Storie di maghi, di imbroglioni e di saggi

Storie di maghi, di imbroglioni e di saggiALLA VIGILIA DEL CONGRESSO DEI «RABDOMANTI» Storie di maghi, di imbroglioni e di saggi I \ VERONA, marzo, Era chiamato 11 « saggio Paramene ». Lo si vedeva sempre con un enorme cappello rotondo per ripararsi dal sole, con una sottile bacchetta di giunco, che teneva solennemente in pugno come un trofeo: sopra una vecchia mula bianca, egli girava tutta la Francia, andando affannosamente in cerca di fresche sorgenti d'acqua. Si dice che, nel 1818, egli fosse stato abate nella piccola parrocchia di Saint Jean Lesplnasse, nel massiccio centrale presso la Dordogna, il biondo fiume di Cirano di Bergerac. Dopo la Messa, egli si metteva in cammino e percorreva i dintorni, passo passo, Instancabile. Egli era il più grande cercatore di fonti e delle correnti sotterranee di tutta l'Europa. Aveva notato che nella parte orientale del suo dipartimento da mille fonti sgorgavano le acque e freschi ruscelli correvano fra i prati e i campi ubertosi; mentre nelia parte occidentale e meridionale non si trovava un sol corso d'acquae tutta la terra era assetata. Eppure la pioggia caduta era eguale per l'una e l'altra regione! E Paramene cercava dove erano andate a finire le acque di questi aridi terreni... E camminò — percorrendo valli, colline e monti — per anni interi, scoprendo più di diecimila sorgenti. Egli può dirsi il vero padre della moderna « rabdomanzia ». Ma quanto cammino e quante flessioni ha dovuto fare la sottile « bacchetta» prima di giungere... al prossimo Congresso Internazionale dei « Rabdomanti », a Verona! La « bacchetta » magica Sostenevano acute e profonde disputo i frati del Settecento a proposito della magia universulis naturae et artis, la universa magia del Naturale e dell' Artificiale, poiché sembrava che ogni cosa, la quale non potesse spiegarsi, obbedisse al demonio. L'uomo che sembrava avere un potere inspiegablle, aveva contratto — come il buon Faust — un patto col diavolo. I benedettini insegnarono l'uso della « bacchetta » e i teologi riconobbero alfine che non era giusto ritenerla un istrumento del quale il diavolo si valeva per ingannare gli uomini. Si Incominciava a pensare che dalle acque sortissero delle emanazioni, dei vapori: si parlava di magnetismo e di elettricità. Le sterili controversie teologiche stavano per cessare e le dispute entravano nel campo sperimentale. Si affermavano rapporti evidenti fra 1 fenomeni della bacchetta divinatoria e l'elettrometria animale; anzi, si definiva elettroscopio il mobile virgulto che, estremamente sensibile, indica certi stati elettrici del corpo umano. Cosi la « bacchetta » fu in gran parte giustificata scientificamente, e non mancò, finalmente, chi disse che l'acqua in movimento e i metalli nascosti nel sottosuolo emettono delle radiazioni, che influiscono sul nostro organismo per mezzo dell'umile bacchetta di nocciuolo. Avvicinata così alle meraviglie delle vibrazioni eteree — che avvolgono l'universo intero — paragonata alle antenne che parlano coi venti e trasmettono i canti con la rapidità di un „rta ,.n estremo all'altro della terra Dare cheGl'umile vvò rapito terra, pare che 1 umile vivo ramettoabbia ormai trovato 11 suo maggior ti tolo di nobiltà e di gloria. Anch'esso raccoglie le onde meravigliose che attraversano gli spazi e sono le vibrazioni che emanano dalie acque, dai metalli e dai metalloidi. Attraverso la viva linfa che vi corre dentro — ecco perchè occorre che il virgulto sia fresco ed in succo — passa, quasi attraverso un filo di metallo, la corrente misteriosa. Il corpo umano è il conduttore, e il « rabdomante » non è altro che colui che possiede nelle sue vene questa qualità In modo eccezionale. Si dice che siamo tutti più o meno conduttori di energia elettrica; soltanto per esser « rabdomanti » occorre esserlo in modo superlativo. Nelle vene, incrocio di fili misteriosi che si svolgono attorno alla fiamma del cuore, passa la fiumana occulta; giunge alla calda mano, si propaga per le dita trepide, si trasmette al tenero germoglio. Questo che attendeva la linfa per mettere gemme e fiori, si sente percorso dal fluido vitale e si tortura in una torsione che esprime il suo vano desiderio ancora pulsante. Percorso dall'onda ignota, il pollon t^e'aTJ^^un1'^ al «chiamo e ai volge come un ma-gnete al suo polo, verso U segno delm,» nrmai conosciamo ma non «nmìi* * kmente dà c£ nasca ? che ?» verno Scienziato outnte cose sia. Vedi, o oclenziato, quante cose suo stimolo. E attraverso l'uomo — anzi attraverso il corpo umano — come attraverso una viva bobina, passa l'onda, ignori!... Non mancò però alla « bacchetta » il fascino di operazioni anche, per cosi dire, ultra magiche. Ci fu chi, come un cane sente i tartufi al fiuto, sentiva i ladri al vi- o brare del bastone universale. A Lione, nel 1692, venivano assassinati un mercante di vino e la sua moglie senza che alcuna traccia rimanesse dell'assassino. Un ricco valligiano del Delfinato — Jacques Aymar — era famoso per la sua bacchetta e un rametto forcuto, col quale scopriva acquo e metalli, e seguiva con esso la pesta dei ladri e degli assassini, come un qualsiasi cane poliziotto. •' Chiamato e condotto sul posto del delitto, egli risenti viva emozione; il suo polso battè più accelerato, un fremito lo percorse dalla testa ai piedi, e la forcella di nocciòlo fu presa da « convulsioni ». Stabili subito che i responsabili erano tre e segui le peste dei criminali. Entrò ncK'arcivescovado e passò alla porta del Rodano. Visitò un giardiniere e trovò una botti- o glia, che sostenne essere stata toccae ta da uno degli assassini. Segui il Core ! so del fiume. A un tratto disse che i a!colpevoli avevano preso una barca: e j sali anch'egli in battello e scese lungo a i o a i o e e o l a o n e e i 1 a o a . n i i o e n la corrente. Visitò varii villaggi e città indicando tutti i posti ove si erano fermati i criminali. A Beaucaire la bacchetta lo condusse innanzi alle prigioni; disse allora che uno degli scellerati era là dentro. Gli aprirono le porte e gli presentarono i detenuti. Su 15 prigionieri scelse un gobbo e decisa-1mente lo dichiarò uno dei responsabi- li dell'omicidio dell'oste Ui Lione. H gobbo poi confessò, c il mondo stupì. Ma il tempo rese ragione alla bacchetta, che ama soltanto acque e me- talli. Il figlio del Gran Condé smasche- rava l'Aymer, che. in verità nelle sue ricerche era guidato dalla polizia e non dalla veggenza. Impostori e ciarlatani astrologi e dell'acqua un metro; gettandone due, due metri, e cosi via, per chi ci credeva. E furon tesori nascosti segnalati alle febbrili ricerche dei creduloni, e filoni d'oro, e acque profonde lontano introvabili. Cosi alternandosi fra mani giuste e mani maliziose, la verghetta oscillò fra gente persuasa e gente gabbata, e non fu mai liberata da un certo senso di diffidenza e di incredulità. Come si diventa « rabdomante » Eppure molti possono da se stessi persuadersi .che il fenomeno è vero e reale. — Siamo quasi tutti « rabdomanti » e non lo sappiamo — mi diceva un giovane poeta, sottile cercatore di acque e di rime. — E come fare per accorgersene? — E' molto semplice. Provate. Prendete un virgulto fresco e duttile di un albero di legno dolce. Non è necessario che sia nocciuolo. Tutti servono sonnambule si dedicarono alla bacchet- ta che facevan torcere non alle occul- te vibrazioni sotterranee, ma al suono delie monete dei gonzi. Ci furono le donnette * rabdomanti »che portavano insieme alla bacchetta ascose nelle mani delle pietruzze. Es-se servivano per stabilire la prof ondi- tà delle acque. Gettandone una, e gi-rando sempre la bacchetta... profondità più o meno, purché siano di fibra rie- ca di linfa e flessibili. H sanguìnello „. delle siepi, il ligustro, il citiso, la rosa, a « salice, le stesse erbe, purché abbiano o ; uno stelo lungo e flessibile servono o,ben.sgimo Pre«d[!0 u virguIto e strin- getene le due estremità con le due mani, facendolo leggermente incurvare in modo che si ponga in condizione di equilibrio instabile, e possa esser sen-sibile alla più piccola vibrazione. Fate attenzione a che le dita si chiudano in basso se la curva vi è pure rivolta, e in alto, in caso contrario. E' questa una cosa molto strana eforse si può spiegare nel senso che \acorrente non vuol essere interrotta. o i e l o n o a ; a l , i l Stringete forte e provate ad avvici- narvi a un oggetto che abbia una gran massa metallica, o per il quale passi una grande energia elettrica: per esempio, i fili della luce elettrica in casa, il rubinetto dell'acqua, la tu- batura del qas. Se siete « rabdoman- ti », la bacchetta appena vi avvici- nerete ai segni, vi si torcerà fra le mani, anche vostro malgrado, e farà un giro completo su se stessa. Poi, se uscirete per i campi, troverete le acque. Pulserà cosi nello vostre mani il grande palpito che circola nelle vene del mondo. Oceano, punto di partenza; Oceano, punto d'arrivo. Un meraviglioso ciclo , eterno alimenta le occulte sorgenti, ^ D,wU ^ f Ubew * ^ -!pori, } vap0ri si condensano in nubi. ljie nubi precipitano in pioggie grandi- ni e nevi, le acque scorrono sul suolo. s'infiltrano sotterra, scendono ancora al ro-ande mare. i E l'uomo assetato cerca la sua fonte, e la f°nte Ch° 10 % cammi™ Pcr e le vie del SOgD° COn< un ,f resco rametto e guida stretto fra le mani, come , l i i se tenesse chiuso un'estremità dell'uni- verso, e per essa ne ascoltasse i più reconditi palpiti... ALFREDO ROTA.

Persone citate: Faust, Jacques Aymar

Luoghi citati: Beaucaire, Europa, Francia, Lione, Verona