Gli ex-amministratori della Bancaria Marchigiana sul banco degli accusati

Gli ex-amministratori della Bancaria Marchigiana sul banco degli accusati Gli ex-amministratori della Bancaria Marchigiana sul banco degli accusati Ancona, 30noe. Il processo contro gli cx-amministratori della Bancaria Marchigiana — il cui dissesto danneggiò oltre 50 mila depositanti di tutta la regione — ha avuto inizio oggi dinanzi al nostro Tribunale presieduto dal cav. Sartori, giudici Menichelli e Cessi, Pubblico Ministero cav. Ciccarelli. Sono comparsi sul banco degli accusati il ragioniere Mauro De Gennaro fu Giovanni, nato il l.o gennaio 1892 a Trani, residente in Ancona, direttore dell'Istituto; il conte Giuseppe Grizi di Massinissa, nato a Jesi il 10 dicembre 1882, residente in Ancona, amministintore delegato; Armando Pucci fu Girolamo, nato a Forlì il 22 marzo 1877, residente a Macerata; Giuseppe Vicentini fu G. Battista, nato a Gaibana (Ferrara) il 19 aprile 1877, residente a Roma; Alberto Bezzi di Gabriele, nato a Tolentino l'8 dicembre 1895, residente a Roma; Romeo Palmeggiani fu Raffaele, nato il 10 aprile 1884 a Roma, ivi residente. Tutti debbono rispondere del dissesto della Società Bancaria Marchigiana per oltre 100 milioni, di nuindebite e di ™fr.08* r£?£t™^nThancaric e borZ82US registiaziom bancarie e AFMVVILBCCFPPSLNsistiche. ÀI processo principale è abbinato il processo a carico del conte Grizi, del rag. De Gennaio e dell'agente di cambio Mario Sangiovanni di Genova, colpevoli di sottrazione dì mezzo milione di buoni del Tesoro ordinari, di altre 172.000 lire convertite a loro profitto, di una truffa di 300.000 lire in danno della ditta Cecchini di Genova e di altri falsi. La Banca delle Marche e degli Abruzzi, la quale assunse il carico delle liquidazioni dell'Istituto dissestato, si è costituita' Parte civile, assistita dall'aw. Tambroni; altrettanto ha fatto uno dei più forti creditori, il conte Gallo-Rigamonti, il quale sarà assistito dall'aw. Giardini. La difesa degli imputati è affidata ai più noti professionisti del Foro anconitano e del Poro romano. Il conte Grizi è difeso dagli aw. Carnclutti e Andrianl; il rag.-De Gennaro dall'aw. Vettori; il comm. Vicentini dall'aw. D'Angelantonio; il conte Bezzi da?, aw. Castracane di Roma, Marinelli e Bérti di Ancona; il Palmeggiani dall'aw. Nicolai e dall'aw. Paolini; il Sangiovanni dall'aw. D'Andrea di Genova e dall'aw. Pacettl. Il processo ha richiamato nell'aula gran folla, non solo di curiosi, ma anche di persone danneggiate dal dis sesto. Gli imputati, tutti a piede libero, si sono presentati in udienza accompagnati dai loro difensori. L'udienza an tlmeridiana è stata occupata da incidenti preliminari, svolti dai vari! difensori; incidenti che sono stati tutti respinti, ad eccezione di quello rìferentesi alla prescrizione di uno dei capi di imputazione. Si è iniziato, quindi, l'interrogatorio dee" imputati. Primo interrogato è sta k^^J^sm flepilUilUid7Iat1cB1Hr1stFV3RU2s26li1lìD1T57'i,2tV6B8z46gliere delegato della Società Bancaria Marchigiana. Sui varii addebiti a lui inerenti, egli ha dato spiegazioni, asserendo che, per alcuni, si tratta di deli berazioni regolarmente prese dal Comi tato direttivo, per altre di operazioni di competenza di uffici singoli della banca Circa l'imputazione di avere creato la I.M.A., che, secondo l'accusa, sarebbe una Società fittizia, il Grizi ha rilevato che tale Società deve considerarsi reale, creata allo scopo di tutela del titoli azionari della Bancaria. Quanto all'esposizione, nei bilanci, dì cifre che facevano apparire floride, ai terzi, la Società Bancaria, il Grizi ha affermato che ciò fu fatto al solo scopo di non allarmare la clientela, nella fiducia di salvare la banca stessa e negli interessi degli stessi creditori e deposi tanti. All'imputazione concernente il godimento di gratificazione, nonostante le tristissime condizioni della Società, l'imputato ha asserito trattarsi di somme modeste, che per uso bancario non si intendono subordinate all'entità del l'utile, ma sono invece proporzionate all'opera prestata. Gli aumenti di capitale, secondo l'imputato, furono reali come genuine furono le sottoscrizioni. Il Presidente, poi, ha contestato al conte Grizi alcuni fatti avvenuti in Genova, e che, per connessione, formano oggetto di questo processo. Trattasi di alcune operazioni di Borsa, intervenute fra la Società Bancaria Marchigiana e l'agente di cambio Sangiovanni di Genova. L'imputato si è difeso affermando che tali operazioni furono trattate dall'Ufficio Borsa, in sua assenza. Sulla truffa in danno della ditta Cecchini, di Genova, il Grizi si è scagionato, dichiarando che le 300 mila lire furono dalla stessa ditta date a prestito al Sangiovanni, senza nessuna garanzia, da parte della Bancaria Marchigiana, di procurare ai fratelli Cecchini le divise estere, di cui essi abbisognavano. Sono seguite numerose contestazioni ad opera della Parte Civile e del Pubblico Ministero. Esaurito così l'interrogatorio del primo imputato, l'udienza è stata rinviata a lunedì, per l'interrogatorio del direttore generale rag. De Gennaro, dell'a gente di cambio Sangiovanni e del Vi centini R—