Dialogo di fine d'anno

Dialogo di fine d'anno Dialogo di fine d'anno — Senti, curo, questi film italiani sono ben brutti. — Non esagerare ! E quelli stranieri? — Anche quelli, spesse vòlte, non scherzano. — Como vedi, ùuuquc, il film italiano... Dialog... può ritenersi alquanto in ri- jIbasso — Ma pei- il prossimo anno ! — Già: per il prossimo anno chi produrrà in Italia' Oggi, a dire il vero, c'è un po' di diffidenza, uu po' d'incertezza. — Ma bisognerà pure pensare a ^stabilire i programmi per la produzione futura. Case di produzione vere e proprie che intendano produrre non ce ne sono, almeno per il momento. Saranno, quindi, ancora questi gruppi indipendenti, questi consorzi di vari gruppi, vecchi e nuovi, che dovranno coraggiosamente affrontare per la seconda volta l'alea della produzione. E l'esperienza di quest'anno? — Essenziale. Auguriamoci che i risultati, buoni e cattivi, di questo primo anno, cho potremo definire sperimentale, aprano loro bene gli occhi. Le maestranze in Italia sono ottime, se mai è qualcuno dei dirigenti che bisogna cambiare ; quelli, insomma, che hanno dato una cattiva prova siano, una .volta tanto, messi definitivamente al bando. La morte, in senso molto figurato, anche di dieci o venti persone non è una rovina, quando tut-ta una classe di lavoratori ai può salvare, e un'industria'può risorgere e fiorire. — Altrimenti sarebbe meglio chiudere. Non è vero. La soluzione sarebbe troppo semplicistica a "tutto . vantaggio della produzione stranie- ra in generale e di quella americana in particolare con l'aiuto — 1 are. Oggi invece, anchedelle recenti disposizioni governative, si può pretendere per Ja nuova stagione dai produttori in-dipendenti qualcosa di più originalee di più sostanziale. L'esperienza in-segni. Insegni che, alla fine, -sarei)-be grave errore artistico e commer-ci a le insistere nella produzione dicerti film preparati con le solite, abusato ricette più o meno interna-zionali e interpretate da certi soliti! cosiddetti divi.. E quando si vede che un film viene prodotto senza quei minimi mezzi necessari, senza quel minimo senso di misura, di dignità e di buon gusto, dove insomma sia palese semplicemente e bru-talmente il piccolo affare più o meno pulito, allora sia condannato senza rimedio, sia magari dalla censura bocciato in pieno per indegnità artistica. Sarà, una . giuste lezione per chi lo ha prodotto, una ragione di meno per svalutare agli occhi del pubblico la nostra produzione. ' — Bravo ! — In Italia caro, si possono ancora fare dei film, anzi bisogna Tare dei film, dei film destinati al nostro pubblico con attori nostri, con caratteri essenzialmente italiani. Varietà massima nella scelta dei soggetti, varietà massima, quindi, nella produzione. Ma in ogni lavoro uscito dai nostri stabilimenti dovrà essere ben palese e ben impresso uno stile italiano. Un film americano, anche quando svolga una vicenda giapponese e russa, rimane, in 'anno fondo, sempre un film americano. Occórre perciò produrr* film con sog- getti italiani, or- gauizzati e diretti j da italiani. Oggi il cinematografo i non è più il pozzo di San Patrizio■ £ -• |- .j v»* IJIIU J. ili 1 |AIU jdi una volta; e dal punto di vista | industriale è un'industria che se di- (retta con coscienza e con intelligen-jza può non essere passiva. Un film e|tra produzione, «dizione c lancio1può costare circa mezzo milione. Tra1incassi, facilitazioni governative,-i eventuali premi e vendile all'estero, i questo film dopo un anno o un an- no e mezzo di sfruttamento può in-jcassare nette seicento o settecento-ijmila lire. Con un guadagno quindie a lloso à e e l per il capitale e l'editore di circacento-duecentomila lire, guadagnoche tenendo presente il rischio e l'in- teresse del denaro immobilizzato nell'impresa non può apparire favo-e o o o n Soprattutto soggetti e direzione. — Soprattutto. Gli attori si possono sempre, con difficoltà non indifferenti — e qui è l'abilità di chi è- a capo di una produzione — trovare e plasmare. „È anche quando si vuole utilizzare un attore già noto e popolare, non è questa una ragione per' fargli' interpretare dei personaggi insulsi e banali. — Ma questo nostro mestiere è soprattuto un mestiere e un'arte dove, su ogni altra cosa, deve esistere una perfetta fusione fra i vari elementi, una collaborazione interessata ad un unico scopo: quello di riuscire a fare un'opera degna/ — Cosa anparentemente semplice, ma molto difficile. — Ma non impossibile. GASTONE BOSIO Rosa Barsony è l'ultima felice scoperta berlinese nel firmamento delie dive per operette cinematografiche. Eccola In una scena di Guerra di valtzer, diretto da Ludwig Berger. .De Sica sta per prendersi un sonorissimo schiaffo dalla Merlin!: è ciò che vedremo In Lisetta, il loro nuovo film, con Renato dolente, Memo Benassl e Gianfranco Giachetto

Persone citate: De Sica, Gianfranco Giachetto, Ludwig Berger, Memo Benassl, Merlin

Luoghi citati: Como, Italia, Italia'