Il segreto di Ellen Terry

Il segreto di Ellen Terry Il segreto di Ellen Terry Il Corriere della Sera nel numero del 5 febbraio scorso recava il resoconto particolareggiato di una lunga corrispondenza amorosa intervenuta tra il commediografo Bernard Shaw e la grande attrice inglese Ellen Terry: corrispondenza che durò per circa trent'anni e che pubblicata poco tempo fa ebbe a sollevare grande curiosità ed interesse nel mondo letterario ed artistico anglosassone. Al grosso pubblico, che sempre vuole i suoi feticci da adorare senza badar troppo di fino se son degni in tutto del suo entusiasmo, non parve vero di scoprire il vecchio persifleur irlandese nella veste inattesa del dongiovanni innamorato, e, per litro verso, i vecchi ammiratori della 'erry si compiacquero di riconoscere ancora una volta nel repertorio delle sue frasi birichine ed appassionate le espressioni più caldamente originali del suo grande temperamento di tragica e di donna. Tutto bene. Pubblicazioni di tal genere, si sa, oggi vanno per la maggiore e il sciorinare davanti al pubblico l'intimità di storiche amicizie o di care passioni par che riesca sempre buon affare, sia per l'autore, se vivo, che per l'editore o i suoi eredi. Ma nel caso presente le cose non sono andate così lisce come a prima vista parrebbero. C'è stato su l'orizzonte un retroscena ignoto ai più, ch'è opportuno far conoscere. In conclusione, non sembra che lo Shaw abbia fatto la figura del perfetto gentiluomo acconsentendo alla pubblicazione di queste lettere da lui scambiate con la Terry, e traendone un profitto pecuniario rilevante. L'autore di Candida ci comparirebbe davanti, per la prima volta, in una luce insolitamente poco favorevole, e certo non troppo simpatica. Non era ancora spenta l'eco sollevata da questa corrispondenza d'amore quando il figlio di Ellen Terry, Io scenografo e scrittore Gordon Craig, dava fuori un volume nel quale dimostrava e attaccava con l'humour che gli è proprio, l'ambiguo procedere del drammaturgo irlandese in questa faccenda, e per contrasto ci tracciava di Ellen Terry, della sua vita, della sua arte e del suo vero carattere di donna un profilo propriamente veritiero, delicato e profondo, rivendicando così la memoria della madre offesa e snaturata dalla intempestiva pubblicazione (i). Dopo la morte di Ellen Terry, avvenuta nel '22, pacchi di lettere di lei pervennero nelle mani degli esecutori testamentari, la fisrlia Edith ed alcuni avvocati di Londra. Su uno di quei pacchi e propriamente su quello contenente numerose lettere da lui dirette all'attrice, mise l'occhio lo Shaw. Senonchc il Craig riuscì in un primo tempo a dissuadere lo scrittore dal tentarne una pubblicazione, come pare fosse nelle sue intenzioni ; non gli pareva infatti ne giusto riè decoroso che fosse data in pasto al pubblico la testimonianza di un amore ormai tramontato, tanto più che questo amore si era sempre mantenuto puro. I,o Shaw gli dichiarò allora che non aveva nessuna intenzione di pubblicare le sue lettere, ma che intendeva però di riscattarle dalle mani degli esecutori, e quanto alle lettere di Ellen a lui e da lui possedute, si impegnava distruggerle... Più tardi però comparve in scena un editore americano che, subodorando il buon affare, riuscì ad acquistare tutte le lettere a suon di dollari ; e così ebbe luogo questa disgraziata pubblicazione, in cui tutti, tranne il povero Craig, fanno una meschina figura, e che non giovò e non avvantaggiò nessuno se non l'editore e Bernard Shaw, che certo ne trassero un largo profitto materiale. Nobile è la difesa del figlio. Egli ci presenta la madre sua negli anni dell'infanzia (Ellen Terry era nata nel '48 da una famiglia di attori) su su fino alle sue prime prove d'attrice, principiate nel 1856, già tanto perfette e promettevoli fin da allora, e infine nel vario alternarsi delle sue passioni, tra le quali quella pel teatro dominò sempre indiscussa e sovrana. E' noto che la Terry sposò tre mariti. Era ùn temperamento insofferente di gioghi, boema d'istinto, che correva dove l'impeto della passione la chiamava, a volte attratta da un ideale di pace familiare, ma subito 'dopo ripresa dal fascino della scena e delle sue avventure: e sulla scena fu sempre grande, varia, impetuosa, colorita. Era una donna che voleva vivere la sua vita, ci dice il Craig, la sua vita d'arte e di sogno, al di fuori di tutte le convenzioni e i rispetti umani. I suoi di casa la chiamavano « Duchess » e in quei Rossetti days dei suoi primordi, già corteggiata ed acclamata dalla critica e dal pubblico, d'un tratto ella abbandona il teatro e si ritira a vivere col suo amore in un cottage deH'Hertfordshire, dove poi le nacquero i suoi due figli : Edward e Edith. Ma dopo sei anni di quella felicità immacolata la passione del teatro la riprende indomabile, ed ella torna a Londra a recitare col grande Irving. Incomincia allora la sua ascesa gloriosa. Ellen aveva immaginazione, sentimento, bellezza, spirito, cultura, genio : tutte le Grazie volavano intorno a quel suo capo biondo dai grandi occhi grigi e lucenti... Recitò su tutte le grandi scene della capitale e non ebbe preferenza quanto a drammi e ad autori, quantunque lo Shakespea re fosse il suo prediletto, e nelle par ti di Portia, di Imogen, di Lady Mac beth e di Ofelia riuscisse particolarmente grande. Il figlio, pur ricordandola amore Tolmente in quelle parti, la rivive an cora più affettuosamente nella sua (l) Edward Gordon Craig, Ellen Ter ry and his secret self. - Sampson Low, Marston and. Co.. London. egmptesetifochnsutielSsocoptevLtispzaVgqcraqilsLRUesdCcsindgcdnmsdvscggtiinmgarlNvtccbtastssdzpmqsatesucmMmdsncrzlpppdamaaammavrvtddltcvmlgvGpg intimità familiare, nella bontà del suo carattere, del suo cuore segreto. « Era una natura sensitiva » — egli ci dice — « tutta fantasia, sentimento, sogno. Ell'era la tenerezza in persona, era una di quelle donne tutte materne che hanno ricchissime riserve d'amore da prodigare per tutti, ed è mirabile come sappiano trasfondere energia in tutti gli uomini che le avvicinano. Quand'era in scena pareva trasfigurarsi, entrava nel suo paradiso. Se qualche grande artista 0 attore fosse comparso allora ella lo avrebbe adorato senz'altro, se Shakespeare in persona fosse apparso gli avrebbe buttate le braccia al collo e l'avrebbe baciato. «Il mondo è pieno della parola vergogna, ma sul teatro nulla è vergogna — essa scriveva in uno dei suoi note-books — Là tutto è bello, reale, caldo e gentile. Noi ci viviamo un'amabile vita spirituale. E quando il sipario si alza, io vò dentro e fuori di Atene, di Venezia, di Messina, o passeggio lungo le strade della vecchia Londra, e qui su l'ardente scena io m'incontro con le più grandi creature della terra». Una creatura siffatta! Ma vien quasi da ridere a Craig pensando che il signor Bernard Shaw con quelle sue buffe arie donchisciottesche cer cmzleeaqbzemdpg cava di accaparrarsi il cuore di sua madre, un cuore dove c'era tenerezza ed amore per tutti ! « Ch'ella fosse un poco presa di lui non negherei », continua, « ma ella era presa di venti altri come lui, e se mai in lui ammirava quella sua aria di buon ragazzo che tenta di far qualcosa, quel suo carry on. Il pubblico leggendo questa corrispondenza può essere indotto a supporre che egli sia stato l'unico, che lo Shaw fosse il grande amore della vita di mia madre. Invece questa corrispondenza è solo uno scambio di facete parole, e di frasi divertenti, a madcup tliing. « No, nessuno conobbe la buona Neil}-, come lui, nel suo intimo segreto. Quella sua picciola anima che ardeva e traboccava, che aveva baci ed amore per tutti, serbava gelosa per sè un dolente, accorato cantuccio, sconosciuto ai più, ignoto anche ai suoi stessi adoratori più ferventi, dove slava raccolto il suo più puro spirito di donna ». Intercalati nelle pagine del libro sono facsimili di alcune pagine d'appunti della Terry, pagine di copioni, e di notes, di sludi bersagliati da segni, trafitti da richiami infiniti. Vorrei dire che questo ci dà vivo ed in atto il senso della sua arte, che que¬ spnmtntvgetlfccbQlafn,.edsllig sti studi formano la testimonianza più preziosa del suo arduo e diuturno cimento di artista. Oh ci sarebbe molto da imparare su di essi per certe troppo facili conquistatrici dei nostri pubblici ! Ma ciò che più ci piace sono quei tre ritratti di lei fatti in epoche diverse, quel suo viso radioso d'arcangelo rossettiano su cui l'intelligenza e la bontà sembrano unirsi per gittare una luce misteriosa, quasi dall'alto, che si disperde poi nell'onda frusciante dei capelli biondissimi e crespi. Ella morì a settantatre anni, nella camera di una piccola fami; morì bambina spensierata, come visse. Quando il Craig richiamato dall'Italia all'annuncio della sua agonia fu accorso lassù, trovò sua madre già fuori di sentimento, che mormorava nel tono comico che le era proprio ,in scena : — Su e giù... Up and down ... Up to the skies... down lo the... — e rese l'ultimo respiro. Si spegneva così dolcemente, sazia d'anni e di trionfi, un'attrice di puro stile e di superba grandezza, una delle più grandi del mondo, ed alla quale per anni ed anni ancora le scene inglesi, certo, non troveranno una degna sticceditrice. CARLO LINATI.

Luoghi citati: Atene, Candida, Italia, Londra, Messina, Venezia