I giapponesi ritirano truppe da Sciangai

I giapponesi ritirano truppe da Sciangai I giapponesi ritirano truppe da Sciangai II laborioso cammino della pace - L'arrivo della Commissione d'inchiesta ginevrina -■ Complotti e sollevazioni in Manciuria Sciangai, 14 notte. dDue trasporti militari nipponici Ssono stati fatti oggi avvicinare alle cbanchine della Compagnia di navi-\„gazione giapponese per caricare »/materiali di una divisione e di una fbrigata che stanno per rientrare ^ pGiappone. L'imbarco delle truppe,anon avverrà però immediatamente e'jii due trasporti non larderanno Scian-Ugai che verso lafine della settimana ^rc'è incertezza anche sulle unità che ]wsaranno rimpatriate per prtme: se-jCcondo un telegramma da Tokio queste sarebbero la divisione del generale Uyeda e la brigata mista del generale Scimomoto. A quel che si dice invece a Sciangai le prime ad imbarcarsi sarebbero la divisione di Zentueji e la brigata di Karume. Il ritiro di queste truppe, ridurrà gli effettivi giapponesi a 30 o 35 mila uomini, compresi i battaglioni da sbarco: non è improbabile, inoltre, che con le due unità dell'esercito riparta per le sue basi una parte della squadra navale. « Giapponesi cr.e vanno, pace che viene » Che il ritiro dì una parte delle truppe giapponesi segua e allo stesso tempo preceda un miglioramento della situazione pare non dubbio. «Giapponesi che vanno, pace che viene», è stato un commento semi profetico e semi ufficiale che ho raccolto oggi in uno dei più influenti ambienti internazionali; la frase, che ha il merito di essere concisa ed è da sperare esatta, ha anche quello di non mancare di rispetto a nessuno giacché non è detto che una tale equazione sussista mutandone i termini. Del resto, pochi giorni addietro vi avevo affermato che il punto morto della situazione (tregua di armi senza armistizio) sarebbe proprio stato superato con una soluzione di compromesso: deciti i giapponesi a non voler intavolare trattative condilonate al ritiro delle loro truppe, altrettanto fermi i cinesi sulle posizioni opposte. Era indispensabile seguire una via di mezzo per disincagliare la situazione. Ma, a parte questo, si può dire, senza correre troppo pericolo di peccare di ottimismo, che se i giapponesi hanno dato ordine di far rientrare in patria oltre 15 mila uomini, l'eventualità di una ripresa delle ostilità deve realmente essere, almeno per ora, scongiurata. Ormai a Sciangai si respira l'aria della ricostruzione: nei quartieri che sono stati teatro della battaglia lavorano squadre.di operai a rimuovere le macerie, a riattivare le Tmee telefoniche e quelle dell'illuminazione: tali squadre sono accompagnate da soldati dell'artiglieria giapponese che hanno l'incarico di procedere alla rimozione o di far brillare i proiettili inesplosi disseminati più numerosi che in ogni altro luogo a Ciapei e ad Hongkow. Di più sono in grado oggi di informarvi che quella specie di zona neutrale che avrebbe dovuto essere delimitata dalla Conferenza della Tavola Rotonda e in seguito affidata al con trotto delle forze internazionali è ormai cosa fatta, se pure limitatamente ad una parte soltanto del territo- clapardusnrTggnsumlolasikStrrisoi Mpstronsacichs'eCavripritunbsotodnresribtuminlennpnb*rnsrio fuori della Concessione e prcci-\™' . , . „„+__j_ „j Csamente a quella che si protende «Sfccgnest della ferrovia di Wusung. Questa zona è attualmente sorvegliata da agenti del Corpo di Polizia internazionale di Sciangai: è il primo passo verso la neutralizzazione della zona compresa fra la città cosmopolita e le linee sulle quali i cinesi si sono ritirati nella notte del primo marzo ed è notevole che questo primo progresso sia stato conseguito proprio a Sciangai dove gli attriti fra i due avversari hanno continuato a provocare scintille fino a pochi giorni addietro. Le trattative per l'armistizio^ E l'armistizio verrà dunque detùo? Gli eventi delle ùltime ore rinforzano le speranze. Ad ogni modo, anche se l'armistizio non sarà firmato si potrà passare sopra a questa formalità quando fra gli avversari, una parte dei quali già sta ritirandosi, si interpongono delle forze neutrali. Ad ogni modo, quella che è stata la battaglia di Sciangai è avvenuta con tutta la sua violeriza e con tutti i suoi orrori senza che nè Cina ne Giappone pensassero a provvedere alla formalità della dichiarazione di guerra. Sino a questo punto vi ho tradotto l'impressione di ottimismo diffusa] oggi a Sciangai: per debito dì informatore, ed avvertendovi che si tratta di un'interpretazione resa nota oggi dal generalissimo cinese CiangKai-Scek, vi riferisco che l'ordine di ritirare una divisione e mezza da Sciangai è sospettato come una manovra di Tokio e messa esclusivamente in rapporto con l'imminente arrivo in Manciuria della Commissione di inchiesta nominata nel gennaio scorso: questa Commissione, presieduta da Lord Lytton è giunta oggi a Sciangai e proseguirà al più presto per Dairen, onde raggiungere Mukden entro la settimana. Della Commissione fa parte per l'Italia l'ambasciatore Aldovrandi Marescotti, e i giornali cinesi commentano favorevolmente l'arrivo di essa fiduciosi che produrrà frutti utili alla pace nell'Estremo Oriente. Oggi, intanto, la Polizìa interna ngzionale, in collaborazione con quellai dipendente dal Sindaco cinese di Sciangai è riuscita a scoprire un complotto per sollevare una ribellio„e nell'interno della Concessione, /m- sera> fatta un>irruzione neX sot. fcn.a,!eo dell'abitazione di imo dei più noti agitatori cantonesì, gli agena ],anno arrestato nove persone ed jiaymo sequestrato molti documenti Un base ai qualìì si dice> SQno sfoferaccolte le prove che gli agitatori]wnìw aì ìoro ord{nì una organieea, C!-0„e limitata nel numero ma effica cemente ordinata per i suoi particolari scopi. Si informa che fra gli affigliati al partito « nazionalista rosso » o alle associazioni più anti-giapponesi sarebbero il fratello del comandante dell'arsenale di Kiangwan, situato a un paio di chilometri dalla Concessione. D'altra fonte si afferma che organizzatore del complotto sia il generale Chcio Fengu Chie, coadiuvato da Tsang Miugynen, ex-consigliere del giovane Imperatore Pu Yi. Nei riguardi di quest'ultimo la stampa cinese dà una curiosa versione sulla sua nomina a Capo del giovine Stato manciuriano, e cioè che i giapponesi o avrebbero costretto ad accettare a carica mediante imposizioni e persino mediante sequestro di persona. La Mancinria del nord in rivolta Dotta Manciuria o dalla Mancìukuo, come si è ribattezzato il nuovo Stato, giungono notizie tutt'altro che tranquillizzanti: atti di banditismo, rivolte di parecchi reparti cinesi, si sono verificati un po 'ogni dove. Ma fatti più gravi sono avvenuti a Manchili nella località situata proprio al confine con la Siberia e prima stazione mancese della cosidetta ferrovia settentrionale. Colà, secondo notizie certissime, la guarnigione si sarebbe rivoltata, il Capo dell'esercito nipponico ucciso e la città saccheggiata. Anche a Tsi-Tsi-Har, situata press'a poco a metà strada fra Manchili eHarbin. un reggimento dett'Heilung Ciang, e probabilmente appartenente all'esercito del generale Ma, si è rivoltato contro il nuovo regime: la rivolta, della quale ho potuto avere particolari precisi solo per quanto si riferisce alle due citate località, pare uttavia sia diffusa in tutta la regione settentrionale della nuova Repubblica e, secondo notizie che non mi sono state confermate, anche nei dinorni di Mukden: in alcuni sobborghi di questa città le bande armate cinesi sarebbero riuscite a saccheggiare e a predare per una notte intera senza che la guarnigione giapponese riuscisse a respingerle. Questa notizia pare alquanto dubbia; certo è, ad ogni modo, che in tutto il Paese c'è un vivissimo fermento diretto contro il «movo regime instaurato dai giapponesi. Importantissime, per questo, sono Pbtsle dichiarazioni fatte oggi a Nanchi-F'no dal generale Ciang-Kai-Scek annunzianti che egli ha accettato la presidenza del Consiglio militare cinese e assume la completa responsabilità per i futuri sviluppi militari. « La Cina — egli ha detto fra l'al- * aJ?Z~ y ' 7 • 'rro— desidera una pacifica so uzio- ne della situazione di Sciangai, ma se il Giappone non cessa la sua azio- ™>• ^ sua politica aggressive, la Cina e pronta a combattere fino in fondo ». A questo punto il generalissimo cinese ha aggiunto l'interpretazione che prima vi ho riferito circa la ragione del ritiro delle truppe giapponesi da Sciangai. FRANCO SPINELLI.

Persone citate: Aldovrandi Marescotti, Chcio Fengu Chie, Ciang, Lord Lytton, Nanchi, Tsang Miugynen