La Carta della mezzadria

La Carta della mezzadria La Carta della mezzadria n ASTI gennaio, ivaUna manifestazione palese dell'ai- I tentrmtere^amento del Regime verso 'pei^uraUridDre^enta^one testé av-; menuta dell SS Mezzadria'gnàf Mistero delie Corpoarzioni da drparte dènaCoMedcrazione dei Sinda-i socati Fascisti dell'Agricoltura. Si tratta di un documento della più grande importanza, poiché dalle forme e dalle norme dei contratti agrari dipendono innumeri effetti: benessere di intere categorie di coltivatori, una migliore o peggiore lavorazione agricola e persino il ritorno alla terra di 1 quella grande massa di rurali che nel ' dopoguerra l'abbandonò — dirigendosi verso zone e mestieri industriali. Questo fatto, come molti altri (l'efficacia dèi quali è risultata grandissima) ha creato quella sicura e solida fiducia che i rurali hanno verso il Regime. Essi attendono la promul! gazione della Carta della Mezzadria .ben certi che sarà uno straordinario coefficente di moralizzazione di questa forma di contratto agrano, cosi tipi camente diffuso ta Piemonte, specie nelle zone viticole, dove non è la gran de proprietà e quindi rimane impossi "bile 11 grande affitto; e dove anche il piccolo affitto ha moltissimi punti di contatto e si confonde bene spesso con la mezzadria. Ed è, del resto, un fatto incontestabile che come l'ambiente agrario ha quale più spiccata caratteristica i contratti agrari, cosi attraverso questi ultimi — che sono il riflesso p dell'ordinamento tecnico della produzione rurale — sì può agire per moralizzare l'ambiente agrario e migliorare la produzione agricola. Il mezzadro è, col proprietario terriero (piccolo e grande), l'elemento più stabile, tranquillo — e quindi più efficace agli effetti produttivi — della popolazione rurale. Collaborazione e compartecipazione La mezzadria ha avuto in ogni tempo dei nemici e dei difensori accanitissimi tra gli economisti. Essa appare, tuttavia, idealmente, il contratto più perfetto, nel quale il capi- o o e tale (padrone del fondo) e il lavoro j (mezzadro! sono nella più stretta collaborazione e partecipazione ai ri schl ^ ai profittl dell'annata. Inten- diamo parlale qui del vero, classico contratto di mezzadria e non di certi se1 compromessi e ibridismi con altre for- d*-me di contratti agrari — quale ad uo1 esempi0 ]a « boaria » (già tanto in al pi«mnT,rp p ohp nra v„ o-rada- pe.^"^^^al^f Mita -ta1 tainente scomparendo) nella quale trzalalafitprsiinspchquglchtedecamtuscmuozitirricee untemclpispadcue mtatedicolaspranemfa4 ta compare la figura dell'affittuario-la 1 voratore, H mezzadro è invece la tipica figura (p„ stdi proprietario-lavoratore che tende a!{Jefar rendere in massimo grado il capitale, il lavoro e l'intelligenza; che è 'parte dirigente col padrone del fon %n. „*»-*«i. «.i.ni iiW=^i „D=~ 12ÌQn_,. - do; che ha la relativa libertà di usare certi suoi criteri e preferenze personali nei sistemi di coltivazione; che dà il massimo rendimento dal punto di ! vista della produzione privata e na- 1 Chi conosce a fondo la questione sì j avvede immediatamente delle grandi n'difficoltà che hanno dovuto sosmon gU egpertl ed } tecnIci chiamati a «S;4i£«M ^ui^Ifffra^KaJfl ,re(3l&ere questo schema di Carta della o Mezzadrìa che >sarà tra breve discusso i a a n o , i e , e - i o o - e - - i o i e a o l ri o al a e o o a , e e e a o e o a a i a - nella riunione della Corporazione dell'Agricoltura. La mancanza di una norma fissa, l'assoluto disordine e indisciplina hanno regnato, fino a poco tempo fa, su questa e analoghe forme di contratti agrari. Le organizzazioni agricole rosse si sono sempre e solo preoccupate del bracciantato e degli avventizi agricoli (limitando anche la loro attività a determinate zone). Rivendichiamo al Fascismo di essersi interessato per il primo, attraverso i Sindacati dell'Agricoltura, della imponente 'ed importante massa di rurali costituita dai mezzadri e dai grandi e piccoli affittuari. L'interessamento vigile del Regime culmina oggi con la Carta della Mezzadrìa, notevole documento di moralizzazione rurale. Per convincersi degli effetti di tale Carta normativa contrattuale basta pensare al modo e alle forme con cui venivano, e vengono ancora ta alcune zone (dov'è diflìcile l'intervento diretto dei Sindacati Fascisti dell'Agricoltura) stipulati ì patti fra proprietario e conduttore. Il desiderio del padrone del fondo di denesasqqulafadeefpr(cnudechbidimvivestpruna e digmqunuunneciS_ alregolare la coltivazione della sua terra 'qu- desiderio giusto sotto il punto di,l'Avista della responsabilità dell'imprenditore nella buona e razionale conduzione dell'azienda — aveva ingenerato in molte zone una eccessiva costrizione nei riguardi dei mezzadri, legando loro completamente le mani. Ora, mentre se dà un lato è giusto e morale che il proprietario del fondo tuteli la sua terra da uno sfruttamento troppo intenso tèndente solo a far rendere molto la terra in una determinata annata, a scapito delle successive, è d'altra parte perfettamente equo che le restrizioni imposte non siano eccessivamente gravi e che il locatore intervenga nella direzione del fondo soltanto per la salvaguardia della sua terra dallo sfruttamento eccessivo. Questo equo stato di cose mentre mantiene la completa responsabilità del conduttore gli lascia ta pieno la sua caratteristica di proprietario-lavoratore, parte dirigente col padrone de! fondo. Un tempo invece il contratto veniva stipulato in un modo tutto « sui generis i>. Esso non. risultava dalla discussione e dal conseguente accordo delle parti, ma era invece il proprietario che lo preparava secondo il suo tateresse, creando un contratto contenente gli usi e le consuetudini e le clausole più disparate e talvolta cervellotiche. Non si trattava, bene spesso, di regola contrattuale tendente ad affermare diritti e doveri delle parti, ma di restrizioni fatte dal locatore per la salvaguardia della sua terra. La discussione tra padrone e mezzadro non verteva quasi mai sulla baae del contratto, ma soltanto sulle correspon- chinl'pgvdstvotancfrdstot2q- i sionl e sugli appendizi, o su determio, I nate altre clausole non fondamentali o ldei contratto stesso. Lo stesso patto di mezzadria assu meva forme ibride, nelle quali la fi gura del mezzadro si confondeva con quella dell'affittuario e viceversa. Nelle zone viticole Nelle zone viticole e particolarmente nel Monferrato, tutti i contratti a a , a o1 -ari contenevano' e contendono id ea ■ ^ contenevano e contengono aa s.esempio clausole concernenti la rmno- lplvfdmaPsmaceididtf1vpizvg vazione del vigneti flllosserati. Tanto I mezzadri quanto gli affittuari si tmpegnano, secondo una consuetudine molto equa, di Impiantare nuovi vigneti con barbatelle comperate dal pa drone. lavoro nel quale essi mettevano soltanto la mano d'opera. La mancan- seme m uno, il tutto m ouono stato d* conservazione, e infine 10 dozzine di uova- 10 pollastri, 10 capponi sani di almeno Kg. 2 caduno. Ho riportato per esteso l'elenco di tali appendizi tanto per dare un'idea deUe pretese proprietarl d. ^ n* ctm_ tratti di affitto, pretese che tendono za di una norma scritta ha costretto la consuetudine a trovare da se stessa la via più giusta ed onesta, e i profitti di tali impianti agli effetti delia produzione nel futuro, sono grandissimi quando si pensi che essi costano in media ben 40.000 lire per ettaro, spese in terre che daranno fra qualche anno una Incalcolabile produzione quantitativa e soprattutto qualitativa. La clausola esposta è forse la migliore fra le consuetudinarie e quella che dev'essere scrupolosamente mantenuta nell'applicazione della Carta della Mezzadria. In molti casi, per altri campi, l'applicazione di norme informative scritte, ta materia contrattuale, ha avuto invece l'effetto di fare scomparire le clausole consuetudinarie migliori e gli usi locali più equi. A tal uopo una certa larghezza di applicazione, almeno nei primi tempi, garantirà i migliori effetti morali e materiali della Carta della Mezzadria. . Incongruenze del passato Vedremo soprattutto scomparire certi ibridismi dei contratti agrari — e anche, diciamolo pure, sopravvenire uno spirito di moderazione nelle pretese di certi proprietari di fondi. Specie nei patti (scritti ed orali) di mezzadria di piccoli fondi esistono clausole che impongono gli appendizi più impensati e strani — la corresponsione di derrate (che costringe addirittura all'impianto di particolari culture nel fondo) o di servizi gravosi e non logici da effettuarsi da parte del mezzadro. Ricordo a tale proposito, di aver notato perfino in contratti di affitto di terre (forma nella quale gli appendizi, o almeno molti di essi, sono una costrizione gravosa e spesso ingiusta) la imposizione di appendizi da corrispondersi al locatore del fondo naturalmente oltre l'affitto ai prezzi d'uso nella seguente misura: Q.li 15' di fieno maggengo, 15 di paglia pressata, 10 fascinotti di gelso nel mese d'agosto, 4 di frumento, 4 di granturco, 1 di patate, 1 di fagioli bianchi, Kg. 1 di >MdmsPSo™vridnplpsfct£tascMuvcvi ldcfpledgccgnyhfilupaoaoilsidgaBvvznsvsm(per la stessa forma che impone più strette relazioni tra le parti) ad estcn{Jersl ^ contrattQ di £ezzadrla. E' da sperare inoltre che la Carta della Mezzadria apporti indiscussi benefici agli effetti produttivi. Uno di essi, e forse il più rilevante, sarebbe quello di far. scomparire lo squilibrio che spesso esiste tra la quantità dì lavoro richiesta dal fondo e la forza lavorativa di cui dispone la famiglia del mezzadro. Ciò sarebbe della massima utilità non solo agli effetti della quantità e qualità della produzione e della coltura intensiva (che deve essere ..rigidamente, mant*-. nutai'.mà anche in rapporto ài' lavoro dello donne e'dei fanciulli, questione' che nelle nostre campagne ha ancora bisogno di essere attentamente studiata. Da tutto questo ammasso di problemi e da questo stato di cose è nata la viva attesa della popolazione rurale verso i contratti agrari-tipo, manifestazione viva e sensibile che fa comprendere agli agricoltori italiani come un nuovo orizzonte si stia schiudendo a coloro che traggono vita dalla terra e in essa ripongono tutte' le speranze di benessere e di agiatezza. I rurali, gente semplice, onesta e quindi estremamente sensibile sentono attraverso queste manifestazioni il soffio dì una nuova civiltà non soltanto italiana ma universale. A. N. «cptSC

Luoghi citati: Asti, Monferrato, Piemonte