Assoluzione per insufficienza di prove

Assoluzione per insufficienza di prove ,l delitto di pozzolo formigaro Assoluzione per insufficienza di prove ermato ciò che ha dichiarato il fratello narrando in quali circostanze lo Scaola si era presentato alla sua casa proponendole l'acquisto della refurtiva e come essa l'avesse Invitato a ripassare il giorno dopo, cioè quando osse di ritorno il fratello. Si è passato quindi ad escutere il ommerciante Giovanni Carnevale, che bbe alle sue dipendenze il Lanzmi, del cui lavoro e della cui onestà si è dimostrato soddisfatto. Il carrettiere Romolo Buscagha. venuto a deporre subito dopo, è coui che aveva prestato il suo carro al Rolando quando questi, col cognato, i era fermato sul Ponte Bormida, in eguito ad un incidente al proprio veì Alessandria, 20 notte. Il processo per l'omicidio di Poz-zolo volge alla fine. Stamane sono stati interrogati gli ultimi testi: si è cominciato con la sorella di quel Giovanni Camagna, supposto ricettatore dei copertoni ru- bati dal Vittorio Scaiola. Essa ha con- he risulta assente. olo carico di merce: si dovette, così, are il trasbordo del materiale sul caro avuto poi in prestito dal Buscaglia. Ha narrato, poi, come fosse stato Rolando a fargli tale richiesta e come gli avesse ceduto alla richiesta stessa. Testi che non sanno nulla E' stata quindi chiamata certa Rosa Rivara che, come ebbe a deporre ieri a teste Filomena Norese, avrebbe ercorso lo stradale Pozzolo-Alessanria su di un autocarro proprio al momento del delitto. La teste dichiara i non saper nulla di quanto accadde e di essere venuta a conoscenza del'omicidio solo poche ore prima di omparire davanti alla Corte in seguio alla citazione avuta dal marescialo dei carabinieri. Dall'inchiesta fatta, risultato che la teste percorreva tre o uattro volte al mese, e precisamente gni sabato, verso le ore 19, lo straale ove avvenne l'omicidio. Le succede alla pedana un'altra Rosa Rìvara, anche essa di Mandro- nT citata**'pureW'a comparire""àll'u-1. ' * . . r ._ ienza, non essendo stato possibile inividuare la persona che sull'autocaro fece quel tragitto nel momento in ui Io Scaiola veniva ucciso; essa dihiara che in quell'epoca lavoraa a Novi Ligure e tutti i sabati, tra le 9 e le 20, tornava a casa sull'autoarro del proprio padrone. Anche quet'ultima ragazza ha affermato con ualche titubanza, di non avere sentio parlare del delitto prima d'ora. Presidente: — Ma è possibile che na persona, che percorra da anni una eterminata strada per rincasare, non enga a conoscenza di un delitto simile accaduto proprio nel luogo ove ssa è solita transitare? Teste: — Non so niente, io. Presidente: Pensateci bene, altrimenti oggi non ritornerete a casa. La teste continua a ripetere con inistenza, di nulla sapere in proposito. Il Presidente ha chiamato, allora, er il confronto la Filomena Norese Mentre il Presidente ordina che sia radotta con la forza, la donna, una ecchia dì 72 anni, entra nell'aula traelata giunta allora allora da casa. La vecchietta, posta di fronte alle due giovani Rosa Rivara, dichiara di non nriconoscere nessuna di esse. L,e due ragazze, per conto loro, continuano a,persistere nel loro diniego. Il Presiden-|e ricorre allora ai mezzi estremi ea'rdina che le ragazze siano tradotte in guardina E' la volta quindi del cognato del Rolando, Carlo Cervetti che si diffonde a narrare l'incidente del carro sui Ponte Bormida. confermando il raconto del congiunto Il Presidente la ricondurre, in se-guito, nell'aula le due Rivara con lasperanza che si decidano a parlare ma esse continuano a dichiarare ai lon snnnr nulla. Siete proprio del Mandrogne, e- sdama sorridendo il Presidente, Dopo un altro confronto con la Norese, viene chiamato nuovamente il Boschetti cerche dica con nrecisionl ove h?nSto il La£zmiP Teste- — L'ho cnnnsrarn „no n„ ma volta sul carro? del cC^i r»Ì" nevate e? iS laseradel furto dPiro" portoni 11 difensore awocato Bricca rileva una sorella del Boschetti sia in -atelh Rolando. Tale dichiarazione ^e"l, c-on£e™a^a - da,i maresciallo dei caLaDinlerl d.J Spinetta Prende quindi la parola il Sostituto Procuratore del Re cav. Ferilli, per a sua requisitoria. Egli accusa esplicitamente il Giovanni Lanzini, di essere l'autore dell'omicidio commesso la sera del 27 agosto 1921 sullo stradale Pnz^nlo-Alessandria. Ritiene inammissibile l'alibi presentato dall'imputato e chiede che l Lsn7ini. ritenuto responsabile del- 'omicidio predetto, sia condannato a 16 anni e 3 mesi di reclusione e a tre anni di vigilanza speciale. L'arrinea di difesa 6 ' Appena che si è aperta l'udienza po- meridiana, ha preso subito la parola, tra la viva attenzione del pubblico, il difensore aw. Bricca. Ha premesso ildifensore con l'affermare che li suo compito è arduo; tuttavia, egli cerche- rà con valide argomentazioni, di con- testare ad una ad una, le accuse svi- luppate nella sua serrata requisitoria, dal Pubblico Ministero. Rievoca poi tutti i particolari, e gli elementi emer-si dalla movimentatissima discussione, per dimostrare la poca attendibilità delle deposizioni di alcuni testimoni, In particolar modo, fa risaltare la po- sizione assunta dal carrettiere Boschet- ti, l'implacabile accusatore del Lanzi- ni. le sue titubanze e reticenze ed !! suo passato poco edificante. L'oratore ha dimostrato, in segui- to, come il teste accusatore dovesseben conoscere da molto tempo il Lan-Zini, contestandogli la dichiarazione Idi averlo veduto per la prima volta sul carro del Carnevale. Insiste, in sej guito, sulla circostanza che il Boschet- ti, nonostante le calunniose accuse lanciate contro l'imputato non ha però avuto il coraggio di imputare esplici tamente al Lanzini il delitto, llmitan dosi a dichiarare trattarsi di « uno di Novi ». Si è soffermato poi sui dubbi che il Boschetti ha fatto sorgere negli animi, asserendo in un primo tempo di avere assistito ad una lotta fra l'imputato e l'ucciso e ritrattando in seguito le sue deposizioni, dicendo di non aver udito sparare. L'aw. Bricca ha concluso la sua arringa con parole commoventi per le condizioni del Lanzini, abbandonato dalla madre appena nato, senza una guida, senza una sicura parola di conforto; protestando ancora una volta, l'innocenza completa dell'imputato, e chiedendone la piena assolutoria sìa per il reato del furto dei copertoni come ner l'omicidio FiXtedKi /a7o« 16, la Corte si è riMrAfn T h ressa del mib- bufo>l^ivenu& aquel punito impPres- sionante. Alle 17,30 la Corte è rientrata nell'aula. Tra la generale vivissima attenzione, il Presidente comm. Vogliotti ha dato lettura del verdetto; 11 Lanzini è stato assolto dalla imputazione di furto per prescrizione, e da quella di omicidio, per insufficienza di prove. La sentenza è stata accolta con vive approvazioni dalla folla.

Luoghi citati: Alessandria, Novi Ligure, Pozzolo Formigaro