L'incontro tra Simon e il Duce previsto per i primi di gennaio

L'incontro tra Simon e il Duce previsto per i primi di gennaio L'incontro tra Simon e il Duce previsto per i primi di gennaio Londra, 27 notte. L'incontro fra Simon e il Duce è previsto per i primi giorni di gennaio ed i corrispondenti mettono ancora una volta in risalto l'importanza che tale incontro ha, sia al fine di trovare una via di uscita alla presente crisi del disarmo, sia allo scopo di accertare se e quali particolareggiate proposte l'Italia intenda avanzare per la riforma della Lega, dlisa e o e i i a a o a a e i H corrispondente del Daily Mail da Roma, scrive che dall'incontro potrà risultare un nuovo impulso per raddrizzare la presente preoccupante situazione internazionale e aggiunge che l'unanimità di vedute esistenti fra l'Italia e l'Inghilterra in numerosi problemi, e specialmente in quelli del disarmo, lascia prevedere che il risultato dell'incontro sarà l'adozione di una comune linea di condotta. Il problema della riforma della Lega è affrontato intanto con sempre maggior larghezza non solo dai quotidiani ma anche dalle riviste. La rivista Truth, ad esempio, pubblica un articolo del suo corrispondente da Ginevra sul problema della riforma della Lega. H corrispondente mette in rilievo il grande interesse che negli ambienti ginevrini ha suscitato la deliberazione 'del Gran Consiglio. « Le aspirazioni di Ginevra, egli continua, sono oggi meno ambiziose che nel passato e si può anzi dire che esse si limitano alla speranza che in un modo o In un altro, in una forma o in un'altra le istituzioni internazionali possano essere mantenute in vita. Questo fa si che le proposte di riforme vengano nel complesso accolte favorevolmente. La Lega è cosi indebolita che qualsiasi riforma che possa determinare il ritorno dei figli prodighi o assicurare l'adesione di nuovi Stati appare migliore della presente inerzia a coloro che desiderando che la Lega sopravviva sono convinti che la possibilità di una prolungata esistenza della Società delle Nazioni cosi come è oggi sia molto scarsa. « Mussolini — osserva più oltre il orrispondente — non intende affatto eliminare le piccole Potenze ma creare un meccanismo per cui all'infuori di esse sia possibile la discussione di gravi problemi rispetto ai quali gli Stati minóri non hanno si può dire alcun diretto interesse. Devo aggiungere a tale riguardo che un sia pur breve soggiorno a Ginevra dimostra quanto ridicola sia l'illusione che particolari virtù siano riposte negli Stati più piccoli, che essi solo possano prendere un'atteggiamento spassionato nei problemi internazionali, che in contrapposizione alle manovre delle grandi Potenze essi presentino un mirabile quadro di specchiata onestà. Al contrario essi appaiono 1 più pronti fra tutti ad intrigare e mercanteggiare ». L'articolo continua osservando che appunto per questo è da prevedere che gli Stati minori individualmente collettivamente ed attraverso le Potenze di cui sono satelliti cercheranno di opporsi ad una riforma della Lega attraverso la procedura prevista dal Covenant. E' quindi da prevedere che se una riforma vi sarà essa dovrà essere imposta dalle grandi Potenze. « Se la riforma sarà possibile la Lega — scrive la rivista — cesserà di essere uno strumento dello statu quo per diventare" uno strumento per la- revisione dei trattati. E' lecito nutrire dei dubbi sulla possibilità che la Lega cosi trasformata funzioni perfettamente ma è certo che con una simile riforma la vergogna di un sistema internazionale diretto a santificare le clausole territoriali tutt'altro che perfetto sarebbe scomparsa. Simon riceve a Capri l'Ambasciatore britannico a Roma Napoli, 27 notte. Stamane sir Simon, che trovasi ancora a Capri, in compagnia di Axel Munthe ha fatto una gita intorno all'isola visitando la villa dello scrittore della Storia di San Michele. Alle ore 13 è rientrato in albergo per la colazione uscendone soltanto nel tardo pomeriggio per dirigersi alla marina grande in compagnia della consorte. Simon ha atteso sulla banchina l'arrivo della torpediniera «57 AS», a bordo della quale è giunto da Napoli l'Ambasciatore d'Inghilterra a Roma, Drummond. In automobile i due personaggi si sono diretti all'Hotel Quisisana, ove, durante il tè, hanno avuto un collociuio protrattosi per circa un'ora. Dopo di che lo Ambasciatore ha informato la dire zione dell'albergo che si tratterrà a Carni insieme al Ministro fino a tutto il 3 gennaio. Poi insieme partiranno per Roma. mo, quello di sottoscrivere un patto di non aggressione il cui risultato possa essere di privare la Francia delle garanzie del Patto di Locarno, le sole che è riuscita ad assicurarsi in 15 anni di lotta per la sicurezza; secondo, quello di accettare il mantenimento dei due milioni e mezzo di uomini delle formazioni para-militari tedesche; terzo, quello di discutere del disarmo fuori di Gine- vra. Le proposte di Hitler vengono così, in realtà, rifiutate per Intero. Ma poiché la risposta sarà trasmessa alla Wilhelmstrasse dall'Ambasciatore di Francia, il quale coglierà l'occasione oer dichiarare che «su quelle basi l'apertura di negoziati è imnossibile », la Francia spera che Hitler ne concluderà che «su basi diverse i negoziati potranno essere aperti ». e che di conseguenza Parigi respinge le condizioni, ma non le trattative, cosa che non autorizza Berlino a dire che la mano offerta dall'avversario è stata rifiutata. Non sappiamo fino a qual punto Hitler sarà disposto a fare il giuoco francese, prestandosi a confermare di fronte all'opinione internazionale che la risposta di Parigi non costituisce un rifiuto, bensì un invito a continuare le trattative. Quello che è fuori di dubbio in ogni modo per coloro che non si appagano di finzioni diplomatiche è che mancano sino a questo momento gli estremi per una conciliazione sia diretta che indiretta delle tesi tedesca e francese, sebbene la Francia, preoccupata di evitare la responsabilità di una rottura, si dimostri dispostissima a continuare a tenersi in contatto diplomatico con la Cancelleria berlinese in vista della riunione del 21 gennaio prossimo, durante la quale bisognerà pure decidere qualcosa se non si preferisce rinviare ancora una volta la Conferenza e guadagnare del tempo. I colloqui di Hymans La situazione è stata esaminata oggi da Paul-Boncour anche col Ministro degli Esteri belga venuto a Parigi, come già sapete, per abboc^ carsi con lui e con gli altri dirigenti della politica francese. Hymans è stato anche egli molto vago nelle sue dichiarazioni alla stampa; ma u collaboratore diplomatico del Petit Parisien crede di poter sostituirsi a lui nell'affermare che il Ministro è venuto a Parigi sovrattutto per insistere sulla necessità del mante* nimento immutato del Patto di Lo-i carno, assicurante la inviolabilità della frontiera belga oltre che di quella francese. Hymans avrebbe: inoltre fatto comprendere ai suoi interlocutori, sempre secondo lo stesso giornale, di essere fermamente deciso a formare con Paul-Bon-* cour e Benes il supremo quadrata! intorno alla Lega delle Nazioni. Non ultima ragione del viaggio dimostrativo del Ministro belga sembra comunque essere stata quella di pro-i curarsi un colloquio col Ministro del Commercio Laurent-Eynac circa le relazioni economiche fra i due Paesi. Corre voce, infatti, che al Belgio sarebbe stato promesso un tratta» mento di favore nei riguardi della riduzione dei contingentamenti esteri nella inaudita misura del 75 %' dei quantitativi del 1933, riduzione che verrà annunziata dal Journal Officici del l.o gennaio. La discriminazione accordata al Belgio costituirebbe una inattesa violazione del principio della eguaglianza di trattamento, mercè cui la Francia ha sempre preteso giustificare la sua politica di divieti di importazione, e che i suoi rapDresentanti invocavano fino a noclii giorni or sono per indurre i Governi esteri ad accettare senza proteste né ritorsioni la sua nuova nretesa della distribuzione diretta delle licenze. C. P. a e i i In attesa della decisione francese Il gioco diplomatico francese nelle trattative con la Germania Parigi. 27 notte. H Consiglio dei Ministri si è occu pato oggi del tenore della risposta che l'Ambasciatore Frangois Poncet avrà missione di consegnare alla Wilhelmstrasse, circa le recenti prò- poste del Cancelliere. Il Consiglioerà stato preceduto da una riunio-. ne più ristretta, alla quale assiste-vano, con Boncour, i Ministri della Guerra e della Marina, e ciò sempre allo scopo di prendere una decisione riguardo al disarmo e alle trattative dirette con la Germania. Pare che le conclusioni dei tre siano state nel pomeriggio approvate dall'insieme del Gabinetto. Risposta ambigua Le notizie diffuse al riguardo in serata si risentono tuttavia di parecchie ambiguità. Da un lato, si dichiara che la Francia respinge la„ra j: l ì.z1j.s-7S offerta tedesca di trattative direi te; dall'altro, si ammette che le con versazioni diplomatiche fra Parigi e Berlino continueranno. Le trattative dirette verrebbero, insomma, rifiutate in linea di principio e accettate in linea di fatto. Questi sono i doliti sofismi di cui la Francia si di lètta. Praticamente, per'dirla senz,]anfibologia^' Parigi avrebbe opposto a Berlino bre rifiuti principali: pri- La Germania per trattative dirette i arm°> il passaggio a una nuova te- Berlino, 27 notte. In attesa dei risultati del Consiglio dei Ministri di oggi all'Eliseo circa le trattative a due franco-tedesche, il Boersen Curier scrive: « U Governo francese pone avanti, in una questione di politica estera così importante non solo per esso ma per tutta l'Europa, ima decisione preliminare presa da chi? Dai Ministri della Difesa. Questi Ministri della Difesa Nazionale costituiscono carnai un Gabinetto nel Gabinetto >. Qui il giornale nota come i Ministri della Difesa francesi siano certamente i responsabili esperti dell'esercito, e godano perciò di una grande autorità, ma qui si trattava di questioni che come la Società delle Nazioni, le relazioni con la Germania, la Conferenza del (lis¬ j cnlca di trattative, ecc. apparten ' Kono Piu cne altre mai al campo del Ministro degli Esteri, ! ''La Francia — rileva quindi il glor- •• La Francia naie — fa decidere la sua posizione e il suo punto di vista nelle arandi que- lStioni di politica estera dai tecnici della guerra, dagli uomini cioè che in via normale non dovrebbero, in fatto di armamenti, essere interpellati se non sul * ccoie e non mai sul « se ». Se a prendere la decisione di respingere la proposta di discussione a due, e di non aimmetterla se non nella cornice deMa S-cietà delle Nazioni fossero stati altri Ministri, e cioè i Ministri competenti politici, ciò non avrebbe necessariamente assunto 11 significato che la decisione assume circa le intenzioni della Francia sulla questione del disarmo. Ma che cosa 1™6 sisr?ifi3Y<fi laaÌ°T-ula ^st^° nel auadro della Società delle Nazlo- el quadro della Società delle Nazioni * quando questa formula è pronunciata da uomini il cui compito non è ■pr.e.-iramante il disarmo? Se srli uomini di sruerra si parano e si ammantano della So-ietà delle Nazioni, essi ™id fanno- nella sicura aspettazione "he la Società delle Nazioni continuerà come prima a venir mero al -uoi compiti, e a non costituire alcun ostacolo alla continuazione della eorsa agli armamenti. A questa conclusione è impossibile sottrarsi**,