L'odissea giudiziaria di un impiegato delia Finanza

L'odissea giudiziaria di un impiegato delia Finanza L'odissea giudiziaria di un impiegato delia Finanza alla documentazione 1=„ i o완h hr.»..(Corte dAppello di Torino) A tre anni dal suo sorgere, si è conchiusa la vicenda giudiziaria che!ha avuto per protagonista il sig. Fran-ico Carnielli, impiegato presso la j0_lcale Intendenza di Finanza. 11 Carnielli ora addetto all'* Ufficio Lotto », cui 1 ricevitori del Lotto della circoscrizione, devono far pervenire ogni setti maua assieme alla documentazione delle giocate fatte presso i singoli bot teghini, l'importo delle giocate stesse. Orbene, all'ufficio Lotto della locale Intendenza di Finanza perveniva il 21 novembre 192S il plico spedito dalla Ricevitoria del Lotto di Aosta c nel quale doveva essere incluso il vaglia i <1i lire 2500 corrispondente all'importo globale delle giocate fatte nella set- Umana presso tale ricevitoria. Il plico fu an°rto rial rnrnielli il oliale vi rin- iu aperto cai ^armeni, il quale vi ri" venne ì documenti consueti, ma non ili vaglia di servizio rappresentante l'importo delle giocate. Si telegrafò subito alla Ricevitoria del Lotto di Aosta e si apprese che la titolare dell'ufficio, non essendo riuscita data l'ora tarda, ad ottenere 11 rilascio del vaglia, aveva inclusa la somma nel plico. Si constatò poscia che il plico era stato recapitato privo dei bolli di partenza e di arrivo. Questo insieme di circostanze, congiunto al fatto che la somma risultò scomparsa dal plico, portò ad una complessa inchiesta per parte dell'Intendenza di Finanza e, parallelamente, per parte della Direzione delle Poste. Infine, i risultati della inchiesta erano segnalati alla Procura del Re. Ad istruttoria conchiusa, il Carnielli fu mandato a giudizio come responsabile della sottrazione. Gli si attribuì di aver sottratto dal plico le 2500 lire che la ricevitrice vi aveva incluso. Ma il Tribunale non si convinse della colpevolezza del Carnielli e lo assolse per insufficienza di prove. Contro questa assolutoria limitata egli ricorreva alla Corte d'Appello, per ottenere una declaratoria maggiore e definitiva. Ma alla Corte ricorreva anche il P. M. Venuta la vicenda al riesame dei giudici d'appello, la Corte — su relazione del consigliere cav. Gatti — riformava la sentenza del Tribunale e affermando la responsabilità del Carnielli lo condannava, per peculato, a due anni e sei mesi di reclusione. Per parte del Cai-nielli, che era lungi dall'attendersl un epilogo di questo genere, si ebbe cosi il ricorso in Cassazione. I suoi patroni eccepirono che la sentenza della Corte difettava di motivazione, e richiesero un supplemento di istruttoria col richiamo del « modello 49 A » accompagnante il plico e su cui il condannato sosteneva di aver immediatamente segnata la constatata mancanza del vàglia. La Cassazione, ritenendo strano che la Corte di Torino non si fosse preoccupata della doverosità di tale produzione, cassava la sentenza per difetto di motivazione. Per un ulteriore esame, la vicenda è cosi tornata ad altra sezione della Corte d'Appello, dinanzi a cui la difesa, rappresentata dagli aw. Camoletto e Gennaro, ha ottenuto la rinnovazione del dibattimento. Dopo due giorni di dibattito, la Corte (Pres. comm. Pennacchietti, P. G. comm. Taglietti) ha assolto il Carnielli per non aver commesso il fatto. Le avventure di CavaJHto conchiuse con un'assolutoria per prescrizione (Corte d'Appello di Torino) Vennero diffusamente riferite su queste colonne le avventure di Defendente Cavallito, l'ex-segretario comunale che, condannato in contumacia 19 anni or sono, riuscì a mantenersi latitante si no al 12 giugno dello scorso anno, giorno in cui fu tratto in arresto dal maresciallo Curzi, comandante la Squadra investigativa dei Carabinieri. Ricorderanno pure i lettori che egli aveva trascorso gli ultimi anni di latitanza sotto il nome di Pietro Onorato Bacolla, in qualità di amministratore dell'isola di Gianutri, di proprietà dcll'aw. Vaccarino, senza che alcuno avesse mai lontanamente sospettato che sotto il nome di Bacolla si nascondesse condannato. Dopo l'arresto, il Cavallito subì un primo processo per essersi fatto rila sciare in Isola del Giglio una carta di identità al nome di P. O. Bacolla, e per avere fatto uso di detto documento nonché per avere fornito false generalità ai Carabinieri che lo avevano tratto in arresto. Per questi fatti egli fu condannato ad una pena mite: un mese e 15 giorni di reclusione, lire 200 di multa e lire 50 di ammenda. Intanto, subito dopo l'arresto — assistito dal suo difensore avv. Gino Obert — il Cavai lito interponeva appello contro la sen tenza emanata il 17 dicembre 1912 dal Tribunale di Torino, e colla quale fu condannato a 6 anni e 11 mesi di reclusione per falso e truffa. Egli sosten ne di avere sempre ignorato le impu tazioni che gli erano state elevate ed eccepì di non avere mai avuto notifica del decreto di citazione e della sentenza contumaciale. Protestò infine di non avere commesso i reati pei quali era stato condannato. A sostegno dell'appello, il suo patrono prospettò in un memoriale una tesi di puro diritto processuale, conchiudendo che doveva dichiararsi «. estinto il reato », essendo abbondantemente trascorso il periodo di tempo utile per la presorizione dell'azione penale. In seguito a ciò, il Cavallito f comparso ora dinanzi alla Corte di Ap pello (Presidente comm. Pola: Procuratore Generale avv. Capuccio; Cancelliere cav. Casctti). Interrogato, egli ha affermato di aver avuto notizia della condanna soltanto molti anni dopo l'emanazione della sentenza. E con accento di commozione proclamò ancora una volta di non avere commesso i fatti che gli erano stati imputati. Dopo una dettagliata relazione fatta dal consigliere comm. Caccia, l'avv. Gino Obert ha svolto ampiamente le ragioni prospettate nel memoriale. Il P. G. comm. Capuccio si è associato alle conclusioni della difesa e la Corte dopo breve permanenza in Camera di Consiglio — ha emesso sentenza di as- solutoria, dichiarando «non doversi procedere contro Defendente Cavallito perchè il reato è estinto ». Egli riacqui sterà cosila libertà per breve tempo in [terrotta.

Luoghi citati: Aosta, Isola Del Giglio, Pola, Torino