Neri agli attrezzi

Neri agli attrezzi Ginnastica artistica Neri agli attrezzi MILANO, dicembre. II brusìo di tutta quella gente tessa d'incanto, e il silenzio riempie la vasta palestra della Pro-Patria quando Romeo Neri s'alza dall'angolo da dove finora ha seguito con aguardo attento gli esercizi degli avversari, e viene a porsi sotto la sbarra — molleggiando col passo sulla materossina messa là per attutire il colpo d'un'eventuale caduta. E' un giovanotto appena di media statura, molto abbronzato: si vede che vive molto al mare e al sole. Prima di diventare campione di ginnastica si dilettava di nuoto, e contava'fra i migliori sulla riva da Rimini a Ravenna. Gianni Gambi e'Pairignani, altri « assi » come lui, ben lo ricordano quando l'incalzava ai traguardi. Ha un paio di spalle come se ne vedono poche di uguali, e l'attaccatura dei bicipiti die spunta dalla maglietta sbracciata è tanto in rilievo, quasi gonfia, che s'immagina esserci sotto un fascio di muscoli da far scoppiare la pelle appena si metteranno in movimento. Ecco, ha compiuto un balzo, afferrando la sbarra, e già un intenditore mi dà la gomitata nel fianco per farmi attento che comincia un raro spettacolo. il mio vicino mormora, a fior di labbro, quasi dettandomi; tutto prego, anche lui, dalla finezza e dalla bravura con le quali il campione del mondo eseguisce U difficilissimo esercizio: — Impugnatura dorsale con poiìioe in dentro; impulso davanti alto; slancio in avanti e gran volta indietro... Il ginnasta è ormai lanciato; il corpo non è che una lama di muscoli e di volontà che si flette, si drizza, si slancia, si piega, scatta, s'inarca ancora, sempre volteggiando attorno alla sbarra che scricchiola e geme per quell'uragano di strappi e di pressioni cui la fa soggiacere l'atleta. — ...Piegamento a tutta squadra; infilata delle gambe frammezzo; giro di rotazione a squadra con puntata alta in avanti e traslocazione dell'appoggio... Una mano ha abbandonato la sbarra, per riafferrarla dopo che U corpo ha compiuto mezzo giro nel vuoto, senza sostegno alcuno. Non è «tato che un attimo, un baleno, ma la mano, alla cieca, d'istinto — di quell'istinto affinato ed educato da tante e tante prove, ha gliermito al punto giusto, e subito rilancia il corno nell'aerea rotazione, variandone la velocità e la direzione con una frequenza che quasi leva U fiato, che poi conclude l'azione in un anello di grazia. Non un movimento della « frase » onde si compone l'esercizio sfugge all'occhio degli intenditori; per gli altri, e sono forse i più, $ una visione di bellezza e di forza che incanta e soggioga. Non basta? Dicono i primi, accompagnando l'azione senso soste e diresti senza respiro che il ginnasta svolge lassù, a due metri dal suolo, ormai illuminato dotte luci accese e da tutti quegli sguardi puntati su di lui: — Cadere diritto; giro volante sopra la sbarra... Un sussurro, un « oooh! » uscito in sordina da tanti petti esprime la ammirazione e il sollievo. Ma non siamo che al principio della lotta finale, quella che dovrà decidere della vittoria, portando con sè l'assegnazione del titolo di Campione nazionale. Questi sono gli esercizi liberi, che ogni concorrente svolge della lunghezza e sul tema che gli sembra. La scelta della tesi è libera: più il ginnasta si sente forte e capace, più l'esercizio prescelto è arduo, complicato. Giustamente questa è la parte artistica detta ginnastica, che, liberata dai dogmi d'una tradizione ciecamente nemica del riconoscimento dei valori individuali, ora è riusci ta a riavvicinare l'atleta alla palestra dando ad ognuno la possibilità d'emergere dotta massa e di sentirsi apprezzato per quello che realmente vale. Il giro volante sopra è riuscito impeccabilmente. Che fa, adesso, il Neri vestito d'azzurro? — Scendere indietro, puntando alto e abbandonando la mano sinistra con un mezzo giro a sinistra; impugnatura mista; cambiare con destra per dietro; slancio appoggio con staccata; ripresa della sbarra; kippe dorsale; cambiare impugnatura cadendo indietro; contrókip pe... — Il corpo oscilla, prende slan do dall'inclinazione in cui lo porta la fine d'ogni « figura », si sostiene alto e statuario tn verticale, si capovolge, s'impenna ancora, e fugge e ripiomba, creando instancabile, dentro il riverbero dorato dei riflettori, il disegno meraviglioso. Soltanto i vicini — quelli che stanno attorno alla sbarra, solo i giurati che non gli sfugge una mossa, un gesto, un atteggiamento del ginnasta e sono severi e implacabili nel togliere decimi, centesimi di punto (persino il modo col quale s'impugna l'attrezzo concorre all'assegnazione dei punti), odono l'ansimare dell'atleta che sta compiendo l'esame della sua vita. Dieci passi più in là non rimangono che gli occhi a bearsi di quell'esplosione di forza, disciplinata dalla volontà e ingentilita dall'arte. Quanto siamo lontani dona ginnastica come l'intendevano i tradizionalisti, e l'esercizio era interrótto, spezzato, guastato dalle volute pause che irrigidivano il corpo in « orizzontali » e in « squadre ». Era l'epoca del passo di parata a gamba tesa; più il ginnasta appariva impettito come uno che avesse ingoiato un bastone e più era bravo; il prusaianesimo era ancora un esempio pei popoli in minorità. Ma ormai la tendenza moderna ha preso il sopravvento sui residui delia scolastica: l'azione procede rapida e serrata su temi di agilità e ai souplesse che s'incalzano via via, tendendo al risultato che senea sconfinare nell'acrobatica, documenti ugualmente il raggiungiménto di un'eccellenza che troverà netta graduatoria dei meriti individuali la ragion d'essere dell'agoni- smsp« gciadegudeafflchsanoormconeceranro spsi stail in conmeto prdaornidipetuspe nti,mcapioli Andolesscporeè sidociqunopresmaltaestrtuglpapre fledénonèimsochciLchsenediaiconomArogchsidtoss'acaldmvtipccoglivcalePdlaalalocnagqcUmvpblgsvmsèpZsticgtluèdrppdprtasmdr—èQgplm l e n a U l è a i a l e a , » e i a i e e i e o a n ie i : , a e, e eà i e ml o i; n o ; ap n a e o e ni, he i sel li nmesido si cdi e mo nraiin so nno e ra mioui oino e oirà vini- smo, base insopprimibile di ogni sport. — Attento, adesso prepara il « gabriél »... L'avvertimento è appena pronunciato che l'atleta entra nel pieno dell'azione. E' una delle tante « figure » che furono create dal grande Broglia — il tre' volte vincitore afflOlimpiade, — ed è una delle poche che qualche venuto dopo di lui sappia eseguire. Altri suoi esercizi non sono stati ripetuti: rimangono ormai, nel tempo, ermetici e muti, come le pagine dei libri intonsi che nessuno sfoglierà, aome le vie di certe scalate alpine che aspettano ancora chi le ripercorrerà e il mistero Ita- tornato ad avvolgerle coi suoi spessi veli. Le trecento persone che si pigiano nella sala troppo angusta emettono un sospiro di sollievo; il brusìo cresce, s'accentua, si muta in applauso aperto, di gusto, non convenzionale. Questo è « tifo » per davvero, come quello che poco prima- aveva, fatto accogliere con mormorio di disapprovazione l'annuncio del punteggio dato a un altro ginnasta. Uno degli organizzatori s'èra levato ad ammonire che « non siamo su un campo di foot-oall », ma si poteva anche pensare che quando i giovani s'entusiasmano siffattamente per uno sport, la fortuna di questo è fatta e non tarderanno a vedersene i frutti, perchè ha più valore' come promessa per l'avvenire della ginnastica questa perfetta riuscita dei Campionati, che tutti gli osanna coi quali accogliemmo i vincitori di Los Angeles. *** Due ore ogni sera, quattr'ore atta domenica — così da anni, nétta palestra, a modellare quel dotto di muscoli e di tendini che ognuno di noi porta a passeggio senza saperlo usare. C'è un tessuto da fabbricare, ed è quello della propria carne: essi vi si sono accinti giovanetti, spregiando ogni futilità di giuoco e rinunciando a ogni lusinga che non fosse quella^ di crearsi padroni, ogni giorno più, del proprio peso e del proprio corpo. Hanno cominciato con gli esercizi che, facili, appunto si chiamano elementari, e a corpo libero; all'attrezzo si sono avvicinati più tardi, quando già U grasso è.stato espulso fino all'ultima oncia, ti ventre s'è incavato, e i muscoli sono turgidi e -pronti al greve lavoro che gli si chiede perchè al cavallo, atte parallèle, agli anétti, atta sbarra proiettino il corpo nei rapidi slanci e ne reggano il peso nette sapienti flessioni sul filo dell'equilibrio e détta grazia. Sportivi e dilettanti, non conoscono i clamori détte fotte, nè hanno il miraggio di portafogli imbottiti di banconote: premio gli sono i diplomi in litografia e, qualche volta, il viaggio tn una grande città per un concorso importante. Lavorano per mesi, ver anni, senza che il Zero nome salga att'onore — se proprio è un onore —, del titolo nero messo in testa a una colonna di stampa: semmai, questo spetta ai pochi fortunati che col metodo, colla costanza, coli'applicazione hanno tessuto nei propri muscoli la trama che fa prigioniera la vittoria. Allora gli mettono sul capo una corona di foglie d'attoro, e il premio gentile e degno è ancora un segno che ricollega la ginnastica al classicismo antico di cui rimane una détte espressioni fondamentali. **• Neri aveva perduto quasi un punto nelle gare della prima giornata che sono gli esercizi a tema obbligato: s'era rivestito, ma scuro ih volto, accigliato, scontento di sè e degli altri. La minor età e la freschezza di Gugliélmetti avrebbero avuto la meglio sui trenfanni di Neri aggravati dal pondo di tante vittorie? Il titolo di campione nazionale stava per cambiare di possessore, e nulla, certo, cuoceva di più all'Olimpionico 1932 che essere sopravanzato dal giovanissimo competitore. La crisalide era dunque sbocciata, e le nuove ali portavano, leggere e instancabili, tutte anelanti atta vita e atta levità — il bruno allievo della Pro Patria ad accumulare ■ centesimi e decimi di punto di vantaggio, sì che la classifica, alla fine, documentasse a suo favore? Ma il Romagnolo avrà la sua riscossa negli esercizi a volontà: la maturità détta classe più che l'impeto della giovinezza anche nétta ginnastica"s'impone, e, prima anli anelli, poscia atte parallele, egli guadagna terreno a Gugliélmetti, questi raggiunge, sorpassa. Ora la competizione si srotola chiara, netta, vibrante fra i due. Una voce profonda scandisce col megafono i punti ch'essi hanno, il vantaggio che uno prende e l'altro perde. Gli sguardi intenti del pubblico che ha potuto trovar posto nella palestra li circondano e Zi avvolgono, e in giro, attenti anch'essi, stanno gli altri atleti che si sono ri vestiti ai panni e aspettano la premiazione e Za fine. Non'sono rimasti che pochi, a « lavorare », e Neri è proprio l'ultimo di tutti che impugnerà la sbarra per ricamarvi, alZ'ingriro, i meravigliosi disegni dette sue « figure », le gran volte staccate e riprese, i salti mortali indietro, i perni sul braccio teso — quando iZ corpo, oscillando, tende a cadere goffamente, ma una flessione potente e corretta lo rimette in equilibrio. cena smasi grfrocronarencamdanase nepegrohnove—attziola dodale Spnosumele nedi FionbeAGsudeogsqQudodole nepepiorela strinonovachespasbtirrechchposi.sqSmcodrdi inavvarebitcoradicosaclDròhaatlabrcotanostnuSzipupaspalptonilpcsenlomepclacpdcginrgcmc. dlo solleva, lo drizza come lo stelo di ! l^un fiore mai visto. Poi è U finale, è l'uscita dall'ultimo esercizio quando l'atleta si torce su sè stesso, sfiora coi piedi la sbarra, s'inarca, compie una due tre rapide giravolte, prende novello slancio, si lascia andare indietro, saetta nell'aria, come lPPcbdper apporre uno svolazzo sotto quel- Gr ' ^.. . . . : nta sua firma inimitabile, ecco è distaccato, ecco vola, e piomba sulla materossina con le piante ben salde, diritto in piedi, senza tentennare, senza oscillare, senza sorridere — come si conviene all'atleta, che è maschio, che è uomo per davvero. Qualcuno, frammezzo gli applausi, gridò che voleva il bis, e altri tutti presi da quella bellezza unirono la loro voce alla richiesta; ma non siamo mica al Varietà! VITTORIO VARALE otstsztsdcmlppr

Persone citate: Broglia, Gianni Gambi, Romeo Neri

Luoghi citati: Gugliélmetti, Los Angeles, Milano, Ravenna, Rimini