La collaborazione italo-anglo - americana

La collaborazione italo-anglo - americana La collaborazione italo-anglo - americana Londra, 1 notte. Non si sa se per effetto di più rassicuranti notizie giunte in giornata sulla' situazione a Sciangai o se per motivi esattamente opposti, tanto a Londra quanto a Washington si assume oggi un atteggiamento di serenità e quasi di indifferenza di fronte alle even■ tuali complicazioni del conflitto cinogtapponese. Gli orgasmi ufficiali di ieri hanno fatto posto all'impassibilità, la quale però è stilizzata e compassata al punto da dare la sin troppo chiara sensazione che si voglia, con questa nuòva maschera, nascondere segreti tormenti. Cosi si annuncia stasera che nessuna riunione di Gabinetto ha avuto luogo oggi, e neanche si sono avuti consulti fra Ministri e tecnici dell'Esercito e della Marina, e si aggiunge che la calzila a Downing Street deve rassicurare tutti coloro che continuano a scorgere degli eventi di Sciangai possibilità infinite di complicazioni su uno scacchiere di dimensioni colossali. j Chiarificazione Si fa inoltre rilevare come il peso dell'influenza delle grandi Potenze sia stato posto infine dopo lunghi e drammatici tentennamenti sulla bilancia del- • Ha conciliazione, e si accoglie con compiacimento, ma non eccessivo, la smentita ufficiale di Parigi alle voci corse da molti giorni In qua circa una segreta alleanza fraiKo-nipponica. Se ne prende atto, e basta. Per non esacerbare una situazione che è molto tesa, nessuno conta 1 giorni che sono occorsi al Quai d'Orsay per decidersi a porre un termine alle voci relative a questa alJeanza, voci che circolavano in sordina a Londra, ma che a Washington e a • NeW York erano emesse quasi a squarciagola. Per fortuna Parigi le ha sen- • tite, e si è affrettata a smentirle. Una prima chiarificazione dell'atmosfera internazionale è cosi avvenuta, . anche se rimangono, qua e là, increduli, come per esempio il Manchester Guardian. Essi, però, sono in minoranza, e in,questo.momento il pubblico non ascolta che la voce grossa dei giornali a grande tiratura. E questi tessono, a ubo e consumo del pubblico, ditirambici panegirici in onore ' dei vecchi e provati amici nipponici, la cui parola ha il peso dell'oro e il cui senso «dell'onore non può essere posto in dubbio da chicchessia. Questo amico di (vecchia data è incoraggiato dal Daily ÌMati a impadronirsi di tutto ciò che gli . capita fra mano, poiché la Cina non è luna Nazione, ma un covo di anarchia, una futura appendice della Russia bolscevica. Gl'interessi britannici non saranno mal danneggiati da una Nazione lamica, come il Giappone, quindi l'Inghilterra deve ben guardarsi dal prendere posizione nel conflitto, e dall'immiachiarsl la faccende che non la conte eraono, j1 ' II « pasto » delle Potenze Sotto l'influenza di coloro che non ammettono orgasmi, salvo nel caso In cui siano in pericolo interessi commerciali, e eotto quella della stampa reBponsablle che insiste nel lumeggiare à primi e seri indizi di una sincera collaborazione tra le grandi Potenze, la calma si diffonde tra il pubblico con immenso e incontestabile vantaggio'per tutti. Così oggi commentatori editoriali e corrispondenti da Tokio pongono in risalto il fatto che alla démarclve com'piuta in giornata nella capitale nipponica dai rappresentanti delle grandi Potenze ha partecipato anche il rappresentante dell'Italia. Si accenna alla partecipazione senza commentarla, ma risulta che nei circoli governativi questa estensione della collaborazione an*glo-americana all'Italia è accolta con Vivissimo compiacimento. D'altra parte, salvo il Times che se ne rallegra e ila considera come uno degli eventi più riconfortanti dell'ora, non si nota una speciale tendenza ad accentuare l'identità di vedute anglo-americane esistente fin da ora su certi aspetti del problema estremo orientale, e in via di formazione su aspetti più vasti di questo e di altri problemi. Si riferiscono atti compiuti in comune, misure militari prese di comune accordo, si definiscono interpretazioni di aspetti del problema cinese per porre .nel dovuto risalto la somiglianza o antehe l'identità di vedute fra Londra e Washington, ma non si Urano somme me si traggono conseguenze. Anche questo è un bene per tutti all'ora attuale, perchè cosi facendo si evitano malintesi toternazionali e si risparmia al pubbli- tco in genere la pena di trarre per con- io suo conclusioni avventate o insussi'Btenti. La consegna ufficiale, dunque, è per la tranquillità a ogni costo c dinanzi a qualsiasi complicazione o provocazione. Perchè essa si mantenga a dispetto di ogni imprevisto, si ricorda Ufficiosamente stasera che a Ginevra sono adunati in questo momento i rappresentanti di tutte quante le Potenze .civili, e che mai l'occasione è stata cosi propizia per discussioni di carattere realmente intemazionale sugli eventi idi Sciangai Al di là dell'Atlantico, come se si Volesse porre in luce una collaborazio- ne anche nella pacificazione degli ani- mi, si nota con piacere un ritorno alraccomanda la calma, e in termini chiari ed energici avverte coloro che alla leggera parlano di rappresaglie economiche, di boicottaggio di merci giapponesi, e di altre sanzioni, che l'attuazione di esse farebbe immediatamente esplodere un conflitto fra Giappone e America, con conseguenze catastrofiche per il mondo intero. ▲ Wa*- ington poi si scongiurano scrittori di questioni diplomatiche, direttori di giornali, a non avvelenare la piaga, a misurare le parole, e a ben calcolare le proprie responsabilità. Si ha tanto a Londra quanto a Washington forse la sensazione che occorreranno sforzi immani di diplomazia e di tatto per mantenere cordiali anzi amichevoli 1 rapporti fra gli equipaggi delle navi da guerra inglesi e americane, che a tutto vapore si avviano verso Sciangai dai possessi del Pacifico, e quelli delle navi nipponiche. II Governo inglese e quello americano, si dice stasera, contemplano la situazione a Sciangai senza orgasmi e senza eccitazioni, ma ciò nondimeno attuano con celerità le misure di carattere militare adottate ieri e ieri l'altro. Oggi, ad esempio, la Casa Bianca annuncia che un ordine è stato trasmesso alla base navale di Manilla perchè la nave ammiraglia « Houston » e sei « destroyers », ancorati in quel porto, salpino oggi stesso alla volta di Sciangai imbarcando il 31° Reggimento di fanteria e un complemento di quattrocento uomini della fanteria di marina. Altri cablogrammi da Washington riferiscono che le 65 unità della Flotta cgnlaspp"nzlspctStrqnGrSnprcpqualora la loro presenza in quelle acque sia riconosciuta indispensabile. L'atteggiamento americano Negli ambienti navali americani sembra regnare una vivissima effervescenza, che d'altronde si' intrawede nelle brusche dichiarazioni fatte oggi dall'Ammiraglio Pratt, Capo dello Stato Maggiore navale americano. Egli ha detto che la Flotta americana farà tutto ciò che è necessario senza tener conto di eventuali proteste da parte del Giappone. « Ciò che noi decideremo di fare — egli ha detto — non riguarda che noi, e non possiamo occuparci di coloro che avanzeranno obbiezioni. Tutto ciò che potremo dire è^che^ci rammarichiamo di dover agire in un certo senso, ma In ogni caso, se-ne riconosceremo la necessità, agiremo^». Intanto le unità della Flotta, radunate al largo di California, sembrano aver già ricevuto oggi l'ordine di apparecchiarsi per partire alla volta di Hawai. Si dice che queste navi si recano a compiere un periodo regolamentare di esercitazioni, ma non si manca di ricordare al tempo stesso che Hawai è a sei giorni di navigazione da Sciangai. Stimson ha ricevuto in giornata i rappresentanti della stampa e, pur raccomandando loro di mantenersi calmi e di non creare difilcoltà al Governo, ha francamente riconosciuto che la situazione in Cina è di una gravità estrema. Secondo il corrispondente da Washington del « Times », tale opinione di Stimson non sarebbe stata cambiata in seguito al lungo colloquio da lui avuto con l'Ambasciatore del Giappone a Washington. Quest'ultimo, al termine del colloquio, ha dichiarato ai giornalisti che aveva dimostrato a Stimson come lo sbarco delle forze nipponiche a Sciangai fosse stato effettuato in seguito a un accordo intervenuto fra il Comando della Flotta giapponese e le autorità civili cinesi della città. Quando però i giornalisti hanno richiesto a Stimson che cosa pensasse dj_queste spiegazioni dell'Ambasciatore, egli ha dichiarato di non voler pronunciarsi, e ha aggiunto che l'incidente di Ciapei aveva fatto oggetto di passi diplomatici a Tokio. Si confessa a Londra, e contemporaneamente a Washington, che l'emozione destata nei circoli governativi dalle notizie dell'Estremo Oriente era causata principalmente dal serio pericolo delineatosi ieri l'altro di un blocco dell'intera costa cinese da parte della Flotta giapponese. A Washington, a vero dire, non si è parlato di blocco vero e proprio, ma di « blocco pacifico ». Senonchè, per tagliar corto a voci di una eventuale mossa giapponese di questa natura, il Governo americano ha fatto comprendere che non ammetterà blocchi nè bellicosi nè pacifici, seguendo in questo niente altro che la posizione già assunta nel 1902 di fronte ai Governi di Germania e d'Inghilterra, i quali tentarono allora di bloccare pacificamente le coste del Venezuela. Mentre da Londra il telegrafo non può stasera che diffondere attraverso i11 mondo che un senso di calma e di i serenità, da Tokio il telegrafo tras Camericana, attualmente al largo della j ncosta delia California, si tengono pron-, ote a volgere la prua versa la Cina, pmette notizie di esasperazione popolare contro la Lega delle Nazioni, contro le pressioni esercitate dalle Grandi Potenze del vecchio e del nuovo monde, c notizie di nuove e più imponenti misure belliche. In una riunione avvenuta in mattinata a Tokio alla quale hanno partecipato i Ministri della Guerra, della Marina e degli Esteri, è stata presa la decisione di inviare in Cina nientemeno che un Corpo d'Armata per sostituire, come afferma un comunicato ufficiale, i marinai ope sCdcpldsdamSdoctssltcedsenoGScdnzpptsdragntbtdeWSansppkscl ' ranli nella zona di Sciangai. Il comuni j cato aggiunge però che la decisione tsznmpgrgsipnsdiotps dovrà essere approvata dall'intero Ga-[ jbinetto; ma in base ai passati eventi h steri in contatto diretto con l'Alto Co | mando militare c navale. I rapporti pero fra il Ministro degli Esteri a Tokio e i rappresentanti delle Grandi Potenze si mantengono eccellenti, an pempiuti ultim^lmanloTo1 pr^senz^tfc" Oggi, ad esempio, la «Reuter, ri-' ceve da Tokio che l'Ambasciatore d'Inghilterra ha protestato presso il Ministro degli Esteri giapponese contro le operazioni militari di Sciangai, che a giudizio del Governo britannico sono state condotte al di là del necessario, ponendo cosi in pericolo la vita e le proprietà del residenti britannici. Se"nonché il Ministro degli Esteri Yoschizava ha replicato semplicemente che l'azione giapponese non ha oltrepassato i limiti strettamente necessari. Le autorità militari non hanno oltrepassato forse i limiti della stretta necessità, ma, secondo gli ultimi computi, le vittime giapponesi del conflitto di Sciangai non raggiungerebbero il centinaio, mentre quelle cinesi oltrepasserebbero, e sembra di gran lunga, i cinquemila. Gli stessi corrispondenti inglesi, che non nascondo le loro simpatie per il Giappone, riconoscono che scene di orrore inaudite si sono prodotte a Ciapei. Soldati giapponesi, muniti di asce, hanno abbattuto pacifici cittadini soltanto perchè erano in età da potere all'occorrenza portare le armi. Col pretesto poi che non esiste guerra fra Cina e Giappone e che la resistenza all'avanzata a Ciapei era stata opposta da banditi e j non da truppe regolari, che Tokio si , ostina a dichiarare inesistenti, tutti i prigionieri fatti dai giapponesi sono stati spietatamente fucilati sul posto Col pretesto di cacciarne fuori i banditi, le truppe nipponiche hanno appiccato il fuoco ad edifici pubblici, a case private, a negozi e a fabbriche, e, tra l'altro, all'immenso edificio della cosidetta « Stamperia commerciale », ove sono impiegati tremila operai. Sono andati cosi distrutti immensi tesori, così ad esempio una biblioteca di preziosi manoscritti vecchi di quasi mille anni. Si trovavano, a quanto sembra, nell'edificio della Stampa-uà ottocento donne operaie che si erano recate al lavoro coi loro bambini, per i quali era istituito uno speciale servizio scolastico e sanitario. Non si sa ancora se essi si siano potuti salvare dall'incendio. La situazione, secondo gli ultimi telegrammi della notte, rimane inquietante. A Sciangai incendi ed esplosioni continuavano durante l'intera giornata e diffondevano terrore fra gli abitanti della zona internazionale. Si prevede la ripresa di operazioni su larga scala entro 1 prossimi giorni, , ' L;„ I-i l'i . x «in*.. , „„. „i „ 11ed una viva sensazione è stata destata nereri 11 » e Y,ni,n.M n nVia 11 Kfl iY!,ofT>rt Hai I cztnsrdRpirlinmNpvcnctCcteglpllamlmVvnsnfiflstqissnvscsm«zqmiroggi dall'annuncio che il Ministro del Giappone in Cina, tornato da Tokio a Sciangai, ha ordinato misure per l'evacuazione immediata dei 18 mila residenti nipponici nella zona internazionale. Per giunta, 1 timori che le operazioni di Sciangai non fossero che il prodromo di operazioni in altri settori pericolosi, si sono realizzati oggi. La flotta nipponica infatti ha iniziato il bombardamento di Nanchino. Lo stato d'assedio vi è stato proclamato dalle autorità cinesi, e mentre i forti rispondevano al fuoco delle navi, gli abitanti, terrorizzati, si davano alla fuga in aperta campagna. Sette navi da guerra giapponesi sono ancorate dinanzi a Nanchino, e puntano i loro cannoni sulla capitale abbandonata dal Governo. Secondo le ultime notizie, gli obici nipponici hanno distrutto le centrali di energia elettrica e Nanchino è immersa nella oscurità. A fianco di queste notizie, giunge da Washington l'altra che al Console degli Stati Uniti a Suatou, a duecento miglia a nord di Canton, le Autorità giapponesi hanno intimato la chiusura della stamperia di un giornale che aveva pubblicato giorni or sono un articolo poco deferente verso la persona del Mikado. L'intimazione è stata trasmessa sotto forma di ultimatum con la minaccia di operazioni militari m caso che la richiesta non fosse obbedita. R. P. Il diretto Parigi - Milano devia presso la Gare de Lyon Parigi, 1 notte. Un incidente ferroviario si è prodotto stamane, poco dopo le 0, presso la stazione di Montereau, a poca distanza dal punto in cui venne commesso nel maggio del 1930 un attentato criminale. Il diretto Parigi-Milano era partito dalla Gare de Lyon alle 8,5; giunto presso la 'stazione di Montereau la locomotiva, per cause ignote, si rovesciò sul fianco destro, causando l'investimento dei tre primi vagoni; il furgone postale è rimasto schiantato. La prima vettura, che era il vagone postale nel quale si trovavano nove impiegati, ha resistito in parte e si è collocata di traverso al binario, e cosi pure ha fatto la vettura seguente. Tre altri vagoni uscivano dalle rotale, divelte per lungo tratto. Fra le grida di dolore e di terrore, i viaggiatori incolumi e il personale organizzavano i primi soccorsi. Il meccanico Bichard venne estratto dai rot-' tami gravemente ferito; sotto la lo- comotiva era spaventosamente strito-'lato il fuochista Lefeller. Anche 11 ca.! potreno, Godeau, è rimasto ferito ctptanvaqlmfiupsuo stato è disperato. Vi sono alcuni [ feriti leggeri. Numerosi viaggiatori hanno potuto continuare il viaggio, do-l.. I 111 procedono Il generale Gayda incarcerato r n.n™ rt*iio dtPf^MnL^i6;» IL ex-capo dello Stato Maggwre ce- SSS»«S X^Xl lèJ&^!? 'Scontare dui mesTdl carc'er^ Pe^[

Persone citate: Lyon, Pratt