La collaborazione della Russia col mondo occidentale

La collaborazione della Russia col mondo occidentaleVASTA ECO DELL'ACCORDO TRA ROOSEVELT E L1TVINOF La collaborazione della Russia col mondo occidentale I nuovi aspetti della situazione in Estremo Oriente Un esempio e un9 incognita Due interessanti e lucide corrispondenze di Amerigo Ruggiero avevano mostrato ai lettori de La Stampa il profondo mutamento riguardo ai rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia. Il riconoscimento ufficiale dell'U.R.S.S. da parte dell'Esecutivo di Washington, che conclude i colloqui tra Roosevelt e Litvinof, conferma le previsioni basate su osservazioni di fatto. L'ultima grande potenza mondiale rinuncia ad una posizione negativa che in pratica si risolveva in una ipocrisia formale ih quanto gli affari venivano conclusi al di là di ogni mancanza tìi relazioni diplomatiche. L'avvenimento, pur non cambiando la faccia del mondo, è senza dubbio notevole e si presta a delle considerazioni di vario ordine che hanno il loro peso nel difficile e complesso giuoco della politica internazionale. In primo luogo la Russia tende a ridiventare sempre più parte integrante nel concerto delle grandi potenze. L'illusione di poter essa costituire il nucleo direttivo di una formidabile palingenesi rivoluzionaria in Asia, in Europa, in America è svanita; ci son voluti degli anni perchè la mistica bolscevica semplice ed infantile cedesse praticamente di fronte alle lezioni dei fatti; e forse non è azzardata la nostra ipotesi che vi abbia contribuito il senso realistico del georgiano Stalin in contrapposizione all'intellettualismo dell'ebreo Trotsky fautore della cosidetta rivoluzione permanente. Non importa che per uso interno l'idra borghese-capitalistica seguiti ad essere arma di propaganda; fuori dalle frontiere i diplomatici soviettici ragionano colla testa sulle spalle rendendosi conto di tutte le forze che agiscono nelle competizioni internazionali e partecipandovi colla responsabilità che proviene loro dall'essere i rappresentanti di una specie di continente eurasiatico con più di 150 milioni di abitanti. E così s: è assistito a un duplice inverso processo di compensazione: a mano a mano che i varii stati, più o meno impropriamente definiti borghesi, si accorgono del dileguarsi delle minacce della Terza Internazionale sono più pronti à stringere accordi, a iniziar trattative; d'altra parte il governo di Mosca si dimostra più proclive ad intese perchè comprende quanto esagerati fossero i pericoli di blocchi, di crociate antibolsceviche. Non è per motivo di orgoglio se ricordiamo che fu l'Italia Fascista fin dal 1923 a porre la questione dei rapporti coll'U.R.S.S. sulle basi di questa sana praticità; la nostra forza derivava dalla piena coscienza di sapere e di volere fronteggiare ogni propaganda comunistica dentro i nostri confini; siccome eravamo decisi a impedire qualsiasi infiltrazione ideologica o cellulare di .origine moscovita c siccome siamo stati sempre fedeli al principio di rispettare i regimi e gli ordinamenti altrui, potemmo fiduciosamente essere i primi a stabilire relazioni diplomatiche ed economiche normali. E, fatto comprovante la bontà delle nostre direttive, l'Italia è l'unico paese occidentale i cui rapporti colla Russia in più di un decennio non siano stati soggetti ad alcuna crisi, ad alcuna deviazione come per esempio per i rapporti anglo-soviettici ; sempre un tranquillo, costante studio dei mezzi più adatti a migliorare la collaborazione politica e la cooperazione nei traffici. Tale indirizzo veramente lineare ha avuto il suo coronamento nel Patto di amicizia e di non aggressione firmato il 2 Settembre scorso, Patto che trasse un suo particolare significato per le voci inopportune sur un presunto isolamento della Russia in seguito alla conclusione del Patto a quattro. Il Duce in un magistrale articolo pubblicato sul Popolo d'Italia tratteggiò e illuminò gli aspetti principali di quel Trattato che era il primo di neutralità c di non aggressione con la Russia firmato- da una delle Potenze occidentali; vi erano espresse concezioni di rigorosa logica e di geniale intuito le quali valevano non solo per il momento e non solo per l'Italia; ed ecco che gli Stati Uniti a qualche mese di distanza applicano il grande principio mussoliniano che fu allora così precisato : « Nei riguardi della Russia è mia convinzione che convenga facilitarle _ di uscire dall'isolamento e di avvici' narla alla collaborazione con le Potenze occidentali, ai fini comuni del la civiltà e della pace ». Soprattutto negli ultimi mesi dei passi importanti sono stati compiuti in tale direzione; oggi la Russia deve essere valutata come un fattore attivo di pltpppcngrscstzCatizcUvRsmrluscmde primo piano nella vita internazionale; e poiché noi riteniamo che quanto più diretto é più genuino è l'apporto dei grandi Stati all'esame dei problemi tanto maggiori saranno le possibilità di equilibrio, di pace, di collaborazione fra i popoli, il ritorno della. Russia alla sua funzione di grande potenza mondiale deve essere salutato con compiacimento e con simpatia. Se una simile considerazione giuoca in linea generale, non si può prescindere nel giudicare l'avvenimento odierno dalla situazione in Estremo Oriente. Qui il Giappone ha puntato grosso dal 18 Settembre 1931 quando le divisioni del Mikado iniziarono una spedizione punitiva che si è arrestata solo alla Grande Muraglia; gli obbiettivi raggiunti costituiscono già un bottino immenso: ma l'Impero del Sol Levante è soddisfatto dei risultati oppure ritiene che l'occasione sia favorevole per delle realizzazioni totalitarie per il controllo assoluto delle comunicazioni tra la Siberia e il Pacifico? Non è nostra opinione soltanto che al momento attuale nessuna forza armata possa opporsi all'esercito e alla flotta nipponica nel loro raggio d'azione; ma certamente per i rivali dell'espansione giapponese conviene di più ad ogni modo raggiungere un minimo di solidarietà e non offrirsi in ordine sparso. Anche l'Inghilterra, sebbene abbia' ristretto il suo campo d'influenza asiatico al sud di Sciangai con base Hong-Kong, non è troppo contenta dello slancio imperialistico del Giappone, il quale, se non trova contrappesi ed ostacoli, minaccia di gravitare rapidamente verso il Pacifico meridionale. La buona intesa tra Washington e Mosca riuscirà da sola a ristabilire un minimo di equilibrio in Estremo Oriente dove, in questi due ultimi anni, sono accaduti eventi superiori per importanza a quelli della stessa guerra russo-giapponese del 1904? E' questa una delle incognite più terribili, e il mondo è diventato troppo piccolo per trascurarla. ALFREDO SIGNORETTI

Persone citate: Amerigo Ruggiero, Duce, Roosevelt, Stalin, Trotsky