Causa che finisce con l'arresto... del patrono il quale abusava del titolo di avvocato

Causa che finisce con l'arresto... del patrono il quale abusava del titolo di avvocato Causa che finisce con l'arresto... del patrono il quale abusava del titolo di avvocato In certe circostanze ognuno di noi sente il bisogno di rivolgersi ad un amico o ad un conoscente per avere un consiglio o una semplice indicazione. Talvolta il consiglio o l'indicazione sono buoni e portano a felice compimento quel che era stato intrapreso; tal'altra, invece, l'amico o il conoscente si sono sbagliati e dalla errata indicazione possono sorgere complicazione e guai. Una laboriosa separazione coniugale • E questo, appunto, il caso occorso,a tale Bernardino Pidò fu Attilio, di 26 anni, abitante nella nostra città, il quale, volendo iniziare le pratiche per ottenere la separazione legale dalla propria moglie, si rivolse ad una signora di sua conoscenza chiedendole l'indirizzo di un avvocato. La signora, dopo aver riflettuto qualche po', indirizzò il richiedente ad un certo avvocato Paolino Pellegrino, abitante in via San Tommaso 9. « Vedrà — aveva assicurato la signora — che l'avvocato Pellegrino saprà condurre a buon termine e in breve tempo la sua ca. i ». Il Pidò, col cuore pieno di speranze, si recò infatti in via San Tommaso 9 ed ebbe un primo colloquio col Pellegrino. Era questi un uomo maturo, dal portamento distinto e dal fare suadente. Il Pellegrino ascoltò attentamente il Pidò il quale, dopo aver spiegato il motivo della sua visita, gli disse che, date le sue non floride condizioni finanziarie, era sua intenzione chiedere di essere ammesso a godere del gratuito patrocinio. L'affare del gratuito patrocinio non era però gradito al Pellegrino che seppe trovar parole e creare difficoltà tali da convincere il Pidò ad abbandonare l'idea dea. — Col_gratuito patrocinio — con-1 ' eluse il Pellegrino — la causa an drebbe per le lunghe. Se invece Lei mi sborsa soltanto 700 lire, io m'incarico di risolvere la sua questione in poche settimane. Il Pidò fece i suoi conti e trovò che l'aliare alla fin fine gli conveniva e, con qualche sacrificio, sborsò la somma richiesta. Ma, contrariamente ad ogni previsione, qualche tempo dopo il Pidò seppe che il Pellegrino, anziché interessarsi personalmente della ,, aveva nominato in sua vece | l'avv. Giordano di corso Vittorio 60, il quale aveva fissato per il 27 febbraio un primo colloquio col Presidente del Tribunale per l'elaborazione della sentenza di separazione. Quasi nello stesso tempo il Pellegrino, dopo aver convinto il Pidò che il fatto era non solo normale, ma utile, gli richiedeva un ulteriore versamento di circa 1050 lire, minacciando, in caso contrario, di mandare a monte ogni cosa. Messo alle strette, il Pidò dovette sborsare anche cuesta somma, dopodiché il Pellegrino, con una quantità di pretesti, lo persuase a" non fare assolutamente il suo nome in Tribunale. L'incontro fra il ricorrente ed il Presidente del Tribunale S. E. Barberis ebbe luogo regolarmente con l'intervento dell'avvocato Giordano. La situazione del Pidò era quanto mai strana. Per quanto riguardava nomina o revoca di legali, il Pidò dipendeva unicamente dall'avv. Pellegrino, il quale continuava a richiedere versamenti di denaro per spese ed onorari; non solo, ma riusciva anche ad ottenere dal povero cliente che sostituisse l'avv. Giordano con l'avv. Del Pozzo. Una disgrazia tira l'altra Ma le disgrazie del Pidò — il quale, come i lettori avranno compreso, era caduto fra le mani di un gabbamondo — non erano che all'inizio. Verso > i primi di luglio gli venne notificata, da un ufficiale dello Stato Civile, la paternità di un figlio che egli sapeva di non aver mai avuto. Per risolvere questo secondo e complicato pasticcio della moglie, il Pidò si rivolse, naturalmente, all'è avvocato » Pellegrino, il quale non trovò di meglio che richiedergli un altro versamento di 3300 lire. Il Pidò da qualche mese era senza lavoro e privo di mezzi di sussistenza. Gli fu perciò assai difficile raggranellare una cifra così cospicua di denaro; ma alla fine, a forza di debiti, riuscì a mettere insieme le 3300 lire e appagare in tal modo l'insaziabile cupidigia del Pellegrino. Assai strano appariva il fatto che, o con una scusa o con un'altra, il Pellegrino trovava sempre il modo di sottrarsi all'obbligo di rilasciare ricevuta dei denari che di vo^a in volt5 i"c*f>ava. Trascorse dell altro tempo. Il 6 gen- naio il Pidò ricevette un biglietto che aiceva così: «Già molto feci per lei, », ™ n momento non «osso farp ™a P^tÌLJT ™£„ 7= o?,= i„,™n di .pi"; M.et:a1a"?_ ^JfìLL3 iUa..!!UO?_a volontà perchè per domani giovedì mi occorrerebbe qualche centinaio di lire per sbrigare cose a suo riguardo. Non voglia mancare. Distintamente saluto c l'attendo. — Pellegrino». Questo biglietto fece alfine nascere • v.; „i TDtJA cii'-jtH.rit.', al¬ una conclusione Decisamente il Pidò, questa volta, rifiuto di versare dell'altro denaro, e, dopo non pocainsisten- dei sospetti al Pidò sull'attività al quanto misteriosa del Pellegrino, il quale, nel periodo di un anno, non era ancora riuscito a portare le cose ad za, riuscì a farsi rilasciare dal Pellegrino una ricevuta così redatta : « lo sottoscritto dichiaro di aver ricevuto dal signor Pidò Bernardino per presta- varie fino ad oggi (19-Ì-1932, 'la somma di lire 5050 stata concordata amichevolmente. In fede. — Dott. Pellegrino ». Intanto il Pidò si era decìso di voler veder chiaro nella faccenda, e, senza attendere oltre, si recò direttamente da un sostituto Procuratore del Re per conoscere a qual punto si trovava la sua causa. Fu così che egli seppe che il Pellegrino non era avvocato. Gli avvocati Giordano e Del Pozzo, che si erano interessati in due tempi della causa, non avevano mai percepito un soldo. Gli onorari dei due legali, per prestazioni varie, non superavano il Jnicrjjaio di lire In seguito a ciò il Pido sporgeva denuncia al Procuratore del Re per truffa contro il Pellegrino, il quale però dovrà rispondere anche di un'altra malefatta. Egli, infatti, pur avendo conseguito la laurea in legge, non ave- va diritto al titolo di avvocato in quan to che, in altri tempi, per altre marachelle, dalla Commissione reale degli avvocati era stato radiato dall'Albo. Il Giudice istruttore, esaminati 1 fatti, spiccava contro il Pellegrino mandato di cattura per truffa e per uso e usurpazione del titolo di « avvocato ». Gli agenti del Commissariato di P. S. di Móncenisio procedevano ieri mattina all'arresto del gabbamondo, che inviavano, in attesa di giudizio, alle Carceri giudiziarie. Come è scomparso un portafoglio dopo una serata d'allegria In seguito alle indagini esperite. dall'Autorità Giudiziaria sul furto subito dal contadino Vincenzo Piantanida, è stato spiccato mandato di cattura contro due donne, certe Domenica Vercelli detta « Pina » e Rosa Buffa, e il pregiudicato Adolfo Gio- vanni Ferrerò. L'ordine di cattura è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile e la Buffa e la Vercelli, col lorff compagno — tutti appartenenti alla malavita — 3ono stati internati alle carceri giudiziarie. L'avventura della quale il Pìantanida fu vittima, avvenne la notte del 25 ottobre dello scorso anno. Il contadino, col capo contuso, poco dopo la mezzanotte, si presentò al funzionario di guardia alla Questura e raccontò che poco prima, in corso Regina Margherita, davanti alla ca-funzionario. E la verità venne fuori la mattina successiva. Con le lacrime agli occhi il denunciami confessò al funzionario che non aveva osato dir subito le cose come stavano per evitare che sua moglie venisse a conoscenza di una certa sua scappatella... « Poco prima di mezzanotte — incominciò allora il Piantanida ?rn^ndeLP?£pÌ-e^ f'trontato da un individuo il quale, 8"&ffi&8 ?e£°SSt\ 8l\ t0,rt0 %%£S*™£rg£t£?al Tasetaf Huiciuaidiurni uci r-iantdxijud. idùLid. vano chiaramente intrawedere che non tutta la verità veniva esposta al non tutta la venta veniva esposta al7" ]D «mali accettai la" compagnia. Unn di esse propose, ed io accettai, di andare a bere mezzo litro di vino in andare a bere mezzo litro di vino inun'osteria sita nei pressi. Siccome il vino dà. allegria, ed io quella sera mezzo ^^^^^^Wmezzo litro ne bevvi parecchi litri. Intanto alla nostra comitiva si era unito un Giovanotto che in non co-unito un giovanotto che io non conoscevo. Uscimmo insieme. Quando fummo nella via il giovane, mentre le due donne si allontanavano di qualche passo, mi coloì al viso con un pugno che mi stordi. Quando potei riavermi, lo sconosciuto e le due donne si erano allontanati e, dalla tasca, interna dellp. ciacca mi era stato rubato il portafogli contenente 1500 lire in denaro e documenti personali ». Le ricerche iniziate dalla Questure, in base alle indicazioni fornite dal Piantanida sui ladri, davano e sito negativo, ai^W^iia ÌTZ,™"sjcu bwwuvw, dimodoché la denun-eia veniva trasmessa a^lla Procura dei. Re. Soltanto in un secondo tem- li Giudice Istruttore, dopo una ^f^t^^^f nn'Ìia,iÌ?'f,^ ^ravvisare gli autori del furto po più attenta esamina del fatto sciva a contro i quali — come abbiamo detto — soiccava ordine di arresto.

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