La morte di Paolo Boselli

La morte di Paolo Boselli La morte di Paolo Boselli Roma, 10 notte. S. E. il cav. Paolo Boselli, da qualche giorno ammalato per un attacco d'influenza, 'si è spento serenamente oggi alle 12,25. La notizia della morte è stata subito comunicata a S. M. il Re e a S. E. il Capo del Governo. S. E. Paolo Boselli è morto nella veneranda età di 94 anni; i più terribili eventi si sono succeduti sopra tutto nell'ultimo ventennio, eppure egli scende nella tomba accompagnato dall'omaggio reverente e delle vecchie e delle nuove generazioni italiane. Molti uomini che ebbero posizioni preminenti nell'Italia prefascista sono morti in questi ultimi anni; parecchi li avvolse l'oblio o ebbero l'onore di una biografia tutta proiettata in un passato lontano, finito; per qualcuno non mancarono le doverose manifestazioni di stima; Paolo Boselli compie invece il suo lungo corso di vita mortale in un compianto unanime che è segno di comprensione e di comunione coi tempi. In questo riconoscimento e il più alto e il più sincero elogio. Non fu un uomo che, sia nel campo politico che in quello culturale, abbia impresso delle ormo durevoli; no; la sua figura non ebbe nessuna di quelle caratteristiche taglienti che precisano una personalità vigorosa, leonina, anche per un solo momento ; che cosa spiega questa sua durevole popolarità, intendendo tale parola nel suo significato più eletto? Il suo indefettibile, onnipresente amore per l'Italia; ogni suo atto, ogni suo scritto era informato come a una diffusa atmosfera di amor patrio, più fresco e più schietto del vecchio patriottismo di maniera, ma d'altra parte non così impetuoso e allucinante, quando ce n'era bisogno per passar sopra ogni senso di misura e di prudenza. La partecipazione di Paolo Boselli alla vita parlamentare comincia nel 1870; egli che aveva assistito da giovane al formarsi dell'unità na. zionale avrà la fortuna poi di vivere addentro nel lungo ciclo di eventi che doveva portare l'Italia al compimento dei destini sognati. Malgrado che egli fosse un membro attivo della Camera dei Deputati, malgrado che il suo concorso nelle numerose crisi ministeriali a getto continuo fosse spesso richiesto e spesso invocato, Paolo Boselli seppe restare immune dai vizi del sistema che costringeva quasi sempre i suoi eletti a entrare in una cricca e a svolgere un'attività di pettegolezzi, di insidie, di vendette da soddisfare. Rimase estraneo, quasi superiore al mondo in cui viveva; dopo aver dato il suo contributo onesto alla legislazione e all'amministrazione dello Stato, aveva sempre pronto il suo angolo raccolto dove la mente e lo spirito si ritempravano negli studi storici o nella propaganda di italianità\che fortunatamente era al di fuori delle vicende parlamentari. Ci riferiamo all'opera svolta quale presidente dell'Istituto storico italiano e della Delegazione di storia patria per la Liguria, il Piemonte e la Lombardia, e soprattutto quale animatore della « Dante Alighieri », istituzione che tanto ha contribuito alla difesa e alla diffusione della lingua italiana nel mondo. A Paolo Boselli toccò occupare il posto di più alta responsabilità in uno dei periodi più tremendi della nostra guerra, di quella guerra che egli aveva auspicato con fervore. Siamo alla metà del 1916 ; la tragica realtà di ui conflitto lungo senza esclusione di colpi sul fronte di combattimento, mentre all'interno avevano ripreso ad agitarsi le oscure forze del neutralismo, aveva provocato le dimissioni di Antonio Salandra, vittima designata di coloro che avevano tentato in ogni modo di impedire l'intervento. Si volle arrivare « all'unione sacra » degli uomini e dei partiti; chi poteva essere prescelto per presiedere alle diversità di tendenze, per cercare di far tacere le voci meschine davanti alla voce del dovere che non -ammetteva dissidi e contrasti? Boselli fu chiamato all'immane compito; per più di un anno egli si adoperò con nobilissimi discorsi a tenere sveglio l'ardore patriottico della Nazione; ma i suoi sinceri fini non furono assecondati da uguale fermezza nello stroncare le manovre di piccoli gruppi tenaci nei loro livori faziosi; e purtroppo, in una serie di errori e di incomprensioni che avevano il loro centro in Roma e che arrivavano fino al Comando Supremo, si spianò la via per Caporetto. Non era il temperamento di Paolo Boselli quello adatto alle circostanze che avrebbero imposto la disciplina più ferrea agli esecutori, l'audacia delle responsabilità più gravi nel capo; ma l'uomo, se non ne uscì rafforzato, se non fu capace di afferrare l'occasione e di scrivere il suo nome a caratteri eterni nel momento più epico della nostra storia di Nazione unita, non ne uscì nemmeno diminuito; modestamente rientrava nelle file senza rancori, con la fede luminosa che non l'aveva mai abbandonato: «Io non ho solo la speranza — disse in quegli istanti terribili — ma la certezza della vittoria ». E la Vittoria venne e venne la Rivoluzione ricostruttrice che se non potò contare nei_ suoi ranghi — ed era naturale — il già vecchio uomo di Stato Io ebbe però amico cordiale, aperto. Nei tre anni di aberrazione parlamentare che precedettero la Marcia su Roma, mai Paolo Boselli trescò nelle infinite combinazioni con cui si voleva arrestare l'irrompere del Fascismo. Ed eccolo il 7 dicembre 1922, quando, più che ottantenne, si credeva già vicino alla morte che doveva risparmiarlo per un altro decennio, affermare solennemente con parole che non saranno dimenticate la sua fiducia nella Ri¬ MlpmsrlgdlivdTCv a a o ù e a o , o o n i i e e a voluzione dei giovani: «Chi partepuò guardare con fiducia aliarlo-ventù che si avanza. Essa darà al-l'Italia la nuova storia, e sarà sto-ria degna dell'antica, segnacolo dirisorsimento vero, forte, luminoso,durafùra7» Dieci anni di questa storia si sonocompiuti ed essi sono degni del vati-cinio del Vegliardo. E' un nuovo Ri-sorgimento, quello fascista, che in-tegra l'altro glorioso Risorgimento ;Paolo Boselli è stato testimone dientrambi, comprendendoli c aman¬doli. A. S. La malattia e la morteRoma, 9 notte. La gagliarda vecchiezza di Paolo Boselli si è spenta serenamente oggi alle 12,25. La notizia, sparsasi rapidamente per la città, ha provocato manifestazioni di unanime cordoglio in tutti gli ambienti romani dove la veneranda canizie dell'eminente uomo, Collare dell'Annunziata, Ministro di Stato, Senatore del Regno, era circondata di generale affetto e deferente ammirazione. Il Senatore Boselli aveva conservato, fino a pochi giorni fa, il più invidiabile stato di salute, e i suoi vegeti 94 anni apparivano quasi una falsificazione dello stato civile. Alacre, sveglio, resistente al lavoro, il Primo Segretario del Magistero degli Ordini dei Santi Maurizio e Lazzaro e della Corona d'Italia sembrava destinato a toc care vittoriosamente la favolosa mèta del centenario. L'improvvisa malattia Un improvviso attacco influenzale dovuto agli squilibrii di questa temperatura marzolina, costrinse però il vegliardo a mettersi a letto febbrici tante. Il medico curante, dott. Lauren ti, accorse al suo capezzale. In sè il male non presentava nulla di grave, ma la tarda età del malato impose come è facile capire, una prognosi assolutamente riservata. Il problema era di sapere se il cuore avrebbe resistito. Per tutto il corso della malattia, le cui fasi furono seguite con spiegabile ansietà da parte dei familiari, l'infermo fu sottoposto ad attiva sorveglianza e le sue condizioni furono anche oggetto di un consulto cui partecipò il dott. Furgoni e, in qualità dì amico, il medico chirurgo prof. Margarucci. Nel complesso, non si giudicò di dover escludere la possibilità di una guarigione, tanto più che V infermo conservava una singolare energia e, benché febbricitante, non aveva neanche voluto sospendere le cure de] suo ufficio e le seguiva col chiamare continuamente presso, di sè i suoi funzionari perchè gli riferissero al riguardo.Stamane le apparenze denunziavano un miglioramento notevole. L'infermo ha dettato un telegramma a Torino per avvertire il dott. Grliner, dell'Ospedale Mauriziano, che sarebbe stata ormai inutile la sua venuta perchè ogni pericolo era scomparso, e più tardi, in piena serenità di spirito, ha accolto il parroco padre Clemente dei Cappuccini. Questi lo ha confessato e comunicato portandogli la specialissima e affettuosa benedizione del Santo Padre, do egli ,wMa il Senatore Boselli, quan-ia si è accomiatato, pareva ani-mato dalla fiducia che si sarebberoancora rivisti e più volte. Uguale fidu-cia pareva sorreggere l'infermo quan-do, poco dopo, giungeva il dott. Grii- ner, che era partito fin da ieri serada Torino. Si trattava però di uno diquei miglioramenti effimeri che dannol'illusione di una ripresa vitale e non sono che il preludio della catastrofe. Alle 11, un visibile peggioramentotsl è manifestato nelle condizioni del- l'infermo. Il suo stato appariva singo-larmente prostrato, il respiro si erafatto affannoso, l'occhio offuscato. Ilv,o „„„«,.o «o-veg lardo ha conservato ancora perqualche minuto esatta conoscenza dise, ha pronunziato delle parole, ma inbreve è stato soffocato dal catarro e si è abbattuto sui cuscini rantolando. Agonia brevissima. La morte Alle 12,25, Paolo Boselli, cui nel frattempo, prontamente richiamato, padre* Clemente aveva impartito la Estrema Unzione, era spirato. Nel momento del trapasso si trovavano nella stanza i tìgli comm. Silvio, e signorine Maria e Luisa, costernatissimi, il dott. Grliner e il dott. Laurent!, il comm. prof. Lanza, Direttore -generale dell'Ordine Mauriziano e uJCapo di Sezione a Roma comm. dott.]Toscam. La notizia della morte è stata suoi-to comunicata a S. M. il Re, al Capo del Governo, ai Presidenti delle due Camere e si è sparsa rapidamente Derla città suscitando ovunque echidsincero rimpianto. Intanto la Salma veniva rivestita dell'abito nero e adagiata nella stanza da lavoro del Defunto tra quattro ceri accesi e mazzi di viole. Sul petto sonostati deposti il gran Collare dell'Annunziata e la Croce dell'Ordine di Savoia e tutt'intorno si sono disposte, per -.la veglia funebre, delle pie suore sale-isiane di don Bosco e funzionari rioii'/-i- siane di don Bosco e funzionari dell'Ordine Mauriziano, La quieta casa di via Po, circondata da un piccolo giardino, è stata in breve 'meta di un intenso pellegrinaselo 1Membri di Governo, ver^lirn flAll'flnKtnc.rn^.in OAnatnr j Ilità dell'aristocrazia, senatori, deputati, alti funzionari sono accorsi a segnare il proprio nome nel registro prontamente esposto nel portoncino semichiuso. E' stato un pellegrinaggio che ha assunto proporzioni imponenti precorrendo dl pochi minuti l'afflusso di telegrammi che sono giunti in breve da ogni parte d'Italia. Tra i primi ad accorrere sono stati il gr. uff. Beer Capo Gabinetto del Capo del Governo, l'on. Polverelli Capo dell'Ufficio Stampa del Capo del Governo, il duca e la duchessa Lante della Rovere. Pure tra i primi sono stati il Podestà di Torino conte dott. Paolo Thaon di Revel e il Presidente della Cassa di Risparmio gr. uff. Broglia col vice-Direttore generale comm. Bechis. te. Alle 17, accompagnato dal suoA.uo- tantedi campo, e giunto S. M. il Re l- che è subito sa ito all'appartamento o- dell'illustre Estinto, ha visitato la di Salma c ha manifestato alla famiglia o, le sue commosse condoglianze, b. M. IIa ReSiila ha mandato la duchessa Citono'di Torrecuso, latrice delle sue persoi-inali, sentite espressioni di cordoglio, i-1 Intanto, dalle varie città d'Italia, n- ; giungevano i telegrammi di condoo ; ' glianza di tutti i Principi Reali. Monsdi;Pizzardo, sostituto della Segreteria di n¬ e lo gi er ni malaeaaiti fieeei oc èe m il i n il e, e sra tia, anenidì rona mo e, nuo noo. no mo no Ota hè ù a ei e ito Stato per gli affari ecclesiastici straor-dinari, è venuto a porgere le condo-glianze del Santo Padre e quelle suefonali quale amico e conterraneodell'Estinto. Abbiamo poi visto il Mi-nistro Acerbo e quasi tutti i Ministri eSottosegretari presenti a Roma, i se-natori Rava. Ciraolo, Scalori, Sili, Fe-dele, Manfroni, Casertano, Barzilai,Parlotti baiata il Maresciallo d'ItaliaCarletti Salata il Maresciallo a itaiiaPecon Giraldi, il Presidente della Cortedei Conti gr. uff. Gasperini, l'Ammira-glio Conz, il duca e la duchessa LaTour, il gen. Porro, il marchese Guglielmi e moltissi altri. Le disposizioni per i funerali I funerali, che si svolgeranno naturalmente a spese dello Stato, avrannoluogo sabato alle 10,30 e la serala Salma partirà alla volta di Torino e di Cumiana dove probabilmente sarà sepolta. Domani il Senato commemorerà so lennemente l'Estinto. Parleranno, rie vocando la nobile esistenza, il Presidente del Senato, S. E. Federzoni, e S. E. il Capo del Governo. La seduta sarà quindi tolta in segno di lutto. Il Ministro della Guerra, generale Gazzera, ha inviato il seguente telegramma alla famiglia Boselli: « Esercito, che da Paolo Boselli udì sempre la voce che anima e da lui sempre trasse esempio di fede e di opere, saluta commosso l'illustre Patriota scomparso ». La vita operosa Paolo Boselli, nacque a Savona 1*8 giugno 1838, da antichissima famiglia di quella nobile città ligure. Un Oberto Boselli è infatti tra i membri del Gran Consiglio Comunale di Savona nel 1274. 11 padre del defunto, notaro Paolo, fu carbonaro, compromesso nei moti del 1821 e, denunziato come favoreggiatore della fuga di Santorre Santarosa e Amedeo Ravina, dovette ri<parare in Francia per qualche tempo.Il giovane Boselli studiò prima nella città natale frequentando la scuola di rettorica degli Scolopi. Nel 185" scrisse « Amalasunta », poemetto in tre parti sul regno di Teodorico. SI laureò in legge all'Università di Torino il 23 giugno 1860. Nel 1861 collaborò all'« Italia Letteraria » col De Gubernatis e nella « Rivista Contemporanea >. Dopo aver esercitata l'avvocatura per tre anni, fu assunto (1863) all'ufficio di referendario al Consiglio di Stato, iniziando così la sua rapidissima carriera nelle pubbliche amministrazioni. Nel 1866 fu nominato Segretario generale italiano all'Esposizione di Parigi, nella ouale città rimase fino alla metà del 18!ì8. Tornato a Torino, egli strinse amicizia con Quintino Sella che lo nominò, un anno dopo, membro della Giunta pennanente di Finanza mentre,w quasi contemporaneamente Francesco n-i ferrara lo incaricò di tenere alla Scuoi-:-?' suPeri(>re di Commercio di Venezia roNel^ism'S? fi "0?.o™ia P^ea. u-, tinte'd™ coHegVdi Savon Tap?-r0s^n-|mc*ra dei deputati^ NeT 1S713 Ce^ré i- j Correnti lo nominò professore di Sciena|za de!'e Finanze all'Università di Rodi'ma che fu la prima cattedra di tale o!scloriza istituìta in Italia, n o Dal 1870 fino ai nostri giorni egli ha consacrato tutta la sua eletta attività al bene del Paese. Assurse rapidamente ai primi iiosti dell'arengo parlamenl- tare, grazio" alla sua eloquenza e alla o-'sua profonda dottrina. Astraendosi dala' 'e aspre lotte politiche, il Boselli prefeIl r> studiare le grandi questioni economio- che e finanziarie che allora travaglia- er|VQno „ R d'Italia. Frutto dì tali di|r;tudl fll Ifl mirabile relazione d'inchieni sta sulla Marina mercantile (1882) la si o. el o, a ao, sue quale contribuì efficacemente alTarinà-scita del nostro Paese e fu seguita poi dal volume « H diritto marittimo in I- tal-ia», presentato al Congresso inter- nazicnale di diritto commerciale tenu-tosi ad Anversa nel 1885. . H Boselli sedette costantemente al Centro destro dimostrandosi sempre conservatore.liberale e promotore .m ri-forme sociali. Il Ministro Mancini pn- ma e poi il Ministro Di Robilant Io no- minarono negoziatore della convenzio- ne con la Francia. ..Francesco Crispi ebbe occasione di -u™de\0ConVgTrdìS MuJboS lungamente iffiS CeUl t.] affidò una missione politica a ' Parisi nel iss7. Collaboratore di Francesco i-'Crispi, Boselli, come Sottosegretario o aUa p- r- (1888-1891) curò il migliora- e mento materiale e morale della Scuola rìita!l?"a P°/tlin,ìo1 a compimento padi ^riPS àlZ^LXL? a Museo di Valle Giulia e delle Terme Creò il Convitto nazionale di Villa d'E° ste a Tivoli. Ordinò la costruzione de a ! portico deila Basilica di San Paolo in ri i Roma. A Genova fece restaurare il Paollazz0 S' (f.ior°io ^ altri importanti r monumenti. Nominato successivamente da Cri- spi nel suo terzo Ministero Drima Mi -.lustro doli-Agricoltura (18Ó3) e nól-ideile Franzo (1894-96) il Bosplli frnn i-^^a vio-nmco^c». ,_ ___ ' ru.nT a teggiò vigorosamente la grave crisi economica clic attraversava allora l'Italia in seguito alla guerra commer¬ e 'ciale cc>n ^-.ET,?^3' Come ■ Ministro 1 £eI„Tesor0 <18s9-900) nel Ministero ^T^S^ fiSSSTS'SM} un I„ . « . j e .ohhjui un saldo orientamento della Banca d'I- o a l o , o a l . talia. Dopo una nuova breve parentesi fu Ministro dell'Istruzione nel Gabinetto Sonnino del 1906. Il Boselli consacrò la sua attività al risveglio del sentimento nazionale e, come Presidente della « Dante Ali- °-hieri * .10071 nrn„,m„u ~ ""7Stari ^riót)ticiPrs0enzaC però^tra^u rare i prediletti studi di econormaTai storia. Fu allora che egli creò il Mu- ^^e^Rteorgimento- Italiano "in' (££ pidoglio. Schieratosi, allo scoppio della guerra eurooea, fra i fautori dell'intervento italiano contro l'Austria, il Boselli il 20 maggio 1915, come relatore del progetto per i pieni poteri al Ministero Salandra, invitava la Camera a votare il compimento dei destini nazionali e la difesa del diritto di nazionalità. Non avendo mai appartenuto combattivamente ad un dato partito politico, il Eoselli, dopo la caduta del Gabinetto Salandra il 18 giugno 1916, ricevette dal Re l'incarico di comporre un Ministero a larghe basi nazionali e con la collaborazione di tutti i par-titi favorevoli alla guerra. Salito al,potere in difficili condizioni politiche e militari, quando cioè il prolungarsi dell'estenuante guerra di posizione, l'abbandono della Russia e le sofferenze indirette mettevano a dura prova il popolo italiano, il Boselli si sforzò di infondere in tutti gli italiani la fiducia nella Vittoria, intensificando la propaganda di guerra, creando o 'pere di assisfenza "civile 'e stabilendo con gU Alleati una maggiore colla frazione dal punto di vista miUtare. ftU^KS crociamo ed effettuò la proprietà ita Lana su Palazzo Venezia. Le vicende ! parlamentari dell'ottobre 1917 condus sero alle dimissioni del Gabinetto Bo jsel'*-, . ,„„„ ., _ „, „„__ Dal novembre 1870 il Boselli appar|tRm]e ininterrottamentc al Parlamento ,per 33 come deputato di Savona, 1 poscia del collegio di Avigliana. Dal ,io aprile 1921 era senatore del Re- gno. Malgrado la tarda età non aveva abbandonato la vita politica, alla quale continuava a dedicare la sua straordinaria attività, il suo sempre vivido ingegno e la sua parola fervida, classicamente forgiata. Fu per otto lustri Presidente del ! Consiglio Provinciale di Torino, dove n costituì il R. Politecnico. Cavaliere della SS. Annunziata dal dicembre 1915, Cavaliere di Gr. Croce, decorato del Gran Cordone dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro e dell'Ordine della Corona d'Italia, della Legione d'Onore, del Sol Levante del Giappone, Cavaliere dell'Ordine di Savoia, egli era tuttora Primo Segretario di S. M. il Re per il Grande Magistero dell' Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, Cancelliere dell' Ordine della Corona d'Italia Presidente della Società Nazionale « Dante Alighieri » e di numerose altre Istituzioni storiche e patriottiche. Parlamentare assiduo, tu nel marzo 1929 relatore al Senato del progetto per l'approvazione dei Trattati Lateranensi, che egli, tra l'unanime dimostrazione del Senato, dichiarò di votare con lo stesso spirito col quale aveva votato nel 1871 la legge delle Guarantigie. Fra le manifestazioni più caratteristiche dell'ultimo periodo della sua vita va ricordato il vibrante discorso pronunciato a Cumiana i! 10 settembre 1923 per l'inaugurazione del gagliardetto di quel Fascio e la lettera di risposta della Pasqua 1924 ai Fascisti savonesi che gli offrivano la tessera ad * honorem ». Nella sua attività di cultore di studi storici sono da citare: ?. La Duchessa di Borgogna e la battaglia di Torino » (Atti dell'Accademia delle Scienze Torino); «Carlo Alberto e l'ammiraglio Des Geney nel 1825 » (Torino 1892) ; «Il Ministro Vallesa e l'Ambasciatore Dalberg nel 1817 » (Torino 1893) ; «La patria negli scrìtti e nei discorsi» (Firenze 1917); «Discorsi di guerra » preceduti de un profilo detta to dal sen. Valli (P.or.ia 1917); «Per la Dante e per la Vittoria» (Cingoli 1924); «Commemorazione di Cesare Abba e di parecchi scrittori di Storia »; « Commemorazione di Vittorio Emanuele II, di Umberto I, di Cavour, di Carlo Alberto » (Torino 1924). iLa notizia a Savona Savona, 10 notte. La notizia della morte del nostro grande concittadino S. E. Paolo Boselli, giunta a Savona verso le ore 16, ha prodotto in tutta la cittadinanza, che amava e venerava unanime U grande vegliardi, la più profonda e dolorosa impresa-ione. Bandiere abbrunate sono subito comparse alle finestre di tutti gli edifici pubblici, Istituti scolastici, a-ionde industriali, commerciali e bancarie e moltissime case private, e il campinone della torre della Vittoria ha suonato a stormo per oltre un'ora. Numerosissimi telegrammi di condoglianza sono stati inviati alla famiglia Boselli fra i quali vanno ricordati quelli di S. E. il Prefetto, del Segretario Federale, del Precide della Provincia e del Podestà, che ha pure pubblicato un manifesto olla cittadinanza. La gratitudine di un ex-confinato per l'assistenza fascista alla sua famiglia Roma, 10 notte. Il Segretario federale dell'Urbe ha L ieri sera, nella'Scuola £ prmciPe di Piemonte», l'assemblea !del (jruppo rionale Monti. Tutti gli lscrltti erano presenti adunati intornoj j gagiiardetto. L'assemblea è stata aperta dal Fiduciario, il quale ha rtfe-! compiutamente sull'azione svolta \"^u->st'anno per potenziare il Gruppo m S^ePlempre più l'organizza- g I( segretario federale dell'Urbe, : Nino' D'Aroma, salutato da vivissimi j appiausi, ha preso la parola per elo- elare l'opera del fiduciario e più lo' |p^rito d|ue Camicie Nere del rione.'M^SegTe^^^ teggiato la situazione 'nostra % co-I sPetto aSu altri Paesi- ha voluto ricor-ldare' per dimostrare ancora una volta ^ forza ™ permeazione che l'Idea fa- Scista e ropera def FWcl5mo"hanno nel popolo, un episodio di quesU ulti- missimi giorni di cui è protagonista mi giorni di cui è protagonista un ex-confinato politico. Questi, rien- trato a Roma, si è presentato 'a Pa- lazzo Brasffhi a dire la sua gratitudi- ne e la sua commozione per quanto il Fascismo aveva latto a favore della sua famiglia da tutti abbandonata, an- che dai parenti, nel periodo òhe eSilaveva trascorso lontano. e»".Non fu domandato a loro niente da 1 — ha detto l'ex-confinato e l'as-isistenza £u generosa, e pronta. Dallaipnma settlmana dl lavoro ora ho tol- - - ora ho tolto qualche lira p?rchè voglio darla af-| finchè il mio figliuolo abbia la tessera e possa portare la Camicia nera. Sarà .sinceramente vostro! », . o Medaglie a! vclore e attestati conferiti dal Ra e dal Duce Roma, 10 notte. S. M. il Re, su proposta di S. E. il Capo del Governo e Ministro dell'Interno, in seguito a parere della Com- missione istituita dal decreto 30 apri- r^S^n 15 'boralo Ì?|L^J^Hore civile s?"^^1^ d*; J? ^"LZ ea82fiPrfonf7 in [ ^^^•^SS^Idienza S. M il Re ha conferito™ meli daglia di bronzo al valore civile"! TV* I persone. -Lù'*jcS. E. il Capo del Governo Ministro ldell'Interno ha quindi premiato con ; tattestati di pubblica benemerenza in^cpersona. I nomi dei decorati e le re-|lative motivazioni della distinzione so- i cno pubblicati nella odierna « Gazzet-: tta Ufficiale >s |l