Il rapporto dei fascisti delle Tre Venezie a Padova

Il rapporto dei fascisti delle Tre Venezie a Padova Il rapporto dei fascisti delle Tre Venezie a Padova La grandiosa adunata e il discorso di S. E. Starace a Padova, 8 mattino. Questi Rapporti e adunate interprovinciali e interregionali, iniziati a Milano, proseguiti a Torino e ieri a Padova e domani a Firenze, a Peruga, a Napoli, dal Segretario del Partito, se danno la misura e il tono della perfetta concordanza e coesione fra centro e periferia, danno altresì il senso e la visione della potenza del Fascismo, senso e visione di potenza veramente altissima, come mai in Italia e altrove si è potuto vedere. Questa potenza in realtà non è se non il grado di consapevolezza e di maturità politica e morale cui da dieci anni in qua è pervenuto il Popolo italiano. La realtà di queste adunate ha una sua viva solare eloquenza che verrebbe certamente alterata se noi la volessimo rivestire di parole più o meno belle, più o meno risonanti: ma occorre dire che questa realtà è tanto più notevole e più eloquente in quanto si svolge sotto i nostri occhi in un momento particolarmente difficile della vita nazionale. Miracolo questo della fraternità creata fra gli Italiani da Mussolini, fraternità intima consapevole fieramente antiretorica, per la quale siamo vicini gli uni agli altri senza reticenze odiose e senza pentimenti colpevoli; fraternità — come ben diceva ieri S. E. Starace — altamente umana e civile, per cui quando il ricco offre il suo braccio al povero glielo offre virilmente come virilmente viene accettato; fraternità che non è carità o, peggio, elemosina, che il ricco fa al povero, ma è invece pegno d'amore, di nobile amore civile. Adunata indimenticabile Meglio non poteva essere in realtà inteso il comandamento di Mussolini — andare verso il popolo —; comandamento che ha suscitato tanta onda d'amore, per cui, durante tutta questa opera veramente poderosa che il Partito va svolgendo in Italia, nessuna voce discorde e comunque irritata, dall'una parte o dall'altra, si è mai levata. Fraternità, dicevo, intima e consapevole, senza fronzoli e senza retorica. Ne abbiamo inteso il senso oltre che dalle parole, più che dette sussurrate dal nostro Popolo, dalle grandiose adunate di queste ultime settimane, da questa, particolare, di Padova, dove abbiamo visto intorno al Segretario del Partito, messaggero del Duce, il popolo della campagna, frammisto a quello della città; l'industriale braccio a braccio dell'operaio, il bracciante sotto la stessa insegna dell'agricoltore. Umile gente, la maggior parte, venuta di lontano per offrire ancora una volta il suo amore e la sua riconoscenza al Regime e per ascoltare una nuova parola di forza, di incitamento e di fede. Adunata davvero indimenticabile questa di Padova. E come in Regime fascista alle parole corrispondono i fatti, così Achille Starace ha potuto di persona constatare che il suo monito di Torino — « il dovere degli italiani, e particolarmente di quanti nel campo della produzione e del lavoro hanno maggiori, più dirette responsabilità, è nella concordia, nella disciplina, nella dedizione assoluta alla causa della Rivoluzione, nella mobilitazione spirituale e materiale di tutti per le necessità e gli appelli della Patria fascista » — ha potuto constatare, dicevo, che il suo mònito è stato compiutamente inteso dal popolo padovano, che gli ha voluto testimoniare la sua forza, la sua disciplina e la sua fede. Si era preparata fino dalla notte la città per accogliere il Segretario del Partito. Nella prima alba Padova, sempre gaia e ricca di giovinezza, accoglieva in folla le rappresentanze dei cento paesi circonvicini, venute con fanfare, gagliardetti e bandiere; e può dirsi che nella città classica dei goliardi un fremito di giovinezza abbia tutti percosso, perfino quei rudi contadini della pingue succulenta pianura, taciturni e saldi, quasi avessero radici dentro la terra. Ribolliva su questa città, quasi misteriosa nel suo aspetto semiorientale mistico e profano a un tempo, una ondata di giovinezza festosa e guerriera ; a mano a mano che l'ora avanzava e la folla dei contadini e degli operai incalzava, altissimi e frementi risuonavano i canti e gli evviva, sicché, quando la città fu illuminata da un sole di primavera, lo spettacolo apparve meraviglioso per tanta folla e per tanto entusiasmo. Achille Starace è giunto alle ore 9, pi oveniente da Roma, accompagnato dal dottor Chiavegatti, Capo Ufficio Stampa del Partito. Erano ad attendere il Gerarca alla stazione: il Prefetto S. E. Mormino e il Segretario federale di Vicenza on. Dolfin, quale membro e rappresentante del Direttorio Nazionale del Partito, il Segretario federale di Padova prof. Paolo Boldrin con il Direttorio, il Podestà conte Lonigo, il senatore Miari, i de rinati Alezzini, Calore, Milani, Picchiato, il generale Opizzi comandante la seconda zona aerea col suo Capo di Stato Maggiore colonnello Calderara, il generale Porta comandante la Divisione militare di Padova, il generale Petrin comandante la 10.a Brigata di Fanteria, il colonnello comandante la Legione Carabinieri, l'avvocato Alpago presidente del Tribunale, il professor Ferrari Rettore della Università e molte altre Autorità e personalità oltre ai Segretari e Direttorii federali delle Tre Venezie e della provincia di Zara qui convocati per il Rapporto. ussazuttjLa sfilata delle Camicie Nere Dopo il saluto delle Autorità il Segretario del Partito, con a fiancoS. E. il Prefetto e il generale Opizzi, ti a passato in rivista il manipolo delia Milizia che rendeva gli onori e quindi è entrato nel salone d'aspet- to di prima classe dove gli sonostate presentate le Autorità. Poi è r o o o e o à l a e e a uscito sul piazzale esterno della itstazione, dove una acclamazione al-|ttissima lo ha salutato. Ivi erano pschierati i mutilati di guerra e gliibarditi che, con vibrante manifesta- Zzioni al Duce, hanno voluto ancora|riuna volta testimoniare la loro fede! tà consacrata dal sacrificio alla Patria Fascista. Acclamato da due fitte ali di folla il Segretario del Partito si è quindi immediatamente recato all'Univer- zodttsità sul cui portone di bronzo sono gincisi i nomi dei 200 studenti caduti j Pnella grande guerra. Una corona è stata posta sulla nera lapide, omag- n-ì—. J ~ I T» Li l - T71 ; _ J. 1 • • tcglo dèi Partito Fascista agli eroi I dgiovinetti, omaggio degli universi- j elari italiani rappresentati da Achil- Qle Starace alla memoria eroica dei ccompagni. Caddero essi per una ilgrande promessa e per un srande 1 ddovere; i loro fratelli delle Venezie redente erano qui ieri consci di auella immensa offerta; per essi lo Studio padovano sarà il tempio e il baluardo del nuovo spirito italico. Dinnanzi all'Università era stato eretto il palco sul quale, dono aver reso omaggio ai caduti, Achille Starace ha preso posto per assistere al corteo delle rappresentanze delle forze fasciste organizzate e del popolo. Alle 9,30 è cominciata la stilata: ecco i reparti dei vecchi fascisti veneti e trentini delle squadre « Bafile » e « Cesare Battisti » già comandate da Achille Starace negli anni tormentosi della vigilia, quando egli sgomentò i pavidi amministratori delle Provincie redente dal sangue di 600 mila italiani. Il loro saluto all'antico comandante è stato particolarmente festoso e affettuoso. Li seguono i mutilati e gli invalidi di guerra. I canti di costoro sono quelli della trincea: sui loro petti e sui loro gasrliardetti splendono i segni del valore. Ecco le associazioni combattentistiche con una selva festosa di gagliardetti in testa: sono composte per la maggior parte da contadini duri e forti, fermi nella battaglia e nel lavoro. Sono migliaia. Seguono i labari del Comune di Padova e di tutti i Comuni della provincia accompagnati dai Podestà. E poi le Camicie Nere di Padova e provincia inquadrate militarmente, svelte, marziali; le coorti universitarie e gli studenti dei GUF. Ecco ora le organizzazioni giovanili. Sfilano prima i giovani fascisti in formazione ternaria su due «madre; e sono alcune migliaia di Padova e della provincia. Sfilano superbamente, cantando gli inni della Rivoluzione, fragorosamente acclamando di tanto in tanto al Duce; e sotto il sole i loro fazzoletti sono più eai e danno una nota vivacissima di colore. La folla che assiste alla sfilata e gremisce i marciapiedi applaude calorosamente a tanto spettacolo di forza e di giovinezza, mentre i plotoni continuano ad avanzare ancora per varii minuti fino a quando appare, a forte velocità, la squadra degli automezzi, gagliardamente applaudita dalla folla. Vengono dono i compagni niù giovani in file interminabili: gli avanguardisti e i Balilla: marciano perfettamente, e la musica ne scandijsce il passo, con le fiamme sventolanti, cantando a gran voce. Quando le ultime formazioni sono passate una acclamazione altissima sì leva dalla folla, ammirata e entusiasta: Viva il Duce! La sfilata dei giovani, che è durata circa mezz'ora è chiusa dalle squadre dei premilitari, anche esse applauditissime. Sfilano ora le organizzazioni sindacali: datori di lavoro, operai, contadini con i loro gagliardetti e le loro insegne; uomini dei campi e delle officine, adusti al lavoro più aspro contenti del loro pane e delia loro pace sociale e spirituale finalmente conouistata; passano associazioni sportive, dopolavoristi, le rappresentanze cooperative di lavoro e di consumo e poi folla e folla che si è incolonnata anche essa, senza ordine e senza comandanti, per gridare il suo saluto al Duce. smdsPvfmsal Il Rapporto e il discorso Grandiosa ed entusiasmante que sta sfilata che riafferma la potenza del Fascismo padovano e veneto e che dimostra nuovamente l'assoluta disciplina e la profonda devozione di questo popolo per il Duce diceva il Segretario Federale di Pa dova nel suo manifesto: « Dai colli opimi ai piano fecondo, dalla gloriosa Università più che settecentenaria alle sonanti officine, Padova, lavorando silenziosa, credente, appassionata, fervida, tenace, ripete al Duce il suo amore infinito e la sua fede incrollabile nelle creazioni del suo genio >:■. Terminata la sfilata dinanzi al Segretario del Partilo, tutte le Orga-Giustonizzazioni si sono concentrate sulpiazzale Santa Croce per rendereomaggio ai Caduti fascisti nel Par-co della Rimembranza. Qui è giuntonnen rlnnn ir-mltn Ha vivi-5<5imi un-poco dopo, accolto da vivissimi ap-plausi, Achille Starace, il quale hapersonalmente deposto, accanto a un esile alberello, una corona di fiori. Compiuto l'amoroso rito, il Segretario del Partito è passato di nuovo attraverso la gran massa nereggiante, sulla quale si alzava festosa e ondeggiante la selva dei gagliardetti, e si è recato all'Università, dove gli studenti lo hanno accolto festosamente. Egli ha visitato rapidamente l'aula magna e il museo storico dell'Ateneo. Quando ha lasciato il gio¬rioso e antico Studio padovano,~glistudenti hanno acclamato lungamen-to al Duro p al Fascismo te a Duce e al fascismo. Alle 14,30, al Casino Pedrocchi,o]ha avuto luogo il Rapporto dei Di-, rettorii delle Tre Venezie e di Zara, o la capo dei quali erano i Segretari: e ! Boldrin, per Padova: Suppiei. per- Venezia; Bernini Buri, pePverona; olDolfin, per Vicenza; Gusatti Bon-è sembiante, per Belluno; Commessat- ti, per Udine; Brasavola, per Trento; Perusino, per Trieste; Avenanti, per Gorizia; Relli, per Pola; Gherbazzi, per Fiume; Marincovic, per Zara; Castiglioni, per Treviso; Picrinato, per Rovigo; Rizzini, per Boi zano. S. E. Starace ha impartito le opportune disposizioni per l'opera da svolgere. Terminato il Rapporto dei Direte torii federali, il Segretario del Partito si è recato al Palazzo della Ra- glene. La grande sala pensile, che Pietro Cozzo da Limena arditamen- te concepì e Padova « romanamente compì » dopo avere scosso il giogo del Barbarossa, era gremita di folla e presentava un aspetto imponente, Quando il Segretario del Partito è comparso sul podio, circondato dalle Autorità e salutato dai Ragliar detti dei Fasci rionali e provinciali, si è levata una irrefrenabile acclamazione al Fascismo e al Duce, prolungatasi per varii minuti: e, quando a stento si è potuto ottenere il silenzio, il Segretario Federale di Padova, prof. Boldrin, ha detto brevi parole di saluto a Starace, riaffermando la fede fascista delle Camicie Nere padovane, fede ardente e sempre viva, ed ha concluso con un alala! al Duce. La grandiosa manifestazione al Duce Di nuovo la manifestazione a Mussolini si è rinnovata fervida e vibrante fino a quando il Segretario del Partito non ha fatto cenno di parlare. Egli, frequentemente interrotto da applausi, ha indicato ai fascisti i doveri dell' ora presente, e, tracciando rapidamente un quadro delle condizioni odierne dell'Europa, ha suscitato vibranti consensi all'opera luminosa di Mussolini. Alle acclamazioni della immensa sala faceva coro l'applauso della folla che, assiepata sulle due piazze adiacenti, ascoltava il discorso del Segretario del Partito attraverso gli altoparlanti. Con una vibrante esaltazione del genio creatore di Mussolini, S, E. Achille Starace ha conchiuso il suo breve discorso, che alla fine è stato accolto da una nuova fragorosa dimostrazione di plauso e di consenso* Più tardi il Segretario del Partito, sempre applaudito dalla folla che gremiva le strade e le piazze del centro, è partito per San Martino di Castrozza, dove osrgi assisterà alle gare sciatorie degli universitari. ALFIO RUSSa I Comitati intersindacali Riunione di Segretari Federali indetta dal Segretario del Partito Roma, 8 mattino. L'Ufficio Stampa del P. N. F. comunica: « Per discutere sul funzionamento dei Comitati intersindacali il Segretario del Partito ha chiamato i Segretari federali di Bologna, Mario Ghinelli; Brindisi, Lorenzo Mugnozza; Cagliari, Ettore Usai; Messina, Giuseppe Catalano; Milano, Erminio Brasa; Piacenza, Carlo Anguissola; Spezia, Emilio Biagini; Torino, Andrea Gastaldi; Udine. Cesare Gomesatti. « Alla riunione, che avrà luogo al Palazzo del Littorio martedì, 16 corrente, alle ore 10, interverrà anche l'onorevole Ruggero Romano, nella sua qualità di rappresentante del Direttorio del P. N. F. nella Commissione presso il Ministero delle Corporazioni per l'esame dello schema del testo unico e del regolamento per i Consigli provinciali dell'economia corporativa ». L'insediamento del nuovo Podestà di Vicenza a e a i i , l a l - II Duce al comm, Francesohini Vicenza, Z .ioC. Questa mattina, al Palazzo del Governo, alla presenza del Prefetto, S. E. Del Vecchio, e di tutte le Gerarchie, è avvenuto il cambio della guardia, nell'Amministrazione comunale fra il comm. avv. Antonio Franccschlnl e il cav. rag. Gian Battista Cebba, ex-combattente, mutilato di guerra e camicia: nera del '23. Il vice-Podestà comm. Ettore Nordera ha ceduto la carica al dottor Beltrame. Nel pomeriggio tutta le gerarchie si sono nuovamente riunite al Palazzo del Littorio, ove il seo! sretario federale dott.* on. Dolfin, ha : salutato gli uscenti e gli eletti in nomo del Fascismo vicentino. Al comm. Franceschini, fra le numerose attestazioni di simpatia, sono pervenuti telegrammi da S. E. Starace, da S. E. Giuriati; il Duce così gli ha telegrafato: «Mentre lasciato la carica di Podestà di Vicenza, carica da voi tenuta con appassionato zelo, con alta rettitudine e con devozione costante agli Interessi della vostra bella città, voglio che vi giunga l'espressione del mio elogio e del mio compiacimento. Voglio anche ricordare che. l durante questi dieci anni, la vostra ate tlyità non è stata soltanto di indole -| amministrativa, ma si è svolta anche o nel ?*mp?A del Par"to< chc voi avete - tenuto saldamente in pugno nelle ore -. iu difflcilL Mentre fato le consegno a[£t vostro successore, n . o e , i e ¬ vi giunga il mio cordiale saluto fascista. - Mussolini», L'insediamento del Commissario alla Federaz. degli agricoltori bresciani Brescia, 8 mattino. Alla sede della Federazione Fascista Agricoltori, in seguito alle dimissioni del Presidente cav. Calcini, è avvenuto l'insediamento del Comrnissario dott. Giacinto Turlini, al quale il diha fatto la consegna del- missionario , l'ufficio di presidenza. Alla cerimonia ii hanno assistito tutti i funzionari dei-;'a p?!i?P*S°Bg ? r°.n- libertini, diret tort' deUa Cattedra Ambulante di Agri cottura; dopo uno scambio di cordia, (i dichiarazioni tra il cav. Calcini ed U - dott. Turlini, ha preso la parola l'on. , (.libertini, affermando la necessità del: la comunione di intenti tra la Federar ^e ° £ iSS°*!J2ni22 1!?2l ; ££«? S^T^SAS^S -!rinteresso ed il maggior sviluppò dei- l'agricoltura.