La leggenda del bimbo martire

La leggenda del bimbo martire La leggenda del bimbo martire Non è la prima volta che si legge .«ui giornali che in qualche paese del mondo c'è chi crede di aver ritrovato «baby» Lindbergh. Tanta eco ha lasciato nei cuori e nella fantasia popolare questa che fu la più straziante tragedia dei nostri tempi moderni !... Ora è la volta di un piccolo villaggio del Belgio in preda a una completa allucinazione, per cui un piccolo figlio dell'amore, affidato a un pietoso sacerdote e messo da questi in custodia al droghiere Van Den fiosh e a sua moglie, coniugi senza figli, è creduto il piccolo martire. Le buone donne e i bravi padri di quel villaggio scrutando nelle riviste dove eran stati pubblicati i ritratti del joyero piccolo e confrontandolo col figlio adottivo del buon droghiere, giurano che la rassomiglianza è perletta, che il piccolo Gianni conosce meglio l'inglese che il tedesco e che le circostanze misteriose che accomunarono la sua comparsa nel villaggio sembrano fatte apposta per chiarire un'identità che per loro non può essere messa in dubbio. E sognano i •egangsters » sconfìtti e giuste punizioni, a tanta iniquità e il trionfo deifa giustizia e la felicità ridata a quei «ari Lindbergh... Ah, sì, sarebbe bello poter donare una felicità di questo genere : c'è da sognarlo con le lacrime agli occhi. Ma la vita non ha di queste fantasie i,enerose... Immagino come devou fremere questo padre e questa madre ogni volta che qualcuno scrive loro : «Abbiamo trovato il vostro bambino, non son dubbi,_ questa volta si tratta proprio di lui », come quella madre debba rabbrividire e respingere, con un gesto quasi d'orrore, quelle carte, quelle fotografie che vogliono illùderla e farle credere che sono quelle del suo adorato « baby » dimenticando che egli fu rinvenuto cadavere nel bosco attiguo alla villa e coperto di fogliame fracido proprio come in certe vecchie canzoni che narrano le gesta dei briganti di altri tèmpi. E' certo una crudeltà rinnovare in quel cuore di madre uno strazio che nessuno ha ancora dimenticato; poiché tutte le madri del mondo ricordano che in quei fatali giorni si svegliavano più presto del «olito e correvano ad aprire il giornale con un battito furioso del cuo:fé':. «baby» Lindbergh è stato ritrovato? E quel che v'era di più cruifi&e di più atroce in quell'attesa era quel periodo in cui la speranza di rittovario,era.diventata certezza, e la madre s'era quasi tranquillizzata in Un'aspettazione sicura : dopodomani, domani, forse stasera, al più tardi domattina, e tutti contavano le ore, e il piccolo intanto giaceva già lì, da tempo, poco distante dal suo babbo e dalla sua mamma, a pochi metri dalla casa dove aveva vissuto i suoi pochi mesi di vita felice di bimbo privilegiato, ed era già un piccolo eorpicino livido e muto sotto le foglie clic una mano omicida aveva ammonticchiato su di lui e che nessuna mano liberatrice era venuta a sollevare... » » » Il figlio strappato alla madre è certo la più feroce delle torture che mente implacabile di nemico possa immaginare. La regina Maria Anto nietta, nel suo indicibile calvario, quand'è che più muove a pietà?... Non quando perde il suo primo Delfino, bimbo malaticcio e triste di cui •ha-potuto vegliare e consolare la do kwósa agonia. Non quando perde la sua terzogenita, bimba di pochi me- si, portata via da un morbo improvviso. Non quando è strappata alla sua casa, alle sue abitudini, ai suoi agi, ai suoi amici. Non quando si vede le megere della Rivoluzione che le mostrano i pugni e che profferiscono contro di lei le più terribili accuse, nè quando la trascinano in pri- - gione di dove ella sente il suo popolo urlarle contro le minacele più tresmènde. Neppure quando comincia a capire che tutto è perduto e dalla finestra del Tempio la testa ricciuta .della sua fedele amica Lamballe, infitta sanguinosa in una picca, la .guarda con i suoi occhi semichiusi di cadavere che sembrano dirle : ♦Vieni, ti aspetto», e lei si sente i capelli incanutiti in una sola notte. ' Nemmeno quando abbraccia suo ma • Tito nell'ultimo addio della sua vifc coniugale, quando sa che domani jdiél' ammazzeranno... e nemmeno quando è condannata lei pure e scarna e finita scrive al lume fumoso di una candela la sua famosa lettera di ' addio... No, il momento in cui più ci ' muove a pietà, è quando le strappano ,i figli, quando lei dall'alto della torre del Tempio, tra una fessura dei muri dove si schiaccia le tempie, cerca disperatamente di vedere suo figlio, laggiù, nel covile del ciabattino.Simon, e sa che è malato, che è a letto, che nessuno lo cura, che forse soffre... neteanpesudicuviabpnsiltncLspcstivsvvlaztadtgprcamncgtdeEbbdccpMtft■rito_ nell'ultimo addio della sua vita.) ssrssvgcnigsasgfpn" Del piccolo Delfino scomparso e'dA\ mi mai si scoop la fine come dei i adi cui malesi seppe la nnc. come ucii tsbngcfigli dello Zar di Russia massacrati come dell'indimenticabile « baby » Lindbergh straziato la pietà popolare ha creato le leggende più pietose. La folla delle madri non può rassegnarsi a queste tragedie, non può sopportare queste sorti troppo cru-, deli, ha bisogno di immaginare cheUquesti bimbi furono soltanto trafu-!32_ v"- ... . ,-„__„ 1t_ ngati, ma che riuscirono a vivere. ItiL-.venta essi vivono ancora, essi vi-\ dranno sempre, lantastm adorati e j D indimenticabili, nel memore cuore if éèì mondo. [lCAROLA PROSPERI

Persone citate: Lindbergh, Maria Anto, Van Den

Luoghi citati: Belgio, Russia