Un grandioso progetto di traforo della collina per la rettifica della statale Asti-Torino

Un grandioso progetto di traforo della collina per la rettifica della statale Asti-Torino Un grandioso progetto di traforo della collina per la rettifica della statale Asti-Torino II costo: trentatre milioni Duemila operai al lavoro per due anni I vantaggi locali dell* arteria che sboccherebbe sul corso Casale La collina torinese è stata finora iconsiderata sotto un aspetto unilaterale. Contenuta tra i due punti estremi di Cavoretto, il più suggestivo dei nostri sobborghi, e di Soperga, il poggio sacro al ricordi sabaudi, di essa è emersa solo la visione panoramica delle valli, come espressione di bellezza aderente al quadro della vita" cittadina rinnovata, oltreché come elemento turistico integratore dell'attività dell'industria; e tutta l'azione del Regime si è logicamente intonata a questa duplice necessità. Mentre la collina, per effetto della avanzata edilizia, si veniva rapida- ardLmevlMqlscab mente popolando nelle zone in prossimità del fiume, il Comune fascista, per il particolare impulso del nostro Podestà. Paolo di Revel, procedeva a dotare la zona montuosa di tutta la nota rete di strade, che, intersecandola in ogni senso, da valle a valle, la trasformava in una serie di mirabili terrazze, mentre sistemando e aprendo al pubblico ville e giardini, la animava di un caldo soffio di vita. Verso Chieri Senonchè ciò veniva a prospettare soltanto la funzione positiva della collina; rimaneva e rimane da affrontare l'altra, che è invece tipicamente negativa. Perchè se di r(mpetto a Torino la collina leva alto il suo fantastico scenario, questa caratteristica si offusca solo che si pensi al problema della libertà di movimento rispetto al traffico e alle comunicazioni con le zone della periferia esterna, che . la città deve porsi. In tal senso la collina costituisce un vero e proprio ostacolo che ia presenza delle Alpi, al lato opposto della pianura, rende ancora più sensibile. Non è appunto la cerchia alpina, che, dominandola con tutto il suo fascino, ma altresì con tutto il suo peso, ha fatto dire di Torino che . si trova come immobilizizata? Per quanta esagerazione vi possa essere, l'affermazione contiene pure un briciolo di realtà, se dobbiamo credere alla ricerca di nuovi sbocchi alpini e appenninici cui la città in ogni tempo si è votata, nonché alla circostanza che la sUa unica arteria di grande traffico, ferroviario rotabile, con la bassa valle del Tanaro e la Liguria, sia verso Savona, sia verso Genova, è quella di Moncalieri. Per raggiungere da un'altra via l'Astigiano e il Monferrato, occorre infatti compiere il giro di Chivasso e risalire il colle di Bròzolo verso Montiglio, o puntare su Casale; dietro la barriera della collina, Chieri, da questa parte è isolata con le fertili propaggini monferrine. E' sufficiente la strada del Pino, con la sua andatura a zig-zag e con la sua pendenza massima del 0,50 per cento, a raccordare direttamente la zona col nord di Torino e il suo naturale emporio di Porta Palazzo? E può questa arteria servire rlagilvMctravtdrmgqcmsldtllad1taamtmdttlfsdpuntcssagfPmmemn a apostare l'orientamento di Torino verso levante, nella direzione delle valli d'Aosta, dell'Orco, di Lanzo, in corrispondenza col movimento commerciale del Monferrato e del litorale ligure? No, rispondono con decisa convinzione gli ingegneri Orlando Orlandini, Capo dell'Ufficio Tecnico Municipale, e Andrea Quaglia, ài quali si deve lo studio accurato della questione. E da tale risposta è sorta l'idea di ovviare alle deficienze che la strada del Pino presenta e di arrecare al tempo stesso un contributo di soluzione al problema gene- fcscCtnltnsaznttv a o l i i e e e a o l l e r n n a a e a e o o ; a, a e. , n 0 e e rale accennato, mercè il traforo della collina. . L'idea si è concretata in due progetti di massima: uno che assegna il tracciato alla valle di Mongreno; l'altro che ne affida il compito alla valle, di Reaglie. Col tracciato di Mongreno. la strada partendo dal corso Casale, a Sassi, presso il ponte «Principe di Piemonte>, seguirebbe le falde del colle e, arrivata alla quota di 429 metri, sul ^livello del mare (la strada di Pino tocca i 507), dopo un percorso di cinque chilometri attraverserebbe la collina con una galleria di metri VSP, sboccando presidila Borgata Miglioretti/ -è /'raggiùngendo quindi la circonvallazione di Chieri con un totale di 11 chilometri e 800 metri. Col tracciato di Reaglie si staccherebbe dal corso Casale nella località da cui parte l'odierna strada del Pino; la galleria si inizerebbe a tre chilometri e settecento metri dalla base, a quota 407, e avrebbe una lunghezza di 1400 metri, con sbocco alla Borgata Castelvecchio ; il totale dell'arteria sino a Chieri sarebbe di 11 chilometri e 450 metri. Il tragitto da Torino a Chieri; in confronto al percorso di Moncalieri, verrebbe abbreviato di una diecina di chilometri. La strada non dovrebbe però limitarsi a Chieri, ma, secondo si esprime il titolo che al progetto hanno dato i due ideatori, sarebbe destinata a proseguire in funzione di «Rettifica della Padana Inferiore, statale numero 10, nel tratto fra Villafranca d'Asti e Torino con attraversamento della collina verso Pino al di là di Chieri ». Di conseguenza il progetto, duplice dal Po a Chieri e unico da Chieri a Villafranca (tenendo tuttavia conto che il tracciato di Reaglie passerebbe a circa un chilometro da Chieri con la quale sarebbe collegato a mezzo di una strada esistente e da migliorarsi), avrebbe le seguenti caratteristiche generali : Po-Val Mongreno-Villafranca, chilometri 31 e metri 750; Po-Val Reaglie-Villafranca, chilometri 29 e 600 metri. Larghezza: metri 12, dei quali 9 di carreggiata e 3 di passaggio laterale. Pendenza massima dei due tracciati in collina, non superiore al 4 per cento. Il costo presunto, applicabile tan- liofrdnemldsrztntgdbacAvmitrspPnfctlvNsmacpdcsElddsdzt—a fco all'uno quanto all'altro tracciato, si aggira sui 33 milioni di lire. Alla costruzione dovrebbe provvedere un Consorzio da costituirsi fra lo Stato, la Provincia di Torino e i Comuni interessati. Dato che, accettata l'idea, si ponesse mano ai lavori entro un anno, termine che si ritiene necessario alla costituzione del Consorzio, alla fissazione dei contributi, alla_ soluzione del problema finanziario e al contemporaneo perfezionamento del progetto con la definitiva scelta del tracciato, l'opera potrebbe essere compiuta nei successivi due anni, con un impiego giorna- liero, per tutto questo termine, dì oltre duemila operai. L'arteria consentirebbe di creare fra Asti e Torino, se non proprio un rettifilo, una linea diretta, diminuendo sensibilmente il percorso, avvicinando anche idealmente le due città e formando un anello di importanza massima per le relazioni con l'Emilia, da una parte, e con la Liguria dall'altra, punto di biforcazione Alessandria: mentre aprirebbe per Chieri ulteriori possibilità di comunicazione col Monferrato e segnatamente con la Val Cerrìna, convogliandone il traffico alla nostra citta, inatteso ausilio alla creazione. della grande Torino:con l'incorporazione dei due versanti collinari. II tratto di Moncalieri D'altra parte la rettifica verrebbe meno al compito assegnatole se, anziché tendere e smistare il traffico che oggi congestiona la statale AstiA .llafranca-MoncalieTi, la nuova str .da avesseda pretesa di accumularlo sulla propria sede. Liberare il lato nord di Torino dal suo imbottigliamento, non vuol dire menomare la vecchia rotabile. Questa ne risulterebbe al contrario potenziata per i suoi collegamenti con l'Alto Piemonte e con le più prossime zone della produzione agrìcola e ortofrutticola, avviata al grandioso mercato di Torino; e lo risulterebbe altresì per l'inoltro e l'arrivo di quella parte di traffico rotabile che investe i quartieri del raggio Porta Nuova-Lingotto. Il progetto, che ho tentato di presentare ai nostri lettori nei suoi elementi informatori, si accompagna ad un interesse senza dubbio avvincente. Non lo diminuisce neppure la previsione delle difficoltà finanziarie dell'esecuzione. Il sottopassaggio dì corso Agrigento, al Lingotto, è costato da solo quasi tredici milioni. Ed è anch'esso, dopo tutto, una galleria. Con un contributo inferiore al doppio di tale cifra, Torino, mettendosi alla testa dell'iniziativa, accrescerebbe il suo patrimonio e quello delle zone soggette alla sua influenza economica, di un'opera imponente di più, assicurando per due anni — merito non indifferente davanti alla Rivoluzione — il ^ benessere a duemila famiglie di più. FRANCESCO ODDONE si o— fwrrorie. 3/rjde principiti. — RtMfìa prvptub p*r M—grtna. — RtHìfiM propesi* per /hfj/i*. I DUE TRACCIATI PER VALLE DI MONGRENO E VALLE DI REAGLIE

Persone citate: Andrea Quaglia, Francesco Oddone, Miglioretti, Montiglio, Orlando Orlandini, Revel