Il Presidente del Consiglio romeno assassinato

Il Presidente del Consiglio romeno assassinato LA VENDETTA DELLA "GUARDIA DI FERRO Il Presidente del Consiglio romeno assassinato con quattro colpi di rivoltella da uno studente antisemita Bucarest, 29 nòtte. Questa sera atta stazione di Sinaia, mentre aspettava il diretto che doveva ricoìidurlo a Bucarest, il Presidente del Consiglio romeno, Duca, è stato assassinato da un giovanotto, che gli ha sparato contro quattro colpi di rivoltèlla. Colpito alla testa, il Presidente del Consiglio è morto immediatamente. L'assassino è lo studente Nicola Costantinescu die frequenta l'Accademia di commercio di Bucarest. Egli non ha agito da solo bensì con la complicità di un caffettiere di Purtuciaja e di un tal Giovanni Dorubenimaje di professione finora non accertata. L'interrogatorio del Costantinescu è in corso, quindi non si hanno ancora particolari. Assieme a lui sono stati subito arrestati i suoi due complici. Una bomba a mano lanciata da Costantinescu contro Duca, forse dopo aver fatto fuoco con la rivoltella, ha colpito l'ex-sindaco detta capitale dott. Costimescu il quale accompagnava U Presidente del Consiglio. La salina ilei Capo del Governo è stata trasportata per ordine di Re Carol nel castello reale di Pelesch. « Vi ammazzerò come un gene » Duca aveva assunto la Presidenza del Consiglio rumeno U 9 novembre in seguito alle dimissioni del Gabinetto nazionale-zaranista di Vaida Voivoda. Il suo ritorno al potere segna la riabilitazione del partito nazional-liberale che per cmque anni aveva dovuto lasciar mano libera a\ nazional-zaranisti. Le elezioni svoltesi ai 20 del mese di dicembre gli avevano assicurato alla Camera un grande successo; di i 387 mandati il partito governativo se ne era assicurati 300 circa. Ma la lotta elettorale, malgrado l'abilità e la severità con la quale il Governo aveva preparato le elezioni, era stata caratterizzata da alcuni fatti assai sintomatici. In modo particolare si erano ribellati contro Diwa i partiti nazionalisti di estrema destra, in modo particolare quello antisemita con alla testa la nota « Guardia di Ferro ». Si narra che il generale Cantacuzeno, discendente da una delle più grandi famiglie dslla Romania, e membro.della « Guardia di Ferro », abbia diretto a Duca, subito dopo lo scioglimento dell'organizzazione terrorista, una lettera che fra l'altro diceva: « Poiché voi avete disciolto la nostra organizzatone, vi avverto che vi ammazzerò come un cane in qualunque luogo io vi riesca a trovare, riservandomi in seguito di esporre al Re le ragioni che mi hanno spinto ad uccidervi ». L'incarico ad Angelescu Co» tutta probabilità lo studente che oggi ha fatto fuoco contro Duca è un nazionalista che non ha saputo rassegnarsi alla soppressione del suo partito. Il Ministro dell'Istruzione dott. Angelescu è stato chiamato a Sinaja dal Re subito dopo la morte di Duca, e si crede che sarà lui ad assumere la Presidenza del Consiglio, magari provvisoriamente, essendo egli il Ministro più anziano dell'attuale Governo. Il Ministro degli Esteri Titulescu, che si trova a St. Moritz, è stato invitato per telefono a rientrare immediatamente a Bucarest. All'ultima ora si apprende che lo studente ha sparato contro Duca portandosi alle sue spalle. Un Consiglio dei Ministri si è riunito questa sera per esaminare la situazione. Un altro Consiglio si terrà domattina, sotto la presidenza di Angelescu. E' fuòri di dubbio che l'assassino è membro della disciolta organizza zione detta « Guardia di Ferro ». Al momento in cui la «■ Guardia di Ferro » venne sciolta per ordine di Duca, il Governo fece arrestare oirca 1300 persone che vennero sott't poste a lunghi interrogatori. Dopn gli interrogatori rimasero in carcs re 550 persone le quali dovevano essere sottoposte a processo. L'impressione per l'attentato nel¬ la capitale è enorme; generalmente si crede che il Governo, per fronteggiare la situazione, dovrà fare ricorso a mezzi eccezionali. Sulla bocca di molti corre la parola dittditura. Anche sulla politica estera della Romania l'attentato di Sinaja non resta privo di influenza giacché Duca era un ardente fautore dell'alleanza con la Francia e della politica detta Piccola Intesa. Al momento della' composizione del Gabinetto, Duca non potè assicurarsi la collaborazione di Giorgio Bratianu e di Ottaviano Goga avendo egli posto ditte condizioni, richieste a quanto sembra, dalla Francia, che i due uomini politici dovettero respingere. Episodi premonitori Le condizioni deWex-borgomastro di Bucarest sono gravi e ha dovuto essere sottoposto ad un atto operatorio all'ospedale. Si può ricordare ohe la lotta politica svoltasi in Romania dal giorno detta caduta del regime nazlonalzaranista è stata caratterizzata da episodi di straordinaria violenza. Lo scioglimento della «Guardia di Ferro » cagionò la morte dell'agente di polizia Marino Stoenesco il quale fu colpito da una rivolteUtta sparatacontro di lui in pieno petto da un appartenente alla « Guardia di Ferro ». Di un altro incidente fu protagonista lo stesso capo dei liberali dissidenti (.avversari irreconciliabili dei nazionali-liberali capitanati dal defunto Duca) Giorgio Bratianu. Informato ohe degli agenti si erano recati alla redazione del suo giornale per sequestrare uni edizione già pronta per la vendita, psrchè conteneva attacchi personali di violenza inaudita contro il Presidente del Consiglio Bratianu, corse sul luogo armato di rivoltella, e si misi a far fuoco contro gli agenti intimando loro di andarsene. Gli agenti reagirono, e ne derivò una mischia nel corso della quale Bratianu fu leggermente ferito. Questi episodi, e altri analoghi, sono a tati fino ad oggi tenuti nascosti dalla censura. Il capo del partito nazionale-liberale Jon G. Duca, che nella politica della Rumenia contemporanea sosteneva da anni una parte di primissimo ordine, era nato a Bucarest ai 20 di dicembre del 1879. Suo padre era direttore generale delle ferrovie. Iniziò gli studi nella città natia e li terminò a Parigi, laureandosi in legge alla Sorbonne: il soggiorno a Parigi gli fece assimilare la cultura e la mentalità francese a tal punto, che non è facile dire se in appresso la sua attività di uomo politico ne abbia sempre tratto giovamento. Ritornato in patria. Duca fu per breve tempo giudice, quindi si consacrò al movimento cooperativo e nel 1907 divenne direttore della Cassa centrale delle Banche popolari rumene. Iniziò l'attività parlamentare nel 1907 come membro del partito liberale e da allora ha quasi Ininterrottamente fatto parte della Camera: il partito liberale ha avuto nella famiglia Bratianu ed in lui i più energici e coscienti organizzatori. Jon Duca è stato anche oratore assai brillante. Jonel Bratianu lo chiamò per la prima volta al potere nel 1914, affidandogli il portafoglio dell'Istruzione. Dimessosi Bratianu nel febbraio del '18, Duca ne segui le sorti, per ritornare con lui al Governo alla fine dell'anno, come Ministro dell'Agricoltura: importantissima opera compiuta da Duca in tale qualità rimane la riforma agraria, tuttavia si tratta di opera che ha formato oggetto di critiche mólto vivaci 0 spesso non prive di fondamento. Dimessosi il Gabinetto nel settembre del '19, Duca entrò nel Gabinetto successivo col portafoglio degli Esteri e per 1 quattro anni diresse la politica interi nazionale della Rumenia, rappresentando il suo Paese alle sessioni ginevrine e dimostrandosi partigiano convinto della necessità della Piccola Intesa, alleanza al cui consolidamento lavorò con ogni sua forza. Nell'ultimo Ga 'ometto formato da Jonel Bratianu, ner giugno del '27, Duca ebbe il Ministeri degl'Interni, che conservò pure quandi la presidenza del Consiglio passò nelle mani del fratello di Jonel, Vintila. Con Vintila, infine, '.«gli lasciò il potere nel novembre del 1928, per affrontare una lotta violenta, e non priva di asprezze, contro il partito nazlonal-zaranista, che ha in Giulio Maniu il suo esponente principale, e contro quanti si agitavano per annullare l'atto di abdicazione del Principe ereditario Carol e richiamare dall'estero l'esule, per farlo salire sul trono. Nel giugno del '30 la restaurazione cartista pose i liberali in una condizione più che critica, dalla quale Duca cercò di venir fuori, lavorando con finezza diplomatica: e poiché Vintila Bratianu non possedeva una tal dote neppure in minima misura, già in quel periodo la direzione del partito passò moralmente a Duca, che aiutò Vintila Bratianu a compilare il memoriale presentato al Sovrano, un mese dopo la restaurazione, nel corso di un'udienza risoltasi, per il vecchio uomo di Stato, in uno sterile atto di sottomissione. Comunque Duca era riuscito a salvare il partito e se anche l'udienza accordata, pure a lui, dal Sovrano, non ebbe immediati effetti, Duca potè compiacersi di sapere vivo e vitale un organismo politico che rimaneva fiducioso nella riserva. Il distacco di alcuni dis- , sidenti schieratisi attorno a Giorgio Bratianu, figlio di Jonel, non esercitò, sulla compagine del partito, influenza sensibile. Morto nel dicembre .dei..'30 Vintila Bratianu, Duca divenne « leader » dei liberali e nell'assumere la carica dichiarò che avrebbe continuato a sforzarsi di servire fedelmente il Paese ed il Re. Il Re gli aveva creduto tanto che il 9 novembre u. s., in seguito alle dimissioni di Vaida Voivoda gli aveva affidato la Presidenza del Consiglio. Si teme un attentato contro Venizelos mentre si attende lo stato d'assedio Vienna, 29 notte. Si ha da Atene che questa sera la casa di Venizelos è stata circondata da forti distaccamenti di polizia e di gendarmeria. La misura ha destato vivissima impressione. Alla Camera il Presidente Cialdaris, interpellato, ha dichiarato che ha dovuto ricorrere a misure di precauzione temendosi uh attentato contro Venizelos da parte di un gruppo di ex-ufficiali. Alla testa di questi ufficiali sarebbe un maggiore che Venizelos, a suo tempo, scacciò dall'esercito. L'opposizione, tuttavia, ha replicato che il Governo non ha detto la verità, e che invece vuole intimidire Venizelos e costringerlo a lasciare il paese. Crescono le voci di imminente proclamazione della dittatura o di proclamazione dello stato d'assedio, sebbene il Presidente della Repubblica Zaimis abbia dichiarato che ove si volesse violare la Costituzione si dimetterebbe, spiegando in un appello al popolo le ragioni del suo gesto. Nel caso, che la dittatura venisse proclamata, con molta probabilità la Presidenza del Consiglio sarebbe assunta dall'attuale Ministro della Guerra generale Condylis. Moto insurrezionale in Argentina prontamente stroncato dal Governo L'arresto dell'ex-presidente Alvear Buenos Aires, 29 notte. Dal Palazzo Presidenziale è annunciato che l'insurrezione, promossa dal Partito radicale, è stata stroncata anche nella provincia di Santa Fè, ove aveva assunto maggiore vastità e forza. Gli insorti sono stati \già sloggiati dal Palazzo delle Poste e dalle varie stazioni di Polizia che avevano occupate di sorpresa. E' anche ufficialmente ammesso che la soppressione della rivolta è costata un numero imprecisato di morti e feriti da ambo le parti. Contemporaneamente il Governo ftq reso noto che l'ordine pubblico sarà rigorosamente mantenuto ovunque, anche a costo di ricorrere allo stato di assedio. La Polizia federale ha arrestato V ex-Presidente della •Repubblica, dott. Alvear ed altri capi del partito radicale, ritenuti responsabili del movimento. A Rosario, nella giornata di ieri e di oggi si sono avuti complessivamente 9 morii e 50 feriti, hi gruppi .armati hanno assalito la \ caserma dpi pompieri e varie stazioli di ■Polizia. La situazione in città, è ora tranquilla. »»

Persone citate: Alvear, Costantinescu, Giorgio Bratianu, Giovanni Dorubenimaje, Nicola Costantinescu, Ottaviano Goga, Re Carol