L'avventurosa vita di un ragazzo cui il padre trafugò lo stato civile
L'avventurosa vita di un ragazzo cui il padre trafugò lo stato civile L'avventurosa vita di un ragazzo cui il padre trafugò lo stato civile Il caso che stiamo per narrare rappresenta nella sua tenuità, uno degli esempi di quelle piccole tragedie, cne, coniuae nel gran mare della vita, quasf stug<rono all'osservatore superficiale, salvo a sfumare e ad estinguersi, qualora il protagonista non esca da quel nulla, liei quaie il destino l'ha cacciato. 11 protagonista questa volta è un giovanotto, ai appena 17 anni. Smagrito daile lungne privazioni, l'occhio ceieste un poco atono, i capelli d un biondiccio chiaro, che denunciano visibili traccie di razza nordica, l'aspetto sereno se pure accorato. Gli abiti che male si attagliano alla persona, ai piedi un paio di stivaloni logori, e troppo grandi. A chi gli chiede, egli dichiara chiamarsi Guglielmo Saccaro di Giovanni e dice di essere nato' a Lintfort in Germania. Se però l'indagine Va oltre la prima richiesta, agli occhi' del ragazzo spuntano due lacrime ed egli confessa di non potere nè dire nè dimostrare di più. Il giovanotto infatti è senza stato civile. Neppure-è-nelle condizioni di poterai procurare quel minimo indispensabile di documenti che valga-a-creargli una personalità e con quella'ad aprirgli una possibilità di lavoro ed anche di vita. -Infatti, per quante consultazioni egli abbia fatte, per quante pratiche siano state iniziate e condotte innanzi con buona volontà, nessuno è mai riuscito a rintracciare attraverso la incerta grafia citata il suo paese di origine, dal quale poter richiedere quella testificazione anagrafica che serva a metterlo legalmente nel novero dei viventi. Che si chiami cosi egli lo dice, in quanto per molti anni quello "fu il suo nome. A dimostrarlo non gli riesce. In una città sul Reno Sarà quindi bene iniziare da principio la storia del poveretto. Secondo il suo racconto egli è nato il 16 marzo 1916 in una cittadina della Germania, quella appunto che crede chiamarsi Lintfort. Qui egli presumibilmente si fermò fino intorno al 1920 e di tale città egli solo ricorda che era prossima ad un grandissimo fiume, sul quale navigavano battelli a vapore. Da tale indicazione si può desumere trattarsi di un centro della Renania, malgrado egli non ricordi il nome del fiume. L'affermazione viene corroborata dal fatto che il ragazzo dice che il padre lavorava nelle miniere di carbone. Durante la residenza in quel luogo nacquero un fratello, Giov ani ed una sorella Amalia. Quindi la famiglia si trasferì in altra città che al ragazzo pare si chiami Craitzwlad ma che pure è irreperibile sugli atlanti. Qui nacquero due altre sorelle del ragazzo, rispettivamente negli anni '21 e '23. Un ultimo nato risulta aver visto la luce nel 1925 non si sa precisamente dove. Nel 1926 la famiglia Saccaro risulta domiciliata nel comune di Arsié in provincia di Belluno, dove la madre una austriaca a nome Apollonia Kònig mori il 5 ottobre di tale anno. Durante il soggiorno ad Arsié il ragazzo ricorda che un giorno venne, giungendo dall'estero il padre. Prese con sè i fisjli più piccoli e, dal discorsi uditi, egli presume che siano stati ritirati in Istituti dì beneficenza.Rimasero i due rapazzi maggiori assieme alla madre. Alla morte di costei mentre il Guglielmo veniva accolto nella casa del parroco, il fratello era ospitato presso il farmacista del paese. Qui i ragazzi rimasero alcun tempo, fin quando il più sriovane venne inviato a Torino pres il collegio degli Artigianelli che 1 iestinava presso la colonia agrlcoi . ù Cascine Vica ed il Guglielmo v- ne ospitato dai Salesiani, prima nel Collegio di Trino Vercellese e quindi in quello di Cumiana. Tanto l'una'que ito l'altra istituzione accolsero i ragazzi con i dati anagrafici accennati, senza troppo sondare sulla esatta grafia dei nomi delle città di origine. Tutto parava avviato al miglior fine, quando verso la fine di settembre del 1931 si presentava al Collegio di Cumiana il padre del Guglielmo. Dopo una lunga discussione coi dirigenti dell'Istituto, costui decideva di ritirare il ragazzo dal collegio e portarlo con sè. I due venivano a Torino e qui restavano per qualche tempo. Il ragazzo poi dice che un giorno il padre lo abbandonò, portando con sè ogni documento che potesse servire all'identificazione del figliò, e che da allora mai più diede notizie di se. _ v . ' , #Non sei mio figlio... » Solo in seguito a più stringenti domande il giovanotto, trattenendo a stentò 11 pianto, si lascia sfuggire .qualche parola che forse potrebbe dare la chiave'di'quello che apparentemente sembra un mistero. Egli infatti accenna ad un lungo litigio avuto col padre, nel corso del quale costui avrebbe rinfacciato al ragazzo anche le origini. « Ti rinnego... tu non sei mio figlio... ». A spiegare questa frase, o meglio la tragedia in essa contenuta, si potrebbe forse pensare alla data stessa, della nascita del ragazzo. Non sarebbe quindi da escludersi che, sulla scorta di una frase sfuggita in un momento di astio, si potesse ricostruire un dramma familiare tale da spiegare, se non giustificare, la condotta di un uomo ridotto alla esasperazione dal ricordo di un affronto subito. Per intanto, ed è quello che più conta, il giovanotto si trova in critiche condizioni.-Abbandonato a Torino due anni addietro ebbe soccorso da Istituzioni caritatevoli, gli venne procurato lavoro, si dimostrò fornito di capacità e di buona volontà, ma non gli fu facile mantenere l'impiego. .Come infatti regolarizzare la sua posizione? A quale nome intestare i suoi documenti, se egli stesso non può rendere testimonianza della propria identità? Varie occasioni di sistemazione sono state cosi frustrate. Nè egli oggi sa come risolvere il proprio caso. Occorrerebbe che qualcuno, il quale dei. Saccaro avesse avuto notizia, in tempi andati, potesse indicare con maggiore sicurezza di quanto il ragazzo non possa ricordare data la giovane età, in cui si trovava in quel tempo, la località, nella quale era domiciliata la famiglluola durante i lontani anni della guerra. Solo in tal modo si potrebbero iniziare con probabilità di riuscita, quelle pratiche atte a dirimere la ingarbugliata questione.
Persone citate: Apollonia Kònig, Guglielmo Saccaro, Saccaro
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