La Mostra degli artisti del Lazio

La Mostra degli artisti del Lazio La Mostra degli artisti del Lazio S. E. Bottai alia cerimonia della "vernice,. Roma, 3 notte. Stamane, al Palazzo delle Esposizioni, lia avuto luogo la ■-. vernice » della terza Mostra del Sindacato laziale fascista Beile Arti. La cerimonia è stata presieduta da S. E. Bottai, Ministro delle Corporazioni. Prima che fosse iniziato il giro delle sale, l'on. OppoPresidente effettivo della Mostra, alla presenza di tutti gli artisti espositoriha segnalato a S. E. Bottai varii dati statistici relativi a questa importante manifestazione d'arte alla quale partecipano circa 300 artisti tra sindacati non sindacati. L'Esposizione comprende una mostra retrospettiva del compianto scultore recentemente scomparso, Silvio Canovari, e le mostre personali del pittori Bocchi, Di Cocco, Cecchi, Pieraccini e degli scultori D'Antico e Drel. I futuristi hanno avuto a loro disposizione una sala e pure una sala è stata destinata agli artisti sindacati pugliesi per realizzare cosi per la prima volta quello scambio artistico tra le varie regioni d'Italia patrocinato dal Sindacato nazionale fascista delle Belle Arti. Complessivamente, la Mostra accoglie 1012 opere, tra pittura, scultura e bianco e nero che valgono a mettere in evidenza come il Sindacato laziale di Belle Arti manifesti un'attività produttiva notevolissima, sia per il numero e sia per le qualità degli artisti. . Oltre a S. E. il Ministro, sono intervenuti alla «vernice» S. E. Bodrero e il dott. Di Marzio, rispettivamente Presidente e Segretario generale della Confederazione dei professionisti ed artisti, l'on. Polverelli. Caco dell'Ufficio Stampa del Capo del Governo, l'on. Alberto Calza Bini, S. E. Bontempelh e i rappresentanti tutti della stampa cittadina. La visita di S. E. Bottai si e protratta sino alle 12,30 e al termine di essa il Ministro ha espresso agli organizzatori il suo -vivo compiacimento per questa Mostra che si rivela animata da particolare nobiltà di intenti e in cui la compagine artistica della regione risulta così salda e significativa. Il contenuti! della Mostra La Mostra del Sindacato fascista delle Belle Arti del Lazio, pur sopravvenendo a breve distanza dalla chiusuradèlia Quadriennal?, si presenta come uninseme vivo interessante e, in granparte" nuovo. Il panorama che essa ri-Vela è un panorama di lavoro e dlmo-. B r<»"y __.;„n ,„„!„ stra con quanta lena gli artisti laziali, in luogo di riDOsare sugli allori, si sono messi all'opera per superare se stessi e progredire,, nella difficile via dell'arte. . La visita compiuta in occasione di questa « vernice • al Palazzo dell'esposizione è stata necessariamente troppo affrettata per consentirci di esprimere giudizi critici sulle opere esposte e dobbiamo quindi limitarci per ora a manifestare semplici impressioni. Noteremo innanzitutto che, specie se si consideri il tempo record dell'allestimento, la Mostra appare perfettamente ordinata. Trattandosi di oltre mille opere, l'imprèsa appariva tutt'altro che agevole, e più che mai meritoria ù stata la fatica della giuria che ha saputo collocare marmi e quadri con giusto criterio, raggruppandoli a seconda delle affinità di stile, di tendenze, in maniera da evitare contrasti troppo crudi, ma anche scansando il pericolo di una classificazione troppo meccanica e quindi monotona. Chiarezza e volontà sono quindi le caratteristiche fondamentali di questa Mostra, e a ciò si deve in non piccola parte se anche da» un rapido giro per le sale si trae l'impressione che l'impegno assunto dagli artisti operanti nel Lazio sia animato da una particolare nobiltà di intenti e che la compagine artistica della regione risulti salda e significativa. La prima sala raccoglie opere di Lorenzo Cecconi, del Battaglia, del D'Archlardi, del Caro?:, del Coromaldi, del Micali, di Giuseppe Cellini, di Napoleone Parisand e di Max Roeder. Ma i! nucleo più omogenei) di questo settore squisitamente ottocentesco, è dato dai gruppi di tele di Norberto Parrini e di Paolo Ferretti, in grandissima parte paesaggi. Una bambina irt'JUt, un ritratto della Rosita-Cucchiari e una testa della madre del Mannucci sono le sole opere di scultura raccolte nella sala. Di sole sculture invece e costituita la Mostra che ci attende nella sala seguente, dedicata ad una visi une retrospettiva del meglio che ci abbia lasciato il compianto Silvio Canevari, morto appena trentottenne quando era vicino a rag««iunftere il pieno possesso di qualità plastiche non comuni. Abbiamo agio di ammirare, qui varie sculture destinate al Foro Mussolini, alla Farnesina, come il pugnatore, il discobolo, i lottatori, l'arcere, ti D'ivid. Numerosi sono anche i soggetti mitologici dell'artista scomparso, che si sentiva singolarmente portato ad opere di vasta mole. I pittori giovani Segue una sal:< di pittori più giovani: tre opere del Ceracchini, di soggetto naturalmente campestre, tre modernissime di Adriana Pincherle, due di Mauro Fondi, due dell'Ardagna, una parete popolata dai fiori della signora Pasquarosa Bertoettl Marcelli, una parete di Virgilio Guidi e un'altra del Cavalli con sculture del Selva, del Como e del Rosatelli; ed eccoci dinanzi ai dipinti di Fausto Pirandello, del Ca- pogrossi, del Mafai, del Francalancia, del Donghi, dol Melli, e poi nella sala che raccoglie la Mostra personale di a a o e , a , i e i o I a i a e e l e a d o e e e a a a Francesco Di Cocco, che darà certamente occasione ad osservazioni e discussioni vivaci per la sua arte originale e interessante. Luigi Surdi, Domenico Colao, Giovanni Guerrini, Ugo Ortona, il Bettinelli e il Trombadori formano un'altra sala assai ben composta, dove compaiono pure alcune sculture di Federico Papi e di Romeo Gregorl e a cui fa seguito la nutritissima Mostra personale di Amedeo Bocchi, comprendente ben 41 opere, che dividono l'ospitalità della sala con le sculture di Bernardo Morescalchi. Il cosidetto giardino di inverno, oggi ancora trasformato, ha, per questa mostra, preso il nome di ottagono. Al suo centro si è formata come una tribuna per le sculture, ed è qui che vediamo raccolte con opere dell'Aliventi, del Taddeini, del Tonnini, due notevoli teste e un ancor più notevole gruppo, « Maternità * del giovtuiissimo scultore romano Tommaso Gismondi. Intorno all'ottagono sono disposte nove sale e troppo lungo sarebbe elencare i pittori e gli scultori che vi espongono le loro opere. Noteremo soltanto la sala dei futuristi con la Mostra personale del pittore Tato, una serie di aereo pitture ed un gruppo di dinamici quadri del Balla; una serie di pitture e di sculture di Ercole Drei; la sala della Leonetta Cecchi Pieracclni, con i suoi lodati paesaggi, aggiunti ad una vasta corona di quadri di soggetto variatissimo, bell'esempio di felice versatilità; la sala di Ferruccio Scattola e di Fieretto Bianco, nella quale Giuseppe Saccomanni, valoroso generale, è ' più che un dilettante di pittura ed espone due notevoli opere: «Giardino» e «Casa rustica». Infine le sale della Wanda Biagini di Antonio Barrerà e del più largamente rappresentato e interessante Antonio Donghi, i paesaggi di Eva Quaiotto, i soggetti georgici e pastorali di Orazio Amato, la vasta e* variata produzione pittorica di Carlo Socrate e di Riccardo Francalancia, richiamano'anche la nostra attenzione. Nè si potrebbe tralasciare la sala personale di Nicola d'Antonio con le sue danzatrici agili, eleganti e caratteristiche ed i putti ed i ritratti. Nell'ultima sala, infine, si impongono all'attenzione del visitatore le opere ni di Domenico Cucchiari e di Eleuteno n! Riccardi, il quale ultimo è presente con -1 quadri e sculture, ma soprattutto con -|sculture, e che in due teste di donna, vie-orosie auanto nnl ed psnrpssivp Hi vigorose quanto fini ed espressive, dà una mirabile conferma della sua rico nosciuta capacità artistica. i e a i o e a sfondato ''uscio della sua camera e scassinato un comò ad opera di igno Iti, che le asportarono un portafoglio contenente una piccola somma. La misteriosa attività d'un giovinastro Intra, 3 notte. E' stato arrestato a Pallanza, dagli agenti di quel Commissariato di P. S., certo Ernesto Coccolini, nativo di Torino e già residente ad Intra. Il Coccolini, che era sorvegliato dalla Polizia per la vita misteriosa che conduceva, un bel giorno lasciò Intra per piantare le tende nella metropoli lombarda, forse con la speranza di trovare qualche occupazione. Ma la fortuna non gli dovette certamente sorridere anche a Milano, poiché un bel giorno, venne coinvolto in un brigantesco episodio di delinquenza, consumato di nottetempo, alle porte della città. Contro il Coccolini, l'autorità giudiziaria spiccò mandato di cattura, il quale però non fu potuto eseguire perchè il Coccolini, subodorando il vento infido, s'era dato prudentemente alla macchia. Il Coccolini, per un po' di tempo vagò, nella regione lombarda, - come un cane randagio, poi la nostalgia del cielo del Vertano fini per avere il sopravvento. Egli, allora, veniva ad abitare a Pallanza, ove credeva forse di trovare un po di pace. La Polizia però non aveva cessato le ricerche ma, anzi, in questi ultimi tempi le aveva intensificate. TI Coccolini finalmente è caduto nella rete, proprio mentre più che mai era convinto che la Giustizia lo avesse di già dimenticato. Uscendo da un'osteria, il Coccolini veniva invitato al Commissariato; ba tentato di fare l'indiano, ma alla fne, ha dovuto dire la verità. Egli è stato rinchiuso nelle carceri di Pallanza. Dell'arresto è stata data comunicazione all'autorità giudiziaria di Milano. Sistematiche razzie ladresche nelle abitazioni di veoohia Aosta, 3 notte. Continuano a verificarsi in città, nuovi furti consumati negli alloggi di donne sole ad opera di ignoti, che si devono essere specializzati in questo genere di imprese. Durante l'assenza da casa di certa Rosalia Ponton, di 59 anni, da Valgrisanche. residente al sobborgo di Ponte di Pietra, ignoti malfattori si sono introdotti nel di lei alloggio, abbattendo l'uscio di ingresso con una forte spallata; e dopo aver messo a socquadro ogni cosa, riuscirono ad impossessarsi di una discreta sommetta, frutto dei sudati risparmi della povera donna. Eguale infortunio è toccato pure e certa Lettry Ottilia, fu Francesco, di 62 anni, dimorante al numero 1 di via Malsherbes, che ebbe aUhpglacrnB«tcd«tstILmacthadcBsAn«tl1tlnzpblmlvcalnPt