La lotta per la Presidenza

La lotta per la Presidenza La lotta per la Presidenza i i o e e e e o o l e à o oadi nili e BERLINO, febbraio. ' L'inversione dei partiti, vero changez-vroisez, operatasi di fronte alla figura del Maresciallo von Hin1 denburg alla fine, del settennio di presidenza, non è soltanto il fatto caratteristico di queste elezioni presidenziali, ma costituisce, si può dire, il punto significativo e risolutivo di tutta quanta la situazione del tredicennio repubblicano. L'uomo che è oggi l'esponente delle democrazie centro-socialistiche weimariane, o, diciamo meglio, il cui nome è sventolato come vessillo di tutto quel che vi sia di più repubblicano e socialisteggiante nel senso di Weimar, è lo stesso uomo, senza che abbia mostrato di aver mai mutato idee o che alcuno gli attribuisca di averle mutate, che sètte anni or sono fu l'eletto delle Destre nazionaliste e imperialiste, ràpidamente risorte con un programma di ripresa nazionale antiversaglista, dopo il primo abbattimento e ló scompiglio di Versailles. Il « Salva!tore » delle Destre d'allora, coperto dalle Sinistre in queir asprissimà lotta di tutti i vituperi, e presentato alle maree popolari percorse' ancora dal brivido spartachista, e ai ceti stritolati dall' inflazione, come lo spauracchio di tutti i più odiósi ritorni, e come una specie di capitan Fracassa, strumento inconsapevole del Kaiserismo in agguato e dell' industrialismo avventuriero; è oggi dai suoi antichi amici decisamente combattuto come il rappresentante e la colonna del« sistema » che essi vogliono abbattere; e in compenso è onorato dai suoi antichi avversari, che s'inchinano al suo passaggio e sii danno dieci in condotta per i sette anni di presidenza. .In verità un tale fenomeno, del quale raramente o forse mai nella storia dei partiti in lotta s'è visto l'uguale, torna a indubbio onore del senso di dovere, di imparzialità e di costituzionalità con cui il Maresciallo von Hindenburg non ha mai cessato un momento d'intendere il e o-|suo marKjato, ma non si puòdireche e | conferisca ugualmente alla chiarez aoa: di n i fe. ti rel ala la goo, ra sa d nsoal e tno inluorhe uei oelte è ta ila za delle posizioni della lotta politica tedesca, maestra sempre in compromessi e in equilibrismi dei più trapezoidali. Il fatto è che c'è altrettanto poca sincerità nel suffragio che oggi gli promettono i suoi avversari di ieri, unicamente per scongiurare il pericolo nazional-socialista e nella cauta speranza di poter continuare a reggere e a spremere social-democraticamente una società che ha bell'e finito di essere social-democratica, quanto . poca, o nessuna ve n'era nella elevazione conferitagli sette anni or~sono dai suoi amici politici al supremo seggio della Repubblica, col tacito mandato di spezzare a quest'ultima le reni nel colpo di Stato. Sette anni or sono, quando si sparse la notizia che la lotta presidenziale tedesca s'era chiusa con la elezione di Paolo von Hindenburg, del Maresciallo dell'Impero, del vincitore di Tannenberg, si ebbe un vero panico e un giustificato allarme —"non dissimile da quello con cui tanti considerano già oggi l'eventuale elevazione alla Presidenza non - diciamo di Hitler in persona ma di qualsiasi altro membro del fronte di'Harzburg — per i gravi conflitti di politica estera a cui la giovane repubblica, non ancora risanata della piaga della Ruhr, pareva imminentemente esposta e votata. Non fu vero nulla. Il saldo e massiccio Maresciallo dimostrò ben presto infondati questi timori deludendo — per fortuna, bisogna dire, della Germania — le segrete speranze di coloro che gli avevano dato un voto così pieno di sottosensi. All'interno egli prese infinitamente sul serio il giuramento dato alla Costituzione re- ha-pubblicana, e funzionò da inesorabile castigamatti per i Partiti, » compresi i suoi, acciuffandoli senza riguardo per i capelli tutte le volte che accennavano a levar troppo la testa; e in quanto all'estero non c'è bisogno di ricordare che è stato nel suo periodo di -presidenza che potè svilupparsi e fruttificare, con esperimenti indiff erentemente - di destra o di sinistra, quella politica della ripresa a mezzo dell'adempimento e dell'intesa, che andò sotto il nome del signor Stresemann, e le cui tapne furono Locamo, l'ingresso a Ginevra e lo sgombero anticipato della Renania. Qui è dove veramente si manifestano le imperiosità ineluttabili della storia, cioè della realtà, che no» guarda in faccia agli uomini' nè domanda loro quali sono le loro idee, ma sa imporre agli uomini più diversi e delle più diverse provenienze, quand'occorra, le medesime azioni. Per questo riguardo, come valore storico, il periodo di presidenza del sellaio socialista Ebert non differisce in nulla affatto da quello del si ona ahe » di ed no me no rin e na be ta me" le ici gì' elno onoi d 'ferrato feldmaresciallo dell'Impero. al uosr i zi. ta ue a'vi- II compito che all'uno e all'altro successivamente si impose fu sempre ancora un solo: salvare alla meglio e a ogni costo la Repubblica, quella forma di « repubblica media » unica consentita dalla congiuntura della situazione interna con le imposizioni estere, se si voleva- risparmiare alla Nazione e alla civiltà stessa tedesca una decadenza, un re-:imrniSerimento e un rimbarbarimen gia:to simili a quem da cui essa fu cù]. delipjta dopo la guerra dei Trent'anni. al ce tiuaII una, dei nacol Per far questo, i due uomini così diversi hanno dovuto astrarre dalle loro diverse origini e identificarsi nell'azione, completamente sacrificando le ideologie non soltanto ma i piani e i fini tattici stessi della loro propria parte: l'uno soffocando la ormai del resto già vecchia e sfiatata rivoluzione di sinistra, definitivamente legando cioè il Socialiìsmo, o piuttosto il Socialdemocrati- di-jsmo tedesco, al mortale imborgheri- simento che lo uccide, l'altro perjec- colosamente comprimendo la na- nazionale di de dù- scente'riv sa, stra. Tutti •■ due seppero fermare . 'con le loro due grandi persone e col

Persone citate: Ebert, Hitler, Paolo Von Hindenburg, Salva

Luoghi citati: Berlino, Germania, Ginevra, Renania, Ruhr, Versailles, Weimar