"Littorina,, attraverso l'Europa

"Littorina,, attraverso l'Europa "Littorina,, attraverso l'Europa Per la linea dal Gottardo e sulle ferrovie svizzere a 120 chilometri all'ora -( Dei.1 nostri Inviati speololl)- k i e e . i l i a Berna, 5 notte. I e Littorina è autentica e ottima ita- TOliatui; ma divoratrice insaziabile di spa-\ Sil a o . e u o , u o I i a. , a e o . n : o l i a o di 9 a se a e ze e : ne il a no ti rs i, ti o tta nra a ar ha aaali nel ra ali di roto a el è è ia aoon 23 a, no ni risda nla a. io zio, a centoquaranta e piti chilometri all'ora, non le basta oramai la nostra penisola bella, non bastano alla sua ansia e frenesia di corsa la valle padana, e i versanti e traversi valichi della tanto distesa catena apenninica, e i lidi dei tre mari, e le isole : élla cerca l maggiori valichi alpini, si slancia pelle dilunganti vie continentali, anela a tutte le vie del mondo. Facile profezia, cho questa è una fanciulla che farà molta strada, col suo romano nome augurale, con il suo slancio, con la sua bravura. Ed è nata da una concezione di generosità, nello spirito e con la missione di ristabilire un già turbato equilibrio Cosi ella porta e costituisce la conciUaziono di un lungo dissidio, che parve rrià irriducibile, placa e compone un duello, che minacciava perniciose conseguenze. L'alleanza fra auto e treno 71 duello era tra l'automobile e la ferrovia, fra il pesante treno, e costoso o relativamente lento, e la leggera macchina automobile, diventata velocissima, a relativamente economica. Nella concorrenza tra i due mezzi, sempre più accanita, e bisogna riconoscere, con efficace profitto dell'automobile. a corrispondente pregiudizio delle ferrovie; adesso, con lo sviluppo stradale, accresciuto e migliorato di tanto, in ogni paese, e specialmente in Italia, le recenti macchine dette — utilitarie, diventate di uso quasi comune, e con il loro straordinario rendimento, sembrava stessero per arrecare al treno un nuovo colpo, pia acuto; mentre per it trasporto delle merci si tende indubbiamente a dare la preferenza all'autocarro, rispetto al treno, per notevoli vantaggi che esso offre al confronto, analogamente dell'automobile per le persone. Littorina è il dono generoso ohe l'automobilismo fa alla ferrovia. Per suo mezzo, l'automobilismo, già parzialmente vittorioso, viene a patti con la strada ferrata, e concede a questa alcune delle sue prerogative migliori: per l'appunto, leggerezza, e assai maggiore velocità, ed economia. Littorina è l'automobile che va sulle rotaje, che presuppone le rotaje, si adatta ad esse, e a sua volta se ne avvantaggia. Nel nuovo patto di conciliazione, reciprocamente, la ferrovia cede a questo recentissimo tipo di automobile l'uso della sua propria strada, la strada delle parallele verghe di ferro, che guidano la corsa, e l'agevolano, con la loro superfice regolare e liscia, riducendo la resistenza al moto. Il treno non potrebbe correre che sulle rotaje; l'automobile correva già, e come, superando di assai il treno, sulle strade ordinarie; e pensiamo di quali strepitosi progressi sarà suscettibile questa geniale e fortunata combinazione dell'automobile e della rotaja. E' presumere senza azzardo, sul fondamento di una palese realtà, e solo in quanto già mostra, evolversi, asserire che Llttorm'a'accenna il treno, dell'avvenire, cioè il perfezionato sostituto del treno. Ella già trasfonde npi compassati tardigradi orari un fremito tutto nuovo di comunicazioni accelerate e frequenti: non più il con voglio di vagoni, che deve distanziarsi nel tempo dal precedenti e dal succes sivo, quanto basti per raccogliere ab bastanza numerosi viaggiatori, perchè la spesa del convoglio stesso non risulti disastrosamente passiva; ma una sola autovettura, a pagare il prezzo della cui corsa sono sufficenti pochi viaggiatori. La possibilità dunque di raddoppiare e triplicare le comunicazioni, sulle linee di maggior traffico, e con moltiplicato rendimento: — già possiamo antivedere il giorno che sulla TorinoMilano, a esemplo, sulla Genova-Milano e sulla Torino-Genova, le Littorine s'inseguiranno a un'ora di distanza '.'una dall'altra, magari a mezz'ora; e si andrà da Torino a Milano in un'ora e un quarto, un'ora e mezzo al massimo; — e possibilità di rendere attive anche quelle linee minori, cui oggi il troppo scarso concorso di viaggiatori non basta a sopperire le spese dei con vogli, magari solo di un paio di coppie di treni giornalieri; ma basterebbe per anche il doppio di Littorine. Grandi risorse, alle amministrazioni delle ferrovie e al pubblico viaggiante, ai traffici, ai commerci, al turismo, risorse incalcolabili annunzia e promette Littorina: generata con la virtù di quella paroletta breve che nella Genesi fece la luce: — Fiat. . ' Il trionfo del motore Un'automobile, ho detto, una colos sale automobile. Colossale per la lunghezza — quelle da ottanta posti non misurano meno di ventidue metri: — perchè, per il resto, questa Littorina, per ovviare al massimo possibile alla resistenza dell'aria, è caratterizzata da una sagoma snellissimo, che ancora ei affusala alle estremità. Un po' la sagoma della navicella dei dirigibili. Questa automobile è munita di ruote ferroviarie, quattro paja, accoppiate in due carrelli; e azionate da due motori, a sei cilindri, della potenza, ciascun motore, di centoventi cavalli. I motori sotto collocati uno a ciascuna estremità della vettura; e so,to collegati en tramai a un comando unico, che può partire ugualmente dall'una o dall'altra piattaforma, alle due estremità. La vettura risulta perciò perfettamente simmetrica; e non richiede la manovra di girarla, alla fine della corsa. ì motori non si legano più. al telajo, ben si ai carrelli, eliminando cosi le vibrazioni della cassa, o carrozzeria. I comandi funzionano con l'aria compressa, la quale serve anche per i freni, fornita da un compressore, messo in azione dai motori, e capace di aspirare centosessanta litri d'aria al minuto, e comprimerla a sei, sette chilogrammi. Il telajo è tutfutto con la cassa, i cui elementi concorrono alla resistenza complessiva della vettura. Nell'interno, la Littorina assomma le comodità, insieme, della vettura ferroviaria e delfautomobile. Un compar timento unico, chiuso, che comprende le due piattaforme, con i posti di co mando, alle due estremità; e che al centro soltanto, per breve tratto, si restringe a guisa di corridoio, per dar* luogo alla toeletta, da un lato, e al bagagliaio, dall'altro. I posti a sedere sono abbinati lungo i due lati della vettura, del tipo di quelli della prima clas se dei nostri treni. La classe è unica Ampie finestre, dai lati detta vettura, splacomnedimmlainntetol'apihadciZaloqvtodnccochstvntevrccaridsptoctrmlueazzgsprigtipriinpcmrdomFvveaSSntMiècsCrsddFcdzdttrsCdMFpcdficGdgBdIdasacdrvtvtrsamaslsctessntpAtlMTfaa e per il semicerchio delle due piattaforTOe estreme, permettono intera la vi Sione ,jcj panorama, quello che si pro- spetta davanti, quello che sfila dai due lati, quello che dietro sfugge via. Decorazione sobria, legni e metalli cromati, lineare eleganza. Illuminazione elettrica, prodotta da una batteria di accumulatori, caricati da una. dinamo, che viene azionata automaticamente dai motori, durante la corsa; e la corrente serve anche per la messa in moto dei motori, g per Z'iZZuminaelone estetiore, dei fari regolamentari, di testa e di coda. Ma la qualità più spiccata della Littorina è il peso minimo, congiunto con l'assoluta stabilita. L'intelligente impiego dell'alluminio e delle sue leghe ha permesso di conseguire un prodigio, die si concreta e si esprime in queste cifre: la Littorina a ottanta posti — Za massima finora costruita; ma è allo studio quella a centoventi posti; — questa Littorina non pesa, vuota, che venti tonnellate; a a pieno carico, ventotto. Ne deriva che il peso a vuoto dell'autovettura, per ogni posto disponibile, non supera i duecentocinquanta chilogrammi, all'lncirca; mentre un convoglio ferroviario, compresa la macchina, pesa oltre due tonnellate per posto. E così, mentre un convoglio ferroviario, della categoria direttissimi, viene a disporre, per la marcia, di una potenza di non più di tre o quattro cavalli per tonnellata, questa autovettura ne dispone da otto a dicci. In queste cifre, il segreto del successo. E quanto alla convenienza economica, tre constatazioni. Primo: la Littorina consuma circa treoento grammi di carburante per chilometro, per ciascun motore, e dieci grammi d'olio: perciò, complessivamente tra i due motori, seicento grammi di carburante per chilometro, e votiti grammi d'olio. Un treno rapido consuma venti chilogrammi di carbone, per chilometro, oltre al lubrificante. Secondo: la Littorina pud essere messa in servirio con un solo agente, pur osservando tutte le garanzie di sicurezza richiesto da un servizio pubblico. Ma se anche se ne impieghino due, l'economia del personale risulterà sempre di almeno il cinquanta per cento, rispetto a un treno ferroviario, die necessita di almeno quattro agenti. E terzo: i dati consuntivi, relativi al costo di esercizio, — spese di personale, combustibile, lubrificazione, riparazioni, ammortamento, calcolato in sei anni, e interessi del capitale impiegato, — riportati su un base di percorrenza giornaliera di duecento chilometri, danno, in totale, intorno a tre lire per chilometro, per le autovetture a due motori. I dati analoghi, per i treni ordinari, risultano ora doppi e tripli. Partenza da Chiasso In Italia, la Littorina è già regolarmente in funzione, adottata sia dalle Ferrovie dello Stato, sia da società private. Così ritroviamo i tipi minori, a ventiquattro posti, su linee secondarie e tranvie intercomunali; e quelli medi, a quarantotto posti, sulla VereetliSanthià-Biella; e delle Ferrovie dello Stato, sulla Firenze-Pisa, e su altre linee; e i tipi massimi, per ora, a ottanta posti, serviranno presto la TorinoMilano, e altre linee prlncipalissime. E il risultato ha superato le previsioni, si è affermato per ogni riguardo ottimo. Ma Littorina, dicevo, mira oltre confini, al vasto mondo. E stamane ha sconfinato, decisa. Ha sconfinato da Chiasso, una di queste belle autovetture da ottanta posti. Su di essa, del personale della Fiat, l'ing. Guido Boria, direttore centrala; l'ing. Carlo Edoardo Smith, direttore e ispettore della Fiat per l'estero; il dott. Gino Pestelli, capo dell'Ufficio Stampa della Fiat; il dott. Berruti, direttore della Fiat svizzera; il comm. Giacomelli, direttore dei trasporti Fiat; e iZ conte Cameratia. E tre guidatori, i signori Menchetti, Carbonato, Cubino; e il signor Marocchino, per il servizio tecnico. A questo personale proprio della grande Casa torinese ideatriee e costruttrice dell'autovettura, si aggiungevano l'ing. Mailer, capo del servizio trazione delle Ferrovie Federali Svizzere, e varie personalità svizzere, personalità politi' che e alti funzionari delle Ferrovie Federali, e direttori g ingegneri di società ferroviarie. E si aggiungevano, ospiti il Presidente della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, sezione di Ginevra, conte Vinci, il regio Console d'Italia a Chiasso, oav. Roveda> il Segretario del Fascio di Lugano, dottor Bertiasconi, il Presidente della Sezione di Lugano della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, comm. Bosetti Alle sette in punto, Littorina partiva dalla stazione di Chiasso, salutata dagli applausi d'una piccola folla radunatasi sui marciapiedi della stazione. Sedeva ai comandi il guidatore Carbonato. Accanto a lui, presso il tavolo dei comandi, un macchinista delle Ferrovie Federali Svizzere, esperto della linea, fungeva da pilota. Un fruscio, il senso di essere trasportati leggermetite; e la macchina è in velocità. Velocità ridotta: — Non superare i sessanta chilometri all'ora — ha ordinato il pilota ferroviere. E a ogni curva e agli scambi, consiglia ancora di rallentare. La mattina è fosca: il giorno tarda a schiarire. Appena s'intrawedono le masse dei monti. Di tratto in tratto, la autovettura imbocca gallerie; poi riesce da quel bujo nel semibujo crepuscolare, che tende al mattino. Una distesa oscura di lago, dove si riflette un complicato giuoco di lumi; e Zumi punteggiano i monti circostanti. Ore sette e ventiquattro: Littorina entra nella stagione di Lugano, si ferma. Il valico del Gottardo La stazione è affollata. Il nostro Console di Lugano, comm. Gabrielli, i venuto ad assistere.al passaggio dell'autovettura. Si riparte, pochi minuti dopo, che il giorno comincia a illuminarsi. Ancora gallerie, e panorami sfuggenti di monte e di lago. Littorina prende la corsa a novanta chilometri all'ora. Ma il pilota svizzero interviene: — Prego, non superare i settanta. Troppe curve, accentuata pendenza... Egli si regola con la mentalità del ferroviere, ohe porta fi treno. Non sa ancora che quecta macchina può affrontare sicuramente curve e dislivelli a velocità che per un treno sarebberu imprudenti. Scendiamo verso la conca di Bellin- zsSvl'slosl'liGtstsitmvmtsqmtltmlilddrchabcspzpmlcriitGcpcttgcasfvcctsdm■mlatctvsvciccaEvoahspfsg zona. Alle otto e dieci, fermiamo nétta stazione di Bellinzona. Fólla, applausi. Si riparte. Ora interviene il capo stesso del Servizio trazione delle Ferrovie Federali, l'ing. Milller; e ordina che il guidatore sia lasciato libero di procedere alla velocità che crede. Così raggiungiamo e sorpassiamo i centodieci chilometri all'ora; poi, centocinque, su per una salita del sei per mille. Saliamo verso il Gottardo, per la valle del Ticino. / monti giganteggiano nevati. Le rotaie si disegnano brune dalla neve recente. Littorina guadagna la salita con impressionante facilità, con un'elasticità di moto, con una leggerezza e regolarità di marcia, sconosciute a qualunque altro veicolo: la salita del venticinque per mille, alla velocità di ottanta e novanta chilometri. n giorno splende cltiaro, e il sole fa scintillare le cime candide di neve, quando, alle nove e diciannove, arriviamo ad Airolo, con diciotto minuti d'anticipo sull'orario previsto. Gl'ingegneri, le autorità svìzzere, si dichiarano entusiasti. La loro ammirazione si esprime con le frasi più lusinghiere per l'ingegno italiano, per l'industria e per il lavoro italiano. — E' la rivoluzione delle ferrovie — diedra un ingegnerà: — la ferrovia di domani. Il macchinista delle Ferrovie Federali, in funzione di pilota, ha rinunciato oramai a imporre Zimttazioflii: ha lasciato affrontare pendenze e ourva a quella velocità che il guidatore Carbonato stimava lui opportuna. A qualche ourva, che si protende sulla sottostante valle, paurosa, crolla il capo; e pare investito da questo soffio rivoluzionaria, di una nuova tecnica, e soprattutto di una nuova velocità di marcia. — Partiti da Airolo, s'imbocca la galleria del Gottardo: i direttissimi la per-> corrono in quattordici minuti; Littorina no impiega nove e mezzo, perchè il guidatore non ritiene di spingerla troppo, sulla linea a lui incognita. Alle nove e cinquanta, fermiamo a GSsohenen. Poi, via, per le precipiti curve con cui la linea scende a valle, per ripide pendenze, per gallerie elicoidali. Via, attraverso le regioni centrali della Svizzera, tra monti e laghi, tra boschi e praterie, lungo spumeggianti correnti torrentizie. Dalle ville e casette, sparse per il percorso, la gente accorre, saluta, agita le braccia. Nelle stazioni, non manca mai una piccola folla, che contempla ammirata la corsa vertiginosa della nostra autovettura. E ancora Littorina si lancia in velocità. E per esperimento, maitre procede a centodieci, centoventi chilometri, iZ guidatore la richiama, l'arresta, senza la minima scossa, in non più di duecento metri. Poi, in altri duecento metri, in pochi istanti, eccola nuova■mente in piena velocita. L'interesse della manovra concentra tutta la nostra attenzione; sicché trascuriamo di contemplare il paesaggio, pur così seducente, e che si spiega, visibile per interoi'da' ogni lato della 'vettura, attraverso i vetri lucidi delle"finestre. Costeggiamo il Lago dei Quattro Cantoni. Con anticipo ancora sull'orario, arriviamo a Lucerna. Qua, altre autorità, cho salgono sull'autovettura; e primo il Ministro d'Italia a Berna, S. E. Marchi; e il vice-console d'Italia a Lucerna, cav. Grillo; e poi personalità svizzere. Tra gli applausi della folla, che si è andata radunando nella stazione, Littorina riprende la corsa, verso Berna. E alle tredici e diciassette — questa voZta l'orario è stato rispettato, in omaggio alla capitale elvetica, e alle autorità del Governo Federale, che hanno annunziato il loro intervento, — si arriva a Berna. Consiglieri federali, personalità politiche e amministrative, funzionari delle Ferrovie Federali, si sono dati convegno. La stazione rigurgita di popolo. Littorina ha conquistato la Svìzzera. Ora, corre già verso Zurigo e la frontiera austriaca. MARIO BASSI.