Tenace resistenze cinese nel quartiere di Ciapei

Tenace resistenze cinese nel quartiere di Ciapei Tenace resistenze cinese nel quartiere di Ciapei iapI giapponesi attendono rinforzi per sferrare l'offensiva Il magnifico comportamento dei marinai italiani Dal nostro inviato speciale) Sciangai, 6 notte. La battaglia dì Ciapei, pur calando di intensità nelle prime ore di stamane, ha avuto nuovi sviluppi durante il pomeriggio : le compagnie di sbarco giapponesi hanno tentato un nuovo assalto contro le posizioni tenute dagli avversari, contando forse di incontrare una meno salda resistenza, in questa giornata che per i cinesi è di gran festa: secondo il loro calendario oggi c infatti il primo giorno dell'anno, evento che è celebrato con particolare solennità religiosa e militare. Le truppe cinesi non si sono però lasciate cogliere di sorpresa. Per approfittare di questo fattore i giapponesi hanno iniziato l'attacco senza preparazione di artiglieria. Alle 10 antimeridiane i marinai sono scattati all'assalto contro i trinceramenti che difendono la linea ferroviaria di Wusing. Ma i cinesi stavano evidentemente sull'allarmi, ed hanno ributtato l'assalto nemico. Due ore di fuoco d'artiglieria E' cominciato allora, da parte dell'artiglieria nipponica, un violentissimo cannoneggiamento che è durato per due ore: i cinesi hanno risposto al fuoco, che è andato man mano diminuendo di intensità finché, verso mezzogiorno, è cessato del tutto. Il pomeriggio è passato abbastanza calmo, e soltanto a sera si è udito qualche scambio di fucilate nel settore nord-est della più grande Sciangai, e precisamente al confine fra il quartiere di Hong-Kew, occupato dai giapponesi, e quello di Ciapei. Il sobborgo di Hong-Kew durante gli ultimi giorni di combattimento è stato più volte colpito dalle granate cinesi: la sua popolazione, in gran parte composta di cinesi, sì è rifugiata nella zona non battuta delle Concessioni internazionali: tuttavia molti abitanti non vogliono staccarsi dalle loro povere case e dalle loro poverissime cose. Della tregua dì oggi ha approfittato un distaccamento della Croce Rossa, che è entrato nel sobborgo ed ha tentato dì convincere questa gente ad abbandonare la zona del pericolo, e dì lasciarsi trasportare in luogo più sicuro: circa quattromila persone sono state così, durante la giornata di oggi, trasferite nel quartiere occidentale della sona internazionale. I militi della Croce Rossa che hanno partecipato a questa spedizione hanno riferito U terribile spettacolo da essi veduto: le poche case di Hong-Kew che lianno dei sotterranei erano piene di gente ammassata in completa promiscuità nelle cantine senza luce, senza acqua e con scarse provviste: fra questi disgraziati si sono verificati non pochi casi di pazzia. Come e quando possa risolversi l'attuale situazione non è possibile dire: a giudicare da quello che i Comandanti delle forze avversarie dichiarano oggi, c'è da attendere che la battaglia abbia a riprendere feroce più che mai nei prossimi giorni, quando cioè i giapponesi potranno mettere in linea le truppe di terra che stanno per giungere. Un generale poeta Il generale Tsai-Ting-Kaì, Comandante delle truppe cinesi intorno a Sciangai, ha dichiarato oggi: « Continuerò a combattere finché avrò con me un soldato ». Strano tipo di militare questo generale, che quando non dirige le operazioni di guerra studia i classici cinesi e scrive versi. Il suo Quartier Generale ha sede in una villa di un ricco mercante cinese: all'ingresso e nel giardino nessuna apparenza di sorveglianza: soltanto un policeman cinese, che sonnecchia al cancello principale e che ci lascia passare degnandoci appena di uno sguardo. Nel giardino, su un tavolone di marmo, a guisa dì trofeo dell'Aviazione chiese, sono collocati rottami dell'apparecchio nipponico abbattuto ieri: ai lati di questi ho visto un gruppo di ufficiali che, petto in fuori e talloni uniti, posavano a ripetizione davanti a un fotografo. L'appartamento del generale si riduce a poca cosa: una stanza del piano rialzato ammobiliata con un grande tavolo, poche sedie, e molti sacchetti di terra: una scala a chiocciola conduce nel sotterraneo dove il Comandante ed il suo Staio Maggiore si ritirano quando l'artiglieria nemica comincia a s-parare, o quando giungono 'sul Quartiere gli aeroplani nipponici. Il generale, di alia statura per essere cinese, pallido, quarant'anrii, fa un cenno invitando gli intervistatori a. sedere: offre la siguretta tradizionale di tutti gli intervistati. E' stato difficile farlo parlare di guerra: lui cominciato a dire quello die fa quando non è occupato a dare ordini ai propri reggimenti : compone dei versi, studia i classici. Gli si chiede se ha qualche cosa da obbiettare se lo si chiamasse « il famoso generalepoeta», e ci risponde: <c Ci difenderemo ad ogni costo »— Fate come credete; voichè siete qui per riferire al mondo quel che io sono, non vorrete che sia io a farvi l'autoritratto. Dopo una seconda sigaretta, si de¬ cide a rispondere alle domande che più ci interessano: — Difenderemo e terremo la nostra terra ad ogni costo. In questa battaglia abbiamo dietro di noi l'intero popolo cinese. Fate però il favore di dire al mondo che non prenderemo l'offensiva: la nostra azione militare sarà tipicamente difensiva. Richiesto circa la formazione e l'impiego delle donne in guerra, il generale ha risposto: — Si tratta di reparti non destinati a combattere: le donne cinesi prenderanno parte alla guerra come forze ausiliari: saranno infermiere, saranno occupate nei magazzini militari e per la sorveglianza di punti strategici verso i quali ci sia ragione di temere una minaccia nemica, ma soltanto finché si è sicuri che i nemici non sono vicini. Quando, cioè, la sorveglianza dovesse diventare combattimento esse verranno sostituite dagli uomini. Yoscizawa attende il grosso delle truppe D'altra parte, il Conti-ammiraglio Yoscizawa, del quale due giorni addietro si è detto, tosto smentito, che aveva fatto karakiri, e che continua a tenere il Comando delle forze nipponiche finché arrivi l'Ammiraglio Nomura, in un'intervista accordata stamane ai giornalisti stranieri ha dichiarato che non sarà possibile stabilire una trégua finché le truppe cinesi non si siano allontanate dalla sona di Sciangai. — Noi speriamo sempre — egli ha soggiunto — che il Comando delle forze cinesi decida di ritirarsi; in caso contrario impiegheremo tutti i mezzi necessari per costringerlo a ritirarsi. Il Contrammiraglio ha quindi detto che se la battaglia continua alle porte della Concessione, ciò è dovuto al fatto che il Comando giapponese ha avuto « le mani legate » dalla necessità di rispettare la sicurezza della sona internazionale. Si attende per domani e dopodomani l'arrivo del grosso delle truppe di terra nipponiche, delle quali i primi scaglioni sono giunti ieri; d'altra parte, si smentisce nel modo più autorevole, la notizia circolata ieri a Sciangai ma non trasmessa al vostro giornale, che truppe di terra o di mare nipponiche siano sbarcate ieri a yVusung. FRANCO SPINELLI.

Persone citate: Nomura, Tsai-ting

Luoghi citati: Ciapei, Sciangai