I rabdomanti alla ricerca del petrolio

I rabdomanti alla ricerca del petrolio I rabdomanti alla ricerca del petrolio Verona-Parma, andata e ritorno sotto la pioggia - Macchine e cavalli in concorrenza - Un esperimento fallito stParma, 17 notte- IsiPrima di parlare dell'ultima giornata die | rettificare una notizia data da me ai ] E1 le,uori del]a stampa e che io ho sapu- to da un altr0 ^ notìzie sl sanno _| sempre da un altro ed io non mi sono ' certo nè sognato nè inventato che il prof. Mercati possiede una macchina eIfotografica, mediante la quale si ripro-; mette di fotografare 11 sottosuolo. Il e j prof. Mercati che, tra parentesi, è unojr- ( scienziato da non confondersi con 1°-1 póprelam S*St maccChÌnaUfot^llae;grafica esiste e non esiste. Insomma, -il insigne filologo o filiraa e o e questo lo afferma lui stesso — non ha fatto nessuna strabiliante invenzione. Egli studia semplicemente il modo di adoperare l'obbiettivo fotografico per scopi diversi e in modi diversi da quelli fino ad ora comunemente conosciuti ed adottati. Un incidente rientrato Oggi c'è mancato poco che fra il prof. Mercati e me succedesse un ind a| dente Tutto è stato poi risolto con la - pJÙ , cordialità. C'era anche da - i. » . , rvirvoli mie- a:polvere fra noi due una piccola.que ni a ra aa io el ni: 0 rt m to o E. er ra Il te aen. ahé ula on te nl e li, na e e, ià la an aone lamsz—dtdfipmlascatssgmscczrBccsrtdeimstlone riguardante le onde magnetiche che, sprigionandosi dal sottosuolo, salgono a colpire l'individuo, influenzando in un modo o nell'altro, cioè in bene o in male, le sue condizioni generali. La teoria, ammissibile se sl ammette la rabdomanzia, è stata enunciata fin dai primi anni dell'Ottocento da uno studioso di psico-fisica, del quale non ricordo più il nome. Quindi il prof. Mercati non c'entra. Non sl stupiscano i lettori se durante un Congresso rabdomantico sorgono incidenti del genere. I rabdomanti sono delle persone simpaticissime, ma piuttosto vivaci. Svolgendo essi la loro attività all'aria libera, hanno assunto un alcunché di risoluto, anzi direi di sportivo e magari di atletico che li distingue dai soliti ctudiosi. E' gente con la quale si sta assieme assai volontien e adesso che 11 Congresso è finito, ram- ! Aeo li, eoi aoli eta erla n- marico sinceramente di separarmi da loro. Ormai avevo quasi imparato a conoscerli e non vi nascondo che mi sentivo già attratto nel cerchio dell'ingenua magia entro il quale molti di essi amano rinchiudersi non già per soverchieria, ma, direi quasi per un gustoso senso di civetteria che essi portano per i prati e per i campi, come si porta un fiore all'occhiello nei freschi giorni della primavera. E adesso, a noi. Oggi i rabdomanti dell'acqua ne hanno trovata fin che hanno voluto: una pioggia torrenziale li ha accompagnati da Verona a Parma, tamburellando contro 1 vetri delle automobili. I congressisti più vivaci hanno seguitato le loro esperienze durante le tre ore di viaggio ed uno di essi, che sedeva accanto a me, il signor Prete, un marinaio che ha fatto più volte il giro del mondo e ora residente ad Imperia, si è divertito ad indovinare, o, meglio, a precisare la località delle cicatrici dei suol compagni. Non c'è uomo che non abbia una cicatrice, tutti più o meno sono stati feriti nelle piccole e grandi battaglie della vita. Il signor Prete e le mosche Ebbene, il signor Prete, servendosi di un piccolo triangolino di legno, le individuava a colpo sicuro. Egli sente un particolare fastidio per le mosche. Non parlo delle vere mosche, che quelle danno noia a tutti, ma del nei col baffo, di quei virili « grains de beautè » che talvolta eccitano anche delle incomprensibili simpatie. Nell'automobile c'era uno con la «mosca» ed il signor Prete è stato piuttosto nervoso durante i 120■chilometri che separano Verona da Parma. Ma questo non è che un particolare. Lo scopo, il grande 3Copo della gita di1 era quello di mettere in contatto i geohe .fisici con i geo-psichici, di far trovare o-1 finalmente insieme la scienza con la Lo-irabdomanzia. La battaglia si è subito in accesa fra gli antagonisti e vedremo eo- ;,™. nte |C°La prima mèta del nostro viaggio è urfocS situata nel Coinune m-'di Malandriano. ad una decina di chi llometri da Parma, dove l'Azienda Ge- sU;nerale dci petro!i "aHana sta o-''«"do il suolo per far sgorgare il pe^mo^*!^^AT^S^S, un prof. Bellu.gi. capo deHe ricerche geo- ^ fiSÌChe' PrÌma di ' li-i congressisti, che erano stati ricevuti ec- nei Municipio di Parma da S. E. 11 Preglitfetto e dal Podestà comm. Padovani, nannoeconsumato in un cascinale di Ma¬ dai Mandriano una originale colazione cammo pestre. ene Rifocillati ed esilarati dall ottimo he vino d'Albana, i rabdomanti hanno ri-'So-Upinato le armi, cioè le bacchette, e al sf 30no sparpagliati nel canapo prepa- SS rat° per 16 CSperienZe- na- La m™*™ 6 13 baCChe"a olì- Se I rabdomanti avevano le bacchetso- te ed i pendoli, il prof. Belluigi aveva ct™ -ccbinaP geofisica mediante o?"Ila °-uale si p0FSono ^W\caaUÌB là onde elettriche gli accidenti del sottopri- suolo. Se il sottosuolo è normale, le ero'onde corrono normalmente; se invece nta non lo è, le onde scendono o salgono, li- svoltano a destra o a sinistra per gl 'rare l'ostacolo, e, ritornando poi al pun¬ ni to di partenza, acusticamente descrivono le peripezie del loro viaggio misterioso. Esempio: se tali onde trovano uno spessore di argilla impregnata di ,„„'gas. non potendolo attraversare o per na- incapacità o per una specie di conge- a nita pigrizia che io se entificamente ia- ! no" so spiegare, gli ricamano attornoel- : un merletto elettrico che viene poi pre- i.,..„™*. aZL«*n a- „n ».«,wn *, tedctmcit- i „„ ,™iorin percepibile al microfono per : "? , "°™ ^i.FJ^^^^«0^^ on-dl "na semplice cuma teieiomca. al-' Non so se naisono spiegato, ma viof- assicuro che anch'io, per capirne qual tia,:cesa, ho dovuto fare uno sforzo nonte-1indifferente. Mi sembra d'aver però na !..n.naHntn 11 fenomeno abbastanza bc rallegro con me stesso.ca, prospettato il nti^ e me ne l" \ ria¬ a'ia iCon tali macchine diaboliche, messe lnmovimento da un motore Fiat, il prof.era Belluigi conosce il terreno entro ì cui ot- profondi meandri ha già ficcato unaglio sonda imponente. Egli, che si mostrasua:cosi sicuro del fatto suo, sa però qualeca- |potenzn attribuiscano i psico-fisici allaer- macchina-uomo? Ho paura di no e an- as- ca le nuove teorie ed i moderni studiire, psico-istologici, ho avuto un momentoalle di perplessità, tanto che stamane miesi- sono rivolto ad uno scienziato e gli hoità. |fatto questa domanda: — Lei ieri mi ha parlato del cervelloumano come di una macchina ultra-potente, dalle possibilità addiritturatrascendentali. E allora mi dica perchè stero nìrvanico. ia sufficiente una buona aspirazione di cloroformio per arrestare una cen- luttrica cosi favolosa, cienziato ha ancora da risponadesso e se l'è cavata accennanun processo di intossicazione. E' troppo poco per spiegare questo mireno petrolifero. Il sottosuolo è com posto di argilla di gas, di acqua sa- lata * « altre ~ ~ 1 1! gusta dei petrolio Ed ecco i psico-fisici davanti alla geofisica. Il professore, un giovane inteligente e alquanto scettico, avverte i rabdomanti che si trovano su un ter- lata e di altre cose ancora, manti lo stanno ad ascoltare, poi tutti sono d'accordo nel sentire l'odore, anzi il gusto del petrolio. Una signora — « sit venia verbo » — si mette addirittura a sputare. Si vede a venti metri di distanza che non le va il gusto del petrolio. Sono chiamati alla prova i psicofisici stranieri. Gli italiani devono fare per conto proprio. Tutti sanno, o almeno tutti sono d'accordo — per quella benedetta abitudine che si ha e che sarebbe ora di smettere — nel ritenere che i rabdomanti stranieri sono più abili degli italiani. E allora avanti i tedeschi e le tedesche, i francesi, gli spagnoli e i cecoslovacchi. Viene fatta soltanto un'eccezione per la celebre signorina Del Pio, quella alla quale trema la gamba sinistra quando il sottosuolo « le parla » nei piedi. Ogni concorrente è accompagnato da un « fuori concorso » e da un interprete. Tutta la zona è stata segnata da paletti che recano dei numeri progressivi. Il prof. Belluigì mi dice con la più grande sincerità di questo mondo: — Sarei veramente contento se i concorrenti si trovassero d'accordo nel segnalarmi una zona particolarmente ricca di petrolio. Ed eccoci al bello. Durante i quattro giorni del Congresso si sono dette delle cose molto importanti, sl sono enunciate delle seducentissime teorie, ma al sodo non si è mai pervenuti. Adesso ci siamo. Fuori le bacchette ed S, i , ¬ o o e - a e B e e , ¬ o i r - £^rZo~ e "clJ e ld Precisione aeua scienza raoo *«• dev0 franto onestarne?-1te confessare che questa non mi ha , ! convinto. Forse in un futuro anche non i pendoli, e avanti! I rabdomanti alla prova L'esperimento deve compiersi in due tempi: nel primo tempo il terreno da esplorare non è elettrizzato; nel secondo, invece, la macchina geofisica lancerà nelle sue profondità le onde elettriche. I rabdomanti partono. Non dico che i presenti trattengano il respiro, ma certo che prendono la pioggia e pestano il fango senza dare nè rumorosi nè palesi segni di impazienza. Io personalmente mi auguro di tutto cuore che i rabdomanti riescano a convincermi. Nel frattempo il signor Prete, che si è avvicinato a me clandestinamente, mi scopre una ferita sul collo. Ha ragione, ha ragione lui: una piccola ferita ce l'ho, veramente, o per 10 meno qualcosa che assomiglia ad una ferita, e cioè il segno del bottone del colletto che noi uomini generalmente abbiamo proprio sotto il cosiddetto pomo d'Adamo. Intanto 1 rabdomanti lavorano ed il prof. Belluigi fa funzionare la sua macchina. Passa un'ora di religioso raccoglimento e viene il momento del verdetto. MI rincresce, ho quasi vergogna di dirlo, ma nessuno dei rabdomanti è riuscito a precisare qualcosa di positivo. Tutti hanno «sentito» il petrolio;:'tutti-ne hanno sentito il gusto, tutti sono-stati d'accordo nell'ammettere di avere sotto ai piedi delle emanazioni di gas. ma nessuno ha fatto un rapporto convincente. Un francese ha accertato la presenza del petrolio a 230 metri di profondità, la signorina Nettler ha giurato invece, con riserva, che lo ha percepito distintamente a cinquanta. La signorina Del Pio si è trovata d'accordo con un cecoslovacco sul punto dove 11 petrolio si trova in maggiore quantità. Qualcuno sì è messo a saltare come un grillo, esclamando tratto tratto: — Qui c'è, qui non c'è; qui c'è, qui non c'è. Proprio come se il petrolio scaturisse come da un punto senza pervenire attraverso ad alcuna strada. — Ma signori miei — ha esclamato il prof. Eeiluigi — il petrolio c'è e lo so da tanto tempo; ma vi assicuro che non sorge dal terreno come lo stelo di una margherita. Insomma, mi è parso di assistere al giochetto di « m'ama, non m'ama ». Volete sapere dove tutti hanno trovato il petrolio? A Fontevivo, dove l'Azienda ha già un magnifico pozzo in efficienza e dal quale il prezioso prodotto scaturisce dalla terra sotto la spinta dei gas con uno zampillo che arriva anche ai venticinque metri. E qui ero d'accordo anch'io coi rabdomanti e appunto qui ho stretto la mano al prof. Mercati perchè anche lui, serio rcien7iato al cento per cento, sorrideva in un modo piuttosto ironico. Conclusione malinconica Conclusione: i fenomeni rabdomantlci, i più semplici come quelli della bacchetta che gira o del pendolo che oscilla, esistono, un rabdomante può benissimo, in speciali circostanze, individuare una vena, una sorgente di acqua, ma non può sostituirsi agli apparecchi geo-fisici e cioè alla scienza. Questo è quel che penso io ed I rabdomanti del Congresso possono benissimo pensare tutto il contrario. Ho seguito il Congresso col massimo interesse, ho cercato e desiderato onestamente di sincerarmi circa la se- o !loutano 1 rabdomanti potranno dare la 11,8110 ai tìsici- aì chimicl al dottori , 1 i . n !a bacchetta e che si assoggettine ai veterinari, ma per i'. momento bisogna che ài a?conlentino di far gira- ò o. ad uno studio più serio e positivo. Il magnitioo Congresso di Verona ha giovato in questo senso enormemente n|aUo «viluppo della psico-fisica e slsf. 11,0 SÌ0Uri che quello del prossimo alii ;no darà del frutti migliori c dei ria ««tati più tangibili. Siamo altrettanai10 sicuri che non ne troveremo più e trecento nel boi salone delia loggia d: a Fr» Giocondo ma soltanto cinquanta - ° magari soltanto dice:, dei quali pere. ***«*> acutamente fidare. Il di Presidente co.r.m. Ranella, il segretao ;rio comm. Cerchiari ..ano già d'almi 'tror.de espresso ' no del gio«*nc o la risoluzione orciu ile :li sacrili jeare !l. num • .. Sei rabdomanti alla o 1 qualità* a-! I rabrtom mo tornati a Verona a so;to Taci. . CiH crea, trova, è | ERNESTO QUADRONE.