olimpionico di Amsterdam, e non da meno di lui fu Allemandi, più potente e più |ardito, ma ugualmente intelligente. Vnacoppia di terzini in splendide condizio¬ ni di forma, una coppia di terzini che, ad esempio, non si lasciò ridurre mai a liberare comunque, come fecero i due difensori viennesi verso il termine della partita. La nostra squadra Ferraris tenne il campo con grande continuità. Tenere con continuità un campo lungo 110 metri e largo 70 vuol dire qualche cosa per un centro mediano. Il collega ed avversario di Ferrari, ad esempio, dette chiaramente a vedere, eoi suo comportamento a un certo punto dell'incontro, che dimensioni così grandi del terreno di giuoco superavano il limito della sua capacità. fisica. Il romano tenne, pur trovandosi a dover danzare fra due uomini come Gschweidl e, Sindelar. Bertolino fece un lavoro difensivo di prim'ordine e come conseguenza la tanto vantata ala destra Zischel: fu nettamente tenuta u freno dopo qualche minuto iniziale di incertezza. Pitto, pur non trovandosi perfettamente a posto in quanto a condizioni fisiche — una piccola lesione muscolare gli dava noia — completò degnamente ed efficacemente la linea. L'attacco italiano fu troppo poco ilaUnno di temperamento. Combinò, avanzò, giuoco bene sulla palla e ciò fu, tutto. Le sue offensive a tono largo dielero sempre filo da torcere alla difesa austriaca e lasciarono la netta impressione, di un giuoco costruttivo ispirato (i. intelligenza e spirito pratico. Quello che sarebbe occorso a questa linea nella giornata di ieri sarebbe stato una maggiore, aggressività, un maggior uso del peso, una maggiore robustezza, il ricorso a tentativi e u iniziative individuali. I cinque, uomini apparirono ieri come leggermente al di sopra delle loro migliori condizioni in quanti» al fisico. Esempio tipico, Meazza tentò una colta sola di concludere, da solo con uno di quei gesti disinvolti e sbarazzini che gli hanno creato un nome negli ambienti nazionali c internuzio-iiali calcistici, e questo solo suo gesto ottenne successo. Melodi sbrigativi ed energici occorrevano per superare l'ostacolo rappresentato da quel grande, portiere che è Hiden e da quella dura e pur fi ne difesa che è costituita da Schramseis, tutto lancio e rudezza, e da Blum, tutta esperienza e. intuito. Sansone fu l'eri impreciso e scialbo. La prima, prol™ disputata in squadra itasionaie non fu delle più felici: cosa scusabilissima con l'importanza dell'avvenimento e con la emozione del giuocatore che si trova a muovere suoi primi passi nella elevatissima categoria del calcio ■'''"'ternazioualc. Costantino fu, poco «/''"[-tato: Orsi non fu troppo peti etra tivo. l a , l E e '\dczza -\: l i . r i i i Magnozzi fece un. grande primo tempo, prodigandosi, fino all'esvrimentq. Ixi squadra nazionale italiana si. por. tò, dal punto di vista morale, in modo splendido. Provenendo da una preparazione in. cui l'opera disgregai rive e demoralizzante di una, scric inaudita di infortuni aveva compromesso i piani del. Invoco di mo.no in mano the essi ve , niva.no ideali, costretta a mutare strut- tura e fisionomia ad ogni pie. sospinto, to tundra ha dato prova di una sai- 1 „ , fermezza d animo che di uno, ml ao n mi e e a o i e rmi press/oliò nel modo più vivo iecv presenti, 1 due punti segnati dagli autriuii. all'inizio della ripreso, parvero ai nostri, rappresentanti prendere t/uasi l'aspetto di un, seguito dei noti contrattempi. Infortuni sul campo, dopo gli infortuni fuori del campo. Gli «azzurri » non batterono ciglio c la loro riscossa prese un carattere tale che la famosa squadra del miracolo viennese, che era entrata in campo e si. era condotta nel periodo iniziale della prova come se volesse e dovesse ripetere a loro danno i famosi risultati riportati contro gli scozzesi, i tedeschi, e gli, svizzeri, rinunziò di colpo ad ogni velleità del genere, cambiò subilo idea, ricorse a tattica te.mporeggiatrice distruttrice, lieta di portare a termine hi, cosa così come essa si trovava. Sportivamente, la giornata fu ottima. Giuoco di alla levatura tecnica e di grande interesse. Le poche o tant scor rettezze che avvennero in campo non ebbero mai origine ne esecutori, italia ni. Vittime ne, furono alternativamente Magnozzi, Meazza e Bettolini. Parimenti gli italiani non ebbero certo la migliore dall'arbitraggio. Vincere non si può sempre. V'è da augurarsi che ogni, qual volta gli. «azzurri» debbano uscire battuti da una prova, l'insuccesso abbia l'aspetto fiero e dignitoso e la sostanza tecnica e maschia ad essi pienamente favorevoli dell'incontro di Vienna. VITTORIO POZZO. Incontro in tono minore a Milano Lombardia-Germania Sud 1-1 Milano, 21 mattino. L'incontra non ó riuscito mai ad appassionai© la folla. La. squadra lombarda, priva, di nfliatamcnto e scentrata .in più di un reparto, li a fornito una] prova assolutamente mediocre, t-euza riuscirò mai ad redditizio. No e ujucvb""" *«™ — m deschi, dopo un inizio brillantissimo,I impiantare un gioco conseguito elio i te- ao, pur calando nettamento di tono, riu-jsci rotto, senza eccessiva fatica, a fronteggiare i disordinati attacchi condotti dagli <( azzurri » nella ripresa. Il risultato di parità o pertanto giusto, dato l'equilibrio dello forzo apparso nel corso dei due tempi. Buon inizio dei tedeschi La folla non è accorsa troppo numerosa ad assistere all'incontro, e quando, alle 15, le squadre sono scese in campo, diecimila spettatori circa avevano preso posto sulle gradinate dell'arena. Finita coti la vittoria di Frigerio la gara di marcia, che aveva, il compito di ingannare l'attesa, l'arbitro viennese Miesz ha schierato le duo compagini nelle seguenti formazioni: Lombardia - Compiani; Ferversi, Monza; Frisoni, Albertoni, Pomi; Arcari, Semitoni, Scarone, Do Maria, Dalfini. Germania del. Sud - Kress; Sohiitz, Stubb; Grarolich; Tiefel, Schafer; Lausenbein, Veichter, Rutz, Runlr, Lindner. Gli ospiti allineano l'estremo terzetto della nazionalo e pure il mediano Gramlich e l'ala Lausenbein sono « internazionali ». L'inizio è nettamente favorevole ai Inanelli, che manovrano con ordine o precisione, mentre i lombardi stentano a ritrovarsi. Al 3' di 1 gioco, un accorto passaggio del lungo e i o o n o e a, i i a o è o o e , . o . o d i Tiefei all'estrema destra Lausenbein permette a quest'ultimo di mandare la palla a spiovere nell'area di Compiani. Perversi, nella precipitazione, per Hbernro metto in corner. Il calcio d'angolo non sorte effetto. La prevalenza continua ad essere degli ospiti cho appaiono più veloci e più sicuri sulla palla. Opportuni «marcamenti e passaggi tempestivi fanno sì cho i bianchi invadano con facilità la metà campo lombarda. Gli azzurri si difendono alla meglio, ma senza ordino, tentando anche qualche contrattacco che vieno stroncato sul nascere dalla decisa coppia dei terzini bianchi. Dopo dodici minuti di gioco Lausenbein « crossa » ancora sul fronte dell'attacco e Albertoni manda oltre la linea di fondo. Sul calcio d'angolo Compioni deve respingere di pugno a fil di palo. Si passa in area tedesca con un'offensiva intcssuta da Scarone, Serantoni e Do Maria. Nulla di fatto. Scarone, l'uomo più attive dell'attacco lombardo, conduce una brillante azione personale e poi allunga a Dalfini. 11 duello fra l'aia e il terzino Schutz frutta un corner a nostro favore. Per quanto non si debbauo depre, care violenze fra i giocatori, il gioco ò decisissimo da entrambe lo parti e Pomi, scontratosi casualmente con un avversario, accusa il colpo in tal misura da dover lasciare il campo per essere sostituito da Torrioni. i due punti dell'incontro La pressione maggiormente minae ciosa degli ospiti si concreta al 20' con un punto che giunge però nel modo più inatteso. Un lungo rimando di Stubb mondo la palla, ra>so terra, verso la linea di fondo della metà campo italiano. Per versi non si preoccupa di intervenire poiché pare che nessun pericolo minacci la porta di Compiani, ma ecco che d'improvviso Lindner scatta velocissimo e, dopo una galoppata di una quarantina di metri, riesce a fermare il pallone poco prima del limito del campo. Compiuto il brillante exploit l'estrema, assolutamente smarcata, centra «i dosato cross. Rutz si porta sulla traiettoria della palla e la colloca in rete. 1 tedeschi vengono così a trovarsi in vantaggio per avere sfruttato un'occasione imprevista e, insistendo all'attacco, un minuto appresso ancora Lindner centra. Rutz segna anche questa volta ma... con un netto colpo di mano, cosicché l'arbitro annulla senz'nitro il punto irregolare. Il iwrtiere tedesco è finalmente chiamato al lavoro e si tuffa sui piedi di Scarone, riuscendo a carpirgli la palla. La Lombardia ripiega in corner ed al ;ió' i bianchi usufruiscono di mi calcio di punizione per fallo di Do Maria. Sul tiro di Schafer Compialii poni in tuffo senza trattenere la palla. Lausenbein sopraggiunge velocissimo e Compiani, nell'eseguire la nuova parata, resta u terra contuso per qualche secondo. Vi.sto che Arcari ò in nera giornata e spreca ogni occasione che gli si prò. senta, Scarone al 41' allunga a Dattili!, che impegna. Kress, costringendolo a deviare in corner. Quando si crede ormai che il tempo debba chiudersi senz'altro di notevole, i lombardi pareggiano. Lungo traversone di Serautoni a Dalfini, centro dell'alo sinistra raccolto da Scarone. Il tiro dell'attaccante, abbastanza forte, picchia contro la base del montante destro e il poi fiore tocca la, palla sul rimbalzo, prima di piede e poi di mano, senza riuscire a trattenerla. Arcari. che s'era serrato prontamente sotto la porta dei tedeschi, approfitta dell'insperata occasione per mettere in rete da due passi. Intermezzo. S'odono, per radio, le notizie delle partite di Vienna Roma e- Padova ed il risultato della MilanoSanremo. Poi si ricomincia per assistere alla piii stucchevole delle riprese. La squadra tedesco è. calata enormemente di tono ed è irriconoscibile dalla brillante compagino del primo quarto d'ora di gioco. La difesa commette buon numero di errori e l'attacco hai e . uvaceo ..»smarrito in. pieno la .chiara concezionesfoggiota iti precedenza. Sarebbe il momento buono per passare, ma gli azzurri, pur sembrando più decisi e a maggiormente minacciosi, non concludono. Attacchi altorni impegnano Io duo .difeso, ina si combatto in prevalenza a] nell'area dei te bianchi ». Al 12' Scarea no lancia Arcari con un passaggio per m ,I Maria, d o fatto, ma l'ala sciupa malamente. Al - quarto d'ora, su cross di Arcari, De , Maria, di testa, sfiora la traversa. Una -jaziono pregevole di Arcari - Scarone - , o n a o , ra, z, ; , to e o mi o n a ar o. ee ro à ri rte nute re o a foome 11 tz e, o e n ier e n do o di r e ico oa e el era a n rto o he drbscpdgtnsgadgcippdsdabresto ì compagni che gli stavano ti la-,to. L'attacco ebbe nella primo fasejdell'incontro spunti efficacissimi di]gioco. La velocità fu la dote principa-|io di questo reparto, i cui componenti : sfoggiorono anche un buon controllo sulla palla ed un'idea assai pratica del gioco da svolgere. L'estrema Lindner, centro Rutz, la mezz'ala Rvihr fu- De Maria ò conclusa da Dalfini, con un tiro a lato. Por non essere da meno, i tedeschi sbagliano un calcio d'angolo o poi, su contro di Lindmer, Compiani para. Ruta raccoglie la palla sfuggita al nostro guardiano 0 indirizzo in porta. Fortunatamente Perversi salva in extremis. Un corner battilo al 41' contro gli ospiti è l'ultimo episodio notevole del match. Una brutta partita Fu, come già si disse, una--brutta partita, per nulla attraente, affattc appassionante, tecnicamente condotta ad un livello bassissimo. La squadra tedesco, più omogenea di quella lombarda, si .smarrì dopo le promettenti battuto iniziali. Il portiere non ebbe soverchio lavoro, o può battersi il petto per non aver fermo to il non difficile pallone che permise od Arcari di pareggiare. I due terzini dello « nazionale » non piacquero: essi non possiedono la sicurezza dei nostri migliori difensori. Respingono alla meglio, con rimandi mal sicuri. Al centro della mediana, gli ospiti provarono un giovanissimo, Tiefel, che si comportò enza infamia e senza lode, come del !1: rono le figuro di maggior rilievo del team. Nel complesso, la squadra della Germania del Sul si palesò, nei suoi momenti migliori, una buona compagine, ma senza nulla d'eccezionale, tanto da far pensare che l'unità lombardo, qualora avesso potuto contaro su tutti i suoi uomini migliori (Allemandi, Meazza, Magnozzi, avrebbero conferito ben altra forza all'*undici»), avrebbe vinto con uno scarto netto di punti. Invece, nella sua improvvisata formazione, la squadra lombarda denunziò pecche in ogni reparto. Perversi e Monza, quest'ultimo sceso in campo in sostituzione dell'infortunato Bonizzo ni, ebbero incertezze che permisero più volto ai bianchi di impegnare miuacciosamento Compiani Il miglioro dei mediani fu Torrioni che, come si disse, sostituì, nel corso del primo tempo, Pomi. Falloso e scarsamente efficace Albertoni; discontinuo ed impreciso Frisoni. Guai anche nel reparto attaccante. Nerissima la giornata di Arcari, brutta la prova di De Maria, che però lavorò indefessamente dal primo all'ultimo minuto. Scarone fu, del reparto, l'uomo migliore, decisissimo, pronto, astuto. Ebbe aperture alle ali che avrebbero certamente fruttato se le due estreme avossero giocato ieri in tono normale. Nò Serontoni nò il bustese Dalfini brillarono. L'intero undici visse d'improvisazio-, ne, giocò d'impeto, senza trovare mai'ia giusta andatura. In complesso una -SS*? 5*PPr?!inJi^ assieme e per rendimento, ad uno qualunque dei teums lombardi militanti nella massima divisione. Apparve spiegabile il disappunto del pubblico che uou mancò di disapprovare a tratti il cattivo gioco delle due squadre e forse gli unici ad essere soddisfatti dell'incontro furono gli organizzatori a motivo di quei settantadue biglietti' da mille che permisero, tenuto conto delle spese, un utile netto di cinquanta mila lire. Nel settore riservato alle autorità, notammo, attorniato do personalità politiche e sportive, il Duca di Bergamo. LUIGI CAVALLERO. La squadra bl à Ti