II sopraluogo della "Corte" nella palazzina di Gualino

II sopraluogo della "Corte" nella palazzina di Gualino II sopraluogo della "Corte" nella palazzina di Gualino Arrestato U 14 aprile, l'ing. Sesti rnnon è stato passato alle carceri che Edieci giorni dopo. Ma in quali condì- dzioni vi giunse? Egli ha levato nel- scl'udienza scorsa dei lagni. Funzionari ded agenti lo hanno smentito, ma l'avv. gCavaglià chiede ora che si proceda a todegli accertamenti coerenti. All'atto rde] suo ingrosso alle carceri, l'accusato Imsubì una visita per parte del sanità- lorlo: si richieda dunque 11 certiilcato msteso In quell'occasione. Infine si sot- atoponga l'accusato ad un esame radio- Mlogico per stabilire se egli presentii tetracco di frattura delle costole. La prima istanza è accolta senz'altro: sulla soconda il Presidente si riserva di decidere in seguito. Un'altra parentesi intanto: l'avv. Gualino ha re-.„cato le due lettere indirizzategli dal S?Sesti dopo la sua assegnazione al con-|?3fino e le presenta alla Corte. I due do- cumenti sono del primo febbraio e del , 30 marzo 1931. Sono intonate entram- he a q„nni ,fi off-ttn a ,ìi m.«tii„*nn sverso v£vl toÌ • HS-V 2^2 Bme n nrlS™nillS ™ q£?dimCnrnP?hP wS„Pe Prov" svedimento che 1 ha colpito. av ~~ ~' P°olu giorni dopo — commenta alavv. Cavaglià — lo stesso uomo che vna scritto queste lettere avrebbe pen- dbato a macchinare un furto in danno bdell'avv. Gualino! 'pEcco riprendersi ora la sfilata dea te- ; Psti. Il col. Francesco De Lorenzi, capo j cufficio mano d'opera presso la Snia Vi- nscosa, conobbe il Sesti alla Vcnarla e sfece con lui, per circa tre anni, vita ilini comune. Il Sesti aveva la gestione jddellfi case operaie ed in tali mansioniiddiede sempre prova di rettitudine. Avv. Cavaglià. —Il Sesti dimostra-'eva un temperamento attivo? Sarebbe ngrctostato capace, In sostanza, di organizzare un colpo di questo genere? Un dubbio z| la— L'ho sempre ritenuto incapace di' Compiere un'azione non corretta. ìmGuido Panelli, custode del castello 'cdi Cereseto, e Giovanni Lanfranchi,:"custode della tenuta Gambarella, pure | dl proprietà dell'aw. Gualino, riferi-1 rscono intorno alla visita compiuta dal ì tSestd, alle due proprietà, il 7 e 1' 8 caprile. Aggiungono che il 10 aprile ,vtaluni dipendenti dell'aw. Gualino ri- cevottero daU'ing. Sesti le lettere ditlicenziamento. I Aw. Cavaglià: — Non c'è dunque idubbio che le lettere vennero redatte! ll 9 aprile. E' inteso ora uno dei procuratori generali dell'avv. Gualino, il comm. Ferdinando Ravazzi, che per 14 anni ne è stato il collaboratore. Dopo aver rie tgqcvocato ancora le càrattcris liche del cmandato affidato all'aw. Vitelli eia fi- tnailità che suggerì l'apposizione dei si- j sgilil alla palazzina di via Galllari, co-|, me a tutte le altre nroprietà dell'aw. ilGualino. il teste ricorda come ebbe, il i aSesti, la notizia del 15 aprile, dall'in furto: — Verso le 15, l'ing. Sesti mi informò di aver appreso dal Bessone che 1 sigilli di una porta interna del villino erano rotti. Gli dissi di recarsi a vedere di che si trattava e di informarmene subito. Un quarto d'ora dopo, il Sesti era di ritorno. Era agitatissimo ed eselamò : « Hanno rubato. E' stato messo tutto a soqquadro ». Io telefonai all'aw. Vitelli ed in Questura, e poco dopo si compi il sopraluogo. Quali constatazioni siano state fatte I tdurante il sopraìuogo 6 ormai noto, i pAnche il teste rimase colpito dal fatto | iiacdldnv1Tche i ladri avessero preferito oggetti di scarso valore, trascurandone altri di valore aosai maggiore. Pres. : — Al sopraluogo presenziavano anchtf'il Sesti ed il Bessone. Qual era il loro ..contegno? Un contegno che non destava af- i dfatto sospetti. Il Bessone era stato as sunto appositamente per custodire la villa. I suoi precedenti erano ottimi. — Senonchè — osserva il Presidente — egli era così scrupoloso che per vigilare si recava all'osteria a giocare alle carte... Sul conto dell'ing. Sesti, 11 teste non può che dare ragguagli favorevolissimi: ebbe modo di conoscerlo bene e di constatarne l'onestà assoluta. Ritornando alle constatazioni fatte durante il sopraluogo, il comm. Ravazzi spiega che le modalità con cui i ladri avevano operato erano realmente strane, tanto da ingenerare l'opinione che si trattasse di un furto simulato. Senonchè il furto era stato realmente compiuto: una quantità di oggetti erano stati asportati. Aw. Cavaglià: — Ma ci fu qualcuno che disse trattarsi di un furto organizzato nell'interesse dello stesso avvocato Gualino? — Questa ipotesi è stata formulata in Questura. Mentre duravano le inda- «ombm^^asa:.^0 & « |turco comomaio in odia ». | Date Che non concordano i— I ladri — esclama l'aw. Cavagna ! — hanno voluto attribuire la paterni- tà del furto all'aw. Gualino. E questa (mè la più grande delle loro infamie, Emanuele Galeazzo è la guardia not turna incaricata di vigilare attorno al la villa nelle ore notturne: dalle 23 alle 6 del mattino, e cioè durante U tur- <no di riposo del custode Bessone. La. sua sorveglianza si esercitava fiali e- . sterno: nell'interno della villa non pe- netrò mal. E non notò mal nulla di' anormale. Una volta soltanto scorse un individuo fermo dinanzi allo stabile. Gli si awicinò e subito quello si allontanò. Pres.: — Quando assumevate il servizio, vedevate il Bessone? Su tarrtl dalla mezzanotte all'una, lQuando rincasava. E per accertarmi che si trattasse veramente del custode, lo fermavo e gli rivolgevo qualche parola, Bessone: — Solo rarissime volte so- no rincasato ad ora cosi tarda. Soven-;Sismo andavo a letto alle dieci e mez- za e lo può dichiarare anche il teste, Iteli dalla strada, vedeva illuminata là S"a della mia camera. fmestra delia mia cam I,°ra n inÌ°S defkf stabile" n 33 ^&-Ae^J^A^G^MÌ^amt invia Bff.n,a^rinor^^ pneta dell avv Gualino. ua asaera ammimstrata da «g. Sesti il quale al principio tfi ogni Wmestre m «cava a ritirare gli affitti, circa ottomila are. Teste: — Il b aprile egli passo a ™naa\frPUP^rÌ.mi3aao0rUe° ooc0Uprimà mila lire. Poi il li aprile, poco prima di mezzogiorno, venne a ritirare le re- Bi&jiu. . 'Aw. Pecco: — Risulta dall agenda chesi danaro fu ritirato invece 111 aPnle- Pres. (alla teste) : — Lei è certa di avere visto l'ing. Sesti veramente il mattino del 13 aprilo? — Sono certa di non equivocare.Verso le 11,30 uscii dalla portineria per telefonare ali mg. Sesti. Volevo comunicargli di avere riscosso gli ul- timi affitti, ed informarlo che gli avrei portato il danaro a pomeriggio.. Ap- pena uscita, lo vidi in via Galliari, di- nanzi alla villa dell aw. Gualino, in- tento a discorrere con un signore. Gli fani lo rnmiminn? nnp rhf> dovevo for. gu e io accampasi""^ .,'„,.,„ "i, "."tratto di strada, lungo il corso Massi- mo d'Azeg io. Sono certa _dl non equi-vocartì sulla data, perchè proprio lasera di quello stesso giorno venne constatato che era stato consumato il iurto ne la pa.a^.ma. Sesti: — Io ho la ferma convlnzio- ne che si tratti del giorno 11. Coinun-que non metto in dubbio la buona fe- de della signorina. Ecco ora il portinaio d^lla palazzi- na di via Galllari: Battista Bruno, Egli occupava questo posto da una diecina d'anni. Il 5 febbraio dell'anno corso fu licenziato e gli fu imposto di sgomberare la portieria entro otto giorni. Al posto suo era stato assuno il Bcssone. Protestò contro questa isoluzione in tronco del contratto di mpiego ed ottenne di rimanere nei ocali occupati da lui e dalla sua famiglia per altri tre mesi; al Bessone avrebbe ceduto intanto una camera, Ma verificatosi il furto, col conseguene arresto del Bessone, 11 teste fu pre , S?°£to un ^orno f.ell^Pnle s™™° fi 3cs?0.nf e <" averSh cluest0 ^ scala p T-,' „„ ^.nmral,^ .„„._, ~ Dovevo provvedere a dei lavori ™ aPJ>^ stato in via S. Gjumtmo ^4 e andai dal Bessone a chiedergli di prestarmi per qualche giorno una scala a pioli che sapevo essere nella villa. Era il 13 aprnc!i su, mezzo&iorno. j, Bessone aderì subito e per la porticina di servizio entrò nella villa. Pochi istanti dopo lo vidi scendere, visibilmente turbato. «Hanno rotto 1 sigilli ad una porta del secondo piano» mi disse. Poiché un fatto analogo si era veriflcato già un mese prima, lo esortai a ndn allarmarsi, e a darne subito avvlso ai procuratori dell'aw. Gualino. Ma li Bessone non si rinfrancò. Scotendo la testa esclamò: «Ora dovrei andare a pranzo, ma non mangerò», Pres. : — Si era già accorto che era stato compiuto il furto o aveva notato soltanto la rottura dei sigilli? dvngato di non andarsene e di riassumee le funzioni di portinaio. Ecco perchè egli abita ancora nella villa ed è ornato ad esserne il custode. Pres.: — Ricordate di esservi pre¬ - Mi ha accennato solo alla rimozione dei sigilli. Pres. : — Lei che abitava nella vila non ha mal inteso rumori? — Lungo il giorno rimanevo fuori, ma alla notte non ho mai inteso alcun rumore uè ho avvertito alcunché "1 anormale. Anche il teste è stato fermato durante le indagini. E il fermo, protrattos> Per quattro giorni, subirono anche suo figlio ed un nipote che convive con lui. Avv- Bardanzellu: — Come è stato trattat0 dagli agenti? — Io non posso lagnarmi; mio figlio invece si è preso qualche scapaccione, Avv- Bardanzellu: — Il Bruno de¬ teneva la chiave del cancelletto del giardino. Altra persona possedeva questa chiave? Il teste non lo sa, ma spiega che le chiavi in circolazione erano varie. Si chiedono'Chiarimenti intorno a ciò al tefte .ed a11 avv- Gualino il quale sPlega: , ~~" In realtà il personale possedeva la chiave del cancello che dà accesso al giardino. Ma per entrare nella villa ,. . v taTe"!Tffitìo7"ricorda di"avere lavorato più volte, nei ritagli di tempo, per incarico dell'ing Sesti il personale doveva suonare e farsi aprire. Avevamo dato disposizioni ben chiare per vigilare l'ingresso e l'uscita della servitù. La porla del giardino Alfredo Beltrame, custode del palazzo di Corso Vittorio Emanuele 8, dove sono situati gli uffici dell'amministrazione Gualino, ricorda di avere visto l'ing. Sesti entrare in ufficio il 13 aprile, verso le 15, e la signorina Teresa Bosio, stenodattilografa presso resoto. - Invece di dettarmi la corrispondenza, egli la stendeva e poi mi passava le minute perchè le copiassi a macchina. Ricordo esattamente che il 9 aprile mi passò per la copiatura cln que lettere dirette a contadini di Ce- sgdmdddas«pfptMbcpsnsdsqsfmcelMastpdsGn=/G^o^oo^aSdeirav vocato Gualino e suo procuratore gene- rale. Dopo aver ricordato le circostanze in cui fu informato della scoperta del furto, egli rievoca, con abbondanza di rilievi e di particolari, il sopraluogo effetluato la sera del 13 aprile insieme Aw. Cavaglià: — La Questura ha accertato che queste lettere sono state spedite la sera del 9. P. G. (alla testet; — A che ora le erano state consegnate dal Sesti per la copiatura? — Non prima delle 5. P. G. — Questo prova che alle 15 il Sesti poteva essere in via Galliari. Avv. Cavaglià: — Ma non si deve dimenticare il tempo che occorre per scrivere a mano cinque lettere come quelle. Ed ecco il trattore nel cui esercizio il Bessone si recava quotidianamente per la partita a carte: Camillo Allora. Teste: — Il Bessone veniva alle 4 del pomeriggio e si tratteneva sino alle 6, talvolta anche alle 7. Bessone: — Vorrei precisare che non mi recavo nella trattoria prima delle 6. Teste: — Un giorno solo anticipò di molto la sua venuta: l'il aprile. Sennonché nell 'indicare questa data il teste è ricorso in un « lapsus » Si tratta invece del 9 aprile. E corregs-e. Ecco presentarsi ora il dott. Pier ai funzionari. Chiesi subito al Bessone se la porta di servizio, che era la sola non mu- chluderla con tre mandate sole, per avere la certezza che nessuno l'avesse aperta o chiusa. Dove fu trovata la chiave II teste rievoca poscia come 11 più nita di sigillo, era stata trovata chiusa, Egli mi rispose che era stata trovata chiusa regolarmente. E spiegò come, essendo la porta munita di una serra tura di quattro mandate, egli solesse l^ì ® 'f, ™ ? fi' r?i J ^?nCi ma 11 dott- Gu g°. facendoci eia guida nel percorrere U dedalo della fastosa dimora ci offre un quadro com pUlto dello stato in cui la casa venne ;Jasclata dai ladri. Essi non si limitarono a manomettere, a scassinare, a mettere ogni cosa sossopra. Si abbandonarono anche a scherzi di dubbio gusto. Una testa di marmo, opera del Canonica, Iraffigurante il figlio dell'aw. Gualino venne collocata sul letto, adagiata su un cusciao rosa e c°Perta lD suka da dare l'impressione di una persona che fiormis3e. Mozziconi di sigarette ven nero trovatj m dj una *> davanzale di una finestra venne tr0. yato de] terrIcdo lagciato certo dai J£ dri cne erano saUti ]asEU per espiorare- E 11 teste <*Prì™ la convinzione che |nj_i S!„nn usciti nd inenrqinnp U^CZ"tìteTiK 'che dà In via Galliari. Questa porta era cnlusa dall'interno con un lungo cate naccCi0, c non poteva essere aperta dal l'esterno. I sigilli di questa porticina furono trovati rotti, e in terra, sotto il davanzale di una finestra fu trovata la ; chiave che aveva servito per aprirla. ' u dott. Gurgo è licenziato ed il Pre sidente procede alla nomina del perito Cpr l'esame radiologico richiesto dalla difesa dell'ing. Sesti. Al prof. Canuto, auale perito d'ufficio, è dato l'incarico di compiere l'esame inteso ad accertare se i-accusato presenti tracce di fratture alle C03t0ie. La difesa designa quale DrOprÌ0 consulente tecnico per tali ac- f .... ... . crMTsmzpCOtzRmFrqpFrrepdtnrfvche secondo le previsioni avrebbe dovu- to co-nchiudersi in giornata, durerà un ;gim.D0 dì iu XaJesfatto è stat0 deter-mlnato essenzialmente dalla necessità ; df compiere il sopraluogo. Al pomerig |poi_ la £ort0 ed i^xrà& hanno visitato i la palazzina di via Galllari, per rendersi edotti della disposizione dei locali e per 1riscontrare <-. de visu ' le tracce dell'in- cursione ladresca. Stamani il processo continuerà per l'escussione degli ultimi . te^ti e per le arringhe.