Miniere in Val d'Aosta

Miniere in Val d'Aosta Miniere in Val d'Aosta ,AOST£' febbra]°- uii ammiratori a oltranza dellapurezza del paesaggio alpino osten- tano una certa ruggine con la grandeindustria aostana, alla quale non sanno perdonare le colonne di fumo > ciminiere proiettate nell'aria dalle degli Alti forni e vaganti come nubi, nei giorni di bonaccia, al di sopra della superba conca che costituisce il centro della valle. Questa che sembra un'avversione particolarmente rivolta alle locali officine, sorte per 10 sfruttamento delle ricche vene minerarie di Cogne, non è però, chi ben guardi, se non la manifestazione di un vecchio stato d'animo che si riproduce in taluni nei riguardi di qualsiasi località alpestre, dove l'ombra di una fabbrica si stenda nel quadro pittoresco di una rupe, di una macchia boschiva, di un torrente. Bisogna ammettere che per Aosta l'antitesi fra indùstria pesante e paesaggio si potrebbe a tutta prima prestare a ricevere una specie di sanzione, a cagione dell'accentuarsi, da un trentennio in qua. di quell'altra industria a prevalente carattere commerciale che è la turistico-alberghiera. Ma la stessa antitesi cade appena si cerchi di vedere un po' a fondo nelle cose. Oro, argento e ferro Sulla scorta di un manuale di geografia pubblicato in Aosta nel 1870 a cura di una società alpinistica paesana, sappiamo che la valle si compone di 318.237 ettari, a formare i quali concorrono: in lunghezza, nei punti massimi, dal Colle della Seigne, a occidente, al Colle della Barmaz, a oriente. 92 chilometri — una diecina in meno della strada nazionale dal Piccolo San Bernardo a Pont S.t-Martin —; in larghezza, dalla Punta Gallese all'estremità della Valle di Bionaz, 65. Qui siamo di fronte ad una configurazione limitata al puro sistema montuoso, la quale sarebbe a ogni modo più che sufficiente a prospettarne la vastità; ma i dati più recenti, aggiornati sull'ultimo censimento e perciò riferiti non più soltanto alla valle, ma alla provincia con le propaggini canavesane, aumentano naturalmente ancora l'estensione del territorio, portandone l'entità a 4759 chilometri quadrati; sicché Aosta viene a risultare al ventiduesimo posto fra le 92 Provincie del Regno, mentre è all'ottantaquattresimo per densità di popolazione, con una percentuale del 47,5, cioè con 226.245 abitanti. Apparentemente esigua rispetto al territorio, ma invece assai considerevole se si pon mente alle accidentalità dalle quali, fra ghiacciai e burroni, la valle è contrassegnata, questa popolazione può vivere perchè alle risorse dell'agricoltura e alla incompleta messa in valore del patrimonio termale, climatico e sportivo, unisce alcune tipiche attività, le cui fonti di ricchezza si perdono nelle epoche più antiche. L'intera valle ha risuonato per una lunga serie di secoli delle ricerche minerarie d'ogni specie : oro, argento, rame e ferro. Le cronache locali fanno menzione di un Hugonin, che intorno alla metà del tredicesimo secolo, vent'anni dopo l'invenzione della polvere da sparo, avvenuta in Europa nel 1330, fabbricava in Aosta piccoli cannoni di bronzo per 11 Ducato, rifornendo con la sua officina di strumenti bellici anche altri potentati; e ci parlano di venticinque valdostani che nel medesimo periodo fornirono balestre e archibugi, pur essi di fabbricazione indigena, per la difesa di Cirio. Da allora data un tentativo di serio sfruttamento delle miniere di ferro di Cogne, men tre traccie di giacimenti congeneri si sostiene esistessero a Gressan, a Pollein, a Brissogne, a Champ-de Praz, e fonderie prosperavano a Quarto Pretoria, a Brusson, a Cha tel-Argent. Del resto l'appiglio per la guerra sterminatrice dei primitivi abitatori della valle, non venne forse trovato dai romani nelle lagnanze delle popolazioni della parte bassa della Dora Baltea, presso la foce nel Po, contro i Salassi, accusati di dis togliere l'acqua dal fiume, sia per lavare i minerali estratti dalla montagna, sia per rintracciare nella Dora prosciugata le pagliuzze d'oro lasciatevi dalla corrente? Industria e turismo Oggi il solo nome di Cogne, astraendo dalla recente scoperta carbonifera di La Thuile, è sopravissuto nella storia mineraria valdostana; ma se esso grandeggia in virtù della tecnica moderna di escavazione e di astrazione sconosciuta in passato, attesta altresì che la tenacia dei lontani pionieri era illuminata da una certezza, contro cui valsero unicamente le tenebre dei tempi. Infatti i giacimenti di magnetite eserciti, sotto il astfatsventècfnmdarcnmtgrtDigsgdppsmnGslagcnLbgnintsirmgsmnor7mncrsppcnsl (controllo dello Stato, dalla Società ! Anonima Nazionale « Cogne », sono tra i più importanti che si conosca no, così per la potenza dei filoni (la : montagna ha dato finora una parte ' minima del suo immenso materia; le), sia per la eccezionale qualità dei- le ghise e degli acciai prodotti E' dunque la natura che anche in Val d'Aosta ha mescolato con sapienza i varii elementi, dei quali gli uomini sono stati chiamati a servirsi; e per quanto sia innegabile che i castelli medioevali, e più ancora di essi le loro rovine, soprattutto per un resto di vecchia mentalità e di romanticismo rimasti in noi, si intonino meglio col paesaggio che non gli stabilimenti dell'industria, bisogna affrettarsi a soggiungere che nel caso pratico, lungi dall'essere di ostacolo allo svilupno delle altre risorse valligiane che si concretano nel turismo, gli impianti di Cogne e di Aosta, ancor prima della creazione della provincia, ne sono stati e ne sono tuttora gli indiretti propulsori. Se il risveglio edilizio della città, al centro, è avvenuto, come già abbiamo visto, dopo la trasformazione della sede della rappresentanza governativa, la « Cogne » aveva già da tempo provveduto a costruire per i proprii operai ed impiegati un vero quartiere in una zona periferica; ma prima di ogni altra cosa l'economia, per effetto delle miniere di Cogne (di quelle di La Thuile non è qui il caso di discorrere), apriva larghe breccie nelle consuetudini e nel tenore di vita della popolazione. A centinaia si calcolano i milioni di cui hanno beneficiato Aosta e la valle dall'inizio dello sfruttamento su vasta scala dei giacimenti al momento presente. Tremila operai all'opera, al completo ancora oggi per la continuità delle lavorazioni, che hanno così quasi totalmente eliminato la disoccupazione operaia in città (ecco una altra oasi in mezzo alla crisi universale, che merita di essere segnalata!); l'intensificazione del traffico ferroviario; la spinta da Aosta sino a Pré-S.t-Didier della ferrovia, il cui tratto è ora stato ceduto all'Amministrazione statale; la maggiore attivazione del movimento commerciale e bancario : tutto questo non poteva non influire sulla ricostituzione dei tessuti dell'economia aostana; e non è azzardato l'affermare che se tale economia ha potuto resistere alla bufera dei banchieri fantasma che hanno inghiottito il danaro dei risparmiatori, cui ho jjià avuto occasione di accennare, ciò si deve attribuire anche alla quotidiana immissione di riserve apportata quassù dalle officine, la cui direzione, per contro, nulla ha tralasciato per dotare la massa lavoratrice al suo servizio di tutte le provvidenze indicate dal Regime : oltre le case, spacci alimentari ad Aosta e a Cogne, e una Mutua paritetica e un Dopolavoro, che Dossono gareggiare con le migliori istituzioni del genere esistenti nelle grandi città. Nel cuore della montagna D'altra parte, di fronte alla presenza degli Alti Forni che nulla tolgono alla conca di Aosta della sua divina bellezza, quale attraente e su perba visione offrono gli stessi impianti da Cogne alle officine! La base della miniera campeggia a 2530 metri sul livello del mare, nel vallone Iaconi, di fronte al massiccio del Gran Paradiso e al protendersi verso l'azzurro della snella sagoma della Grìvola. Mai lavoro umano ha avuto davanti a sè, per il suo svol gimento, un eguale scenario. Cogne, cara al Gran Re Cacciatore, distesa nel pianoro ai margini del torrente La Granteive, a mille metri più in basso, sembra arridere allo sforzo gigantesco, che appunto con le mi niere ne ha accresciuto la celebrità. Iniziati nel 1909 da un gruppo di ntraprenditori cui succedette l'Anonima Ansaldo, gli impianti sono stati perfezionati dalla attuale Società, sotto il vigoroso impulso del senatore ng. Giuseppe Brezzi, amministratore delegato e direttore generale delle miniere e degli stabilimenti siderurgici, tanto che oggi si possono conseguire più di 300 mila tonnellate di minerale all'anno. Dalla base delle miniere, dove sono i pochi fabbricati esterni per gli operai, una galleria in gran parte rivestita di muratura e lunga circa 700 metri, conduce nel cuore della montagna. E' lì che il minerale viene raccolto unito con i grossi blocchi di calcare, attraverso altre gallerie simili a caverne, intersecantisi sugli strati sovrapposti come in un palazzo informe e mostruoso, i cui piani, all'infuori di una buca per la fttcalata lei matèriale/non comunica-1 no fra loro che per mezzo di piccole | scale a pioli, in terrò, sino alla ca-,otta, quella che potrebbe chiamarsi la soffitta, dalla quale si esce finalmente a rivedere il cielo alla sommità del colle, nella luce abbacinante riverberata dai ghiacciai. La galleria di fondo è percorsa da un trèno a trazione elettrica, composto di sei vagoni, capaci ognuno di quattro tonnellate, che ricevono il minerale dalla tramoggia manovrata ad aria compressa, ed ogni sei minuti, ricevuto il carico, dopo alcune manovre indispensabili che avvengono all'interno, lo passano ai vagoncini della teleferica che lo trasporta alla stazione di Cogne. Questa por» ana stazione ai uogne. w~teleferica, dellaJunghezza.di due chilometri e mezzo, completamente costruita con strutture in ferro, compie in discesa un dislivello di 772 metri ed ha una potenzialità di tras¬ porto di 100 tonnellate all'ora. I nerivagoncini correnti a uncino sotto ildi ùria zattera aerea, con i bordi bas-si, certo non eccedenti i venticinque centimetri; e ricordo di essa unaemozionante discesa compiuta tem-jpo addietro con alcuni Consultorimunicipali di Torino, fra i quali Ma- rio Gobbi, fiduciario del Gruppo rio-:nale « Mario Gioda », un ingegnere je il sen. Brezzi. Questi, allacciato in:cavo metallico e sopra l'interminabile distesa di neve, quali mi sono apparsi l'altra mattina, sono di un effètto veramente incantevole. Altre due teleferiche mettono in comunicazione le miniere col fondo valle : una serve unicamente al trasporto delle persone; l'altra a quello dei viveri, legname, rotaie ed altro materiale. Quest'ultima ha la forma piedi alla catena anteriore, rivolto all'ingegnere che stava nella medesima posizione sulla catena opposta, gli occhi fissi ad una delle carrucole, ma sbirciando il nostro gruppo, di noi che stavamo sdraiati uno accanto all'altro nello stretto spazio dei due bordi, a un tratto uscì in questa osservazione: — Come mai, ingegnere, lei mi lascia in servizio questa zattera con una simile carrucola? Ma essa cede, sbanda... Sotto di noi era spalancato un ùbtao ffi ottocento metri e laggiù, m un certo t(J della vallc< tra il punto _ verde dei prati e lo scintillio delle cascate, emergeva un bianco quadrato disseminato di croci... All'ar rivo il sen. Brezzi, impassibile, sce- t m dandoci la ma_ L„ „; „;..4.^„JL5:.„L„<.„ „ =v,«.^/.OM. no, ci aiutò cortesemente a sbarcare ma nessuno di noi riuscì mai a sapere se quella benedetta carrucola cedesse e sbandasse poi davvero... L'ultima tappa A Cogne il minerale, deposto in un enorme silos della capacità di 1500 tonnellate, dopo aver subito un processo di frantumazione, di separazione e di cernita (guai ai delicati d'orecchio l'entrarvi!), viene ricaricato su un treno, pure a trazione elettrica, che lo trasporta con un percorso di 13 chilometri, per i tre quarti in galleria, ad Acque Fredde, sul versante destro della valle d'Aosta : di qui il treno è sospinto sopra un ponte che sovrasta un altro silos, capace di 6000 tonnellate, «otto 0quale vengono condotti i carrelli del - la seconda teleferica che fa compiere al minerale il tragitto al piano della Dora. E* la teleferica più lunga di tutte, misurando essa 4°00 metri, con un dislivello di 975 ed una portata di 80 tonnellate all'ora. Automotrice, la linea, i cui carrelli hanno una portata utile di 700 chiogrammi ognuno, è munita alle due stazioni di regolatore aereo-dinamico. Dalla stazione di arrivo negli stabilimenti siderurgici di Aosta, il minerale passa, a mezzo di altre due teleferiche, le ultime, al silos di carico degli Alti forni soffiati, ed alimentati da coke alternato con antracite di La Thuile, che costituiscono il nucleo centrale del complesso siderurgico-minerario della «Cogne», e che giungono alla produzione della ghisa, la quale è a sua volta trasformata in acciaio. Il portentoso viaggio, così ricco di mezzi tecnici, tanto genialmente congegnati fra di loro, e così atraente per la varietà e la seduzione delle balze alpine attraversate, è in al modo finito. Quando si è arrivati agli Alti Forni, ripensando a tutto 'insieme delle attività minerarie da Cogne alla Dora, vien fatto di pensare che nulla di più grandioso e di più modernamente utile per Aosta e per la Nazione, alle porte della vecchia città romana, poteva essere creato. FRANCESCO ODDONE.

Persone citate: Barmaz, Brezzi, Francesco Oddone, Giuseppe Brezzi, Hugonin, Iaconi, Mario Gioda, Pont