La politica del pugno di ferro inaugurata dal Viceré dell'India

La politica del pugno di ferro inaugurata dal Viceré dell'India U T I O T La politica del pugno di ferro inaugurata dal Viceré dell'India Ordinanze draconiane di repressione Londra, 4 notte^ , ;jLord Irving aveva tentato di risol. vére i problemi immediati dell'India ricorrendo alla maniera soave. Per far ^.tacere e pazientare alla meno peggio 4'J.tin popolo di oltre trecento milioni di abitanti, gli si protestava amico since ro; trattava Gandhi pure da amico e riconosceva, unico tra gli alti funzionari inglesi in India, l'importanza del Congresso-delia cui esistenza Simona ed 1 suo! .coìieghi della Commissione rteaie si erano -appena accorti. In tal modo Lord Irving instaurava in India un sistema di governo di maggioranza eia parte di una minoranza quasi microscopica, che su quelli tentati in passato aveva il provvisorio vantaggio di rendere possibili i colloqui a Londra " tra' i Delegati inglesi ed indiani e fino anche la partecipazione alla Conferenza della Tavola Rotonda di Delegati delsJCongresso. Mutamento di rotta rving raccoglieva gratitudine in In, mentre l'Inghilterra veniva da blti, se non dai più, accusata di avere Bllerato ed incoraggiato l'anarchia e premendarnente compromesso il prepigio britannico. L'avvenire soltanto [iudicherà la politica conciliatrice di rving e dirà so egli sia stato un chia_froveggente o soltanto un debole. CoSpriunque, la maniera soave non avendo " sortito l'effetto che se ne sperava, è stata abbandonata ed oggi Lord Wellington introduce in India una politica di troppo fresca applicazione per essere definita, ma nella quale la maniera forte e la repressione spietata non sembrano essere esenti. E' difficile definire la politica di Wellington, anche perchè il nuovo Viceré non è mai stato, e non è neanche oggi, un propugnatore dei sistemi di governo cari a Churchill, e se in India egli ha acquistato rinomanza di ottimo amministratore e di avveduto statista, lo si devo alla sua profonda comprensio-, ne della psicologia indiana, alla conoscenza pure approfondita dei problemi Indiani ed alla sua innata moderazione. ; Se Wellington passasse oggi un drammatico colpo di spugna su tutto ciò che ha fatto o iniziato il suo predecessore, è segno che la situazione è mutata e che contingenze nuove esigono nuovi mezzi per affrontarle. V'è chi si chiede oggi : a chi la colpa del cambiamento? '■ E v'è anche chi ricorda come tra i due metodi, quello del sorriso soave e quello' del pugno di ferro, ne esiste un terzo : quello del mantenimento delle promèsse. , La Commissione Simons fu nomina■ta 3 anni fa: da 2 anni si discute attorno al problema indiano; a Londra si A''sono prese-importanti- decisioni e non solo di massima, ma la nuova Com. 'missione, nominata lier riprendere in India le questioni rimaste sospese, a Londra, non è ancora partita: doveva recarsi in India ad investigare, a in(.quirire, a procedere a sopraluoghi: doi veva compiere un lavoro che si credeva fosse stato già compiuto negli ultimi tre anni di intenso studio degli ai spetti del p.roblema indiano. Non si può • quindi ignorare del tutto la voce di quel critici che sostengono come molti guai e molte pericolose irrequietezze sarebbero state evitate se si avesse avuto il coraggio di cambiare di rotta e di dimostrare agli Indiani che tra le parole di promessa e gli atti di realizzazione esiste non solo una vera corrispondenza, ma una quasi simultaneità. Le responsabilità del nazionalisti indiani Vero è al tempo stesso che Gandhi ed i suol seguaci non hanno fanno assolutamente nulla per indurre il Governo inglese a procedere a tentativi, magari sperimentali, di immediata attuazione delle decisioni della Conferenza di Londra. 13 non solo Gandhi: tutti i i rappresentanti delle tendenze dell'India hanno una eguale parte di responsabilità negli eventi degli ultimi giorni. Se la buona volontà di MacDonald è ; stata paralizzata, può darsi che ciò dlpenda dal tremendo capovolgimento subito dalla situazione politica in In' ghilterra, ma non è meno vor,o che dipende dalla immaturità politica degli Indiani, dalla loro tragica incapacità a concepire unitariamente il problema indiano, ad elaborare un piano unitario 'di riforme e ad esigerne con un'unica . voce l'attuazione. Nel coro discordante delle richieste indiane, una sola oasi di accordo è stato il Congresso. A che stupirsi del fatto ch'esso appaia oggi, persino agli avversari, il Partito più forte dell'India e l'unico baluardo capace di opporre resistenza ad una politica dal pugno di ferro? Gandhi Ingigantisce il suo esercito con sempre nuove reclute, mentre musulmani e moderati Indiani si lilvoruno tra di loro ed offrono al mondo il poco rallegrante spettacolo di un egoismo di classe o di campanile che blocca la strada a qualsiasi soluzione di compromesso. Così, fatalmente, di fronte alla elaborata minaccia di una ripresa di anarchia e di eventi tragici irreparabili, Lord Wellington ha creduto necessario porre l'altolà all'attività sediziosa del Congresso e ad allontanare dall'arena i leaders più ascollati e quindi più pericolosi. La repressione Gandhi è in carcere; seduto oggi, in questo lunedi di silenzio, dinanzi al suo arcolaio ed a! modesto fagotto che racchiude, insieme alla Bibbia, le opere di MacDonald e di Samuel Hoare; Patel c in carcere in una cella a fianco di quella del suo Capo, mentre il grande «Jleader» del Congresso, Nehru, è condannato per atth-lta sediziosa a due anni eli carcere duro, ossia olla massiria pena prevista dal Codice. K queste ì:i'n sono che !e prime vittime della nuova ordinanza entrata in vigore starnare Poche ore di libprtà hanno dinanzi {< loro K:i ;>'trl dirigenti della campagna ami-inglese; p, a partire da oggi, se Congresso deciderà di continuare h vivere, dovrà trasportare le sue ten cv nella macchia. Le quattro nuove ordinanze rie1 Viceré, infatti, decretano l'irrearolsrltà del Congresso e di tutte le fr!::ì:ìlzzaziom che eia quest'ultimo dipcn'donc; la semplice sorveglianza passi va dr-g': spacci di bevande alcooliche ó dei nego."! vendenti tessuti britannici, c dichiarata delitto. Le Autorità di PopenabapetapialcitecaHmauharedetereil sonoscdagepeGgchtotubuegmstsiledeanrepea cusodizimmgdraucoIncaa razitastptelaredsmsufrsimdlahp10dzrnqpmmstpdreinvfittrnehdcc1tdIaGparnngDoddcsatdpcmvebImfntsMcndczdavzdaj dì v i n n a a ò i i e e . i i a i . è o i a o a e o a e o i n e e i a i n o di el di e e e zi i, e n ro e se idi Polizia hanno ottenuto larghi poteri cuper procedere ad arresti e per condan-1 stnare,. in via amministrativa, i pertur- j nebatori dell'ordine a quella durata di.tupena che la legge fissa mediante la me-;bataforlca forma «Ano a quando farà!E'piacere a S. M. :>. Per giunta, in baselzioall'ordinanza odierna, il Governo si ac-l imcinge a chiudere l'una dopo l'altra tut- j te le sedi del Congresso, a confiscare ; nocaseggiati, vetture, automobili, mobi-'i dHo, archivi, ossia tutta la proprietà mobile ed immobile del Congresso. Le autorità di Polizia attraverso l'India, hanno oggi ricevuto l'ordine di redigere la lista completa dei leaders locali del Congresso, ma tali liste erano pronte da molti mesi in qua. Cosi altri arresti potranno essere effettuati senza il menomo indugio. Le organizzazioni del Congresso non sono però rimaste con le mani in mano. Da varii giorni in. qua hanno fatto scomparire liste di membri, macchine da scrivere o da stampare ed altri oggetti non troppo voluminosi, ma non per questo meno compromettenti. Stato di guerra Si può dire che da oggi esiste tra il Governo ed il Congresso uno stato di guerra aperta. Lord Wellington ha dichiarato la guerra e Gandhi ha accolto il guanto: prima di salire nella vettura che doveva condurlo, nel fitto buio della notte, al carcere di Poona, egli ha consegnato ai suol fedeli un messaggio contenente le sue ultime istruzioni : « Ritirate al Governo qualsiasi promessa di appoggi — egli dice tanto individualmente quanto collettivamente e rispettate le risoluzioni del Comitato esecutivo del Congresso, anche se, per obbedirle, dovrete incorrere in tutti i pericoli, ferite ed anche perdita di vita e proprietà; dlsobbedite a tutti gli ordini, eccetto nel caso in cui la disobbedienza imponga il ricorso alla violenza; sfuggite tutti gli ordini diretti a sconfiggere lo spirito nazionale o a schiacciare il Congresso ». La guerra è dichiarata e quando i membri inglesi della Commissione nominata dalla Conferenza di Londra giungeranno fra un mese o due in India, le discussioni della Conferenza saranno riprese con la partecipazione di un magro pugno di politicanti di second'ordine, sconfessati da un popolo In armi, aborriti dal Congresso ed incapaci di assumere il menomo impegno a nome del loro popolo. Lo sciopero generale è stato dichiarato oggi attraverso l'India e la situazione già appare a tale punto inquietante, che nelle grandi città i punti strategici sono stati occupati dalla polizia e dalla truppa. I musulmani non hanno voluto partecipare alia sospensione generale del lavoro in ségno1' di' cordoglio per l'arresto di Gandhi e la feroce condanna di Nehru, ma i microbi del nazionalismo sono già penetrati nel corpo musulmano. Si apprendo infatti oggi che fra l'altro il nababbo Ismail Kan, presidente della Conferenza pan-musulmana dell'India, ha annunziato le sue dimissioni e quelle del segretario della Conferenza onde far sì, come egli ha dichiarato, che la Conferenza dia piena libertà, a tutti ì musulmani che 10 desiderano, di unirsi al movimento del Congresso. Una mozione di eccezionale gravità adottata dalla Conferenza dichiara che le ordinanze governative < non hanno altro effetto che quello di annientare ogni Idea di cooperazione col Governo da parte delle masse musulmane ». Cosi parlano i fieri avversari musulmani del gandhismo. E' chiaro che essi non intendono domani essere additati alla grande maggioranza della popolazione indiana come i sostenitori dell'Inghilterra nella sua politica di repressione. E là dove le» perplessità e i dubbi si infiltrano, l'azione si fa incerta, la mano trema e le antipatie vacillano. fili ultimi vani tentativi di compromesso Si apprende soltanto oggi che dei tentativi disperati sono stati compiuti negli ultimi due giorni per impedire una definitiva rottura fra 11 Governo e il Congresso. Mercanti di Bombay e di Calcutta, industriali e finanzieri hanno compiuto passi per impedire la dichiarazione di guerra ma senza successo. A Delhi hanno trovato visi arcigni dietro porte semichiuse. Persino 11 Governatore di Bombay si fece latore delle richieste di varie sezioni della comunità In favore di un meno Intollerante atteggiamento di fronte alla domanda di colloquio fatta da Gandhi. I due leaders moderati Sa pru e JayaUar hanno ieri telegrafato a lord Wellington per scongiurarlo a ricevere Gandhi senza porre condizioni inaccettabili o mortificanti, e persino uno del più noti commercianti inglesi di Calcutta ha telegrafato a MacDonald per chiedergli di intervenire onde salvare l'Industria Inglese in India dalla rovina che un boicottaggio da parte del Congresso fatalmente re-|gciterebbe. Il Viceré ha Insistito sulle!fdi sumainilonBochnocirso« CteneanMStsohadete ornomCoavdel'evatommstlatàtrsichvetrveaumtasumtrdetaVsoriscstsoMcitocel'anolaUspcenosuprtrlol'Idialrenisirenae laloracodilatastpesintebnunpbntrnesue condizioni e ha dichiarato che avrebbe conversato con Gandhi su tante cose ma non avrebbe ammesso discussioni di sorta sulle misure repressive adottate dalle autorità. All'ultimo momento Interveniva anche il leader dell'opposizione a Westminster, l'on. Lansbury, il quale Inviava al Viceré un telegramma nel quale esprimeva le vive apprensioni de! laburismo inglese per la situazione in India. « Gandhi dichiara pubblicamente — diceva Lansbury — che è favorevole a una pacifica collaboraste, ne. Egli dovrebbe quindi essere trattato come ima persona che avanzi consigli e dia prova di buona volontà ». Ma gli eventi avevano assunto una lohuBdLdcdguBcorsa"precipito3a e nessuna forza urna-'sna poteva più arrestarli". La replica'dde! Viceré a Gandhi è infatti nota. iffLe nuove ordinanze del Viceré tB.|3u, no-ni » mviioioBi ini cchiarano illegale ogni e qualsiasi ini-|aziativa del Congresso. Il boicottaggioi sdei manufatti esteri, la sorveglianzal la scopo ostruzionistico dei negozi di ! avendita anche se esercitata con mez-iszi nacinci: sono punibili con sei mesi! pd! '-"'azione ^J'Se =ì ffialcuna distinzione per lo forme locali j di Governo. Le stesso ordinanze pre-, !ì vedono l'arresto immediato, senza al-|N cuna limitazione ai colpevoli di desi-, 1 stere dalla loro attività, la perquisizio-! j ne delle loro abitazioni, la confisca di ! .tutte le loro proprietà rustiche ed ur-1 ;bane ed il processo per direttissima.! !E' altresì dichiarata illegale" l'istigalzione a rifiutare il pagamento delle l imposte. j Le energiche misure del Governo ; non hanno però colto alla sprovvista 'i dirigenti del Congresso. Il Comitato sisudia o a l a e e i a e o e e a i i à a e o ei ry ri a rdi Bombay è stato sciolto oggi ma al suo posto si è immediatamente formato un Consiglio di guerra che ha iniziato il reclutamento di nuovi volontari. Un giornale nazionalista di Bombay asserisce a questo riguardo che nella sola giornata di oggi si sono Iscritti alla campagna di Gandhi circa quindicimila nuove reclute. Si sono poi formati attraverso l'India 270 « Consigli straordinari » ai quali spetterà fornire alla campagna 1 leaders necessari man mano che quelli attuali andranno a tenere compagnia al Mahatma nelle prigioni del paese. Lo Stock Exchange a Bombay ha chiuso le porte per tre giorni e cosi pure hanno fatto il mercato del cotone e del grano. Anche le scuole sono state chiuse per mancanza di allievi. Momenti di ansietà a Poona A Poona, in previsione di gravi disordini, le autorità avevano fin da ieri notte sospeso interamente tutte le comunicazioni telegrafiche e telefoniche. Così la popolazione della città non ha avuto il menomo sentore dell'arresto del Mahatma ed è stata Informata dell'evento soltanto quando Gandhi si trovava già rinchiuso in carcere. E' stato in tal modo evitato il pericolo di manifestazioni. La Polizia, però, armata di bastoni di bambù, è stata distribuita in tutti i punti strategici della città fin da ieri notte, e le autorità, a quanto si apprende oggi, hanno trascorso momenti di gravissima ansietà, poiché era stato loro segnalato che Gandhi sarebbe giunto a Poona verso le prime ore del mattino, mentre vi arrivava poco prima delle nove. La Polizia di Poona ha inviato in automobile agenti incontro al Mahatma ed alla sua scorta, poiché era giunta la falsa notizia che l'automobile sulla quale viaggiava Gandhi era rimasta coinvolta in un accidente, mentre da altra fonte le autorità apprendevano che la vettura era stata fermata da volontari e il Mahatma liberato. Verso le nove di mattina, con immenso sollievo delle autorità, Gandhi, arrivava alle porte del carcere; riconosceva subito l guardiani che sono gli stessi della sua precedente prigionia, sorrideva e stringeva loro la mano. L'impressiona a Londra A Londra la notizia dell'arresto del Mahatma, comunicata da edizioni speciali dei giornali del mattino, ha destato vivissima sensazione. I giornali, eccettuato il Daily Herald, approvano l'arresto ma scongiurano il Governo a non ritardare la ripresa dei lavori della Conferenza della Tavola rotonda. Un comunicato ufficioso di stasera spiega poi la posizione del Governo dicendo che esso e il Governo dell'India non esiteranno a prendere tutte le misure necessarie contro i leaders del presente movimento, ma essi sono altrettanto decisi a non rinunciare alla loro politica di sviluppo pacifico dell'India così come è stata definita nelle dichiarazioni fatte dal Primo Ministro alla conclusione della recente Conferenza della Tavola rotonda. Il comunicato annunzia poi che le Commissioni speciali nominate dalla Conferenza partiranno por l'India il 15 gennaio, indi il comunicato aggiunge: e La politica del Governo rimane quella di condurre innanzi i negoziati allo scopo di ottenere la maggior misura possibile di accordi sulle questioni costituzionali ». Il comunicato termina dicendo che 11 Governo dell'India, con la piena approvazione del Governo britannico, farà uso di tutti i suoi poteri statutari per combattere ciò che appare essere una sfida al Governo. Si esclude assolutamente che li Governo indiano ricorra a mezzi i quali non ottengano l'approvazione del Governo britannico. Negli ambienti indiani di Londra le notizie della giornata hanno destato una vivissima effervescenza. R. P. tesiavletemBinfrMtefepgpcotulaeesapdnmdpthzècsvdnmcMmglosfsdrdimdsnlftuqllpsl0rautznvttnrzdvcsazgudtplribndqcdgfsdFH