Le due famiglie e i milioni dell'emigrato

Le due famiglie e i milioni dell'emigrato Le due famiglie e i milioni dell'emigrato Una vita nomade e avventurosa - L'eredità contesa - Tra l'America e l'Italia - Drammatici contrasti - La causa al Tribunale di Sanremo Bordighera, 13 notte. Avventurosa è stata la vita del signor Luigi Luce, spentosi a Bordlghe*-a, in avanzata età, il 7 aprile scorso. Ma l'eco delle avventure che Io portarono ad errare per il mondo e gli diedero la ricchezza dopo una giovinezza trascorsa, se non fra gli stenti, certo fra la modestia e le limitazioni, è destinata a sopravvivergli indefinitamente a causa delle complicazioni e dei contrasti intervenuti fra gli intimi a proposito della successione. Due famiglie si contendono le sostanze che egli ha lasciato e sul terreno ove il contrasto degli interessi si esercita proiettano la loro luce opposte ragioni affettive e sentimentali. Quarant'anni or sono, il 2 dicembre 1893, il Luce, che occupava allora manstoni d'ordine presso il Consolato ita Mano di Marsiglia, sposava innanzi al Console del luogo una connazionale, nativa di questa città: Zoe Nuvoloni. La convivenza durò dieci anni e l'unio¬ nsdittanevgslstdsgddnon, , . sne portò ala nascita di quattro fighVddue dei quali dovevano scomparire pò- pco dopo, in tenerissima età. Nel 1903,! dopo avvenimenti che ebbero larga i Meco fra la colonia italiana e risonanza anche nelle cronache giornalistiche della madre patria, il Luce abbandonò la famiglia, senza dare notizie di sè. Egli non si rifece vivo che l'anno dopo, per invitare la moglie a seguirlo in Americo. Il ritorno e l'affettuosa premura con cui era formulato l'invito, valsero, per il Luce, a riconquistare l'animo della consorte, la quale, colle due figliole, lo segui oltre oceano. Vent'anni dopo Ma la permanenza oltre oceano della donna non durò che due anni. Ammalatasi, per consiglio del medici, ella dovette tornare in Europa. Recò naturalmente con sè le due figliole e si stabilii in Francia, dedicandosi alla loro educazione. Frattanto il Luce, che dopo aver a lungo girovagato per l'America del Sud si era stabilito in Argentina, si imbatteva in una spagnuola, Anna Maria Oliva, colla quale intesseva del rapporti, destinati a tarsformorsl da amicali In intimi e a dar luogo, col tempo, ad una convivenza <t more uxorio ». Nè più, dopo l'incontro colla bella spagnuola, il Luce si interessò della famiglia. Trascorsero lunghi anni durante i quali la tormentosa angoscia della donna non trovò a placarsi in un segno diretto o indiretto dell'interessamento e dell'affetto del marito. Non fu che vent'anni dopo la sua partenza che il Luce dimostrò di ricordarsi della famiglia. Tornato in patria per breve tempo, egli si incontrò con la consorte e colle figliuole alle quali non nascose l'avvenimento verificatosi durante la sua lontananza e che in certo modo aveva rafforzato il suo legame extra-coniugale — nel 1914 egli aveva avuto dall'Oliva una bimba — ma collo quali non usò maz zi termini nel disapprovare la propria condotta. E il distacco avvenne fra tenere attestazioni di affetto per la mo- mndlemhrstqtslspstsglie e le figlie e fra rinnovata promes- se di riprendere, in un giorno vicino, la vita con loro. | Tali propositi, dopo il suo ritorno in iAmerica, il Luce riaffermò reiterata- j mente, in Iettare traboccanti d'affetto, i Rinnovando alla moglie la promessaj di interrompere la sua convivenza con l'amante e di ritornare in Italia per non più separarsi dalla famiglia, egli accennava anche alla sistemazione che avrebbe dato ai propri interessi laggiù ■»«■»«". »«* •»«»»-»»«. ««■>"- o-"--—i dl una Banca- aveva cospicui deposi- « Vr^o istituti incrollabili e poteva guardare alla vecchiaia con molta a=-| l2^f!5?^JS^?agffi&]Attivamente, egli avrebbe allenato glij^^^^aZ^tJi^atWcapitali in Italia. E quasi la moglie du- ■ bitasse delle fortunate condizioni finan- siarie cui era giunto e della sincerità,dei suoi propositi di staccarsi dalla- mante, aggiungeva: cQuant à mesj«n"4?ns<,Jf voudrais etre aussi sùr-qu'elle (l'Oliva) ale la peste bubonique,comme il est sur que je les ai ». cnccnhe dell'amili te j 'Ma avvenuto il ritorno, la serena aspettativa della moglie andò delusa. U Luce sbarcò in Italia non solo, ma!coll'amante e la figlia nata dalla sua! qulstato sul corso Vittorio Emanuele, e tosto dimostrò di voler serbare ver-j so la moglie l'atteggiamento che ave- ! va tenuto in passato. Dominato in pie-!no dall'Oliva, che presentava come mo-aglle legittima, egli non tardò anche a;dimostrare dl voler lasciare tutte le sue sostanze alla figlia adulterina, an-j teponendola cosi alle due figlie legitti- : me. E per l'attuazione dl questo pia--no, attesa l'impossibilità dl disporre j con testamento, egli cominciò col tra- sferire in capo all'amante i depositi che aveva presso le banche e coll'ef-. fettuare al suo nome gll acquisti di|immobili che aveva progettato dl fare |in Italia per dare un investimento ai,capitali realizzati In America. In capo j all'Oliva fu cosi acquistato l'apparta- j mento di corso Vittorio Emanuele a .Bordighera e lo stabile di via Lagrange ; 83 a Torino, dal quale 11 Luce si ripro-l ni atte va di ricavare spicuo. un reddito Avvenne Intanto che la figliola nata dall'unione illegittima fu richiesta in isposa da un giovane professionista torinese. A dispetto delle norme sancite dal nostro Codice civile, il Luce le aveva dato il proprio nome, accomunandola cosi alle sue figlie legittime, e poscia, giungendo a Bordighera, l'aveva presentata a tutti come figlia legittima. Senonchè a convalidare questo stato civile, occorreva, in occasione delle nozze, una attestazione idonea a supplire alla mancanza dei documenti. Anna Maria Oliva, accompagnata da quattro persone fungenti da testi, si presentò avanti al Pretore di Bordighera per ottenere l'attestazione giudiziale documentante lo stato civile della sua figliola. Poiché costei era nata in uno stato del Nord America, ove non vigono le norme che esistono co- mdstdsprbpdmc1tesstBaqnella generalità dei paesi per il rila-1 c scio da parte delle autorità comunali I zdegU atti di state civile, la formalità ! poto compiersi senza sospetto. Anna Maria Oliva dichiarò che Anna' Marla Luisa Luce era figliola legitti ' ma di Luigi Luce e di lei, legittimi coniugi, ed i quattro testi confortarono la dichiarazione della madre dichiarando s esnere notorio In Bordighera » quanto ella aveva attestato. Questa formula usata dai testi, apparentemente esplicita e conf ortatrice, ma sostanzialmente guardinga e piena di cautele ha salvato i quattro testimoni dal pericolo di un'imputazione di falsa attestazione, ma l'episodio rimane tuttar via un capitolo della complessa e contrastata vicenda, il capitolo, anzi, sul quale 11 dibattito, per ragioni che scaturiscono da un ambito strettamente morale, sarà forse più acceso. Resipiscenza e pentimento Luigi Luce, come si è detto, si spense il 7 aprile scorso. La malattia che lo condusse alla tomba durò qualche settimana e fu appunto nei giorni che precedettero l'agonia che una delle sue figliole legittime, Giovanna, abitante a Saint Raphael, avvertita delle condizioni in cui versava 11 padre, gli si presentò per riabbracciarlo e per confortarlo. Fu ricevuta e l'incontro — stando a quanto Giovanna Luce in Aubert dichiara oggi ai giudici — fu improntato ad un tono altamente patetico. Sentendosi prossimo alla fine, Luigi Luce fu colto dal pentimento ed invocò dalla figlia 11 perdono per l'abbandono e l'oblio in cui l'aveva, insieme alla sorella, per cosi lunghi anni lasciata. Poscia, non nascondendo 11 proprio rammarico per tutto quanto si era lasciato indurre a fare, accennò LTfnstBtsniimflqltmpialle operazioni compiute al nome del- i'Oiiva allorché, al suo arrivo in Italia aveva voluto investire la propria fortuna. E l'incontro si chiuse con un segno tangibile e "manifesto, da parte del Luce, dei sentimenti che egli era venuto esprimendo. Dal suo letto di dolore, egli volle che l'amante rila¬ sclasse, su un deposito di 50 mila dol lari a lei intestato presso la National | Deposit Bank Brounswllle, due assegni idi 7902 dollari ognuno pari, secondo j a cambio di allora a 200 mila lire — i a favore dello due figlie legittime : j Giovanna Luce In Aubert e Marla Luisa Luce in Otajon. INè il vecchio si acquetò dopo que-lsto primo atto riparatore. Affinchè potesse emergere, dopo la sua morte, la verità e risaltare l'artificio al qua- isue icgimme e convogliare le proprie sostanze unicamente a favore della fi gliola nata dall'unione illegittima, egli | volle che Anna Maria Oliva dlchlaras]* >» ™* "««tura P*vata come la jréaitóTosse"in"neuó'"contrasto'con Ìe|W^^ Anna Maria °Uva d^ette ■ acconciarsi a vergare l'atto, nel quale i Schiarò & avero fatto semplicemente I,da prestanome nell'acquisto delle pro-i prletà jlnmobIliarI dl Bordighera e dijjXorino eS6endo entrambe le proprietà," -C03Ì come , depositi presso gll istituti|bancari a lei destati, di proprietà! del Luce, e l'atto, cosi redatto, fu re-i j cato da Giovanna Luce e da una altra 'persona al notalo Bonfanti, cui fu af-! fldato non le notalo ma se u i m. anali nersona rii fidnrin I!m~nte quaU Persona al "«tela. .! Sfondo monle che egli aveva espresso nell imminen-1j za della fine, non trovarono alcun : ! principio di attuazione per parte dl|!chi aveva il possesso e l'amministra-1azione delle sue sostanze. Di qui l'orl;gine della causa che sarà chiamata domani al Tribunale di San Remo e j nella quale figurano come attrici la i : vedova del Luce, Zoe Nuvoloni, abltan- ] -te ad Agay (Var), patrocinata dal- j l'aw. Silvio Dlan, le due figlie legit time, Giovanna e. Maria Luisa Luce, patrocinate dall' aw. Secondo Anfossi, . e. come convenuta, patrocinata dal|l'ayv. Martinelli, Anna Maria Oliva | Cosi come è Impostata, la causa ha un ,netto carattere patrimoniale: la vedo j va di Luigi Luce, dopo aver richiesto j ed ottenuto dal Pretore di Bordighera, .sin dalla fine dell'aprile scorso, l'ap ; posizione dei sigilli all'appartamento l abitato dal consorte, chiede siano prò- mossi, in confronto degli eredi, e cioè delle figliole, gli accertamenti intesi a stabilire l'entità del patrimonio lasciato dal defunto marito, Le due figliole, a loro volta, rivendicando la proprietà paterna — in ba se alla scrittura privata depositata presso il notaio Bonfanti e della quale richiedono il sequestro — degli Immobili e delle somme che figurano di proprietà di Anna Maria Oliva, ne richiedono l'assegnazione, in base alle norme che regolano l'istituto della successione. Ma oltre i limiti che segnano 1 cardini pratici e giuridici della contesa, sta tutta una folla di elementi emotivi e sentimentali; è la famiglia sorta sul ceppo della legalità che insorge e contende, a quella nata nei turbine dell'avventura, non soltanto 1<? Bostanze ma la memoria e il diritto alla venerazione dello scomparso. Con questo sfondo la battaglia giudiziaria 1 che avrà domani una delle sue fasi ini I zlali al Tribunale di San Remo, si pro¬ ! spetta accanita c serrata, FA ' ' ImppfirfalpnsnrrdrnntnsgszPf