Solenne cerimonia nell'Aula Concistoriale per la lettura del decreto che approva i due miracoli

Solenne cerimonia nell'Aula Concistoriale per la lettura del decreto che approva i due miracoli LA CANONIZZAZIONE DI DON BOSCO Solenne cerimonia nell'Aula Concistoriale per la lettura del decreto che approva i due miracoli Roma, 20 mattino. (G. C.) - Ieri mattina nell'Aula Conci, storiale, si svolse la solenne cerimonia della lettura del decreto che approva i due miracoli proposti per la canonizzazione del Beato Don Giovanni Bosco, fondatore della Pia Società Salesiana. L'attesa per l'avvenimento era viva e già dalle ore 10 si notava nelle sale del palazzo apostolico un movimento insolito di personaggi, fra cui si distinguevano larghe rappresentanze delle Case Salesiane e un folto stuolo di ex allievi degli Istituti e di cooperatori. Don Ricaldone, Rettore Maggiore, il Postulatore Don Tomasetti ed i membri del Consiglio Superiore erano fatti segno alle più vive felicitazioni da parte di prelati e di personalità laiche. Poco prima delle ore 11, l'ampio salone era gremito. Alle 11,5, ha fatto il suo ingresso il Pontefice, il quale era accompagnato da Mons. Caccia-Dominioni, maestro di camera, e dai componenti la sua nobile anticamera ecclestiastica. Ai piedi del Trono si è schierato un picchetto di guardie nobili. Ottenutone l'assenso dal Papa, Monsignor Carinci, segretario della Congregazione dei Riti, ha letto il testo del decreto. Il decreto prende le mosse dal Vangelo del giorno, e precisamente dalle parole di Cristo: « Il Regno dei Cieli è simile al grano di senapa, il quale pure essendo il più piccolo dei semi, quando sia cresciuto diventa come un albero, cosicché gli uccelli dell'aria vengono a porre il nido fra i suoi rami »; é rileva come da questa nota di umiltà, Si vedano quasi sempre segnate le origini delle opere che vengono da Dio, e ciò tanto più quando la Provvidenza dispone che esse abbiano mirabile sviluppo. It granello di senapa H decreto passa poi a narrare il primo miracolo, quello di cui fu oggetto la signora Anna Maccolini, di Riimini, e prosegue: «Che la guarigione sia stata perfetta, oltre 1 me dici curanti lo attestano anche i pe riti che visitarono la suddetta Anna dieci mesi dopo la guarigione, ed mitimarciente or sono sei mesi. I tre pe riti nominati da questa Saera Ccn gregazione, unanimemente con i dottori curanti, convengono nella diagnosi, nella prognosi e nel riconoscere il miracolo ». Il decreto narra quindi il secondo miracolo, quello sulla persona di Caterina Pilenga nata Lanfranchi, di Bergamo, ed afferma che « la guari gione continua fino al presente come attestano i periti. I medici curanti ed i periti designati da questa Sacra Congregazione acclamano al miracolo. « Di queste miracolose guarigioni — prosegue il decreto — si discusse per la seconda vclta nella Congregazione preparatoria avanti i reverendu-sLmi Cardinali il 25 luglio scorso, e nuovamente il 14 del mese corrente nella Congregazione generale tenuta alla presenza del Santo Padre Pio XI, nella quale il Cardinale Alessandro Verde, ponente, ossia relatore della causa, propose il dubbio se e di quali miracoli, dopo ohe la Santa Sede manifesta il pubblico oulto al Beato Giovanni Bosco, consti nel caso e all'effetto di cui si tratta. I Cardinali, i Prelati ufficiali e i Padri consultori esposero ciascuno il loro parere. II Santo Padre, però, stimò bene soprassedere alquanto per implorare da Dio la opportuna luce. « Scelse poi quest'oggi, 19 novembre, ventiquattresima domenica dopo Pentecoste, per manifestare il suo giudizio. Per lo che comandò che fossero convocati i Cardinali Camillo Laurenti, Prefetto della Sacra Congregazione dei Riti, e Alessandro Verde, relatore della Causa, nonché il Padre Salvatore Natucci, promotore generale della Fede, e me, infrascritto segretario; ed alla loro presenza dichiarò « constare dei due miracoli operati da Dio la intercessione del Beato Giovanni Bosco e cioè della istantanea e perfetta guarigione di Anna Maccolini da grave flebite all'arto sinistro, e di Caterina Pilenga nata Lanfranchi da grave morbo artritico cronico alle ginocchia e ai piedi; e comandò poi che questo decreto fosse promulgato e riportato negli atti della Sacra Congregazione dei Riti ». L'indirizzo del Rettor Maggiore Subito Don Ricaldone, Rettor Maggiore dei Salesiani, stando ritto dinanzi al Trono del Papa, e ayendo al lati Don Tomasetti, postulatore della Causa, Monsignor Della Cieppa, avvocato, e il comm. Melandri, procuratore, ha letto il seguente indirizzo di omaggio al Pontefice: «La lettura fatta or ora del decreto che approva i due miracoli presentati per la causa di canonizzazione del nostro Fondatore, il Beato Don Bosco, ci riempie l'animo di gratitudine e di consolazione. Di gratitudine verso la Santità Vostra che col suggello dell'autorità apostolica, mentre accelera il ritmo della Causa, ci assicura un'altra volta del divino intervento nella glorificazione del nostro Beato Padre: di consolazione per noi, che nel nostro cuore di figli già pregustiamo l'esultanza del gran giorno nel quale la Chiesa intera, per il magistero del Vicario di Cristo, glorificherà il Padre nostro circonfuso dell' aureola dei Santi. « Oggi pertanto, rendendo grazie a Dio e alla Santità Vostra di si segnalato beneficio, io sento nella mia voce vibrare il palpito della duplice famiglia di Don Bosco (ci sia permesso di chiamarlo ancora una volta con questa denominazione in cui si assommano per noi i ricordi di tante e tante care cose) di quella duplice famiglia che da Lui ripete l'origine lo spirito e la fiducia nell'avvenire: origine che costò all'amato Padre diuturni inenarrabili sacrifici; spirito che con rinnovati propositi ci prefiggiamo di serbare integro e fervente; fiducia che per tante ragioni d'ordine superiore ci si accresce di giorno in giorno, stimolandoci sempre più a lavorare con lena indefessa alla gloria di Dio e al bene delle anime nel campo assegnatoci dal Padrone evangelico. < Anche il crescente affluire di numerosi operai a ristorare e ad accrescere le file delle spirituali famiglie del Beato Don Bosco, sicuramente ci affida che il suo grande ideale, la cristiana educazione della gioventù secondo gli insegnamenti della Chiesa e le direttive del suo Capo visibile, sarà ognora in progrediente attuazione. E per tale guisa il nostro Beato Padre ci ottenga di raccogliere sempre più copiosi i frutti della Redenzione, il cui dlfflBUTinivesigto Centenario la Santità dpecbsncci Vostra ha reso cosi solenne in tutto il mondo con questo straordinario giubileo. « Ecco i sentimenti con i quali l'umile successore del Beato Don Bosco si prostra stamane al piedi della Santità Vostra per tributarle l'omaggio della comune riconoscenza e per implorare sui Salesiani e sulle Figlie di Maria Ausiliatrice, sui loro allievi ed ex-allievi, e sulla grande famiglia dei cooperatori, le grazie dell'apostolica benedizione ». L'esaltazione del Papa Il Papa ha cosi risposto: « Ecco la terza volta, dilettissimi figli, dilettissime figlie; la terza volta che il Beato Don Bosco, ci invita e ci mette nella necessità di parlare di Lui, quasi a ricordo, si direbbe anche a Lui caro, dell'ormai lontano incontro personale e di quella non fuggevole consuetudine che la divina bontà ci ha fatto avere con Lui. Che cosa diremo dopo quello che abbiamo detto e dopo quello che il decreto e le parole che lo hanno seguito hanno ricordato di Lui, e dopo le mille biografie in tante lingue e in diverse proporzioni, dalle massime alle minime, hanno dette a tutti quelli che hanno voluto interessarsi di questa figura che anche ai dissidenti da tanto tempo si impone ? Eppure sentiamo la tentazione di dare armeno un rapido sguardo sintetico a tutto quello che abbiamo udito, detto e veduto, perchè è una magnifica sintesi, un orizzonte vastissimo che si delinea: sintesi personale, si può dire, questa magnifica creatura di Dio nell' ordine naturale e soprannaturale, magnifica figura soffusa di molteplice splendore, fatta di molteplici valori. Basta pensare all'intelligenza luminosa, vivida, perspicace, veramente vigorosa, per affermare che se anche si fosse avviata sul cammino dello studio e della scienza, avrebbe lasciato qualche, traccia, come del resto vi ha lasciato. Quest'uomo sembra non avere avuto temipo se non per un incessante lavoro nel continuo contatto con gli uomini giovani e vecchi. Sono più di settanta le sue pubblicazioni, di cui alcune hanno raggiunto un numero favoloso di edizioni: qualcun» ne ha avuta più di un milione. « E con questa intelligenza, un cuor d'oro, cuore virilmente paterno; e lo sanno tutti coloro che lo hanno avvicinato, cuore che ha conosciuto tutte le tenerezze di un cuore materno per i poveri e i piccoli, una volontà indomita e indomabile in servizio di tale intelligenza, di tale cuore e di tale volontà, un fisico fort_ un po' per felice temperamento un po' per la durézza molto presto conosciuta della povertà e per la disciplina di vera fede impostasi, che mostra resistenza al lavoro veramente mirabile, e diremo quasi miracolosa. Quando si metteva a scrivere opuscoli e lettere, si sarebbe detto che non avesse altro da fare, mentre invece trovava tempo per ascoltare, rispondere, dare retta a tutti e persino per contentare i suoi pìccoli, e giuocare con essi, e novellare con loro. E' difficile vedere còme trovasae tanto tempo; me* tre anche per Lui doveva essere impellente la necessità del riposo. «Ma questa mirabilie sintesi quasi scompare davanti alla sintesi oggettiva dell'opera sua, specialmente se la consideriamo a cosi grande distanza e al punto in cui oggi è arrivata, considerando un insieme dai 15 ai 16 mila fra Figli e Figlie, un esercito tutto su una linea quando si tratta di un lavoro produttivo che era la sua insegna, ereditata cosi studiosamente e religiosamente dalla famiglia salesiana. Infatti non appartiene bene e totalmente alla famiglia salesiana chi non è lavoratore: il lavoro è la tessera di appartenenza a quell'esercito. Una difficile sintesi « Da questo punto di partenza, dove si può arrivare? Sono cinquemila le case, più di settanta le ispettorie e Provincie, migliaia le cappelle, gli ospizi, i collegi; sono parecchie centinaia di migliaia gli allievi, milioni gli ex allievi, come sono centinaia di migliaia, se non toccano già il milione, la terza famiglia, quella dei cooperatori, quelli che don Bosco stesso si compiaceva di chiamare la sua longa mamis, come l'abbiamo udito dire con umile compiacimento noi stessi. E' difficile, dinanzi a queste cifre, fare una sintesi, anche approssimativa, di tutto il bene che 6 stato fatto, che va facendosi e che 3l promette di fare, per non parlare delle 16 missioni propriamente dette e delle missioni sussidiarie che sono più del doppio, in cui lavorano 1 Figli e le Figlie di don Bosco. Ci basti pensare a quel tesoro di educazione, così molteplice perchè è civile professionale commerciale e agricola, ma sempre la stessa in quanto è educazione profondamente e tìpicamente cristiana. Ecco una. meschina sintesi che ci rievoca allo spirito la figura di don Bosco, grande come il mondo. «Ci viene fatto di domandare il segreto di tutto questo miracolo di lavoro e di espansione, di conato, insieme, e di immenso successo. La spiegazione ce l'ha data Egli stesso, di questo glorioso mistero, in quella perenne ispirazione e preghiera continua a Dio : chi lavora prega, identificando il lavoro con la preghiera. La ricerca delle anime, l'amore delle anime fu il costante scopo del suo apostolato. E questo richiamo cosi personale del Servo di Dio viene opportuno in questo volgere così edificante di quest'Anno Santo della Redenzione, perchè evidentemente don Bosco aveva meditato bene e meditato continuamente l'opera e 11 movente della Redenzione. Quello che unicamente spiega l'opera sua, fu di avere avuto il mandato speciale da Dio di continuare l'opera della Redenzione, di applicarne sempre più copiosamente alle anime ì frutti. « Così appaiono le cose quando si calcoli l'immenso numero di anime da Lui redente. Ben si può dire che a mezzo degli alunni e degli ex-alunni, egli abbia riportato sulla terra i frutti della Redenzione ». Il Pontefice ha quindi illustrato U suo pensiero in merito all'indizione dell'Anno Santo straordinario, in cui l'umanità deve tornare con memore ricordo e riconoscente attenzione • alla grande opera della Redenzione nella quale si raccolgono tanti e cosi importanti frutti, e ha definito don Bosco, fedele valoroso efficacissimo operaio e strumento della Redenzione. Ha infine benedetto i presenti e tutti coloro che fanno parte della grande famiglia salesiana, ovunque si trovino a i operino,

Luoghi citati: Bergamo, Roma