Consigli agli sciatori

Consigli agli sciatori Consigli agli sciatori L'attore cinematografico che scrive racconti di montagna, fa conferenze e impartisce consigli sull'arte dello sci VIENNA, gennaio. igiUna pellicola- che ricostruisce epi- gesodi della guerra sostenuta sulle Alpi doto austriaci e italiani ha conferito venuova iiopolarità allo sciatore Luis s'Trenker. Nel film, reso imponente già mdalValtezza superba dei monti e dalla doprofondità e distesa delle nevi, il Tren- * ker, audace e abile, è veramente am-,è mirevole ■ o Se„ • ' ,,, . . , ..'daGrazie all'accresciuta popolarità, il- Trenker ha ricevuto da molte parti nviti a scrivere racconti di montagna, a tenere, per radio, conferenze sullo sport sciatorio ed anche ad impartire, dalle colonne dei giornali, consigli pratici sull'arte dello sciare. In materia oggi egli è in Austria autorevole al pari dello Zdarsky, del quale ci occupammo l'anno scorso, per ricordarne la scuola di Lilienfeld, fondata nel 1896. Forse gl'insegnamenti agli entusiasti di questo sport meritano d'esser conosciuti anche in Italia: i riassumeremo nelle grandi linee. Bene al corrente di tutto quanto in materia aia fu scritto, il Trenker — è chiaro — non si lusinga di lanciare dee e teorie di carattere rivoluzionario. L'ex-capitano di Stato Maggiore Dice questo signore delle Alpi che può imparare facilmente a sciare chiunque sia sano. Esser sano significa poter mangiate]'V: bere e sopportare Varia freéb'di'éimettere i polmoni a prova: il fiato lungo ci vuole. Adagio col bere, non dovendosi abusare ne del vino nè della birra: per realizzare l'ideale della sana mente nel sano corpo coll'aiuto dello sci, bisogna bere con misura, mangiare roba buona ed in quantità moderata, astenersi dal fumare sigari grossi come un grasso pollice e dormire il numero di ore che il corpo esige. Fino a che età si può tentare di imparare? Pure ammettendo che più presto si comincia e meglio è, e che a quindici anni si è in migliori cqndizioìii che a trentacinque, Trenker dichiara che il fattore età in fondo non ha importanza eccessiva. Lui conosce un ex-capitano di Stato Maggio re il quale, datosi trentacinquenne ad esercitarsi con gli sci, finì col fare salti di 28 e 30 metri, che sei lustri addietro rappresentavano dei records. In età di anni sessantacinque, questo capitano a riposo, arzillo e vegeto, ri. mane uno dei migliori sciatori della vecchia guardia tirolese. Naturalmente, come per ogni cosa, uno ha grande disposizione e un altro meno: si sa che degl'individui nascono col talento del guidatore di automobili o col bernoccolo delle lingue straniere e che altri non imparano vita naturai durante a tenere il volante a dovere, oppure a masticare convenientemente il francese o l'inglese. Sugli sci l'individualità si esplica poi nel fatto che ogni sciatore, anche adottando un certo stile, imprime alla propria andatura una nota personale. Però per saltare e fare lunghe corse, sentenzia il Trenker, ci vuole qualche cosa di più della pura e semplice attitudine fisica. Lo sciatore al quale gli insegnamenti citati si rivolgono è uno sportsman modesto, che nei primi giorni fa brevi passeggiate, trattenendosi sul campo di esercitazione poche ore appena. Al principio non bisogna esagerare, mancando i muscoli e le ossa di allenamento e dovendosi i polmoni abituare alla leggera aria di montagna Vanno adoperati sci le cui punte possano essere, con le braccia tese, facilmente raggiunte. Lo sci da turismo ideale deve, secondo Trenker, avere una lunghezza di metri 2,20 e mia larghezza in centimetri, all'attacco del piede, fra 71/2 e 81/2. Malgrado i progressi compiuti negli altri Paesi, i migliori sci si fabbricano sempre in Norvegia. Gli sci da turismo differiscono da quelli per i salti e le lun glie corse. detebiludirisglgebetacosuesti,Indiarpridolapwpsipinicotibitacomcipripinsanci Pqspqilpcladcpcrasccpammeadpv—tdttpII compagno indivisibile dello sciatore Lo sci da turismo, in legno liscio e pesante, ha nel mezzo una sola incavatura, mentre quello per salti ne ha tre, destinate ad impedire gli spostamenti laterali e a garantire la vigorosa avanzata in linea retta. Lo sci per le corse di resistenza ha press'a poco la lunghezza di quello per turismo, ma è molto più stretto, leggero, liscio ed e- | ittico; su di esso il piede viene legato 1 i sci più leggeri ed economici, ma di mi '-^ dJ rendimento ^ parn. ^Zabaeaa'tackory. Ora si costruisco|;io ^ amJlg C£m betuVn di Finlandia: ; per leggerezza ricordano gli sci di fras,.vino. Non acquistare mai sci senza es¬ cali particolari cinghie. Il legno da ! preferire è lo hickory: il frassino, mol- ^io adoperato negli anni scorsi, dà degli, sere accompagnati da persona che davvero se ne intenda. Per vestirsi da sciatore occorre avere, oltre al denaro, un po' di gusto et senso pratico: racconta il Trenker che gii è capitato dincontrare in Montagna gente ricchissima equipaggiata in modo da non reggere al confronto con poveri studenti e ragazze di ufficio! Non s'indossino indumenti troppo caldi: il moto provvede a riscaldare anche quando l'aria mattutina è assai fresca. Se si * ____»„__« j„„„ „„,.„„ ™- _„a è adorati, dopo una corsa, si può Sempre tirar fuon il pullover dal sacco da montagna. Compagno indivisibile dello sciatore, questo sacco deve contenere tutto quello di cui si può aver bisogno durante un'escursione: una unga cinghia di cuoio grasso, un paio di cinghie per legare, guanti e calze di riserva, fiammiferi, candele e cera per gli sci. I migliori sacchi sono i norvegesi. Sulle spalle il sacco deve stare bene a posto e non sballonzolare a dritta e a manca. I bastoni sono per lo sciatore « il secondo paio di piedi » : è bene imparare subito a tenerli correttamente. Senza essere nè troppo lunghi né troppo corti, i bastoni debbono tocar le ascelle. In pianura essi permettono allo sciatore di camminare con tutti e quattro gli arti: non è un camminare vero e proprio, bensì uno scivolare, mai staccando gli sci dal suolo, e sempre aiutando la marcia in avanti con un'energica pwntata sui bastoni. La fatica è uguale per le braccia e per le gambe: il piede sinistro avanza col braccio destro, il piede destro progredisce col braccio sinistro. E' il moto dei cavalli. Trenker consiglia di piegare fortemente i gomiti in dentro, in maniera che le mani abbiano a trovarsi in vicinanza immediata del torace. Non staremo a ripetere con lui la descrizione dei varii stili di marcia in piano: sia per questa marcia, che per quella in montagna, molto più difficile, Trenker non si stanca dal ripetere che va lasciato tempo al tempo. Il lungo esercizio vale più di ogni insegnamento teorico. Un nuovo tipo di nodo Agli alpinisti italiani potrà interessare la conoscenza di un nuouo tipo di nodo, inventato e provato con gran successo dal dott. Karl Prusik, che è fra i più valenti alpinisti viennesi. Il dott. Prusik non ha bisogno di descrivere quanto tormentoso sia, per un alpinista caduto in un crepaccio, il tenersi per ore ed ore appeso alla corda alla quale è rimasto legato, sul ghiacciaio, il. compagno di ascensione. Già dopo pochi minuti, non si resiste, perchè la corda penetra nel corpo, rende difficile la^ respirazione, turba la circolazione del sangue e tormenta i muscoli. Si ricordano casi di alpinisti i quali hanno pregato il compagno, impotente a soccorrerli, di recidere la corda per liberarli dalla tortura. Orbene, il dott. Prusik consiglia agli alpinisti che per disgrazia incorrano in situazióni così dure, di applicare alla corda — due lacci per i quali occorrono, complessivamente, tre metri di corda più fina. Il nodo così ricavato, ove non abbia da sostenere peso, si sposta facilmente lungo la corda da montagna, mentre con un peso nel laccio fa prosa e resiste benissimo. L'alpinista, dunque, applicati i due lacci alla propria corda deve entrarci con i piedi e sollevando prima l'uno e poi l'altro piede — gra vando su di uno per alleggerire l'altro — può lentamente tirarsi su. Nel caso che una gamba sia diventata, in seguito alla caduta, inutilizzabile, l'ascesa è tuttavia possibile, adoperando uno dei due lacci per sedersi. L'alpinista esper to intuirà da solo gli altri interessali tissimi usi ai quali l'invenzione si presta. Il feace ngMAEtfsMgccfzmrtvgrtdszsrld(rvCzrdbCiPdlss3tLpt6rg

Persone citate: Karl Prusik, Lilienfeld, Trenker

Luoghi citati: Austria, Finlandia, Italia, Norvegia, Vienna