I giapponesi hanno bombardato Nanchino

I giapponesi hanno bombardato Nanchino I giapponesi hanno bombardato Nanchino Dichiarazioni di Gang Kai Cek al nostro inviato: « Abbiamo deciso di accettare la guerra » - I cinesi armano mentre i giapponesi inviano un altro Corpo d'Armata a Sciangai - Il passo delle Potenze a Tokio - L'atmosfera internazionale si rass erena, ma la situazione permane gravissima - Episodi di terrore Sciangai, 1 notte. La situazione è sempre gravissima: nonostante che nella serata di ieri le autorità internazionali di j Sciangai abbiano annunziato che sa-\rebbe stato possibile raggiungere un compromesso in base al quale si sarebbe ottenuta ima tregua fra giapponesi e cinesi, la battaglia ha continuato a tenere la popolazione cosmopolita in un orgasmo vivissimo, quella cinese nel terrore più disperato. Le artiglierie contro Nanchino A Nanchino non ci soìio migliori notizie: alle 7 di questa sera le navi nipponiche hanno aperto il fuoco contro le batterie cinesi, che rispondono. Da un radiotelegramma trasmesso dal cacciatorpediniere americano Simpson, che si trova pure di fronte a Nanchino, risulta che il fuoco è stato aperto inaspettatamente dalle navi giapponesi. A Sciangai le ostilità hanno avuto momenti di sosta, o per meglio dire le truppe giapponesi e quelle cinesi hanno cessato di combattere le une contro le altre, mentre entrambe continuavano nella zona rispettivamente oceuvata quelle operazioni contro i franchi tiratori che danno origine a continue riprese delle ostilità dirette. Così la notte da ieri a oggi è passata tranquilla (questo vuol dire che la fucileria e le mitragliatrici hanno fatto sentire la loro voce soltanto ad intervalli, (r l'artiglieria ha sparato di rado, e che gli aeroplani non hanno bombardato), ma l'impressione di relativa calma viene completamente cancellata dalla tensione che ho avuto occasione di notare nelle rctrolinee cinesi, e dai preparativi di guerra cui si assiste nella stessa Sciangai. Questa sera apprendo da fonte autorevole che il Governo di Tokio ha deciso dì inviare a Sciangai una Divisione dell'Esercito che dovrebbe sostituire o aggiungersi ai cinquemila marinai delle compagnie di sbarco. Insieme ad un collega americano to deciso, sabato sera, di raggimi-ìaere Nanchino allo scopo di render-\mi conto, e assumere informazionildirette, circa le decisioni prese nella giornata di sabato dal Capo della Repubblica. Nanchino disia da Sciangai 190 miglia: in poco più di sci ore siamo giunti nella capitale, senza che il minimo incidente abbia turbalo la nostra corsa. Nanchino presenta un aspetto che non si sa se convenga chiamare di confusione o di entusiasmo: le vie della città in cui il traffico, come in tutti i grandi centri cinesi, non può mai essere efficacemente controllato, ribolle di cortei di dimostranti che lanciano le più feroci grida contro gli invasori, e sono tappezzate di manifesti sui quali, con poche sillabe, si esprime un'indignazione contro i giapponesi che è nutrita da decenni. Intervista con Ciang-Kai-Cek Due miglia a valle di Nanchino una squadriglia di cacciatorpediniere nipponici ha dato fondo nelle acque dc.lVYang-Tze, due giorni addietro. La presenza delle nav-i da guerra giapponesi, lungi dall'indurre a più sensati consigli, ha eccitato più che mai lo spirito di lotta nella folla, che ha continuato a reclamare dal proprio Governo la guerra. Mediante i buoni uffici del Con¬ sole americano, abbiamo potuto essere ricevuti subito dal GeneralissiL,„ rùnin-Krii-Cek mo , „ Una serie di domande alle quali il « Napoleone cinese » ha dato ri-\sposte precise, ci mette in condi-'' ^ conflitto di Sciangai. Anzitutto ci siamo proposti di[ stabilire quale fosse il contenuto autentico di quel comunicato col quale sabato il Governo di Nanchino ha j fatto ufficialmente annunziare che \avrébbe dichiarato la guerra al Giappone. A tal uopo abbiamo posto al Generalissimo la seguente domanda: E' senza precedenti il fatto che un Governo « dichiari di dichiarare la guerra » ad un altro Stato: poiché, sino a quanto ci è noto, la guerra così annunziata non è stata ancora dichiarata, e poiché il comunicato di sabato scorso non è smentito, volete dirci quali sono in proposito le intenzioni del Governo? Il comunicato al quale vi riferite — ci ha risposto Ciang-EaiCek, parlando così lentamente che ci è stato possibile trascrivere letteralmente le sue dichiarazioni — è sostanzialmente esatto. Errata è, invece, IJinterpretasionc che ne è stata desunta. L'errore può dipendere dalla mentalità abituata alle forme protocollari, secondo le quali una guerra deve essere dichiarata prima di essere fatta. Ora, noi non abbiamo bisogno di dichiarare una guerra che gli altri ci stanno facendo. Abbiamo semplicemente deciso di difendere con le armi il nostro territorio o, se preferite, di accettare la auerra. — Volete dirci — abbiamo ob biettato — se e quali differenze pratiche possono esistere fra quello che sta avvenendo a Sciangai ed una guerra formalmente dichiarata? Da un punto di vista militare, ed io sono un soldato — ha risposto Ciang-Kai-Cek — le differenze possono essere così minime da non avere alcuna importanza pratica. Per i politici, invece, tale differenza può avere una portata sostanziale. — Non dimentichiamo — abbiamo soggiunto — che è proibito dichiarare la guerra... — Ma non può essere proibito ad uno Stato di impugnare le armi per difendersi quando, con una invasione, si viene a violare la no¬ ì*tra integrità territoriale, primo \attri°ut0 dell'indipendenza e della l^ranita. Per questo, obbedendo alla decisione del Governo della Repubblica, ho lanciato sabato il proclama ai miei soldati, incitandoli ad essere pronti a seguire il mio esempio: essere disposti a morire, se necessario, per la Patria. Preparativi di combattimento Il generalissimo, che ci ha parlato con un tono di rimarchevole convinzione e dì grande energia, ha quindi fatto una rassegna degli avvenimenti svoltisi al Giappone: Ciang-Kai-Cek ha insistito nel dichiarare che la tregua che i Consoli stranieri erano riusciti a stabilire venerdì sera è stata rotta per colpa dei giapponesi che hanno lasciato cadere delle bombe sul territorio occupato dai cinesi, ì quali in osservanza ai patti, stavano sgombrando c ritirandosi entro la linea stabilita. Intorno a Nanchino i soldati sca vano trincee, stabiliscono appostamenti per le artiglierie; nelle file dell'Esercito cinese — o per lo meno in quei trecento mila uomini dei reggimenti delta guardia, destinati all'eventuale difesa di Nanchino — c'è un ordine perfetto: li ho veduti marciare composti, marziali, per levie della città; e nei dìjitorni di essati ho veduti preparare con entusia-smo e con disciplinato fervore i lavori di fortificazione. Non ho po-tuto non fare un confronto fra que-\stì soldati e quelli d'elle varie ar-^mate cinesi operanti in Cina: gli I malaugurata ipotesi, i giapponesi[si trovassero di fronte a queste file avrebbero un compito ben più difficile di quello che è stato per essi, allorché ebbero a che fare con i rappresentanti di Ciang-Sue, e gli altri generali mancesi. Nanchino è, come tutte le città cinesi, in parte ricinta di mura; queste vengono ora guernite di numerose mitragliatrici; ovunque vengono disposti con esatto criterio militare dei depositi di viveri e di munizioni: alcuni pezzi di artiglieria campale e pesante sono stati collocati sulle colline a nord della città. Queste bocche da fuoco hanno soprattutto il compito di battere e, finché è possibile, di bloccare il fiume: contro queste batterie, appunto, è stato aperto questa sera il fuoco del cacciatorpediniere giapponese. La popolazione di Nanchino è relativamente calma: da ieri sera anche colà è proclamata la legge marziale, provvedimento completamente giustificato dalla situazione che sino a ieri era delicatissima e che oggi, dopo il combattimento d'artiglieria fra i forti e le navi si è dimostrato più che necessario. Siamo rientrati stamane a Sciangai, compiendo un largo giro attorno al quartiere di Ciapei, e presentandoci al confine della Concessione francese, che sinora è stato il meno provato. Ma anche qui i senegalesi ci hanno riferito che stamane per poco non era avvenuto un conflitto coi giapponesi. Al Consolato francese l'episodio ci è stato descritto nel modo seguente: e All'alba un reparto di marinai nipponici, composto di circa 150 uomini si è presentato al nostro confine occidentale, e dichiarando di over scoperto che nella Concessione si erano rifugiati dei franchi tiratori cinesi hanno chiesto di entrare per procedere all'arresto dì essi. Il Comandante del settore francese si è opposto alla richiesta informando di ogni cosa il proprio Console generale: questi Iva fatto rispondere che la richiesta di entrare nella Concessione non poteva essere accettata, ed ha informato il Comandante del reparto nipponico che i senegalesi avevano l'ordine di respingere con le armi qualunque tentativo di violare tale disposizione. I francesi da stamane hanno rinforzato le loro posizioni piazzando numerose mitragliatrici protette da sacchi a terra, e da reticolati. Il Console di Francia ha inoltre avvertito tutti i giapponesi residenti normalmente nella Concessione ad uscire da questa e a portarsi nel distretto di Hongkew, controllato dai marinai nipponici », La legge marziale intensificata Nella notte su oggi a Sciangai ha regnato in una certa tregua: stamane il Console generale degli Stati Uniti ha diramato il segueyite comue nicato: « Si può annunziare oggi che la situazione è stata nei giorni scorsi molto critica, soprattutto per l'attività dei franchi tiratori, e per l'irremovibilità dei capi delle forze avversarie che subordinavano ogni altra considerazione a quelle d'ordine prettamente militare ». Dopo aver dichiarato che l'arrivo di nuove forze britanniche e americane migliorerà certamente la situazione, il comunicato prosegue: « E' mio obbligo avvertire che queste dichiarazioni non devono in¬ ìdurre ad un ottimismo non ancora 'giustificaio. La limitatissima distan¬ lza a cui si trovano gli avversari ren \de precaria quanto mai la tregua 'che si è andata stabilendo nella 'giomata dì ieri ». \ Sappiamo che ancora ieri si è ten'tato di stabilire fra le forze cinesi \nesi, una zona neutra che avrebbe ìdovuto'essere presidiata dalle trup_-,

Persone citate: Ciang, Simpson