La ricostruzione della tragica scena

La ricostruzione della tragica scena Il delitto dell'ex-domestica La ricostruzione della tragica scena e gli oscuri moventi San Remo, 14 notte. L'eco profonda prodotta nella cittadinanza dal delitto, di cui è rimasta vittima la signora Dricea Parodi Mager, non accenna, per ora, a sopirsi. Il pubblico continua ad appassionarsi attorno alle cause del delitto e le ipotesi più disparate corrono di bocca in bocca. L'autorità inquirente è ormai convinta che fra la signora Mager e Medardo Giovagnonl, suo ex-domestico, esistesse una relazione colpevole, che datava da parecchio tempo. Nei ripetuti interrogatori di questi giorni, il protagonista del dramma ha tenuto ad affermarlo, con disinvoltura, specificando che la relazione durava da tre anni, e non si interruppe nemmeno allorché, avvenuto il suo licenziamento dalla casa Mager, si recò per breve tempo a Milano. Nella città lombarda, infatti, egli avrebbe ricevute lettere, e anche anaro, dalla sua ex-padrona. Fu licenziato perchè il dott. Mager ritenne opportuno che la sua signora, durante lo stato di gravidanza, fosse assistita da una cameriera; e non perchè il Giovagnonl fosse ammlato di petto, e quindi il dott. Mager tenesse, per misure profilattiche, ad allontanarlo prima della nascita dell'ultima bimba. Di ritorno a San Remo, e passato al servizio della famiglia Benini, il Giovagnonl continuò i suoi rapporti con l'ex-padrona, che vedeva quasi ogni giorno, e gli dava freqijentì convegni in località diverse (iella città. La colpevole relazione La relazione del Giovagnonl con la signora Mager non si allentò nemmeno dopo il di lui matrimonio con la sanremese Mercedes Carbone, figlia di un pompiere municipale. In occasione delle nozze, la sua ex-padrona gli fece pervenire regali e aiuti in danaro. Verso la fine di dicembre, la Mager gli richiese un prestito di duemila lire, di cui abbisognava per certe spese, delle quali non poteva informare il marito. Il Giovagnonl, che l'il dicembre, aveva ottenuto un prestito di seimila lire dall'attuale suo padrone, signor Oscar Benini, affinchè potesse concorrere nelle spese di costruzione di una casetta in campagna, iniziata dal proprio suocero, aderì alla richiesta della signora Mager, dalla quale avrebbe ottenuto la promessa di una sollecita restituzione. EgÙ prelevò la somma dal libretto postale di risparmio, e gliela rimise. Ciò sarebbe avvenuto il 27 dicembre scorso. Avvicinandosi l'epoca del parto della moglie, per il quale avrebbe dovuto sostenere non poche spese, il Giovagnonl, il 7 gennaio, incontrata l'ex-padrona, le richiese la restituzione delle duemila lire. Costei rispose, alquanto seccata, che, per il momento, non poteva farlo; allora, il Giovagnonl la Invitò al convegno fatale del mattino successivo, nella cantina della famiglia Benini, nel sottosuolo sito al numero 22 di via Vittorio Emanuele. Essa vi si recò puntualmente, ignara della triste sorte che l'attendeva, e dopo aver baciato, come sempre, prima di lasciare' l'abitazione, le sue piccole figlie. I primi momenti dell'incontro sarebbero trascorsi, fra i due, nella più stretta intimità, come risulterebbe da certe constatazioni, emerse durante la autopsia e attualmente al vaglio dei dottori Roverio e Ferrari, che la eseguirono. Ma il convegno prese una piega tragica, allorché 11 . Giovagnonl, sempre secondo le- dichiarazioni rese all'autorità, toqulrentev richiese nuovamente la restituzione del danaro- prestato, ed ebbe dalla signora Mager una nuova risposta negativa. Assalito dal sospetto che l'ex-padrona si burlasse di lui, in un impeto d'ira, egli estrasse la rivoltella che aveva portato seco, e la scaricò su di lei; e pur vedendola abbattersi al suolo, colpita dai primi due proiettili, non arrestò la sua furia omicida, seppure di fronte a un inatteso inceppamento della rivoltella. « La zia è In cantina, morta » E' risultato, infatti, che il Giovagnonl estratta rapidamente, dalla cassa dell'arma, la cartuccia inesplosa e contorta, e dopo averla gettata su di un vecchio mobile, scaricava un quarto colpo sulla disgraziata, ormai mortalmente ferita; e avrebbe sparato anche un quinto colpo, se la rivoltella non si fosse nuovamente inceppata. Fu allora che egli abbandonò la vittima nella cantina; risalito in casa Benini depose sopra un tavolo l'arma omicida e gettò, con impeto, la chiave di casa dei suoi padroni che portava seco. Quindi, indossato il paletot, si allontanò dopo aver gridato alle figlie del signor Benini, che erano presenti a quella scena inattesa: < la zia è in cantina, morta ». II Glovagnoni andava difilato a costituirsi alla vicina caserma dei carabinieri, mentre le signorine Benini, scese in cantina e scorta a terra la zia, che rantolava ancora, correvano rapidamente al telefono e davano, in assenza della mamma in viaggio per Milano, il primo allarme al babbo, che trovavasi all'officina del gas, e al marito dell'uccisa. Il resto è noto. Il signor Oscar Benini, cognato dell'uccisa, da noi interrogato, ha dichiarato che la signora Mager, ultimamente, faceva rare visite alla sua famiglia, presso la quale si recava quasi sempre accompagnata dalla cameriera e dalla bimba che ora conta diciotto mesi; e che mai notò una qualsiasi intimità fra lei ed il Giovagnoni, al quale egli accordò, nella prima metà di dicembre, il prestito delle lire seimila. Il dott. Attilio Mager ha affidato all'aw. Silvio Dian, l'incarico di costituirsi Parte Civile, nell'azione giudiziaria a carico del Giovagnonl. Il marito dell'uccisa continua a dichiarare di non aver mai avuto il minimo sospetto sulla fedeltà della moglie, e di non aver mai notato, sebbene la sua professione lo tenesse, la maggior parte della giornata, lontano di casa, l'esistenza di rapporti fra servo e padrona. Questa non può aver chiesto danaro al Giovagnonl, perchè to quei giorni aveva ricevuto dal marito 2500 lire, per le spese di casa. Presso il corpo dell'uccisa fu trovata, la mattina del delitto, la sua borsetta, contenente seicento lire; se l'exdomestico avesse richiesto !a restituzione delle duemila lire, la signora Mager avrebbe potuto tacitarlo, versandogli subito, come primo acconto, le seicento lire, che aveva nella borsetta. Amore e gelosia L'aver trovato negli abiti dell'assassino due fotografie dell'uccisa non significa che egli le avesse ricevute da lei. H Giovagnoni può averle trafugate, quando 3i trovava al servizio della famiglia Mager, per farne magari oggetto di un ricatto; nessuna delle fotografie porta dedica o altro scritto. Il Giovagnoni, innamorato della sua expadrona, e sebbene altre volte da lei respinto, è riuscito, la mattina del delitto, ad attirarla, con un pretesto, nella cantina del Benini; e avendo ricevuto da costei una nuova ripulsa, che non ammetteva replica, alle sue proposte d'amore, e la minaccia di denunciarlo al proprio marito e al cognato, spinto da un impeto bestiale l'ha uccisa. Può anche darsi che tra il Giovagnoni e la sua ex-padrona, sia esistita, un tempo, qualche relazione, da costei troncata dopo il di lui matrimonio. Il Giovagnonl avrebbe cercato, recentemente, di riannodarla, come lo potreb¬ be dimostrare il dono della torta» in < forma di cuore, fatto pervenire alla signora Mager, in occasione del Capodanno. Egli teneva a questa relazioneperche gli avrebbe fruttato ancora, come In passato, del denaro, col quale arrotondava il salario mensile di lire trecento, percepito dalla famiglia Benini. Il Giovagnoni si recò al convegno, armato di rivoltella: e quando la signora gli ha ripetuto decisamente che non intendeva riprendere una relazione, di cui era riuscita a liberarsi, e che egli stesso doveva considerare ormai Incompatibile con il suo dovere di padre della creaturina che stava per nascere, la uccise. Il Giovagnonl attirò nella cantina l'ex-padrona, con l'evidente proposito della vendetta, già maturato in lui da tre giorni; se essa avesse opposto ancora un rifiutò alle sue proposte, egli era adunque risoluto a sopprimerla. E pose in atto il folle proposito. Non voglio che II bimba porti il suo nomo Se cosi non fosse, se egli uccise là " signora Mager solo perchè, la mattina dell'8 gennaio, gli rifiutò la restituzlq- ■ ne delle duemila lire, perchè aveva acquistato sin dal 5 gennaio l'arma omlcida? Il Giovagnoni non può, oggi, nemmeno più insistere sull'accusa fat-: ta alla sua vittima, di averlo minacciato di sopprimere la sua creaturina, perchè è risultato che la signora Mager aveva inviato recentemente in dono alla di lui moglie, un corredino per il bimbo nascituro; e la mattina stessa del delitto, prima di uscire di casa, aveva consegnato alla cameriera un' pacco, contenente un velo, che essa avrebbe dovuto recapitare al Giovagnonl; velo che doveva servire per il battesimo del nascituro. La moglie del Giovagnonl Ignora ancor sempre la triste sorte del marito, e attende la nascita del bimbo. Il di lei padre ha parole di indigna- zione per il genero assassino,' che dipinge poco amante del lavoro e incapace di mantenere, la propria, famiglia, cui ha dovuto egli stesso, finora.provvedere. « Non voglio che il bimbo porti il suo nome — egli dichiara a quanti lo avvicinano ». La difesa del Giovagnoni è stata assunta dall'aw. Vittorio Raimondo. Il ' processo si svolgerà alla nostra Corte d'Assise e, con tutta probabilità, avrà luogo a porte chiuse. . » Violente liti fra coniugi in due paesi del Biadato Biella, 14 notte. Un duplice ferimento tra coniugi, è awenuto, nella stessa ora, in due distinte località biellesi. Ad Andorno, è stato un marito geloso a ferire la moglie; a Cossato è stata la moglie, insofferente delle osservazioni del marito, a ferire quest'ultimo. Tanto l'Uomo che la donna sono stati deferiti all'autorità giudiziaria. Il ventiseienne Gino Barazzotto, residente ad Andorno Micca, circa un anno fa si era separato dalla giovine moglie Ferdinanda Vergnasco, di Giuseppe, di 17 anni, per incompatibilità di carattere. Il Barazzotto, gelosissimo della sposa, vedeva insidie in ogni uomo che posava gli occhi sulla Fernanda. Erano perciò continue le. ano*?. nate, che ai. sono troncate ,conv,y rjrv torno della vergnasco in famiglia. Ma"' ieri, 11 geloso e furioso Giuseppe,"che è sempre innamorato della moglie; aven-' do scorto tal Ferdinando Camaiti, nel transitare vicino alla Vergnasco che già era stata sua dipendente, aveva rivolto un saluto molto deferente a quest'ultima, ha aggredito la giovane donna, e l'ha picchiata furiosamente, tanto che la poveretta ha riportato lesioni. Il maresciallo maggiore Fabiani, chiamati i due nel suo ufficio, ha tentato di riappacificarli. La giovane donna, però, non ha voluto saperne. Per- dona volentieri al marito, ma to quanto a rappacificarsi, nulla da fare. Il Barazzotto è perciò stato deferito all'autorità giudiziaria, a piede libero. Nello stesso momento che ad Andorno avveniva la scenata, di cui si è detto, in Cossato la ventiquattrenne Alfonsa Longo, di Lorenzo. Irritata perchè il marito Angelo Mora di 27 anni, con cui convive, l'aveva rimproverata per certe spese, si è armata di un bastone e, assalito l'uomo alle spalle, l'ha colpito violentemente al capo, ferendolo abbastanza gravemente. Il Mora ha dovuto ricorrere al medico, per le cure del caso. Il maresciallo maggiore Sole, dei carabinieri, dopo avere invitato 1 due alla pace, ha deferito all'autorità giudiziaria la Longo, per lesioni ta danno del coniuge. Minaccia di morte i congiunti per aver denari Novi Ligure, 14 notte. I carabinieri di Cabella Ligure han* no denunciato al Pretore di Serravalle Scrlvia il bracciante Dario Traverso, di 36 anni, da Tortìglia (Genova), per violazione agli obblighi di assistenza famigliare e per minaccia di morte nei confronti della moglie Luigia Terragno e dello suocero Daniele Terragno. II Traverso, bracciante disoccupato, dopo avere ripetutamente tentato ' di spillar quattrini alla moglie ed allo suocero, abitanti in frazione Vegni di Carrega Ligure, ostentando di essere in possesso di una rivoltella, si abbandonava a ripetute minacele di morte ver- ' so i congiunti, 1 quali affermano di essere stati anche intimiditi dalla espio- >sione di un petardo, con cui il Traverso minacciava pure di far saltare to aria la casa. I carabinieri del luogo hanno perqui- sito il Dario Traverso, trovandolo to possesso di una sola forbice, e lo hanno denunciato per minaccia di morte.