Transvolata ideale di mezza Lombardia

Transvolata ideale di mezza Lombardia Transvolata ideale di mezza Lombardia La prima caratteristica di questo libro, tra le più rare e fortunate, è quae sognerebbe, per il proprio volumequalunque autore, di più sfrenata ambizione: la tiratura, che supera i quattrocentoventimila esemplari. Poi, il libro ci offre occasione di viaggiare mezza Lombardia, senza pur che muoviamo di casa, andare per città e paesicontemplare panorami di campagne e di monti e di lago, visitare palazzichiese, musei, esplorare i luoghi in lungo e in largo, studiandone la geografia e la storia, le antichità e l'attualità, lo risorse naturali, le arti, le industrie, e e singolarità delle genti, loro costumi e attività, guardare all'insieme e scrutare particolari. Il libro, diciamo sùbito, è compilato e pubblicato daTouring Club Italiano: il terzo volume della collana — Attraverso l'Italia—■ secondo volume di Lombardia; e aesto, ordinatamente distribuito in capitoli e paragrafi, si accompagnano più di quattrocento illustrazioni, quattro avole a colori, una carta geograficaBello l'aspetto tipografico del librocon caratteri e fregi bodoniani, e di nitida stampa, testo e illustrazioni, su cara patinata. Sennonché sarebbe forsdel caso una rilegatura più consistentemagari con copertina cartonata, come l volume, abbastanza pesante, meglio omporterebbe. Tra gli scrittori, che hanno dettato i singoli capitoli, introduttivi e riassuntivi di ciascuna proincia e regione, si notano GiovannBertacchi, l'ingegnere Luigi Angelinil professore Vincenzo Lonati, il proessore Illemo Camelli, Nino Giannanoni, Giovanni Cenzato; e redattore deesto che segue più dawicino il materiale illustrativo e lo coordina, è Vaentino Brosio, che, secondo le direttive dello stesso Presidente del Touringprofessor Bognetti, e del Segretario generale, dottor Gerelli, accudisce alla preparazione e compilazione dell'intera ollana: il cui programma, finora ottimamente attuato, è di spiegare « ...dinanzi agli occhi curiosi e ammiratquanto di più grandioso e caratteristio e dai più ignorato offre, nelle sue molteplici regioni, questa nostra adoata Italia... ». Dei criteri generali, secondo cui la pubblicazione appare regolata, si rileva la speciale importanza che convenientemente vi si attribuisce all'arte ocale, per ciascuna delle varie Provinie, per ciascun centro: nel senso che ogni artista locale e ogni sua operaanche secondaria, sono esaminati di proposito, lumeggiati tanto più ampiamente; mentre l'opera di artisti foretieri, estranei alla tradizione localeopera trasmigrata o importata, viene onsiderata esclusivamente alla stregua dell'intrinseco interesse, del suo poto e valore nella storia generale delarte. Le illustrazioni sono tratte da otografie, la maggior parte originaliuasi tutte inedite, tutte recentissimePer le fotografie delle città, nella scela e nell'ordine, si è adottato un sitema, direi, cinematografico, in quano usato spesso nelle cinematografie: na prima fotografia prospetta il paorama complessivo della città, o di na più notevole porzione di essa; poielle fotografie che seguono, il campo ella visione si va sempre più restringendo, e la nostra attenzione viene oncentrata in uno spazio sempre più imitato: dalla piazza, per esempio, agruppo edilizio, al monumento, dal moumento al particolare ornamentaleCon le fotografie paesistiche si cerca nvece di rendere soprattutto l'impresione d'insieme, comprendendo la più ata visione possibile, il paesaggio nela massima estensione e profondità. Teto e illustrazioni si corrispondono sattamente, anche nella disposizione ell'impaginazione, che è di un'armoica regolarità impeccabile, e s'integrao a vicenda e si animano. Dalla Valtellina e Chiavennasco a Bergamo Con questo secondo volume della Lombardia, viaggiamo dunque le Proincie di Sondrio, di Bergamo, di Brecia, di Cremona, di Mantova, e il Lao di Garda. Per la Valtellina e il Chiaennasco ci guida prima il Bertacchihe nella vivace prosa, colorita e sugestiva, esprime l'entusiastica passioe di questa sua montana regione ... L'alpestre cornice che rinserra le ranche maggiori della diramata proincia, si incide in ogni senso di tante alli minori, pullulanti di piccole geni e di opere, dominate ciascuna dala religione d'una vetta, tramiti a comunioni con le contigue Provincie dComo, di Bergamo, di Brescia, o con a finitima Svizzera, che con le valli Poschiavina e Bregaglia si incanala in erra italiana; valli spesso ridenti di raterie e frequenti di abitati; spesso elvagge, aspre, serrate in chiuse proonde, nutrici di torrenti e di fiumi che on le piogge e i disgeli minacciano ampi e paesi, e non dàn pace alle strae... ». Torna acconcio qui riferirmi a iò che accennavo sopra, del risalto che n questo libro si conferisce all'arte loale: in bella vista sono messi pittori altellinesi, il Valorsa, del Cinqueceno, e i Ligari, padre e figlio, del Setteento, finora non abbastanza noti, per uanto interessanti; e l'arte dei ferri attuti, di cui ci offre eccellente esemlare la cancellata dell'Ossario di Ceina, forgiata da Carlo Colturi, nel Setecento; e la scoltura in legno, grave di nflussi gotico-tedeschi, come si vede ell'ancona quattrocentesca della chiea di Premadio, in vai di Dentro. ..Bergamo, la romantica città, che dagiata sul colle e cinta dall'arboraa cerchia delle mura venete, s'inalza ul piano, profilando nel cielo, al di sora dell'armonioso chiarore delle sue ase raggruppate in chiaroscuri pittoeschi, le scure torri, gli aerei campaili, le salde cupole, a lato della Rocca mponente e austera... » : città del Coleoni e del Tasso, e il Moroni e il Doizzetti e il Ghislandi e il Tiraboschi, Palma il Vecchio, e Andrea Fantoi, e Angelo Mai, e Giacomo Quaren-hi, e Lorenzo Mascheroni. La doppiaittà: l'antica, coi monumenti solenni, n alto, sul colle; la moderna, pulsane d'industrie e traffici, che si amplia el piano. Ci passa sott'occhio quel ruppo di architetture con cui Marcelo Piacentini ha affrontato l'arduo prolema di collegare il nuovo con l'antio; ci passano sott'occhio i palazzi del uattrocento e del Cinquecento, quelli arocchi e quelli settecenteschi; e Sana Maria Maggiore, e l'altre chiese. ndugiamo un attimo a godere la sinolarità della facciata di Sant'Agostio; e l'affresco del Lotto, — Lei natiità della Madonna, — in San Michee al Pozzo Bianco; e ancora del Loto, la stupenda pala dell'aitar maggioe di San Bernardino in Pignolo; e il apolavoro dell'Amadeo. il monumeno tombale di Medea Colleoni. E inugiamo nelle sale dell'Accademia Car- rara, tra i Bellini e i Mantegna, i Previtali, il Pisanello, Giovanni de' Busdetto il Carfani, ancora Lorenzo Lotto — che il Tiziano salutava, « O Loto, come la bontà buono e come la virù virtuoso», — e Vittore Ghislanddetto Fra Galgario, e Francesco Lenbach. Poi, le nature morte dei Baschenis, « ... dinastia pittorica di un certo valore... », discendente da quell'Anonio di Giacomo, che dalla natia Averara, nell'alta valle Brembana, si trasferi a Bergamo; ed Evaristo, nel Seicento, si compiaceva di figurare, io specie, strumenti musicali. Poi, il Riratto di vecchio gentiluomo, di GiaBattista Moroni, 11 quale va annoverao meritamente tra i maggiori ritratisti italiani del Cinquecento. Panorami e monumenti meno notDalla città capoluogo, andiamo indricercando i vari centri della provincia, quelli anche trascurati, per il passato, e ingiustamente. Famoso è il Sanuario di Caravaggio; ma non tuttsanno il vanto di Urgnano, quell'eccelso e tipico campanile del Cagnolal quale fu anche l'architetto, com'noto, dell'Arco della Pace, a Milanoe a torto poco conosciuti e studiati finora, i pittori Bernardino Zenale e Bernardino Bufinone, dei quali la natia Treviglio custodisce, nella parrocchiae, un mirabile polittico, nel cui pannelo centrale è rappresentato San Marino, a cavallo, che taglia con la spada il mantello, per dividerlo col povero. Poche pietre scolpite, è tutto chimane dell'abbazia cluniacense di Ponida, fondata dal beato Alberto da Prezzano — o da Sagra, — in vallSan Martino: là dove, ai sette di Aprie del 1167, rappresentanti dei liberi comuni di Milano, Bergamo, BresciaCremona, Mantova, giuravano la LegLombarda. Distrutta da Barnabò Viconti, nel 1374, l'abbazia fu poi ricostruita nel secolo XVI; e oggi se nammirano ancora la chiesa e il chiotro. Ma ecco, nel libro, alcune rarità otografiche: ad Almenno San Bartoomeo, l'interno della rotonda di San Tomaso in Lèmine — San Tome, coma chiamano in dialetto, — vetusto tempio romanico, la cui costruzione risae circa al Mille, ripetendo probabilmente le forme di un preesistente batistero, con iconografìa analoga a quela dei templi bisantini, e cioè la piana centrale ad anello circolare; e preso Almenno San Salvatore, il tempieto ottagonale incluso nella chiesa dSan Giorgio, vicina alla Madonna deCastello, e i cui affreschi quattroceneschi, mai riprodotti finora, « ... inteessanti per maestria, scioltezza, brilante coloritura... », costituivano ultimamente oggetto di più diligente esame, per parte del professore Morassidella Sopraintendenza ai monumentdella Lombardia, il quale concluderebbe, per quanto mi risulta, con attribuirli al Lotto giovanissimo. Ma noi siamo il viaggiatore che bruia le tappe, per troppa via da percorere. Corriamo per queste liete e riche valli bergamasche, dalla gola dSedrina all'amenissimo Oltre il Collel più delizioso paese dell'alta vai Senna, a San Pellegrino, in vai Brembana, stazione termale di fama mondiae, alla meno celebrata ma non menridente stazione climatica dì San Marino de" Calvi, alle praterie e ai boschdi Foppolo, agli imponenti panorammontani del Pizzo dei Tre Signori e dePizzo del Diavolo; e ridiscendiamo Gandino, orgoglioso, a buon dritto, del a sua suntuosa basilica e dello spetacoloso tesoro degli arredi, con paramenti tra i più preziosi d'Italia; a eluone, che pure vanta una bella catterale, adorna di buoni dipinti; e a Seiate, e a Trescore Balneario, e al moastero benedettino di San Paolo d'Aron, col suo chiostro cinquecentesco, al romantico lago d'Endine, e al catello di Malpaga: ... Questa nobilimora che sorge nella pianura bergamasca, tra Ghisalba e Cavernago », — rievoca il Brosio, in una sua nota, — fu resa splendida da Bartolomeo Coleoni, quando, lasciato il comando dele armate venete, vi abitò sino alla morte (1475), conducendo vita sfarosa:'-feste, tornei, convegni di caccia urono i suoi svaghi principeschi. Ebbspite illustre il re Cristiano di Danimarca... ». La Leonessa d'Italia Affrettiamo alla « Leonessa d'Itaia ». La città s'incorona di gloriuerriere, dai combattuti assedi, dFederigo n, di Arrigo VII, di NiccolPiccinino, alla disperata resistenza ontro Gastone di Foix, alle epiche Diei Giornate: «...in mezzo a' baleni e in mezzo [a' tuoni delle folgori d'Austria nei giorni delle tuo ire e delle tue vendette, o inclita di gloria e di martirio Brescia guerriera! E l'anima di [Speri tuo... ». Splendido eroe, tipicamente bresciao, Tito Speri si veste e si agghindaer salire il patibolo di Belfiore, come andasse incontro alla sposa attesaa vigilia, dal carcere, ha bene scritt un amico: «...Domani finalmente.ado a ricevere il premio che la misericordia di Dio promette... Io non vadlla forca, ma bensì a nozze. E' l'anima che ti parla... ». Il carnefice austriao impallidì e tremò: lui sorrideva. Ma on solo d'eroi altrice Brescia: all'alta cienza di Nicolò Tartaglia si congiune la musa lirica di Veronica Gambaa; e poi, * ... Sono arrnajoli, orafi, inarsiatori, tipografi, costruttori di orani e liutaj insigni, che, nel secolo deresciano madrigalista Luca Marenzioigno d'Italia, diedero per primi alla musica la voce magica del violino. Ea scuola pittorica bresciana che dalaustero Foppa, antesignano della pitura lombarda, sale, illuminandosi dirtù propria e di luce veneziana, ai tre iù insigni: il Savoldo, il Romanino, e iù grande e più originale di tutti, iMoretto... ». E la tradizione dell'archiettura: dalle costruzioni romane, con e poderose vestigia del foro, della curia, del teatro, e le mozze colonne deempio di Vespasiano, tra le rovine a cui tornò alla luce il prodigio della Vittoria alata; ai monumenti dell'età ongobarda, con la grave austerità dela basilica di San Salvatore, per le arate ove rimormora pacato il pianto dErmengarda; agli edifici romanici deletà comunale, che udì tuonare la voce i Arnaldo, il Broletto, la Torre deopolo, la Rotonda del Duomo; agli edici stupendi del Rinascimento; alle cotruzioni, infine, di oggi, dell'età fascita, secondo il nuovo piano regolatorehe -s ... si sta animosamente attuandoer dare alla città un più ampio e liero respiro... •■>. La provincia oresciana na Den ueiieati confini; e dai massicci alpini deUavia, del Tonale, aeii'Adameiio, on [de si dipartono i contrafforti cRa flancheggiano le tre valli, C&monlca, Trompia, Sabbia, le quali convogliano l tre fiumi maggiori, l'Ogllo, il Mena, il Chiese, essa si estende, per digradar di colli, aua svariata uoere pianura, dove l'attività agricola e quella industriale meglio si alternano e si combinano, equilibratamente e opportunamente, in felice prosperità. Vediamo la Franciacorta, cne ricorda la Krianza; e il lago d'Iseo — il Sebino, — con la montuosa isola di Montisola, con l'isoletta di Loreto, lago « ...non ancora conosciuto quanto mentereDDe dai turisti,... più vasto di quello di Lugano... », e che « ...vale un'accurata visita, ...per le sue bellezze naturali...»; e gl'industriosi centri e luoghi di villeggiatura, Lovere, Pisogne, Brenocon opere e raccolte d'arte; e uomocon la chiesa del convento dell'Annunziata attrescata estesamente da Pietro Giovanni da Cemmo; e sopra Capo di Ponte, di contro alla nevata parete dolomitica della concarena, che le crea sfondo maestoso, la pieve di San Siro, antica forse dall'undicesimo secolo; ed Edolo, e Pontedilegno; e fin su al passo del Tonale, dove 1 Bresciani vollero replicata nel Bronzo di guerra la loro Vittoria, per celebrazione ael caduti dell'ultima guerra nazionale; e fin su, aUimmenso acrocoro gmacciato dell'Adamello. Per la vai Trompia, vediamo Gardone, con le celebri, antiche fabbriche d'armi; e neUa smeraldina sua conca, isovegno. Per la vai Sabbia, li quieto lago d'idro — l'Eridio; — e 1 monti marmiferi ai Botticino. Nella pianura, dal decadere delle colline della Franciacorta alle rive dell'Oglio e del Chiese, sono sparse sfarzose ville settecentesche; e la rocca di Orzinuovl; e 11 palazzo Gambara, a Veroianuova, ora adattato a sede municipale; e il borgo di Montichiari, dall'estremo contrafforte occidentale dell'anfiteatro morenico dei Garda. A Palazzolo sull'Ogllo si levano le gigantesche arcate del ponte dell'autostrada £Srescia-tsergamo, inaugurata alcuni mesi fa; a Chiari, ricca d'industrie, si ammira, nella pinacoteca, un San Giacomo potentemente effigiato da Michelangelo Merisi — il Caravaggio. Da Cremona al Garda Nel centro della pianura padanaCremona offre esempio, con la sua provincia, d'industria agricola « ..sviluppata come passione d'arte... ». La straordinaria abbondanza e la sistemazione perfetta delle acque irrigue moltiplicano enormemente la naturale feracità del suolo. E qua la cerealicoltura raggiunge il massimo di produttività: mentre i metodi culturali vanno annoverati tra i più progrediti del mondo. L'allevamento bovino ha parte considerevole nell'economia delle aziende rurali, con la produzione e le industrie del latte e derivati: — a Soresinaper esempio, stabilimenti per la lavorazione del latte e caseifici contano tra i maggiori e più perfezionati d'Italiaforse del mondo: — e in molto flore e onore è l'allevamento del cavalli« ... pei quali i Cremonesi hanno una passione che già veniva loro rimproverata da San Bernardo, ma che-oggha reso possibile la formazione di una razza splendida, che fa rivivere i possenti stalloni che si ammirano nei dipinti dei Campi... » Non già in contrapposto a tali pratiche attività, ina in fausto connubio con esse, le manifestazioni artistiche cremonesi. I monumenti della città affermano l'indipendenza e l'originalità nell'architettura, e nella pittura d'affresco con carattere decorativo. La tradizione musicale si propaga dal Porta, dall'Ingegneri, da Claudio Monte verdi, al Manna e al Ponchielli; mentre insieme si sviluppa la liuteria, che attinge insuperata eccellenza con Antonio Stradivari. Sfogliando queste pagine : il famoso Torrazzo, ossia la torre campanaria del Duomo, che culmina a centoundici metri d'altezza, « ...la maraviglia e il simbolo della città... »; e la chiesa di Sant'Agata; e il cortila de! palazzo Stanga; e il mirabile complesso di edifici che costituiscono il centro monumentale della città, insieme col Torrazzo, il Duomo, il Battistero, il palazzo dei Militi, ir palazzo del Comune; e poi la chiesa di San Pietro al Po; e quella di San Michele, fondata dalla regina Teodolinda, nel 618. distrutta, ricostruita nel dodicesimo secolo; e il Museo Civico, nel palazzo Affaitati Magio, con le tele dei Campi, Galeazzo, Antonio, Giulio, Bernardino, e dei Bembo, Bonifacio, Benedetto, Giovan Francesco, tipiche dinastie di artisti; poi, Tomaso Aleni, Gian Battista Trotti, Sofonisba Anguissola; e ancora Giovanni Carnevali, detto «il Picelo», e Camillo Beccaccino. E alle opere dei pittori, locali e forestieri, si aggiungono raccolte di legni intagliati e intarsiati, terracotte modellate da artisti locali, una collezione numismatica, cimeli e curiosità, di arte varia, di ogni tempo, dai fossili alle antichità romane, ai disegni, manoscritti e strumenti di lavoro di Antonio Stradivari e di altri liutaj. E si aggiunge, nell'Archivio Storico Comunale, una dovizie rara di documenti medievali. Poi, nella provincia, Pizzighettone, con gli spalti a stella delle antiche fortificazioni, e la quadrata torre dove fu recluso Francesco I, fatto prigioniero alla battaglia di Pavia; e Rivolta d'Adda, co' suol porticati medievali; e il castello visconteo dì Pandino; e presso Castelleone, la chiesa di Santa Maria di Bressanone, delle prime cristiane cremonesi, già arcipretale e plebana nell'842, ricostruita da Bianca Maria Visconti, nel Quattrocento, imitando per vóto l'architettura del santuario di Santa Maria di Guadalupa, in Ispagna; e Crema, la maggiore città della provincia, dopo Cremona, memore dell'assedio del Barbarossa, e con l'insigne Duomo, che edificarono i mastri comacini tra Duecento e Trecento, in laterizio color di rosa e di miele; e Casalmaggiore; e la Rocca sforzesca di Sonclno; e Casalbuttano, dove al Bellini Innamorato pullulavano in cuore le melodie divine della Norma. Ma mi avvedo, sono ormai piene le carte, anche più che non comporti un articolo di giornale. E di Mantova e della sua provincia, dei palazzi dei Gonzaga e della terra di Vergili o, troppo sarebbe da dire; e poi del Garda, magnifico e incantevole: ...Suso in Italia bella giace un laco...» — Italia bella : — è il sospiro di commozione, di amore, di orgoglio, appassionato sospiro, con cui chiudiamo il libro. Proprio: — Suso in Italia bella... MARIO BASSI.