Imponente rassegna alla presenza di S. E. Starace

Imponente rassegna alla presenza di S. E. Starace I fascisti emiliani nella città di Corridoni Imponente rassegna alla presenza di S. E. Starace Camicie Nere e popolo - La consegna di 70 Fiamme ai Fasci Giovanili - I discorsi del Segretario del Partito - Il rapporto dei Direttori Parma, 15, mattino. Questa adunata di Camicie Nere e di popolo del parmense, tenuta ieri alla presenza del Segretario del Partito, merita particolare rilievo come quella che ha conchiuso mirabilmente la rassegna delle forze fasciste del settentrione d'Italia e l'ha conchiusa con una indimenticabile dimostrazione di potenza e di entusiasmo nella quale sono rifulsi l'anima del popolo, la sua fede, la sua speranza. Vorrei dire che è stato assai opportuno la conclusione avvenisse nella città di Filippo Corridoni, nella più ardita e ardente città emiliana, focolare di audacie e di eroismi. Prodigiosamente balzate in prima linea nella guerra e nella Rivoluzione fascista, dopo anni di tormento e di battaglia, le popolazioni emiliane e romagnole, ritrovando infine se stesse nella loro ragione storica, morale e ideale, si presentano oggi sul fronte; della nuova battaglia con unanimità compatta- e tenace, e danno prova non dubbia del loro legame di fede e di amore, composte come sono finalmente nella disciplina morale, politica e sociale, nella disciplina del lavoro. La loro leggendaria violenza era esuberanza, il loro odio passione, l'impazienza anelito di conquista. Sentimentali e quindi generose, come questa loro sentimentalità le muove, esuberante e impulsiva, così la loro generosità si disfrena impetuosa e fremente. Hanno odiato perchè hanno amato, hanno distrutto e hanno saputo riedificare; _ il loro gran cuore è il movente unico e tirannico delle loro azioni. Superati e spenti ora gli odi, è rimasta in loro una grande sete d'amore, e la loro appassionata invocazione a Benito Mussolini dava ieri la misura e il tono di questo amore, aperto e fulgido, amore donato senza ombra e senza reticenze. Sono stati sempre pronti questi uomini per tutte le battaglie dove spirasse senso di civiltà e di umanità, combattenti romantici, senza limiti e senza freno all'ardimento. Ieri, presenti o lontani, tutti erano intorno ad Achille Starace, perchè egli potesse portare a Benito Mussolini, sola possibile offerta e ricompensa al Capo per la sua immensa fatica, la loro fedeltà incondizionata e là "loro devozione profonda e inalterabile. Ma questa imponente adunata parmense ha voluto significare ancora una volta quale sia e come sia indissolubile il vincolo di fraternità fra le Camicie Nere e il popolo. La Rivoluzione fascista, rivoluzione di popolo combattente e lavoratore, ha portato il suo cuore incontro al popolo ritrovando in esso la sua ragione, la ragione cioè della sua vita e del suo avvenire. La comunione, infatti, tra Camicie Nere e popolo, è veramente perfetta, e si e vieppiù rinsaldata attraverso le dure prove di questi anni ansiosi, quando cioè si è potuto vedere il blocco granitico della Nazione, inattaccabile blocco, potentemente eretto contro ogni avversità, contro ogni tempesta. I documenti di questa saldezza sono mille, ma più evidenti sono in queste adunate, quando noi vediamo contadini e operai, popolo della città e del contado, artigiani e industriali, vicini fisicamente e spiritualmente, uniti in un'aspirazione suprema, protesi in un'offerta illimitata. Grande superbo miracolo, sbocciato dalle battaglie e dal sangue, dal sacrificio della gioventù italiana, nelle trincee e nelle piazze. Per questa sua origine di battaglia e di sangue, sacra o: rigine, questa unità non potrà mai più rompersi, ma si potenzia invece giorno per giorno per la lotta quotidiana, per la vittoria certa. Questo era infatti il senso della manifestazione di ieri a Parma, culminata nel rito del giuramento di cinquemila giovani ai quali sono state confidate, alla presenza del Segretario del Partito, le insegne della fede e del combattimento. L'arrivo di S. E. Starace Achille Starace è arrivato alla stazione alle 9.20, accolto da tutte le Autorità e dai Segretari federali dell'Emilia e della Romagna. Erano presenti fra gli altri i Prefetti di Parma e di Modena gr. uff. Rizzatti e gr. uff. Perez, i deputati Paolucci. Medaglia d'oro e Vice Presidente della Camera, Remo Ranieri, membro del Direttorio del Partito, Sansanelli triumviro dell'Associazione Combattenti, Biliardi, Giordani, Fossa, Racheli, il comandante la divisione militare di Piacenza gèn. Jori, il Primo Presidente della Corte d'Appello di Bologna, il Console Gragnani, Comandante la Legione Tovo, i Consoli Poli, vice-segretario nazionale dei Guf, Pertoldi, in rappresentanza del Luogotenente gen. Carini, Comandante del raggruppamento delle Camicie Nere di Milano, Mischi, Comandante dell'80.a Legione di Parma, Brandimarte, Comandante l'S2.a Legioni di Forlì, il Podestà di Parma dott. Mantovani, il Questore Guarducci, il capitano Balestrazzi per i Mutilati e il caDitano Galvani per i Combattenti. Sul piazzale della stazione dove erano schierati il Fascio di Parma col gagliardetto, il gruppo dei diciannovisti, le rappresentanze del Comune col gonfalone portato dai valletti in livrea di gala e grande massa di popolo, il Segretario del Partito salutato da prolungate acclamazioni ha passato in rivista la Milizia universitaria e le squadre dei Giovani Fascisti che rendevano gli onori. Egli si è trattenuto a conversare affabilmente coi giovani e ha iniziato quindi la rassegna delle Camicie Nere, dei combattenti, dei sindacati, dei dopolavoristi, dei Fasci giovanili della provincia, schierati su due file lungo i viali. Tra suoni e canti di inni guerrieri il Segretario del Partito è passa-! to in mezzo a quelle siepi umane su cui festosamente ondeggiava la policroma selva dei gagliardetti delle fiamme e delle bandiere. La folla rinnovava di tanto in tanto le acclamazioni inneggiando al Fascismo e a Benito Mussolini, e all'unisono gridando : « Vogliamo il Duce a Parma ». L'omaggio a Corridoni Attraversato il ponte di mezzo Starace è giunto in piazza Corridoni. Intorno al monumento erano schierati i volontari di guerra, l'Associazione dalmata, il' Gruppo fascista intitolato all'Eroe, con a capo il fiduciario cav. Compiani. Effluvi di incenso si spandevano da un tripode collocato ai piedi del monumento. La statua dell'Eroe, proteso nell'atto del dono supremo, dominava più rude e più alta sulla fervida commossa adunati e risaltava più nuda e più vigorosa la linea maschia e severa. Il Grande Tribuno, arroventatore di folle, rappresenta invero, per averla santificata con la sua offerta di vita, la redenzione del popolo parmense: Uomo « che appartiene alla schiera esigua ed elettissima degli uomini che morendo ricominciano a vivere », Filippo Corridoni è presente, esempio e ammonimento; e i giovanissimi che ieri si stringevano intorno alla sua statua sentivano certo il suo spirito alitare sopra essi. Deposta una corona d'alloro ai piedi del monumento, il Segretario del Partito si è recato a visitare, tra due ali di popolo plaudente, la grande opera di bonifica edilizia di Oltre Torrente. La popolazione gli ha manifestato la sua riconoscenza e il suo attaccamento con commossa e appassionata esultanza. Tutte le finestre delle case erano state imbandierate o adorne di umili drappi, e la folla si accalcava al passaggio del Segretario del Partito sempra acclamante, il braccio levato nel segno del saluto romano. Il Podestà dott. Mantovani ha guidato S. E. Starace nella visita ai lavori di de molizione e ricostruzione; lavori imponènti che testimoniano luminosamente dell'azione che il Regime ha svolto e svolge a favore di que sta popolazione, per anni e anni vissuta nell'abbandono più squallido. Le fiamme ai Fasci giovanili Compiuta la visita in Oltre Torrente, il Segretario del Partito si è recato in piazza del Duomo dove si erano radunati tutti i Fasci giova nili della provincia. Grande e significativa adunata questa per il numero dei presenti e per la cerimonia svoltasi. Sono cinquemila gio vani, dei 9200 iscritti, che fra poco riceveranno dai camerati più anziani le fiamme di combattimento, cinquemila giovani di ogni classe sociale; le riceveranno in dono, queste inseene. dai combattenti di cento battaglie, dai conquistatori di cento vittorie. Settanta alfieri, nella maggior parte congiunti di Caduti in guerra o di Martiri fascisti, in camicia nera e col petto fregiato di medaglie reereono le inseene, e settanta giovinetti sono schierati di fronte si camerati anziani dai quali prenderanno in consegna il segnacolo della fede e della battaglia. Quando il Segretario del Partito appare sulla piazza .gremita, le trombe squillano il segnale di attenti mentre dalle schiere dei giovani si alza formidabile al cielo il grido di : A noi.' tre volte ripetuto. Si piegano ì gagliardetti e le fiamme in segno di saluto e si levano sul fragore desrh applausi T° note solenni della « Canzone al Piave». Salito sul nalco. eretto dinanzi alla porta del Duomo, S. E. Starace, col gruppo delle autorità, fra cui sono il Prefetto, il Segretario federale, il dott. Chiaveeratti e numerosi ufficiali del1 Esercito e della Milizia, i Segretari federali delle Provincie emiliane e romagnole, si sofferma ad ammirare il superbo spettacolo di giovinezza mentre ancora si acclama al Duce e alla Rivoluzione. Squilli di tromba riconducono infine il silen-io e allora il cappellano dell'SO.a Legione don Furlotti. benedice le fiamme Le schiere dei giovani, immobili sull attenti, assistono con visibile commozione al rito sacro. Prende quindi la parola il presidente della Federazione parmense dei Combattenti, capitano aw. Galvani, il ouale rivolto a Starace e a Sansanelli, cosi dice: «Gli uomini della guerra vogliono che io vi porga a loro nome il saluto delle armi e l'omaggio di benvenuto, vogliono che io vf esprima làUtoro legittima soddisfazione per avervi presente in questa cerimonia, che sancisce 1 indissolubilità delle forze nazionali operanti per il bene della Patria, n. vogliono ancora che sia detto a voi valorosi capitani della trincea e della' rivoluzione, e alle giovani Camicie Nere che si apprestano a ricevere in dono le settanta insegne per le loro fresche formazioni, che i tredici anni che ci separano dalla vittoria non hanno nè spento e neppure indebolito la sacra namma che ci portò vincitori a Vittorio Veneto, al Brennero e a Fiume E io posso dirvi che i combattenti di Parma, con la loro cosciente e disciplinata saldezza che non ha vacillato nemmeno nei momenti più aspri, sono sempre degni di essere da voi guardati come i custodi degli immacolati presidi spirituali della Patria ratificati dal sangue dei Caduti e immortalati nella storia da Vittorio Emanuel.' e da Benito Mussolini ». Un grande applauso e il grido di'' « Viva il Re! Viva il Duce! - accolgono la commossa chiusa del di¬ smcncppnbtmmprscmchlufirzagmcdqmgnifvnum '' scorso del capo dei combattenti pai:* mensi. Quindi il comandante in se* conda dei Fasci Giovanili, centurione Guerino Calzolari, dà l'ordine di consegna delle fiamme. Nel silenzio più profondo e nella commozione più viva, i settanta giovani ricevo'" no in consegna le insegne di combattimento e quando le musiche intonano l'inno al Piave, parte dalla massa compatta una nuova altissima acclamazione al Duce, che si prolunga per alcuni minuti. Ristabilitosi il silenzio, il centurione Calzolari dice: « I combattenti con gesto pieno di significato hanno offerto ai giovani camerati dei Fasci giovanili le fiamme di battaglia, fiamme che nei loro colore di arditismo e di squadrismo hanno il fascino della battaglia e dell'ignoto, e nei colori di Roma hanno! una sicura promessa d'imperio'. Sona fiamme che i vecchi soldati che seppe-i; ro le sofferenze dell'attesa e l'ebbrezza della vittoria, consegnano insième al patrimonio sacro delle memorie ai giovani; e i giovani cresciuti nell'atmosfera di eroismo creata dal sacrificio dei fanti del Carso e del Piave tì dal martirio delle Camicie Nere, accettano, certi di esserne degni. Con questa promessa che è certezza di luminoso avvenire, prendono in consegna le fiamme di combattimento e sono neri di offrire, camerati trinceristi; il labaro a questa vecchia e valorosa] falange ». Fra applausi ed «alala», i Giovani Fascisti consegnano ai combattenti il labaro della Federazione? e allora da cinquemila petti si alza grandioso e solenne il giuramento di fedeltà al Duce e alla Rivoluzione. Sventolano fiamme e gagliardetti festosamente, suonano le fanfare, l'onda della passione e della" commozione prende e travolge tutti in un grido solo altissimo risonante « Viva il Duce ». Oltre alle fiamme, i combattenti hanno donato il labaro del Comando provinciale dei Fasci di Combattimento, che è stato consegnato al giovane Giacomo Costa, fratello del martire fascista Pio Costa, da' un combattente decorato di quattro medaglie al valore, l'alpino Del NeveIl triumviro Sansanelli esalta quindi lo spirito della gioventù' nuova che accampa intorno alle vecchie bandiere di tutte le conquiste e di tutte le glorie, e infine S. E* Starace, salutato da nuovi frementi applausi, rivolge brevi parole ai giovani, suscitando altre e più commosse manifestazioni al Duce. ' H Segretario del Partito si è recato quindi nell'interno del Duomo? nel silenzio sacro e solenne del tempio egli si è soffermato per alcuni istanti dinanzi alla cappella votiva dei Caduti in guerra suggellando con questo rito su^estivo la splendida vibrante cerimonia del giuramento dei giovani. I discorsi al popolo e alle Camicie Nere Intanto, nella piazza Garibaldi, si andava adunando il popolo parmense; il Segretario del Partito,, insistentemente chiamato, si è affacciato al balcone del Palazzo della Federazione Fascista, dove egli aveva reso omagsrio ai Martiri fascisti e aveva ricevuto le Gerarchia della città e della Provincia. Al suo apparire la folla ha manifestato nuovamente il suo entusiasmo coni un grido solo ripetuto cento voltea « Vogliamo il Duce a Parma ». . Ristabilitosi il silenzio S. E. Sta* race ha preso quindi la parola dicendo che queste appassionate dimostrazioni gli hanno attestato la* pronta adesione e il fermo attaccamento del popolo parmense al Regime, e ha suscitato, conchiudendo* un'ovazione al Duce, lontano ma presente nel cuore della folla. Alle 15,30, nel Palazzo della Pro* vincia, il Segretario del Partito ha tenuto il rapporto dei Direttorii federali emiliani e romagnoli.'Egli ha; impartito le disposizioni ai gerarchi provinciali e alle 17 si è recato al teatro Regio dove ha pronunciato un discorso alle Camicie Nere parmensi. Il bel teatro di Maria Luisa' presentava un aspetto imponente, gremito com'era, dal loggione alla platea, di folla plaudente. Sul palcoscenico si erano schierati gli alfieri coi gonfaloni dei Comuni emiliani a romagnoli, i labari delle Federazioni, i gagliardetti dei Fasci e dei Sindacati. Tra il canto degli inni della rivoluzione e le frequenti acclamazioni al Duce, la grande folla attendeva l'arrivo del Segretario del Partito, il quale, quando è apparso sul palcoscenico, si è visto accolto da una nuova ondata di entusiasmo. Al suono delle musiche faceva coro il canto dei giovani, altissimi canti gioiosi e guerrieri. Il Segretario federale di Parma, dott. Pizzi, ha rivolto quindi a nome delle Camicio Nere parmensi brevi parole di saluto al Segretario del Partito, il quale ha quindi pronunciato il suo discorso. Interrotto da continui applausi, S. E. Starace ha detto concisamente dell'azione del Partito e del RegimeLa fine del discorso è stata accolta da una nuova prolungata ovazione. II Segretario del Partito, infine, si è recato a inaugurare, nel ridotto dello stesso teatro Regio, la Mostra d'arte di-i G.C.F.. dove sono esposte pregevoli opere di giovanissimi pittori e scultori. Quindi S. E. Starace ha presenziato a un ricevimento offerto in suo onore dall'Associaziono pugliese. In serata ha assistito alla rappresentazione della Norma, al teatro Regio. ALI-IO RUSSO. I