Torino-Milan 0-0

Torino-Milan 0-0 PARTITA SENZA « GOALS » FRA « GRANATA » E « ROSSO-NERI » Torino-Milan 0-0 L'incontro fu uno del più veloci che si siano disputati in questa prima metà del Campionato. Le particolari caratteristiche delle due squadre in campo parevano fatte appositamente per conferire mobilità al giuoco. Torino e Milan sono due fra le squadre più interessanti di questo periodo della stagione. Ambedue sono entrate quest'anno in lizza prive del favori del pronostico e non ostentando alcun ani' blzioso proposito di trionfo finale. Ambedue han lavorato in ombra per un certo periodo di tempo, finendo per Imporsi a seguito di tutta una serie di prove convincenti in queste ultime settimane. Ed ambedue si comportano in campo come unità estremamente combattive. II loro giuoco non ha il pallido colore dell'attività della compagine che tende a campare per novanta mi' nuti sfruttando qualche errore dell'avversario e poi vivacchiando fino al termine: esso possiede viceversa il vivace colorito della squadra che dà ed ac catta li combattimento aperto, che ha un carattere ed un temperamento proprio, e che quello che vuole cerca di ottenerlo in tono franco e con metodi spicci e sbrigativi. Frutto dell'equilibrio dell'undici e del la uniforme distribuzione dei valori nell'un caso e nell'altro, il lavoro del Milan e del Torino è altrettanto sicuro ed efficace in difesa, quanto snello e penetrante all'attacco. Esso è straordinariamente aggressivo ed in pari tempo molto prudente, come dimostra la proporzione fra i punti segnati e quelli subiti in questi due ultimi mesi di lotta. L'urto fra due unità cosi simili nelle tendenze che posseggono e nel momento che attraversano non poteva non es sere interessante. Il Torino era privo di Monti m, ed il posto di terzino destro era tenuto ancora da Splotta: mancava inoltre Baloncieri. Il Milan non poteva contare su Bocchi e l'incarico di centro mediano era affidato a un uomo che mai fino allora lo aveva ricoperto: Moroni; come mediano destro faceva la sua prima comparsa nella stagione, Marchi. Equilibrio, quindi, anche nelle assenze e nei conseguenti svantaggi Il primo tempo diede luogo ad una ■lotta fra le'più-belle; Il Torino portò li primo attacco e fu in vantaggio nei dieci minuti iniziali, fio, l'ala destra, riceveva, la palla nell'area di rigore, e, da posizione 'favorevole,' esitava di quél tanto che bastava per dar tempo ad un avversario di intervenire. Silano, da parte sua, mandava la palla a finire dietro la rete alla prima occasione favorevole di segnare che gli giungeva. Poco prima del quarto d'ora, l'attacco del Milan cominciava a dar segni di vita. Segni di vita che mostravano però subito carattere inquietante per la difesa torinese. H centro, Pastore, piantato in avanti come un cuneo in mezzo ai terzini, e le due ali Arcar! e Torriani, puntavano alla porta difesa da Bosia, per la via più breve, ogni qual volta venivano serviti. E Magnozzl, dalla posizione arretrata che gli è solita, li serviva con frequenza sempre maggiore. Torriani, su cui convergevano gli attacchi milanisti in questo periodo dell'incontro, terminava però tre o quattro avanzate mandando il pallone a finire o fra il pubblico o direttamente nelle mani di Bosia. Verso la metà del tempo le due squadre erano lanciate appieno, e l'incontro prendeva, nella sua velocità e nell'aggressività delle due linee d'attacco, aspetto di schietta bellezza. Il giuoco aveva spostamenti fulminei. Ad una rapida discesa granata seguiva un velocissimo contrattacco milanista: la porta di Compiani era appena stata posta in pericolo che la rete di Bosia veniva minacciata da vicine. Il Torino poggiava di preferenza le sue avanzate sulla destra. Il piccolo Bo però dava prova di esitazione ed imprecisione ogni volta che si giungeva al punto conclusivo dell'azione. Pomi, più alto di lui di mezzo metro, lo scuoteva, lo spostava e lo soggiogava. Libonatti, marcato a dovere, riusciva a farsi luce un paio di volte solo, ed in ambe le occasioni non mancava di sparare in porta. I due tiri erano eseguiti così da lontano ed avevano direzione cosi chiara sul portiere, che Compiani non aveva difficoltà alcuna a bloccarli ed a liberare. Chi vedeva presentarsi una occasione improvvisa ed insperata di segnare era Rossetti. La mezz'ala sinistra torinese riceveva ad un dato punto un centro di Silano. La palla giungeva con forza ed a mezza altezza, tanto da essere difficilmente controllabile: Rossetti risolveva la situazione assestandole un magnifico cazzotto. L'arbitro, evidentemente coperto, non vedeva, nè fermava il giuoco, con la conseguenza che il granata proseguiva l'azione^ sparava in porta e non segnava che per il fatto che il tiro colpiva in pieno il palo trasversale. Ma, all'estremo opposto del campo, la rocca torinese sfuggiva alla capitolazione tre volte consecutive in condizioni più critiche ancora. Tre centri, l'uno a breve distanza dall'altro, prò. venienti dalla sinistra attraversavano quasi a terra l'area di rigore granata. La palla filava così veloce da non per- mml, lmettere a nessun difensore del Torino edi intervenire, ma da causare errori .danche agli attaccanti centrali del Milan. Una prima volta, Moretti giungeva sulla palla con un secondo di ritardo, a porta semi sguernita. Una seconda volta Moretti ancora veniva spostato da Janni al momento del tiro. E, per ultimo, Arcari sparava alto sopra il palo trasversale, da pochi passi di distanza. Il jporlno, sempre in questo primo tempo, doveva dolersi che l'arbitro non avesse preso provvedimento alcu Iscslfclboi no Per uno sgambetto fatte a; Rossetti ; s'ben dentro all'area di rigore. Ma il Ml-|V r o e l n i n o e a i i l i l i a d lan, a sua volta, doveva lamentarsi che lun'ottima situazione di Magnozzi fosse stata sciupata per un fuori giuoco fischiato alla mezz'ala sinistra, mentre questa aveva ricevuto la palla da un avversario. Alla ripresa, il giuoco conservava carattere aperto per un quarto d'ora circa. Poi il Torino, gradatamente aumentava la sua pressione sull'avversario. Ed era allora la volta dei granata di mancare, runa sull'altra, le occasioni di segnare. Silano sparava fuori da una posizione di quelle che paion fatte apposta per 1 suoi atteggiamenti e le sue attitudini. Rossetti, incuneatosi fra i terzini avversari, prendeva di mira l'angolo basso sulla sinistra di Compiani e metteva fuori di pochi centimetri. Libonatti veniva atterrato e trattenuto nell'area di rigore mentre puntava diritto verso la rete. Verso la metà della ripresa gli scambi cominciavano a perdere in bellezza ed il giuoco a diventar più rotto e frastagliato. Le azioni erano spezzettate e gli urti fra gli uomini più frequenti. Un maggior nervosismo cominciava a serpeggiare nelle file: l'incontro viveva il suo periodo più confuso. Il Milan, con le due mezze ali arretrate e col centro mediano quasi sulla linea dei terzini, si difendeva e non giungeva se non ad intervalli a controbattere. Pastore veniva posto in « fuori giuoco » in più di una occasione dal terzini granata, ed una volta, mentre stava per filar via da solo, veniva fermato magistralmente da Giudicelll. Magnozzi sparava alto a seguito di una rapida discesa ed Arcar! si mostrava il più calmo ed il più preciso dei cinque attaccanti. Verso la fine, il Milan, a denti stretti ma con sicurezza, si difendeva. Bo, duramente toccato al viso, lasciava 11 campo per qualche istante, e rientrava poi, continuando al posto di mezz'ala destra. Cabrini, come ala, si portava in un'occasione fin sulla linea di fondo, a quattro passi dal palo della porta, per poi mandare la palla fra gli spettatori. La linea mediana del Torino dominava e sospingeva con insistenza all'attacco gli avanti, ma di sfondare non si poteva parlare. La difesa degli.ospiti reggeva.fino,al termine e l'arbitro fischiava la fine senza che la contesa avesse dato nò vincitori nè tfnU-: ' lì Fu questo l'incontro dalle molte occasioni di segnare e dal nessun tiro che meritasse successo. Il giuoco fu cosi vivace, e di spostamenti delle azioni cosi pronti, e le stoccate e le risposte cosi rapide, e le due difese vennero poste in difficoltà in tante occasioni che nulla si sarebbe potuto ridire se mezza dozzina di punti fossero stati segnati nella giornata. Sia per la fulmineità con cui erano maturate te situazioni, come per la imprecisione degli avanti, nessun tiro che si possa definire come realmente meritevole di andare a finire nella rete, scoccò dal piede degli avanti nei novanta minuti verso i due rettangoli della porta. Questo fu il motivo essenziale del risultato nullo. Come si comporta attualmente, 11 Milan è squadra che sa l'affar suo. Più che giuocatori di valore, esso ha un giuoco di valore. Uomini emergono si, nella compagine, per le doti di classe di cui sono provvisti, ma essenzialmente è l'assieme che funziona. E' 11 tradizionale giuoco a largo respiro ed a veloci spostamenti del Milan delle stagioni scorse e dei momenti di vena, ravvivato e completato e sostenuto da una maggior coesione fra gli uomini, da un miglior contenuto tecnico delle azioni e da un più elevato grado di capacità della maggioranza dei giuocatori. Cosi, pochi rilievi si possono fare sui singoli componenti della squadra, e parecchi se ne potrebbero fare sul funzionamento della squadra stessa. Per citare un esemplo, la difesa è ben salda per l'Intesa fra 1 due terzini e per il modo in cui l'uno completa l'altro. Perversi si getta a capofitto nella mischia ed è l'uomo efficace per il modo con cui rompe le azioni avversarie. Bonizzoni è l'uomo che libera con sicurezza e con stile. Perversi non ha eccessivi scrupoli nell'adempimento del suo compito, ma è indubbio che Bonizzoni può compiere il suo lavoro di nitido colpitore anche grazie all'opera energica che il compagno gli svolge a lato e davanti. L'uno completa l'altro. Ambedue ressero con fermezza nel periodo di pressione finale del Torino e non diedero mai l'impressione di sbandarsi o di venir travolti. La mediana non fu il reparto migliore della squadra. Marchi era al suo primo passo della stagione, e Moroni era nuovo al posto di responsabilità che gli è stato affidato. Ambedue lottarono con impegno, dedicandosi però a compiti prevalentemente difensivi. Pomi, fu dei tre, il più continuativo. Pastore fece un buon primo tempo come distributore. Magnozzi è ben lontano dall'essere una forza spenta: ha acquistato ancora in esperienza e non mostra di aver perduto gran che in mobilità. Arcari ò un'ala di valore. Già la stagione scorsa, prima del finire del- glsiSpquasdrfdmieTgszzMMb, la stagione e prima di infortunarsi, eg^ aveVa dato segno di possedere .dasae; oggi egli è in pieno sviluppo. Il suo tocco della palla è nitido, il suo scatto e la sua velocità notevoli, il suo centro preciso e pratico, la posizione scelta in partenza, precisamente lungo la linea, ottima. Il Torino ebbe una prima linea che funzionò a tratti ed a sprazzi a metà campo, e che non funzionò affatto nell'area di rigore. Le due ali ebbero una ben brutta giornata. Esse sciuparono ogni occasione che si presentò loro, ed il caso volle che ad essi appunto si pre- rstsatspnrSgnesammblbaslmlbstdlaFFarps1sqtdzesuVrrlpbltirierbgrpuramzMP; sentassero quasi tutte le situazioni fa- te|Vorevoli dj cui fruirono i granata nel-J la giornata. Libonatti fu l'uomo mi- gliore della linea. In compenso giganteggiò la seconda linea. Martin III, Giudlcelll — questi sopra ogni altro — e Janni forme rono il miglior settore di squadra in campo. Sia nel primo, come nel secondo tempo, essi si imposero tanto all'attacco quanto in difesa. Avevano davanti a se un attacco che stentava a ritrovarsi, avevano alle spalle due terzini, di uno solo dei quali potevano fidarsi, avevano da tenere a freno un attacco avversarlo fra 1 più mobili ed 1 più difficili da fronteggiare. Di fronte a tutte queste difficoltà si comportarono magistralmente: Giudlcelll in precisione, Martin in in astuzia, Janni in impegno. La gara ebbe.svolgimento regolare, e fu priva di incidenti degni di nota. Terreno in ottime condizioni, giornata gelida, pubblico numeroso. Un treno speciale aveva portato da Milano più di cinquecento seguaci dei rosso-neri. Le due squadre avevano la formazione seguente: Milan: Compiani; Ferversi e Bonlzzoni; Marchi, Moroni e Pomi; Arcari, Moretti, Pastore, Magnozzi e Torriani. Torino: Bosia; Spiotta e Martin II; Martin TU, Giudlcelll e Janni; Bo, Cabrini, Libonatti, Rossetti e Silano. Arbitro Dani di Genova. VITTORIO POZZO.

Luoghi citati: Bosia, Genova, Milano, Torino