aI rabbomanti sul lago di Garda

aI rabbomanti sul lago di Garda aI rabbomanti sul lago di Garda II professore che dice di riuscire a fotografare l'anima che esce dall'uomo nell'istante della morte - Il « pendolo » di don Castelli sbaglia... Venti lire in una scatola di sardine Verona, 16 notte. I rabdomanti oggi hanno abbandonato Verona per una gita sul lago di Garda. Gita in grande stile, poiché nei'itiuerario erano comprese le due sponde e quindi anche l'ormai famosa Gardesana, cioè la strada del miracolo. I abdomanti non sono andati sul Garda per cercare l'acqua nè per fare altri prodigi; sono andati per svagarsi e per oncedere alcune ore di dilettevole riposo al loro sistema nervoso piuttosto cosso dalle continue esperienze compiute nelle due trascorse giornate. Non credano i lettori che il mestiere — ci si perdoni il termine — del rabdomante non sia faticoso. Se il rabdomante lavora col cervello, sottoponendo i centri nervosi ad una eccitazione continua ed in certi casi anche doloosa, non lascia certo in riposo le gambe. Anzi, in certi casi difficili, su certi erreni particolarmente scoscesi sarebbe quasi il caso di dire, se la forma non fosse irriverente, che i piedi lavoano più della lesta. Il rabdomante convinto ed appassionato, una volta sguinzagliato sul campo delle ricerche, viene preso come da una frenesìa, da una ebbre che lo obbliga a correre a detra ed a sinistra, avanti e indietro, a econda delle oscillazioni del « pendoo » che a volte egli fa roteare addirittura come una fionda, o delle giravolte della bacchetta che gli si torce apricciosamente fra le mani, proprio ome un serpentello. La macchina umana Quelli che sono stati sul lago di Garda hanno trovato una signorile e cordiale ospitalità dovunque, un ottimo pranzo e del vino squisito. Quelli che sono rimasti a Verona, i più resistenti, hanno invece seguitato a lavorare soto la sorveglianza del prof, conte Poli Spolverini che, nel suo gabinetto di fisica al Collegio degli Angeli, ha misurato a tutti, prima di portarli sul terreno, la potenzialità elettrica. A che cosa servano queste misurazioni per il memento nessuno lo sa dire con precisione, ma chi sa che, fra .un secolo, dati raccolti oggi a Verona non cotituiscano un prezioso patrimonio di ultura psico-fisica? E' questione di pazienza. Se la psico-fisica, per adesso, è ancora avvolta nel mistero, giorno verrà in cui essa troverà certamente l suo degno po3to fra le scienze posiive. Troppi esempi abbiamo avuto da venti anni a questa parte per dubitare he anche i più arditi sogni non posano trasformarsi in realtà. C'è stato un giovane signore che è venuto al Congresso dei rabdomanti con una speiale macchina di sua invenzione meiante la quale egli pretende di captare di percepire il mormorio delle acque sotterranee. Tale signore ha fatto male a presentare una macchina fra un'acolta di perfettissime macchine quali ono i rabdomanti. Quale macchina più preziosa e più miracolosa •—- gli hanno hiesto questi studiosi — esiste oltre i quella dell'uomo? L'inventore, natualmente, non ha saputo rispondere. E' rmai pacifico che l'uomo è una machina o più preoisamentc una specie di accumu'atore, capace di sviluppare non soltanto i cinque sensi che tutti onoscono, non gli otto che gli attriuiscono con cognizione di causa gli cienziati, ma di metterne in movimeno addirittura ima trentina e magari nche di più. Nessuno difatti conosce ncora precisamente la formazione del ervello; l'istologia lo ha catalogato fra e centrali elettriche ed ha misurato già le 180 mila vibrazioni che dall'inerno vanno a colpire la retina dell'ochio. Ma questo non è ancora nulla. Durante il presente Congresso se ne ono sentite di quelle ben più stupefaenti. Un professore, del quale non facio il nome, è riuscito, per esempio, a otografare l'anima che esce dall'uomo nell'istante preciso in cui questo muoe fra la solita cosiemazione dei paenti. L'anima si presenta sulla lastra ome una specie di nebulosa o per meglio dire di un'aureola che cinge il apo della salma. Arrivati a questo punto, non possiamo più dubitare degli esperimenti di don Castelli, il quale, come vi ho detto ieri, col suo « pendolo » riesce a stabilire, con l'ausilio di un semplice disegno, il punto preciso in cui avete 'acqua in casa. Ieri sera, era già troppo tardi per comunicarvele, si è -sbagliato. Un dottore gli ha presentato a pianta del proprio alloggio composto di cinque camere. Il pendolo magico ha oscillato sul quadratino del'unico ambiente in cui il dottore non ha creduto opportuno di far mettere il ubinetto dell'acqua potabile. Ma ieri era don Castelli, che aveva lavorato utto il giorno, era molto stanco. Esperimenti in una villa Oggi, dunque, quelli che sono rimasti a Verona sono andati a compiere delle ricerche a Castello San Felice, nei poderi Devoto. Siccome i congressisti si erano accaparrati tutte le macchine messe gentilmente a disposizione del Comitato per andare in gita sul ago di Garda, i rimasti hanno deciso di raggiungere a piedi la lontana località designata per gli esperimenti. La piccola carovana era guidata, come ho detto, dal prof, conte Poli Spolverini, il quale non crede nella rabdomanzia. La sua mente matematica non può piegarsi alle scienze psichiche. Questione di temperamento, e noi certo non gliene facciamo una colpa. C'era, oltre agli altri, padre Egidio Da Visotto, del convento del Cimitero di Venezia e don Campagnari, che non è rabdomante ina è telepatista. Don Campagnari, un mitissimo sacerdote, presidente della Pro Montibus » veronese, studia però con passione la scienza rabdica e non dispera di potere un giorno anche lui partecipare con una certa autorità a questi Congressi. Altri due rabdomanti ed alcuni curiosi formavano la brigata. La bella villa Devoto era deserta. Il suo proprietario era disceso a Verona e perciò ci siamo rivolti ai contadini chiedendo che cosa desiderassero che si scoprisse nel sottosuolo del loro podere. — Nulla — ci hanno risposto. — Noi non abbiamo nessuna necessità. Che Dio ci salvi dalla grandine e dalla siccità e siamo contenti e lo ringraziamo. I rabdomanti hanno trovato che la risposta era troppo semplice. — Vi cerchiamo — ha detto il più irrequieto — dell'acqua, del ferro e magari dell'altro minerale prezioso. Uno dei presenti, tanto per dare qualche occupazione ni rabdomanti, è andato a nascondere sotto una zolla la catena d'oro del suo orologio, venti lire d'argento e qualche nichelino. Il tutto era rinchiuso in una vecchia scatola di sardine e poi avvolto nella carta delle caramelle che s'era mangiato durante la passeggiata. Padre Egidio da Visetto ha immediatamente trovato un Giacimento di ferro alla profondità di un'ottantina di metri ed un altro rabdomante una sorgente d'acqua. Quest'ultimo, però, non ha subito rivelato la sua scoperta perchè, secondo lui, la sorgente si trova oltre i confini del podere Devoto e quindi gli c parso una mancanza di riguardo verso l'ospite denunziare una ricchezza idraulica appartenente, per legge, anziché a questi ad un altro. Tutti siamo stati del suo parere e non abbiamo più parlato di questa sor gente che a bassa voce. Un profano poi, che adoperava la bacchetta per la prima volta, ha ciato un calcio alla zólla che copriva la vecchia scatola di sardine ed ha trovato la catena d'oro e le monete. Anche oggi, dunque, possiamo dire che gli esperimenti sono perfettamente riusciti. Non crediate, lettori della Stampa, che il fenomeno rabdomantico non esista. Io stesso mi vado convincendo ogni giorno di più che la bacchetta ed il <: pendolo » hanno realmente delle virtù rivelatrici di primissimo ordine. Voglio soltanto dire una cosa in proposito: che bisogna sfrondare da queste esperienze tutto quanto vi è ancora di ciarlataneria e che per far ciò non esisto che un mezzo: quello prospettato nell'ordine del giorno votato ieri; formare un sindacato di rabdomanti, di scienziati, di persone serie e studiose e di mettere alla porta tutti i venditori di fumo che in realtà sono parecchi, anzi troppi. Domani a Parma, le esperienze acquisteranno certo maggiore importanza scientifica, poiché saranno controllate da speciali strumenti geofisici, dei quali è dotato l'impianto che in una certa zona è st^to fatto per la ricerca e l'estrazione de! petrolio. ERNESTO QUADRONE. prrgdcdPvvrdnFsEn

Persone citate: Campagnari, Castelli, Padre Egidio

Luoghi citati: Parma, San Felice, Venezia, Verona