Il romanzo del Volga

Il romanzo del Volga Il romanzo del Volga Quando Boris Pilnjak ebbe finito di scrìvere il suo grande romanzo « Il .Volga sbocca nel Mar Caspio »incappò in un'avventura che aveva certo molti'lati interessanti, ma non andava però disgiunta da seri pericoli. Egli aveva voluto comporre la grande epopea del « Piano Quinquennale», narrare drammatizzare quell'immensa opera che, incominciata da tre anni, sta mutando radicalmente il'volto alla Russia;.ed invece svide esposto ad un'accusa di incomprensione del bolscevismo, ,e corsserio pericolò di passare per controrivoluzionario. La cosa aveva i suoi lati interessanti,, si è detto, poiché una discussione sulla misura con cui Pilnjak aveva saputo interpretare il nuovo pathos della società sovietica, non poteva mancare di quel fascino elegante che i russi sanno sempre darad una discussione : ma le cose avrebbero cambiato d'aspetto se, com'era più che probabile, alla discussione sfossero mescolati anche i funzionardella G.-P. U. Per buona sorte dPilnjak, l'estate del 1930 era un'e poca fortunata per la Russia, ed ogncittadino era disposto a pensare sempre il meglio, di tutto. Così anchil dibattito. sul romanzo di Pilnjak finì in senso favorevole per l'autore; ed" il libro comparve dopo pochmesi, decorato di una prefazione dCarlo Radek, intesa a chiarire ognscrupolo di coscienza dei lettori sulla ortodossia comunista del romanze delle idee che esso contiene. Il critico ufficiale dichiara chPilnjak non comprende niente del là, mentalità bolscevica e delle teoridi Marx e di Lenin; ma che egli animato di un sì fervente entusiasmper. gli aspetti esteriori della vitnella nuova Russia, da meritare l'assolutoria. « Certo — conchiuse Radek — questi artisti privi di una raffinata coscienza bolscevica, sono condannati a sparire divorati dalla grande marea che sale; ma finché galleggiano, la loro lettura, anziché pericolosa, è in certi casi persino raccomandabile ». Per noi, meno interessati all'esattezza teorica delle interpretazionmàrxis.te di Pilnjak, e d'altra partsempre informati in modo così imperfetto, superficiale o tendenziososugli avvenimenti di Russia, leggerquello che un osservatore spassionato è, d'altra parte, sensibilissimopuò dirci « degli aspetti esteriori della vita nella nuova Russia », ha un grande valore. Tanto più quandquesto osservatore è, come Pilnjakun artista che sa connettere questaspetti esteriori sino a darci un'eco molto profonda dell'anima che vivsotto di essi.. Del resto, quelli chRadek chiama «aspetti esteriori»sono , tutt'altra ^cosa per Pilnjak, iquale narra che in mezzo al grigkme ed alla tristezza della vita russdell'ultimo decennio,: durante uviaggio nei luoghi dove si svolgoni più importanti lavori di ricostruzione iniziati dal Governo sovieticosentì per la prima volta, dopo i1919, « il battito delle ali della storia ». E' stato questo pulsare poten te e. quasi sovrumano, che gli hdato l'ispirazione del suo romanzoìl Volga sbocca nel Mar Caspioperchè così ha voluto la natura; mgli uomini sapranno dare al fiumun nuovo corso: lo costringeranna riversare la fertilità delle suacque, e tutto l'humus che ha strap pato dalla terra nel suo corso, soprle sterminate distese desertiche; dove ieri la steppa accoglieva appenqualche tribù di pastori nomadi, sstenderanno campi di grano. Questè la cornice, diciamo così geografice:scientifica, del libro. Il momentstorico in cui esso si svolge, è la costruzione di una diga immensa chdeve addirittura costringere un fiume a risalire il suo corso : un sistema di canali metterà in comunicazione Mosca col Mar Nero, sicchle gròsse, navi approderanno davantil Cremlino, tramite diretto fra lavoro della Russia ed il lavoro demondo. Noi assistiamo alla costruzione di questa diga, del « Monolito » come lo chiamano gli ingegnerche lo stanno creando; e viviamo imezzo alla folla del nuovo proletariato russo, dei nuovi capitani dellscienza e del lavoro — e questo il: momento sociale del romanzo. FU nalmente alcuni di questi esseri cmostrano anche la loro vita privatalà lóro ànima — e questo è il momento umano, o drammatico, o semplicemente artistico, a seconda chsi vuol chiamarlo; ed è quello chinteressa meno ad un critico comRadek, ma interessa, forse propriper questo, tanto di più a noi. Poiché è proprio qui che si sent«"il battito delle ali della storia»cioè nel dramma individuale dellvecchia anima umana che cerca daccomodarsi in mezzo alle nuovcondizioni di vita sociale. Certo il ritrattò degli ingegneri che hannconcepito e disegnato e finalmentcostruito il « Monolito ». è seducen tissihin; quel misto di freddezzscientifica e di esaltazione messianca; la durezza della loro vita di pio meri e la delicatezza della loro anma dì rinnovatori, i successivi trapassi, gli innesti per così dire deprogresso tecnico sugli scopi politice Vociati che la loro opera si propon— tutto questo è molto interessantecome sono interessanti i quadri dela corruzione e della degenerazionentro la vita bolscevica, la continutendenza del singolo ad arricchirsa profittare, per il proprio piacere, dun'opera che in origine era ispiratsolo al generale sacrificio per uprogresso ed un benessere così ideali' da sembrare addirittura astrattcome è interessante l'organizzaziondel .lavoro, i rapporti fra gli operac èli uffici tecnici che dirigono i lavori; Ma tutta questa parte del romanzo, per quanto ricca di spetta coli si potrebbe dire, se non fossero veri, estremamente fantastici, è in un certo senso anche aspettata; leggendo quasiasi fugace corrispondenza di giornale sulla nuova Russia, ci eravamo immaginati qualcosa di simile; se non contenesse altro,.il romanzo di Pilnjak ci avrebbe sedotti per questo lato cronistico ed informativo, di «documento sociale» del suo romanzo. In Germania il Volga» ha avuto un'accoglienza entusiastica perchè era « il romanzo del Piano Quinquennale ». Diciamo invece che a noi questa parte ci è sembrata la più fugace ; e che acquista valore solo perchè è la scena necessaria di una storia di anime — non.solo di fatti personali, ma di un grande profondo smarrimento che trascina indifferentemente tutta quella parte dell'umanità che qui si avanza alla ribalta. Pilnjak mette al centro del suo ro-manzo la storia di una donna che ha abbandonato il marito per seguire un altro uomo. E' una donna debole, delicata, che ha bisogno di essere protetta, riscaldata; una donna che non è nata per dividere la sorte degli uomini di pietra e di ferro che lavorano a creare il « Monolito ». Essa non è mai riuscita a comprendere che suo marito, l'ingegnere Sadikow, la ama ; egli non ha mai avuto il tempo di dirglielo. Perciò lo inganna; lo inganna col suo migliore amico, un compagno di fede e di lavoro; un uomo che sa consolarla, « riscaldarla », come un pulcino sotto l'ala. Il marito sa, ed aspetta un anno che i due si spieghino. « Noi non dobbiamo mentire » ecco l'assioma ; e poiché non parlano i due amanti, parla il marito, li costringe ad andare a viver insieme, così vuole la nuova morale. Ma il nuovo matrimonio non è felice; la povera piccola donna non sa essere la compagna, la camerata del marito; in breve nasce n lei la certezza di essergli di peso, di essere una creatura insignificante, disprezzabile per la sua debolezza, per la sua pochezza d'animo. Questa ossessione la spinge al suicidio. Ma questa tenue storia diviene di mprovviso importantissima : attorno al « Monolito » lavorano migliaia di donne ; e quando la notizia del suicidio di Maria si sparge, le donne sanno bene di chi è la colpa; la coir pa è degli uomini, dei maschi, che hanno predicato alla donna il vangelo della libertà, libertà sul mercato del lavoro e libertà nelle discussioni politiche; ma lo stesso si comportano in modo che nella vita privata la donna è sempre la schiava dell'uomo, è l'essere più debole che viene divorato dal più forte. E le donne proclamano lo sciopero. Non avoreranno più finché i colpevoli non saranno punitiChi erano i colpevoli? Pilnjak che nel corso del romanzo racconta tre volte la storia di queste tre anime, mettendosi ogni volta dà un altro punto di vista, non sa rispondere. La colpa era forse nell'illusione che e anime umane potessero veramente trasformarsi perchè un giorno qualcuno ha detto che le leggi morali erano mutate. Ma le leggi morali non mutano ; ed il corpo della piccola sui¬ cida è là a dimostrarlo anche se operaie si mettono in sciopero pehiedere che i colpevoli sieno punitCon questa affermazione, che in qumondo scaldato all'incandescenzsuona come una rinuncia o come uncondanna, il romanzo termina. Ldonne accettano di ritornare al lavoro, rassegnate a sopportare ancorla loro schiavitù. Poche fortunariusciranno forse a trovare il fratelo del loro cuore e della loro animcon cui spartire la fatica e la giodella vita; le altre sono sempre lpreda designata del più forte; miseria è il lavoro, miseria è l'amore, mseria è la vita. Non rimane che sperare in un domani pieno di misteroE' su questo mistero probabilmentche Pilnjak sente pulsare più for« il battito delle ali ch'Ila storia ». E' la prima volta questa che leggiamo un libro nato in una cornicbolscevica, nel quale del bolscevismnon si ragiona più. E' un fatto dquale un popolo intero ha oramafatto la base della propria esistenzIndovinare il mistero di questa esstenza! Ecco quello che Pilnjak si proposto. Gli è riescilo di sollevare velo e scorgere qualche verità dellnuova Russia, oppure, come il discepolo di Sais, ha veduto solamente sstesso? Chi lo sa! Certo egli ci conduce in un mondo clic noi ignoriamo, terribile, feroce, selvaggiamente bello, in cui anima c materia lotano disperatamente ; e sa farci sentire il respiro infocalo e violento dquesta lotta. ALBERTO SPA1NI.

Luoghi citati: Germania, Mosca, Russia