Sulle tracce degli eredi di quattro miliardi

 Sulle tracce degli eredi di quattro miliardi Sulle tracce degli eredi di quattro miliardi Come nel « Kean » : genio e sregolatezza La ricchezza di un giocatore di biliardo La rivelazione d'una presunta erede esistente a Torino' — Un «detective» all'opera Dalla laguna di Venezia, al lastrico di New York == La 32.a parie di 4000 milioni! dll' d i dit i l li dll — Si paria dunque ancora dell'eredità dei quattro miliardi? — domanderà qualcuno. — Se ne parla, non da noi, ma dagli aspiranti eredi, che, per ora, sono trentadue. — Trentadue soltanto? — Non si spaventi. Tra poco, se andiamo avanti di questo passo, saranno centotrentadue. A Napoli, a quanto pare, i Girardi occupano tutto un quartiere. Ed ogni giorno ne spunta uno nuovo. E poi ce n'è nel Veneto, in Liguria, in Piemonte. Ce n'è persino uno in alto mare. E' salpato l'altro giorno per l'America, per andare a constatare « de visu », come stanno le cose: cioè i miliardi. Perchè i miliardi, a quanto pare, esistono, ben tappati in qualche cassaforte di notaio americano. 4 miliardi fa cerea d'impiego I precedenti di questo caso straordinario sono noti. A New York è morto non molto tempo fa l'italiano Giuseppe Girarti, emigrato in America, parecchie decine di anni or sono, dalla natia Venezia. E' morto, lasciando orfani quattro..poveri miliardi che ora, sperduti e soli, attendono qualche anima generosa che li accolga nella sua famiglia Nelle informazioni pubblicate in proposito da qualche giornale, si è accen nato alle curiose dicerie diffusesi in America sul Girardi e sul modo come egli pervenne alla sua favolosa ricchezza. Presentatosi come spazzino per la neve ad una Ditta di New York, egli finì per sposare la vedova del suo impresario e, per mezzo di appalti munì imsccemdorammsigbidrcogndemmmranerapee ditiuncepoatnoa • nucipali ottenuti a « forfait ^durante un - ^inverno in cui non cadde sulla grande 1^l'ichtàstpilmetropoli americana nemmeno un fiocco di neve, cominciò ad accumulare il primo nucleo della sua fortuna. La quale non si potrà mai chiamare una fortuna... coi fiocchi. Si sa che i milioni, specialmente in America, sono come le ciliege: uno tira l'altro e tutti e due fanno molto pia- cere al loro proprietario. Quando sono mille cambiano nome e si chiamano miliardi. Due miliardi fanno un biliardo. Giuseppe Girardi doveva essere un bravo giocatore di biliardo: anzi di biliardi. Tant'è vero che, senza troppo scomporsi, è riuscito a metterne insieme due. Due biliardi, ossia quattro miliardi, ossia quattromila milioni, salvo i rotti. (Se mi sbaglio perdonatemi: in questi casi... milione più, miliardo meno non ci si bada! ). Nell'apprendere che a New York vi erano tanti milioni disoccupati, desiderosi di collocarsi presso qualcuno che si chiamasse Gilardi, tutta la popolazione dei Girardi residenti a Napoli incominciava a dar segni di inquietudine speranzosa. Poi fu la volta di un Giuseppe Girardi vogherese, il quale, oltre ad essere omonimo del miliardario e come lui, oriundo veneto, rammentava come suo padre, trasferitosi quaranta anni or sono da Rovigo a Voghera, gli parlasse sovente d'un- bizzarro tipo di parente, che aveva lasciato fama di scavezzacollo, ed era poi emigrato nell'America del Nord. Recatomi a Voghera, come i lettori ricorderanno, ho raccolto colà l'impressione che il simpatico e trentacinquenne Giuseppe Girardi, commesso viaggiatore in pneumatici e medaglia d'oro dei filodrammatici della provincia di Pavia, avesse realmente buone ragioni per ritenersi, se non l'erede, almeno uno degli eredi del miliardario. La ragione principale, oltre al fatto della parentela diretta ed ai ricordi del Girardi e della madre di lui, erano le indagini compiute qualche giorno prima da un agente segreto, giunto a Voghera da Torino per incarico d'un ufficio di « detectives » americano e recatosi a tutte le fonti, ove fosse, possibile raccogliere dati sulla vita, sui turovotalifanfolanlimzsgtputdaternqldsvps'precedenti e sulla famiglia del Girar di. Ciò che soprattutto fece pensare India missione del <: detectives » ad un ì incarico riguardante l'eredità, fu l'asso luto segreto, che egli mantenne sulla jsua. inchiesta, e l'essersi tenuto nasco- , | ra proveniva da Tonno, ciò significava sto al maggiormente interessato. Una presunta erede a Torino dmppPtctgsdllSm—sppp«Da chi adunque era stato inviato il]fi« detective »? E perchè giungeva da Torino, e da quale agenzia di informazioni? Ecco le incognite, alle quali bisognava rispondere se si voleva stabilire donde provenisse l'indagine e dove questa tendesse ad arrivare. Se il « detective » recatosi a Voghe- iche* qui qualche informazione avrebbe 'dovuto affiorare. E infatti, dopo nuove ' ine rjUscivo a mettermi in con¬ dfimottfpca1 * ' famiglia distintissima, L& «Sdente, della qguaie farebbe parte l^ ima erede quasi diretta del miliardario scomparso. La famiglia in questione è quella del tcucento lire, — L'incognita è presto chiarita •— mi dice l'ospite premuroso, ed indicandomi un salotto accanto all'anticamea in cui ci troviamo, aggiunge: — Permetta, prima, che le presenti mia moglie... Ed eccomi, poco dopo, di fronte alla ignora Palestrino, che mi dichiara suito di essere parente, per parte di mare, del Girardi di New York. Il raconto che, con squisita gentilezza, la sinora consente a farmi nella dolce caenza del dialetto veneto, è ricco di elementi romanzeschi: — Io sono nativa — ella dice— come quasi tutti gli appartenenti alla famiglia Girardi, che in origine era Geardi, del Veneto, e precisamente di Venezia. Ciò non toglie vi siano dei Gerardi a Verona, a Rovigo, a.Padova, e persino, come lei sa, a Voghera, Napoli e Torino. « Quando ero bimba ed anche più tardi, quando ero già una signorina, senivo sovente i miei genitori ricordare un cugino di mia madre, il quale si faeva notare, nella nostra famiglia, composta quasi tutta dì gente laboriosa ed attiva, per le sue originalità e per iljtenor di vita capriccioso c stravagante, a cui si era dedicato. « Per quanto suo padre, favorito da numerosa prole, avesse cercato di av^ ^ slu^ n ^ovane Giuseppei ^ dim£strando Sveltezza intellet- 'ingegnere Palestrino, uno dei non po- mchi Palestrino residenti nella nostra cit-; rtà. Presentatomi all'abitazione di que-^nst'ultimo ho ottenuto la narrazione dei j aprecedenti del Girardi, di quando cioè al miliardario non possedeva nemmeno, d'idEssgGocriEpsipgmdlamlocgemuale non comune, aveva sempre interrotto ogni corso scolastico con pessime votazioni per l'irregolarità della condotta, e per la nessuna attitudine alla diigenza ed al lavoro organizzato. I denari di papà I ricordi della mia interlocutrice si fanno qui meno precisi, ma tuttavia sono sufficienti, controllati con altre informazioni da noi assunte, a ricostruire la vita giovanile di colui che era destinato a divenire spazzino prima e miliardario poi. Fra le molte stranezze di quest'uomo strano, vi era una spiccata tendenza all'arte drammatica. Simile in questo al silo discendente omonimo di Voghera, egli era un filodrammatico nato. E l'ardore per l'arte era in lui così prepotente da trasformarsi presto in una vera e propria passione per il teatro. II guaio si è che le passioni erano due: mia per il teatro, l'altra per le attrici. Ma se il giovane a teatro entrava gratis, nei riguardi delle attrici era un'altra cosa! In tal modo a Venezia, Giuseppe Gì rardi, aveva conquistato una spede di non invidiabile celebrità. L'aveva con quistata lasciandosi... conquistare dalle prime donne. Non vi era compagnia drammatica o di operette che giungesse nella città della laguna, senza trovare tra le quinte e nei corridoi del palcoscenico la figura snella e nello stesso tempo vigorosa di quel giovane scncmcteiGrddsactstlecpztyccplsrsiIdallo sguardo vivace e dai lineamenti' , ., ,, ) le, con uno o con 1 altro marcati, il quale, pretesto, riusciva a divenire amico dei principali elementi ddla compagnia Principali, ma femminili. Egli incontrava del resto buona accoglienza tra i comici, per l'allegrezza e la spensieratezza del suo carattere e per la prodigalità con cui spendeva il denaro... dì suo padre. — Non c'è nessuno che sappia spendere con tanta grazia come lui! — soleva dire un'attrice della Compagnia Soarez, alla quale egli regalava un mazzo di fiori per ogni sorriso. — Chi meglio spende, meno spende — rispondeva con un proverbio tutto suo il futuro miliardario. E a furia di spendere meno, egli fini per non spender più nulla. La cassi paterna era esaurita. Il padre, per non sentirsi più dire dai parenti (sempre premurosi i parenti!) « Che cosa fa quella testa matta di tuo figlio? p si decise un giorno ad abban- donarlo a se stesso. La follia teatrale dd figliuolo aveva finito per nuocere gravemente al patrimonio paterno. Lo stesso Giuseppe che ormai veniva soprannominato il « mattoide * comprese la necessità di allontanarsi per non essere la rovina della famiglia e finì, cessati i sussidi paterni, per abbandonarsi ai capricci del suo carattere sregolato ed impetuoso. Dopo avere lavorato qua e là, come attore, L come trovarobe in compagnie di variò ^ere e di varia importanza finì per trovarsi... sul palcoscenico della pubblica via, die, trattandosi di Venezia, era un pubblico canale. Parve però da quel momento che il contatto con la triste.; realtà della vita, che a quell'epoca ed. ^n una città come Venezia non offriva, j a chi cercasse lavoro, troppe risorse, ' avesse mutato ad un tratto la mentalità j , del giovane avviandola ad un ordine di i'idee assolutamente inconsueto in luì. E cosi un giorno, senza nulla dire a nes- ! suno, dopo avere raggranellato qualche j soldo mercè alcune trovate geniali sug- ì geritegli dalla sua inesauribile fantasia, Giuseppe Girardi lasciò l'Italia imbar- ondosi a Genova alla volta dell'Ameri- ca del Nord. Per viaggio, fece il cameriere e il buffo nel teatrino di bordo. E mentre faceva il buffo, pensò per la prima volta che"ia vita c una cosa seria. « Non dimentico la mia Patria! » Da quell'epoca e pei- molti anni non si ebbero più notizie dell'emigrato; Il padre qualche volta ricevette brevi ri-j ghe con le quali il Girardi gli co municava di star bene in salute e di vivere lavorando. Qual genere di lavoro fosse -il suo, nessuno lo ha mai saputo. Tutti parò pensavano che lo sciagurato figliuolo conducesse oltre oceano quella tormentata vita di stenti che di solito accoglie, nel tremendo crogiuolo della metropoli americana, gli emigranti illusi, die vi sbarcano col miraggio di una facile fortuna. A nes e i i a l o e suno poteva venire in mente che qud cosddetto mattoide fosse proprio desti- nato a rappresentare l'eccezione, che conferma la regola, a divenire cioè l'è- -t f=s«"»> « u"™" »» migrante cui la buona sorte va in- contro col sorriso sulle labora e con te braccia colme di doni. Mori a Venezia, il padre, morirono i parenti che avevano conosciuto il Giuseppe nell'opoca della sua avventurosa esistenza italiana. Ma lo straordinario personaggio non diede notizie di sè. — Però, recentemente — afferma la signora Palestrino — giunsero a noi attraverso a terzi informazioni imprecise, ma con tutta l'apparenza dell'autenticità sulla nuova esistenza dd nostro cugino e sulla fortuna che gli era toccata. Erano vod discordi e vaghe che parlavano di affari arrischiati risoltisi con esito felice e di imprese azzardate conchiusesi tutte con ottima riuscita Si parlava anche di vaste imprese edilizie e dì una posizione dd primo ordine tra i grandi finanzieri della City newyorkese. Da alcuni della famiglia, furono richieste, attraverso conoscenze della colonia italiana di New York notizie più precise sul Giuseppe Girardi e sulle sue ricchezze, ma poco si riuscì a sapere. Una volta sola, un conoscente rispose per lettera ricordando una frase pronunziata dal Girardi americano in un banchetto offerto in suo onore. In quell'occasione qualcuno aveva brindato alla Patria d'origine del miliardario e questi aveva risposto: « Io non dimentico la mia Patria, soprattutto la mia Venezia, e posso assicurare che un giorno la famiglia Girardi diverrà una delle più ricche del mio paese ». Qualche anno fa si sparse improvvisamente tra i numerosi Giradi italianii' la notizia che il ricchissimo parente di ) a _j * a i , a. . o America fosse morto. A tale notiziai a i ì a n e o i i ) o - a e a , o o e, ò r diede conferma qualche telegramma inproposito pubblicato da alcuni giorna-lì T^™^ì„f„rv,^*,. ~^L^>,2~li. Immediatamente vennero compiute ricerche telegrafiche e si apprese, con infinito stupore, che Giuseppe Girardi, ormai moltissime volte milionario, era in perfetta salute e che in qud momento era occupatissimo, attorniato da cinquanta segretari, a far l'inventario delle sue sostanze. Nessuno però riuscì a sapere la località precisa e l'indirizzo dd Girardi, il quale, del resto, non sembrava molto disposto a mantenere contatti epistolari coi membri ddla sua famiglia. Ora è giunta di nuovo la notizia della morte, e pare sia definitiva (la notizia o la morte?). Ed è incominciato il noto fenomeno di nervosismo x> di tutte te famiglie che portano il casato di Girardi. Nd Veneto i Girardi si sono contati in questi ultimi giorni, e da una prima statistica si può ritenere non siano più di trentadue. Perdo questo ramo (compreso il parente di Voghera) risulterebbe assai favorito in caso di eredità. Infatti la trentaduesima parte di quattro miliardi rappresentata da poco più 124 milioni, non è una sostanza disprezzabile. Che ne dite, lettori, che non vi chiamate Girardi? Per conto mio, dico che, se saran dollari, fioriranno. GIOVANNI CORVETTO.