L'inaugurazione della staggione al regio con i Quatro rusteghi di Wolf-Ferrari

L'inaugurazione della staggione al regio con i Quatro rusteghi di Wolf-Ferrari II kip pieieiÉ NEW YORK, dicembre. e delle grandi organizzazioni contrabbando dei liquori. Ma Tìì Vii l"lì 71 ì c- rvi ^. 41 del sul proibizionismo il presidente Hoover. non ha detto una parola. Come ha taciuto sulla quistione dei debiti di ts ii . -, • • guerra, da non confondersi con la Durante gli ultimi nove mesi riconferma della moratoria richiesta bui a Nazione ha sofferto duramen: col messa„gio SUCCessivo, ha dichiate di una delle pili gravi depressioni rato inve£» energicamente di esser di tutta la sua storia il presidente contrario ad ogm revisione di taHoover se rifiutato di convocare, il riffe cho disturberebbe l'industria, Congresso in sessione straordinaria. gli affari i.agricoitura e prolunghe^ Egli temeva, secondo le sue parole, r„v,u„ ,„ „ <a„f J* • che la cosa potesse disturbare il pro^.gj^ '^S^' SttS solver! i tremenda SlemP sort lontì di mod&™- Messaggio che per tomettere alla Nazione e che si as- ce cile :i DO„olo ame-ricam «nf-P Hi snss£ 3abilità » *«B£ ^ &^SES*SdS^sft£ £i«i S^n0S° PT°*? mòs ìto meno in un Congresso e in un Bà£s^^e" ¥a, q™*0 il Senato prodotti del politicantismo, saggio presidenziale e rtato |lacerati'dà dissensi —' AMERIGO RUGGIERO. alla" Camera " la" detestane" suscitata! JgJJT^ respònslbilitl pèH véri binon poteva essere più completa. In j d u ^azione sostanza, il messaggio, dopo avei i ignorato completamente alcune delle importanti quistioni nate dalla depressione, scarica su di un Congresso diviso e disorganizzato il compito di escogitare un programma che aiuti il paese a sollevarsi dalla situazione disperata in cui si trova. Nel messaggio c'è tutto Hoover e la sua filosofia del «rugged individualism» che lo ha indotto sempre a menomare la crisi, ad invocare l'iniziativa personale, ad asserire senza fondamento che la crisi sia per dileguarsi e la prosperità per ritornare al più presto. La verità è che il Paese non s'è mai trovato tanto male come ora, con la tendenza ad andare sempre peggio, e che nove mesi preziosi sono stati perduti nell'attesa che il Capo dello Stato presentasse un programma organico che non è venuto. Com'era da aspettarsi, Hoover ha ribadito ancora una volta il suo principio favorito che non ci debba essere aiuto governativo per i disoccupati. « Io sono contrario, egli ha detto, a qualsiasi dole governativo, diretto o indiretto ». Le grandi corporazioni finanziarie possono essere aiutate dal Governo per mezzo di prestiti e altre misure, ma i disoccupati non debbono rivolgersi a Washington per aiuti. Ancora una volta egli afferma che non bisogna scuotere quei principii che sono stati la base dell'ingrandimento della Nazione. H Governo federale, a sua opinione, non deve interferire, nè permettere alle comunità locali di abbandonare il prezioso patrimonio della iniziativa e della responsabilità privata. La tendenza del Presidente Hoover; dall'inizio della crisi, è stata quella d'illudersi e d'illudere gli altri con un ottimismo infondato che diviene, a volte, puerile. Nel suo messaggio cerca di rovesciare la col-l '^ituitr^un'un^aaétìe "d'i "piètre in pa della depressione di cui 1 Amen- forma di parallelepipedo — streltamenca soffre, sui disordini politici^ ed te ,,„iiej esattamente combacianti nel Capodanno senza leste a Vienna Vienna, 1 notte. I viennesi, che nell'ultimo giorno dell'anno solevano sempre fare una gran festa, sono stati ieri molto più modesti degli anni scorsi; la Polizia, che prima di mezzanotte prende nelle strade eccezionali misure, non ha avuto ragione d'intervenire in nessun luogo. La caratteristica di questo San Silvestro è che le famiglie sono rimaste a casa e che gli invitati hanno portato cibi; insomma una specie di «pick-, nlk » notturno. I caffè senza musica sono rimasti quasi vuoti. Un grande caffè del centro dice di avere venduto una sola bottiglia di * champagne ». ] In generale il pubblico dei caffè, for-i mato in passato dalla gente che usci-| va dai teatri e che invece ieri è subito' rientrato fra le pareti domestiche, ha consumato poche tazze di « moka » c qualche «punch». Le popolari oste-' rie dei dintorni, dove si vende il vino nuovo, dicono che l'ultimo giorno dell'anno è stato per esse una vera cata-l strofe: l'affluenza del pubblico è di-! minuita di più del 75 per cento. Solo uno o due grandi c bars » nel centro,1 con musica, che pure avevano elevato fortemente i prezzi delle consumazioni, hanno dovuto un paio di volte chiudere le porte essendo le sale strapiene. Alla « Biennale » di Venezia Numerosi premi istituiti per il decennale della Mania su Roma Venezia, 1 notte. La 18.a Biennale di Venezia, in occasione del primo decennale della Marcia su Roma, volendo celebrare con l'arte lo storico evento, ha ottenuto 1 mezzi per istituire 1 seguenti premi: lire cinquantamila dal Ministero delle Corporazioni, per un'opera di pittura; lire cinquantamila dal Mi Per la riapertura del Regio ritorna- j le ottenne dai cantanti espressioni per rono iersera i piacevoli Quatro rusre-:lo più appropriate, e dall'orchestra soghi, insieme con le loro ciarliere pa-1 norità delicate e suggestive, una canrone, con i timidi innamorati, recan- tabiiità ben fraseggiata e affettuosa, nistero dell'Educazione Nazionale, peri do i vezzi, le arguzia, i desiderii della L'Armani e I cantanti furono più volun'opera di scultura ; lire diecimila I Venezia goldoniana, quelli che il Wolf te chiamati alla ribalta, alla chiusa dalla città di Venezia per un bronzo; I Ferrari accentò di musiche signorili ejdei singoli quadri. Me33l in lscena con lire diecimila dal Consiglio provincia- graziose. Sono tuttora la parte mi- rispetto dell'epoca e con pittoreschi le dell'Economia Corporativa di Vene- „llore del compositore veneto, queste tocchi di colori e di luci, / quatro ruzia. per un'opera di pittura; live die-,comm8die ormai quasi trentenni, Le\stcghi destarono nuovamente interes- oItmIIi Hnii'nnara TJ ■ vinnola vini Illa. I * ... I .... cimila dall'Opera Nazionale.Balilla. ,d curiose, / quatro rusteghi. Riapcr una incisione; lire diecimila di S. E. I " " '° ' * ¥ . il conto Volpi di Misurata, per una scoltando, si hanno impressioni non Hlsouirsioxii in Ispagna L'arpa di pietra SEGOVIA, dicembre. Più delle discussioni sulla sua origine esatta, sulla sua precisa anzianità, ci seduce, ci prende, ci sconvolge la staticità misteriosa di questo Acquedotto, le cui pietre non sono legate da nessuna sostanza adesiva, ma semplicemente t posate » l'una a fianco dell'altra e l'una sull'altra, e in tal modo squadrate, misurate e tagliate, da sorreggersi, da avvincersi in ardimentose arcate, su cui passano, a un'altezza di trenta metri dal suolo, le condutture dell'acqua. E' la meraviglia dell ingegneria di duemila anni fa: quest'opera, die getta la radici nella leggenda, non ha, mai cessato, fino ad un'epoca recentissima, di servire ai bisogni d'acqua della popolazione; sì che il suo funzionamento ha continuato ad essere regolato, sorvegliato, protetto, dagli ingegneri e dagli operai del servizio delle acque, dai tempi di Traiano ai nostri, mentre intorno crollavano civiltà e jnoriua e rinasceva il mondo. Come Lucìfero fu beffato Nessun tentativo di chiarire l'enigma di questa costruzione può bastare a dissipare l'impressione strana di forza misteriosa che da essa sprigiona. Hanno un bello sforzarsi a convincervi certe pretensiose spiegazioni « tecniche »; voi vi perdete a discuterne, ad esaminarne i dettagli! vi domandato e ridomandate come certi archi, co- medagita; ' lire diecimila del* Rotarylnuove, ma conferme delle sensazioni Club d'Italia, per un ritratto in pittu- già avvertite. ra o scultura. In. primo piano riappaiono le donne, Le opere concorrenti ai premi deb-|quelle che contribuiscono infiniment à bono svolgere, in forma allegorica o j radoucir la radesse des leurs maris, ou realistica, o comunque dettata dalla ; « les rendre plus ridicules, come 11 ispirazione, il tema •< Anno decimo»!Goldoni immaginò; vengono poi Lu- e cioè glorificare l'avvento e le conquiste della Rivoluzione Fascista ricordandone fasti, persone e luoghi. 11 concorso ni premi è libero a tutti gli artisti italiani, senza distinzione alcuna tra invitati alla diciottesima Biennale e non invitati, purché iscritti al Sindacato Belle Arti. Lo stesso artista non potrà concorrere a più di un premio. Gli artisti che intendono partecipare al concorso Ermo tenuti a far- cieta e Filipeto, dei quali le poche battute della prosa goldoniana sono pateticamente ampliate. Infine un che ài descrittivo, qualche tocco di colore locale. E fra le donne è notevole la persona di Felice, briosa nella presentazione, ironica e garbata nella frase ricorrente: «N'è ve...ro, 3lor Can...cian?», una vezzosa dama, tutta gentilezza e no pervenire esplicita dichiarazione al-j onestà. Tale apparve, grazie alla si la segreteria della Biennale entro il | g-norq Giulia Tess ehe ammiramme 28 aprile 1932, data dell'inaugurazio- economici prodottisi all'estero. Sen rozzo taglio — senza pur nè calce nè za di quelli gli Stati Uniti avrebbe- arena nè arrìlatura alcuna, possono do ro risentito assai lievemente della po temila anni stare amora in piedepressione generale e si sarebbero ^ e co)l Varia ai resistere altri venti rimessi subito in carreggiata. Pur secon opera di fattura non men deliammettendo che il Paese attraversa cata che potente _ un poeta la definì tempi dolorosi, egli afferma che ;se 11> <arpa di pietra » — non ha rivali, questo avesse potuto procedere indi-!,lè per u maestà e l'armoniosa perfeSturbato~per"Ta sua via, senza esse-i delle lìnee> ^ soprattutto per re influenzato da vicissitudini e di- U magnifico stato di conservazione, sgrazie straniere, si sarebbe rimes- nelle altre anaioghe di Spagna — Alno in piedi da gran tempo. Il presi-. cmtara Salamanca, Menda, Tarragodente, pero, dovrebbe, conoscere che _ in lle deìla Francia- merìmoltissimi competenti di quiationi dionale *Ze a ceieore ponte sul Gard finanziarie e politiche allestero, at-1 mimes tribuiscono gran parte dei perturba-1 8lllla gUO oH i)le corro1lo strane leggenti economici mondiali alle spe- L0llde. 4, popoUno ancora assicura che culazioni frenetiche americane e al- fu ediflcato da Lucifero. In un l'intromissione devastatrice dellA-ja/OS0 pome).jffoio d'estate, una giovimerica nell'economia mondiale circa tta maìldata „. prender acqua alla tre anni addietro. Lo stesso Hoover\f<mte nelVom in cui più ardeva il sole, e costretto a riconoscere che « alcu- \'mlse Vanima al diavolo se questi lo ne delle cause della nostra depres-1 avesse recato Vacqua neUa sua casa, sione sono dovute alla spccu azione, s ne, suo umile patio Una voce ìe risaia, inflazione dei titoli e delle prò- \Spose chs un ponte prodigioso sarebbe prietà fondiarie, investimenti stranieri poco solidi e cattiva amminl strazione degli istituti finanziarli Pur confessando queste gravi' colpe dell'economia americana, torna ad stato eretto 23r»ma dello spuntar del sole, sì da recare al patio della donzella la pura linfa della montagna vicina. La notte successiva una tempesta orribile schiantò Segovia: tuoni, insistere sulla nota ottimista sua lam j e voUr di pietre per Varia: preferita, che dimostra una incom-i uclle ietre si ponevano l'una sull'alprensione assoluta della complessità tra a formar ia costruzione invcrosi- della situazione economica mondiale. E' la tipica esortazione dei « boosters » americani che vogliono diffondere i prodotti dell'industria; la esortazione tanto in voga agl'inizi della crisi quando non se n'era compresa ancora l'estensione e la durata: se ognuno spenderà un dollaro in più del solito la crisi si dileguerà immediatamente. Si voleva far apparire la depressione come un prodotto del panico. E così Hoover: efdi crede ancora che se l'America caccia fuori tutto il denaro che s'è intanato e lo impiega, si riprenderà presto, quali che siano le condizioni del resto del mondo. Come se la quantità enorme di prodotti invenduti non fosse una lezione sufficiente e significativa. La sua diagnosi dei mali presenti è : « ingiustificata mancanza di fiducia ». Tutto il messaggio presidenziale è caratterizzato da una povertà di idee costruttive, da una mancanza di coraggio nell'affrontare le quistioni vitali e dall'affermazione d'idee contradittorie che dimostrano come mile che doveva permettere all'acqua di scendere docilmente fino al centro della città; ma il sole spuntò quando ancora mancava una pietra all'edifizio: e la turba dei diavoli architetti scappò, lasciando incompiuta la promessa di Lucifero. Il re degli astri aveva anticipato di qualche secondo sull'orario prestabilito: e l'imprudente fanciulla poteua così evitare di pagare il tributo pattuito. . . Passato e presente L'acquedotto incombe come una glqantesca apparizione d'un passato epico e leggendario nel bel mezzo della città, attraversa un dedalo di vie, una piazza brulicante di piccoli negozi di occasione improvvisati con tende e banchi — Z'Azoguejo — e dall'alto della sua mole granitica pare sorvegli tutto il tramestìo di provinciale centro di traffici agricoli che si svolge ai suoi piedi. Un caffè popolare si pigia quasi contro uno dei suoi piloni imperiali e al livello delle volte Xegli archi della serie inferiore, i più alti, - i più audaci, iiisoleiifisce l'insegna di Hoover difetti di una visione chia-ln,, alberguccio che promette pensioni ra della situazione e vada a tentoni I a poco prezzo. « Di sopra passa l'a- tacinque archi attraverso il cuore stesso della città che domina, con l'imperio della bellezza vera, che è austera, polarizzando intorno a sè, per un fascino fatale, le forze e i fermenti di vita dell'industrioso piccolo centro. Ai piedi dell'Acquedotto s'incontrano la sera, dopo il lavoro, i segoviani, a trattare dei loro minuti affari privati, e di quelli della città: dì si conimentano le notizie da Madrid, vi si decidono le commissioni e le deleghe da mandare alla capitale; e questo nel breve spazio d'una piazzetta quadrata, tutta occupata dalle gambe gigantesche dell'Acquedotto che la scavalca... Suggestivo, il formicolare di gente affaccendata tra gli archi vettisti; e se non fosse l'eco rumorosa d'una radio che strazia pur la Vecchia Castiglia fuor dai caffeucci rigurgitanti di contadini e di borghesi, si crederebbe che il monumento, che prende tanta parte alla vita della città, fosse d'ieri, che questa folla che s'agita, discute, sentenzia, scherza, fosse la stessa che intorno a queste stesse pietre, nelle carezzanti sere estive simili a queste, faceva, venti secoli fa, esattamente lo stesso... Sulla larga scalea per cui dai due lati della piazza si sale all'Acquedotto, s'intrecciano idUlii; il plenilunio proietta una fascia di chiarore morbido sulla parte più elevata del monumento die emerge dall'ombra delle case vicine, inonda di luce vellutata le erbuzze die crescono fra le sue pietre. C'è nella torre un prigioniero Gli studiosi della Castiglia non considerano l'Acquedotto di Segovia come la raffigurazione più tipica dell'anima della vecchia città, perchè la sua stessa romanità è ritenuta dagli esegeti arcigni come impropria a simboleggiare e ad esprimere il senso profondo della tèrra càstigliana. L'Acquedotto è « straniero » e la Spagna preferisce specchiarsi in questa cattedrale segoviana dalle infinite cuspidi, dall'aspetto strano e stridente, nella varietà bizzarra degli stili di cui è composta, perfino nella colorazione stranamente gialla delle sue pietre: un giallo violento, aggressivo, che fa meraviglia e ripulsa. La torre, d'un gotico adulterato e baroccheggiante, sembra separata dall'edifizio, e l'abside, dalle molteplici soprastrutture, pare formare un tempio a parte. Ed è tutta spagnola la sproporzione tra il campanile quadro e seghettato e la base amplissima. Non un insieme armonico e unitario, ma una lussureggiante varietà di elementi contrastanti, tale è l'impressioìic che dà all'occhio sorpreso del viaggiatore questa immensa chiesa che un antenato della Repubblica attuale, il Castelar, ebbe a chiamare « la dama delle Cattedrali'»: alludendo certo alle ricchezze d'arte che accoglie fra le navate interminabili, ma fors'anche a una lontana affinità tra la fastosità architettonica da cui questo monumento sembra oppresso più che abbellito e l'abbigliamento colorito e pomposo d'una gran dama della sua epocaSegovia ha in q)testi giorni un ospite illustre: è il generale Damaso Bercnguer, capo del primo Governo succeduto alla Dittatura, che volle avviare il Paese a una nuova vita costituzionale e preparò quelle elezioni del 12 aprile 1931 che dovevano segnare l'avvento dell'attuale regime. Il Governo della Repubblica, per gratitudine, l'ha imprigionato neUa Torre di Davila, ove venivano mandati a morire d'inedia e di terrore, ìlei tempi della più remota Monarchia, % cortigiani infedeli, i condottieri inetti e i cospiratori falliti. ne della Esposizione, specificando a quali dei premi concorrono. L'ammissione delle opere al giudizio definitivo avverrà mediante esame da parte di una giuria. aM'uopo nominata gnora Giulia Tess, che ammirammo come Jaele e come Elettra, e che nuovamente dimostrò le risorse della sua artistica versatilità vibrante. Margarita e Marina sono meno significative. Pertanto Margarita reca qualche ac dalla presidenza dell'Esposizione. Det- cento felicemente grottesco; i suoi « flta giuria sceglierà le opere più degne, gurarse », per esempio. E la signora non oltrepassando, per ogni premio, il Anna Gramegna rese efficacemente le numero di dieci opere, da esporre nel-1 intenzioni del compositore. Marina, la sede della Biennale. L'esposizione poi, che alla fine del secondo atto ha di tali opere sarà aperta il l.o settem-1 una « tirata » troppo lunga, è più debro 1932. La giuria stessa precederà i gIi altrl personaggi improntata di coall'assegnazione dei premi, 1 quali ver-,lQr locale E> infatti un pezzo descritrbnCiq°^Segn a' vmcitori 11 28 0t" tivo quella gondoliera di gusto popolaL'opera 'di pittura, alla quale sarà "SCO, che domina tutta ^ seconda assegnato il premio del Ministero del- Par*e del primo atto, da preludietto 1 orchestrale alla canzone di Marma El spedo me ga dito che son bela, e che culmina nell'intermezzo orchestrale fra il primo e 11 secondo atto. Della piacevolezza di tale melodia il Wolf Ferrari ha forse abusato, essendosi compiaciuto di ripeterla troppo volte, mentre Venezia lentamente dilegua nelle ombre della sera. Pertanto l'ef- T , l'etto ne è suggestivo. E tale risultò altezza e dovrà svolgere il tema «La ■„__.__ T„ _„_?„ w.,.,„„ _,,„ vittoria del Fascismo,. L'opera è de- '"sera La parte di Mai ina era nuostinata ad essere collocata in un cani •, vamente cantata dalla signora Rosai po sportivo. Per querte due opere, gli'Lenzi. sempre spigliata, gaia sulla natura dei rimedii da usarsi. Si dichiara in favore di una modifica della legge contro i «trusts» ; legge che fu proclamata per sostenere il «rugged individualism» di cuijpronto Hoover è strenuo sostenitore, legge per venir in aiuto dei piccoli commercianti e dei piccoli industriali minacciati di essere inghiottiti dai colossi. Annullando o semplicemente modificando questa legge, dove se ne va il « rugged individualism » ?. Dopo essersi tenacemente opposto ad un aumento della tassazione, adesso ne deve ammettere la necessità. Il disavanzo per l'anno corrente supererà i due miliardi di dollari e equa e sotto il vino », poetò Lope de Vega. Ma chi griderebbe alla profanazione"; Forse qualche erudito occhialuto a trovar sacrilego ogni contatto con la vita, smanioso di circondare il monumento d'aria imbalsamata; o qualche catalogatore dei registri artistici, desideroso di gustarsi l'acquedotto ben archiviato, classificato e chiuso fra stecconati quale mia bestia feroce; io confesso che non mi scandaìl-zxt vedere il monumento commisto all'atmosfera viva e vivificatrice della realtà, immerso tranquillamente in essa, quasi ad aspirarne Tu¬ ie Corporazioni, è destinata ad ornare il nuovo palazzo del Ministero stesso in Roma. Essa dovrà avere le dimensioni di 3 metri di altezza su 4 di lunghezza e dovrà svolgere il tema stabilito con particolare riferimento al patto del lavoro. L'opera di scultura, alla quale sarà essegnato il premio del Ministero dell'Educazione Nazionale, dovrà misurare due metri di artisti concorrenti dovranno presentare soltanto un bozzetto ben condotto, delle proporzioni di un terzo dell'opera completa. Ma la persona più vivamente sentita e ■ delineata dal Wolf Ferrari, è, come già avvertimmo, quella di Lucieta, persona ricca di grazia e di te¬ se, curiosità, simpatia. a. d. c. La serata La mole severa e massiccia del Regio pare adagiarsi, dall'estate all'autunno, in un blando e silenzioso sopore. Ma una sera le brine che ricoprono aiuole e radure del Giardino Reale riverberano luci rossiccie, spioventi dai iinestroni di tra i rami spogli degli ippocastani; già da qualche giorno, verso il tocco, l'ampio portone verso la piazza era socchiuso dinanzi ai crocchi dei coristi e delle comparse; i grandi manifesti giallint, dal colore dal formato e dai caratteri tradizionali, hanno esposto alle cantonate l'elenco delle opere della « stagione »; e nelle sartorie ferve un nuovo ritmo impaziente. La signora se ne giunge di buon mattino alla segreteria del teatro, trepida assiste all'estrazione dei turni, dispari e pari; e a stento cela la sua gioia o il suo disappunto, in entrambi i casi invidiando le titolari d'un turno intero. Gli scenografi non hanno pace, le prove si fanno sempre piU numerose; gli aspiratori mandano dai palchi e dai corridoi il loro rauco respiro, poltrone poltroncine e portiere sono ispezionato da sguardi esigenti e severi; ancora qualche lampadina da cambiare, ancora quel tappeto da distendere; fin quando, una sera; allo scorgere la « coda » che lentamente si profila sotto il porticato, i passanti frettolosi levano uno sguardo alle insolite luci, e poiché si rammaricano di doversi allontanare, tingono di compiangere tra di loro quelle attese pazienti. Quest'anno il Regio, la « prima » del Regio, era su molte labbra ad ore insolite. Salutato con un primo sbadiglio e con un'ultima coppa di spumante l'anno nuovo ormai sorto, mo'.ti han guardato l'orologio, soddisfatti d'aver fatto le due o le tre; e lasciandosi su di una soglia o a un crocicchio, li accompagnava quel pensiero di solennità un po' famigliare, di dolce consuetudine, d'appuntamento immancabile. Quando, varcate le soglie, han rivisto i tappeti purpurei, i valletti imponenti, le pa.oti gialline, si son sentiti ciprie in una loro casa più vasta, che ha veduto il loro primo veglione, la loro prima marsina; e croce| dendo più adagio, si compiacevano II premio della citta di Venezia e nerezza. La sua melodia che si può,n destinato ad un picco o bronzo non . „„„ _ „„Pn, ^nlrnaa p vp77o. ì , S p* aaagio, si compiace\ ino niù alto di trenta ren"netri e-«-hi<;al r sua ^uelIa> sospirosa e vezzo- della puntuale presenza della piccola fa base° raffl'urante «LTvittò^.i B sa' che 1 vioiini cantano sommessa- bacheca per le cartoline illustrate, del Iv^br^iatTdivont^à d"proprie- mente nel Preludietto. e ripetono a cesto olezzante della fioraia. Avvicità del .SSSSrdTSwLVpr?mtoku«"lP * l^ndo, «™<>™ ^otchòìnatóc^ poi ag^sportel^eUa guardadel Consilio Provinciale dell'ione- ella aspira e teme, sogna e discopre roba al vedere quell so ito^ cubitale mia Corporativa di Venezia è riservarla realtà della vita) è un'espressione|SKjG. ^BQNA^cW^sapeya^tra to agli artisti residenti in Venezia o nella provincia di Venezia, ed.è desti „,Ta;V„ "Jr' Z ~„V,fr «i-^ ^elU si sentiva addirittura pàdron di intensa, quanto occorre, gentile ....Sor e scaDpeiiate, e strette di ma- pare, via, el sia bou... Le voci della,no_ e pacati"sorrisi, quasi a congratu- nato ad un paesaggio, che illustri una. mamma e del babbo vengono a una a ]ar'Si a vicenda di 'non esser mancati delle opere compiute dal Regime nel luna a concordare con essa, a fondersi decennio dell'Era Fascista. Le dimen-ijn un insieme melodico di soave dol- sioni del quadro non dovranno superare un metro per un metro e cinquanta. Il lavoro •■i'emiato diventerà proprietà del Coniglio Provinciale dell'Economia Corrorativa di Venezia. Lo opere conconentl al premio dell'Opera Nazionale Balilla dovranno svolgere il tema stabilito con particolare riferimento all'attività educatrice dell'Istituzione. Il lavoro premiato cezza. Il momento drammatico è squisitamente compiuto. La madrigna severa ed il burbero padre, commossi, aderiscono alla emozione di lei. Il terzettino. è. delizioso per l'intimità e la verità, tin altro punto significativo, in questo senso, è la parte centrale del secondo atto. Qui Goldoni non è più da ricordare. Egli aveva immaginato RICCARDO FORTE. mile e sapido senso; vedere intorno viqucllo dell'anno prossimo non sarà | vere, fremere la città, di cui è centro, inferiore al miliardo e mezzo. Per bastione, anima; ed esso vigilarne, acla fine del futuro anno fiscale gli, campato sui forti piloni, i sonni, nel Stati Uniti si troveranno di fronte ad bel mezzo di quella collegiata medienti baratro di circa quattro miliardi ; vale che è ogni antica città spagnola; di disavanzo. Quindi la necessitàìe salutate, visione romana d'una granAi nuove e più gravi tasse che intac- ! desila immanente e vitale, i risvegli di chino anche i piccoli introiti i quali Segovia quando dai colli castigliani — finora vi sfuggivano. Tasse della cui miti curve e foschi colori — il sole necessità nessuno è persuaso e di sorge e accarezza la terra arida e ducili il pubblico si risente fortemente fa e rugosa col sorriso infantile de/Ima "che si svolgerà sotto i loro occhi quando è in piedi una legge proibì- suo primo raggio: e dire una parola Avranno a loro disposizione una sala aonista che non proibisce e intrhiot- di fede die sopravvisse ai millenni, ,d2 P'a"zo' una fal5 ™lettura con bile miliardi e quando si sa che la taH- nell'arena piccola della vita di tutti i ^^^J^^J^S^^SS. sa duramente strappata al lavoro (fiorili, fra la molteplici! i dolorosa e cie maggiore di quella della s?ia da potrebb'essere agevolmente cavata 'mutevole delle vicende. Mi piace ve- pranzo "e del salone del «Conte Zepfuori dalle tasche dei «bootleggers»ideWo gettursi coi suoi ccntocinquun- pelìa», Eccezionali comodità a bordo del nuovo Zeppelin Parigi, 1 notte. Il New York Herald riceve dal suo corrispondente da Friedrichsiiafen numero?.! particolari sullo « Zeppelin » attualmente in costruzione, e i cui piani sono stati recentemente riveduti. La nuova aeronave sarà sensibilmente più grande- dell'attuale « Zeppelin ». La sua lunghezza infatti avrà 15 metri di più di quella del « Conta Zeppelin » e il suo maggior diametro oltrepasserà di 9 mct-i quello vecchio. Esso, potrà trasportare 50 passeggeri e S tonnellate di merci e di sacelli postali. La carcassa del gigantesco dirigibile sarà in duralluminio, come quella del cContc Zeppelin» e sarà divisa in 16 travate. E' ì'elium che darà il suo potere ascensionale alla nave, la quale sarà però munita di palloncini di idrogeno destinati a mantenere l'equilibrio dell'apparecchio. Questi palloncini potranno essere vuotati a mano a mano che avverrà il consumo del carburante, e la relativa diminuzione di peso che ne risulterà. Le macchine e le cabine di pilotaggio si troveranno nella parte anteriore dell'aeronave, completamente separato dalle cn.bine e dalle sale destinate ai passeggeri. Queste si troveranno in mezzo alla nave e saranno ripartite in due piani; un vasto ponte, chiuso da larghe finestre, circonderà ognuno del due piani. I passeggeri potranno passeggiarvi ammirando il panora- diventerà proprietà dell'Opera Nazlo- le donne un poco ostili alla nov'izza. naie Balilla. . Wolf Ferrari le fece invece cinguet- La medaglia commemorativa della!tare ilari e festose attorno alla gioMarcia su Roma, richiesta per 11 pre-'vlne( esultante commossa nell'immimio di S. E. il conte Volpi di Misura- nenza dell'arrivo di Filipeto. L'agile sul ^Z'^Ll t°J "B 6 ritmo Novizza, novizza... è lo spunto sui verso una nliefforia. Lonera ore- » * ^ ^ * j-*** j miata diventerà proprietà deli-Ente * «na festosità, che si diffonde, diautonomo della Biennale. Il premio! la^a- "empie la stanza uggiosa, ride] Rotary Club d'Italia è destinato cunosisce ed eccita Lucieta, suscita ad un ritratto in pittura o in scultura, la sua vanità, prepara la « senslbilia grandezza non maggiore del vero, tà » del terzetto in cui Lucieta condì una personalità che abbia, in que- 'fessa... Me par de vsdarlo, me bate sti dieci anni, bene meritato dalla Rl-,el cuor... L'incontro dei promessi è voluzione Fascista. | delicatissimo, mentre gli archi ripeto- «n »• mm ino la gentile frase di Lucieta. Il grido «• /»__!_ Cr.r.ii jde' rapimento amoroso, quando Filiinurie Ui UriC SCOII |peto si scovre Ì1 viso, le esclamazioni ex-dirattora dei «Manchsster Guardian» ammirative dei giovani estatici, tra i Londra 1 notte i commenti del garbato e consone seDopo breve malattia è'morto ieri stetto costituiscono un momento punotte, a Manchester, Carlo Prestwich ro ,e fme- La signorina Bruna DragoScott. Aveva 86 anni e solo da due m imP"spno Lucieta con vivace gralanni aveva abbandonato la direzione «£j c°n B">vanile e fresca voce cantò ■del «Manchester Guardian» da lui delicatamente e variamente, fu tenera, tenuta per 57 anni consecutivi. Il suo S^^.^S'IlS rV I . r . . „ . . cento appropriato. Il tenore Pietro Gì- posto era stato preso dal figlio ma rardi ^^a la parte di Filipeto. jla.possente influenza di Carlo Scott Infi , rllstC!jh[ t personaggi me; ha continuato a tarsi sentire come se no wolf.lerrarlani. Anche amputato o egli fosse ancora fino all'ultimo, ri- raccorciato, Goldoni brilla di genialimasto sul ponte di comando del gior- ta nelle osservazioni argute, taglienti, ^nale che, grazie a lui, aveva acquista- neUe D0tte e risposte vivacissime. Che to fama mondiale. Di un giornale prò- na recato di suo il Wolf Ferrari ai vinciale egli era riuscito a fare un quattro, che Goldoni concepì slmili e organo essenziale della vita politica e dissimili nello stesso tempo? Bastano giornalistica inglese, e una palestra i SUOi pochi commenti orchestrali — sebbene partigiana aperta tuttavia a un po' d'accordi striduli, quando Luidee nuove e a tutte le battaglie. Inardo si confessa «fastidioso», un La figura di Snott non sarà dimen- buffonesco rimbalzar di note dal grattata, anche perchè egli riuscì a com- ve all'acuto quand'egli dice * Comanpìere un miracolo senza precedenti: do mi », qualche beffardo eco di faquello dì imporre all'attenzione, non gotti e via dicendo — bastano a rapsolo del pubblico inglese, ma del pub- presentare un Lunardo? Certamente blico mondiale, un giornale stampato no. Ma è pertanto da segnalare un fuori di Londra, e dotato di una dif- buon momento dì vitalità musicale, al fusione quasi insignificante. Il « Man- principio del terzo atto, quando Luchester Guardian », si può dire, si era nardo, Simone e Cancian, più che mai fatto una fama in Inghilterra a causa irosi contro le loro donne, imprecano, della sua irreperibilità. Iminacciano, congiurano; quel loro sta- Per quanto avversario di tutte leito d'animo è efficacemente reso. Per idee convenzionali, fino all'ultimo gior- icontro molti altri episodi sono impersono rimase un eminente vittoriano. Non |na3i- Ed 111 quanto ai duetti di Lunardo riuscì una sola sera a rimanere in!e Maurizio e di Lunardo e Simon — casa per timore di non essere infor- el0°i do1 riustego e dei costumi del mato di una notizia. Scott si diverti-! lernP° ~ =hi- ricordando Coi¬ va a raccontare ad amici e collabora- ido1". nou sentc che tr0?P° dl lm è an" tori una scenetta occorsa pochi mesi d2t0 perdutoV Questo si dice per ribaiulonare il suo posto al- spendere alla richiesta di « caratteri a Vecchi incontri della lontanissima està te, avvenuti all'ombra d'un ombrellone su di una spiaggia o tra il sentor di resina d'una pineta, si rinnovavano cordiali, con il grato e sorpreso e affettuoso stupore di chi è perfettamente indifferente, con la distratta indifferenza di chi a stento ha frenato un guizzo di gioia a rivedere un volto e uno sguardo. Qualcuno, che aveva lasciati al mattino i campi di neve dominati dal fruscio degli sci e da molti ruzzoloni, guardava nelle spec chiere le sue gote, abbronzate dal sole e dalla tramontana, come delle intruse un po' prepotenti fra quel candore di spalle e di sparati; altri, mezz'ora pri« ma, era ancora dinanzi a uno scrit< tolo; e in tutti la gioia pacata d'un pregustato ritorno. La « prima » del Regio vuol d "e la vera «apertura* delia stagione: 6 l'inverno «ufficiale», 6 il carnevale che s'annuncia; tra qualche sera, tornando da « I quatro rusteghi » o dalla « Walchiria », parecchi vedranno sorger- Tit piazza Vittorio le prime impalcatale dei baracconi; e allo scorgere le prime insegne del celebre otto volante o dei celeberrimi torroni friabili, affretteranno il passo gioiosi, stringendo tra le mani il libretto tematico. Qualche minuto prima che la sala s'Immergesse nella penombra, il « colpo d'occhio » era come sempre avvincente. I più bei nomi subalpini dell' arte e dell' aristocrazia del blasone e dell'industria, i più luminosi sorrisi fra eleganze squisite, facevan dell'ampia sala di Benedetto Alfieri un immenso dorato salotto, incorniciato dai triplice ordine delle gallerie gremite: e ad ogni chiudersi del velarlo gli applausi scrosciarono fervidi e calorosi, augurio e compiacimento per un inizio felice. La seconda rappresentazione de <I quatro rusteghi » è stabilita per domani domenica, in turno di abbonamento pari. La vendita dei posti, a prezzi normali, s'inizia questa mattina alle ore 10 alla segreteria del teatro. AL CHIARELLA inizia questa set ra le sue rappresentazioni la Compagnia dei fratelli Schwarz, con l'operetta-rivista Al Cavallino Bianco », che i manifesti annunciano come « super-spettacolo » a causa della lussuosità e grandiosità della messa in scena. « Al Cavallino Bianco » è l'insegna di un albergo tirolese, ove si svolge l'azione secondo una briosa trama di Hans Muller, in cui spumeggiano le leggiere e scintillanti musicne di Benatsky, Stolz e Gilbert. Un corpo di ballo composto complessivamente di circa 90 persone — «girls», «boys», danzatrici classiche, danzatori stiriani — aggiunge grazia spumeggiante e movimento indiavolato all'azione. Il colore locale dà il tono alla ricchissima ed elegantissima messa in scena. Questo colore locale gli spettatori lo troveranno questa sera anche nella sala del teatro, tutta decorata di festoni che dai palchi salgono ai lampadari, nonché all'esterno del teatro, la cut facciata viene tramutata in quella di una pittoresca casa tirolese. Particolare, questo, che conferma la quali' fica di « super-spettacolo » conferita a questa rivista, che, dopo i successi di Milano e Genova, solleva nel nostro pubblico così viva curiosità. AL VITTORIO, come già è stato annunciato, ha luogo questa sera la primissima dl « Stella d'Oriente », operetta di G. M. Saba, musica del maestro Luigi Rizzola. AL CARIGNANO continuano con successo, da parte della Compagnia Galli-Besoszi-viarisio, le rappresentazioni della « Marchesa » di Sardou, di cui si danno domani due rappresentazioni. Lunedi spettacolo a prezzi popolari. ALL'ALFIERI, «Don Buonaparte» dì Forzano, nella magnifica interpretazione di Zacconi, continua a richiamare pubblici numerosi e plaudenti. Sartia Guitry festeggiato a Milana Milano, 1 notte. In una atmosfera di calda e schietta cordialità, è stata offerta, oggi, alla Penna d'Oca, una intima colazione a Ivonne Printemps e a Sacha Guitry, che lasciano Milano dopo il breve "corso di rappresentazioni, svoltosi fra 11 vivo interesse del pubblico milanese. Al lieto simposio hanno preso parte commediografi, letterati e giornalisti, fra cui Gino Rocca, Mario Ferrini, Giancapo, Alberto Colantuoni musicali. Il che non togne che nei prima di abba la direzione. Rincasava verso le- prime , ore del mattino, come aveva sempre, rusteghi sia una somma di eie- fatto, in bicicletta. Stanco del lavoro,1 menti rappresentativi, i quali tengono era disceso — quella volta — dalla!desta 1 attenzione dell'ascoltatore e macchina, per riprendere un po' di liato, quando gli si avvicinava un politemeli che da vari giorni aveva visto passare per la strada il vegliardo dalla lunga barba. — Che mestiere fate? — gli chiese il jiolicemen. — Il giornalista — rispose Scott. — Dove lavorate? — A Manchester, nel Manchester Guardian. — Ebbene — replicò indignato il policemen — ho letto sempre questo giornale, ma da domani in poi cesserò di comprarlo, perchè mi disgusta leggere un giornale fatto da gente così crudele da far lavorare fino alle prime ore del mattino un povero vecchio come voi. E' una vergogna!... concorrono a una certa evidenza dei personaggi. Lunardo era iersera Carlo Scattola,- che già ha dato buone prove nel campo comico (lo ricordiamo come un ottimo Taddeo nell'italiana in Algeri), e che va studiosamente dedicandosi al ruolo, ormai deserto, del basso comico; e sarà proprio la conoscenza e lo studio dl un grande numero di parti de! dissueto repertorio sette-ottocentesco, che gli formerà una esperta, compiuta coscienza di quel caratteristico genere. Gli erano compagni 11 bravo Tornei (Simon), che preferiamo nel genere serio, Attilio Muzio (Maurizio), Amleto Galli (Cancian), i quali parvero più gravi, cupi, amari, che soltanto « rusteghi » e pittoreschi. La parte del Conte Riccardo era affidata al Bavaro, quella della Regina d^elle Sigarette ir -"vA« PSRPITTO PRODOTTO eia, ■ Scott sorrise, non disse che la « gen- Giovane alla signorina Gina Pedroni. I te crudele » era soltanto il suo amore La commedia musicale, ora pateti- j per il giornale, e il giorno dopo, fiero ca, ora ironica, e sempre signorile ej e allegro, narrò la conversazione not- discorsiva, fu solertemente Ituvna ai suoi compagni di lavoro. Mal maestro Giacomo Armanl, marao iranico ©sa signorile e .e diretta ni, il qua-1 L'inaugurazione della staggione al regio con i Quatro rusteghi di Wolf-Ferrari L'inaugurazione della staggione al regio con i Quatro rusteghi di Wolf-Ferrari Per la riapertura del Regio ritorna- j le rono iersera i piacevoli Quatro rusre-:lo ghi, insieme con le loro ciarliere pa-1 norone, con i timidi innamorati, recan- ta do i vezzi, le arguzia, i desiderii della L' Venezia goldoniana, quelli che il Wolf te Ferrari accentò di musiche signorili ejde graziose. Sono tuttora la parte mi- ris „llore del compositore veneto, queste tocomm8die ormai quasi trentenni, Le\st * ... I d curiose, / quatro rusteghi. Ria " " '° ' * ¥ . scoltando, si hanno impressioni non nuove, ma conferme delle sensazioni già avvertite. In. primo piano riappaiono le donne, quelle che contribuiscono infiniment à radoucir la radesse des leurs maris, ou « les rendre plus ridicules, come 11 Goldoni immaginò; vengono poi Lu- cieta e Filipeto, dei quali le poche battute della prosa goldoniana sono pateticamente ampliate. Infine un che ài descrittivo, qualche tocco di colore locale. E fra le donne è notevole la persona di Felice, briosa nella presentazione, ironica e garbata nella frase ricorrente: «N'è ve...ro, 3lor Can...cian?», una vezzosa dama, tutta gentilezza e onestà. Tale apparve, grazie alla si g-norq Giulia Tess ehe ammiramme gnora Giulia Tess, che ammirammo come Jaele e come Elettra, e che nuovamente dimostrò le risorse della sua artistica versatilità vibrante. Margarita e Marina sono meno significative. Pertanto Margarita reca qualche ac cento felicemente grottesco; i suoi « fl gurarse », per esempio. E la signora Anna Gramegna rese efficacemente le 1 intenzioni del compositore. Marina, poi, che alla fine del secondo atto ha 1 una « tirata » troppo lunga, è più dei gIi altrl personaggi improntata di co,lQr locale E> infatti un pezzo descrit tivo quella gondoliera di gusto popola "SCO, che domina tutta ^ seconda Par*e del primo atto, da preludietto 1 orchestrale alla canzone di Marma El spedo me ga dito che son bela, e che culmina nell'intermezzo orchestrale fra il primo e 11 secondo atto. Della piacevolezza di tale melodia il Wolf Ferrari ha forse abusato, essendosi compiaciuto di ripeterla troppo volte, mentre Venezia lentamente dilegua nelle ombre della sera. Pertanto l'ef- , l'etto ne è suggestivo. E tale risultò ■„__.__ T„ _„_?„ w.,.,„„ _,,„ '"sera La parte di Mai ina era nuo, vamente cantata dalla signora Rosai 'Lenzi. sempre spigliata, gaia Ma la persona più vivamente sentita e ■ delineata dal Wolf Ferrari, è, come già avvertimmo, quella di Lucieta, persona ricca di grazia e di te¬ seRl'apocoRevegligiveai i danaleneimditedeceinlanosemlocisgchqudochtisgratiquRsogmhaddochdcocaripotichn| de nerezza. La sua melodia che si può,n . „„„ _ „„Pn, ^nlrnaa p vp77o. ì , l r sua ^uelIa> sospirosa e vezzo- de sa' che 1 vioiini cantano sommessa- b mente nel Preludietto. e ripetono a ceku«"lP * l^ndo, «™<>™ ^otchòìn ella aspira e teme, sogna e discopre rorla realtà della vita) è un'espressione|SK„,Ta;V„ "Jr' Z ~„V,fr «i-^ ^intensa, quanto occorre, gentile ....Sor pare, via, el sia bou... Le voci della,n. mamma e del babbo vengono a una a ]a luna a concordare con essa, a fondersi ijn un insieme melodico di soave dol- cezza. Il momento drammatico è squisitamente compiuto. La madrigna severa ed il burbero padre, commossi, aderiscono alla emozione di lei. Il terzettino. è. delizioso per l'intimità e la verità, tin altro punto significativo, in questo senso, è la parte centrale del secondo atto. Qui Goldoni non è più da ricordare. Egli aveva immaginato le donne un poco ostili alla nov'izza. . Wolf Ferrari le fece invece cinguet- !tare ilari e festose attorno alla gio'vlne( esultante commossa nell'immi nenza dell'arrivo di Filipeto. L'agile ritmo Novizza, novizza... è lo spunto - » * ^ ^ * j-*** j * «na festosità, che si diffonde, di! la^a- "empie la stanza uggiosa, ri cunosisce ed eccita Lucieta, suscita la sua vanità, prepara la « senslbili tà » del terzetto in cui Lucieta con- 'fessa... Me par de vsdarlo, me bate -,el cuor... L'incontro dei promessi è | delicatissimo, mentre gli archi ripeto- ino la gentile frase di Lucieta. Il grido jde' rapimento amoroso, quando Fili|peto si scovre Ì1 viso, le esclamazioni » ammirative dei giovani estatici, tra i i commenti del garbato e consone sei stetto costituiscono un momento puh ro ,e fme- La signorina Bruna Dragoe m imP"spno Lucieta con vivace grae «£j c°n B">vanile e fresca voce cantò i delicatamente e variamente, fu tenera, o S^^.^S'IlS rV cento appropriato. Il tenore Pietro Gì- a rardi ^^a la parte di Filipeto. t Infi , rllstC!jh[ t personaggi mee no wolf.lerrarlani. Anche amputato o - raccorciato, Goldoni brilla di geniali- ta nelle osservazioni argute, taglienti, - neUe D0tte e risposte vivacissime. Che - na recato di suo il Wolf Ferrari ai n quattro, che Goldoni concepì slmili e e dissimili nello stesso tempo? Bastano a i SUOi pochi commenti orchestrali — a un po' d'accordi striduli, quando Lu Inardo si confessa «fastidioso», un - buffonesco rimbalzar di note dal gra- ve all'acuto quand'egli dice * Coman: do mi », qualche beffardo eco di fan gotti e via dicendo — bastano a rap- presentare un Lunardo? Certamente o no. Ma è pertanto da segnalare un - buon momento dì vitalità musicale, al - principio del terzo atto, quando Lua nardo, Simone e Cancian, più che mai a irosi contro le loro donne, imprecano, Iminacciano, congiurano; quel loro sta- eito d'animo è efficacemente reso. Per - icontro molti altri episodi sono imperson |na3i- Ed 111 quanto ai duetti di Lunardo n!e Maurizio e di Lunardo e Simon — - el0°i do1 riustego e dei costumi del -! lernP° ~ =hi- ricordando Coi¬ - ido1". nou sentc che tr0?P° dl lm è an" i d2t0 perdutoV Questo si dice per ri- spendere alla richiesta di « caratteri a Vtendcfetedue ladmceumusicali. Il che non togne che nei e , e, rusteghi sia una somma di eie- ,1 menti rappresentativi, i quali tengono a!desta 1 attenzione dell'ascoltatore e i o e r l o ò ì o concorrono a una certa evidenza dei personaggi. Lunardo era iersera Carlo Scattola,- che già ha dato buone prove nel campo comico (lo ricordiamo come un ottimo Taddeo nell'italiana in Algeri), e che va studiosamente dedicandosi al ruolo, ormai deserto, del basso comico; e sarà proprio la conoscenza e lo studio dl un grande numero di parti de! dissueto repertorio sette-ottocentesco, che gli formerà una esperta, compiuta coscienza di quel caratteristico genere. Gli erano compagni 11 bravo Tornei (Simon), che preferiamo nel genere serio, Attilio Muzio (Maurizio), Amleto Galli (Cancian), i quali parvero più gravi, cupi, amari, che soltanto « rusteghi » e pittoreschi. La parte del Conte Riccardo era affidata al Bavaro, quella della - Giovane alla signorina Gina Pedroni. I e La commedia musicale, ora pateti- j o ca, ora ironica, e sempre signorile ej - discorsiva, fu solertemente Mal maestro Giacomo Armanl, signorile e .e diretta ni, il qua-1 - j le ottenne dai cantanti espressioni per -:lo più appropriate, e dall'orchestra so-1 norità delicate e suggestive, una can- tabiiità ben fraseggiata e affettuosa, a L'Armani e I cantanti furono più volf te chiamati alla ribalta, alla chiusa ejdei singoli quadri. Me33l in lscena con - rispetto dell'epoca e con pittoreschi e tocchi di colori e di luci, / quatro rue\stcghi destarono nuovamente interes- I .... n i se, curiosità, simpatia. a. d. c.