I nostri scopi

I nostri scopi CRONACHE DELLA SETTIMANA I nostri scopi W?st itttóSithÀi twiL.o ^j! aSSSL Ài Eh^ r SJft1 S1 diceva di inesattezze, di scopi, di scopi, appoggio delle Gerarchie, di consenso unanime dei radioascoltatori, e si criticava La Stampa. ni^come a dividerne£^sponsa- ; J^' la netta afférmazione Ml2JSM*^fiW1 \t •V.roP°s'tb: satuio a» E.I.A.R. il signiricato pre- ,Soffia SLSvo\Si^, J*£.,S j ••' •? « SgHH^ifi C SE? piche1, ! -^e,^e C'è ^a C0-saSU Cni h COn" i »enso non sarà mai unanime, que-ta cosa e proprio la Radio;, tutto |il complesso delle insomma, che era preoccupazioni, ievidente altra- urerso lo stile sioracchiato di quella i jprosa dimostrava chiaramente chei«I disappunto.dei dirigenti dell Ente Radiofonico Italiano per questa no-\•tra dpvenosa fatica di critica e di chiarificazione d> problemi ha rag->«giunto quello stato di agitazione ipar cui i «cavalieri che stanno male <ta arcione cominciano a perdere le-■cane. INoi comprendiamo perfettamente che il nostro esame della situazione ;radiofonica possa dispiacere ai di-jngenfci dell E.I.A.R. ; ma a noi le persone non interessano affatto, ri- «petrosissimi come siamo verso ognu- no in quanto persona, ma assoluta-1mente e rigorosamente obiettivi per tquel che riguarda la loro funzio-1ne «doperà; perchè ci > interessa ;soltanto la cosa, e perciò l'azione iche le persone esplicano in raTrjior- lo alla cosa stessa. Ma, poiché è stata [pronunziala la parola «scopi**, noi vogliamo chiedere ai dirigenti deffi'E.I.A.R. quali sono i loro sco-pi... I nostri, da sei mesi, li teniamo a dichiarare settimana per settima-Da. E' uno solo: il primato, che, in potenza, è già nostro —■ come abtriarao scritto cento volte — « per diritto di natura e per decisa volontà di conquista ». Per consegui re questo scopo noi abbiamo comincciato col chiarire a noi stessi i prò-Memi della radio ; abbiamo dovuto stabilire alcuni capisaldi essenziali, spostare i spiani di impostazione deiprobLemi stessi, riaffermando la fun- zione etica del più moderno mezzo di diffusione del pensiero, e dimostrare che l'attuale radiofonia italiana si attarda, compiacendosene, nella mediocrazia più sconsolante, con la scusa di divertire il pubblico (conoscessero l'arte di divertire!); sperile le sue energie in espressioni di dubbio gusto, aggravate dalla monotonia che la ostinata persistenza di' codeste espressioni genera e propaga; si crogiuola nel mestiere, senza previggenza, senza ala, senza iniziative; oossiede una orga- nizzazione assolutamente fallosa perchè, fatte le debite eccezioni, si adagia e riposa nella facile cornpe-tenza degli incompetenti che sono poi quelli che riescono ad avere il b.'nrv»«aTrtror«+w-. nnon/1 r» olio +,aof« hì.di fronte agli ascoltatori di dentro c di fuori, della serietà, della digni-tà, della potenza dell'Italia fascista; si consuma nella ricerca quotidiana di mezzucci, di rimedi, di rappezza-soprawento quando, alla testa diorganizzazioni del genere, non c'è un uomo pienamente qualificato che abbia i poteri dittatoriali assolutamente necessari al buon governo del campo artistico, se questo deve essere, come deve essere, espressione e vólto dell'Italia fascista, esempio ture per fronteggiare le « enormi difficoltà d'oeni genere » delle quali i dirigenti si lamentano (codeste difficoltà sono la conseguenza logica e naturale della pessima organizzazione; d'ailtra parte senza difficoltà non c'è merito: è inutile, aulndi, lamentarsi); crede di aver assolto i gravi ed essenziali suoi compiti con una operazione di contabilità, con un conto che torna, senza nemmeno tentare di assicurarsi se sia possi-bile farlo tornar meglio con una or- ganizzazione oiù omogenea, serrata, snella, quale è necessaria a un Enterile deve procedere spedito e sicuroin mano di gente che deve saper;quello che vuole e quello che fa. Perciò noi neghiamo il diritto aidirigenti dell'E.I.A.R. di servirsi delmicrofono che è a loro disposizioneper dire al mondo che ascolta chela loro opera ha « l'approvazione delle Gerarchie e il consenso unanime dei radiloascoltatori ». E' per lo meno indelicato tentar di far avallare le proprie responsabilità di fronte all'opinione pubblica da jau torità che ognuno di noi ha ili do- h' a a noi stessi e agii altri i compiti e i pro- blemi del ^ù importante e comples so organismo di propaganda e dì potenziamento che l'Italia oggi possegga, ispirate dall'ardente desiderio di veder assicurato al nostro 4Scé nelle colonne qui accanto qua^ le sia la sua approvazione all'opera dell>R L A Egli difatti — ^ sli siamo &&tì della sua abituale franchezza con la quale dà prezioso n0*tra ~ è d^ Quanto al «' consenso unanime i s5 tratta evidentemente di una facezia_ Noi abbiamo dett0 che di code- st0 sistema elettorale maggioritario SodcBncqgc'importa ben poco: anche se questo i consenso esistesse, e non esiste, che j! pubblico italiano ha intelligenza,: bUon gusto e buon aenso da vendere,, no[ abbiamo chiesto e chiediamo enei ie radiotrasmissioni italiane siano: quali debbono essere non quali i più! 0 j meno vorrebbero che fossero, di- j rette ad uno scopo ben chiaro e ben definito, non agganciate a conside- 'razioni opinabili che tradiscono la' fretta e la facilità utilitaria. C'è an- che uno stile per l'utile, Ed ora un'ultima osservazione , ..„••--- %^±W£&^fà£^*M■ In quel brano di prosa sbilenca era scritto — ed è stato letto dall'annuti-' datore con bella inflessione di voce — che discussioni di questo genere (del nostro, ingommai, sono ormai morte nel giornalismo italiano. E' evidente che i dirigenti dell'E.I.A.R. preferiscano il silenzio, e tentino, perciò, di fami passare per eresiar chi. E non hanno difficoltà a far credere al mondo che ascolta che in Italia non si discute più, o, peggio, è proibito discutere. Tutti sanno, e ognuno può convincersene ogni giorno, che i giornali italiani discutono, esaminano, chiariscono quotidiana- mente tutti i problemi che interessano la vita politica, morale e spirituale del popolo italiano. Naturalmente nel clima e con lo spirito dell'Ita- cia fascista, col solo e unico pensie ro, con la sola e unica ambizione, ognuno nel proprio campo, di portare la propria voce nella potente armonia del popolo italiano ri cui orgogìio oggi e pari alla_ volontà. ! sca*?™. «Pera giovanile del glorioso j maestro che gli ascoltatori dekaj-a dio-hanno accolto con vivo diletto 1 V?r la immediatezza della comprenI S1°ne e per il fascino inconfondibile ] del_ canto masoagnano. Trasmissione i ottima: non si sentiva nemmeno il Se lor signori credono che noi abbiamo altri scopi che non siano que* sti, dichiarati e sostenuti in sei mesi di discussioni, talvolta anche vivaci, ma sempre ispirate dallo stesso amore, sono pregati, per non dire che hanno il dovere, di dirlo. E continuiamo. L'avvenimento della settimana ora trascorsa è stato, senza dubbio, la trasmissione di P-inotr«, di Ma- ottima: non si sentiva nemmeno suggeritore... Donde si arguisce che la diligenza non è superflua. A proposito di trasmissione dai teatri, leggiamo sul Radiocorriere un articolo esplicativo dell'ing. Marietti, valoroso ed infaticabile tecnico dell'E.I.A.R. Eg?i ha voluto far giusti ì aa dei consigli alquanto supeificia1b-. Consigli? Ohibò, no. Avevamo ! scritto: « preghiamo di non scanda ■■ lizzarsi, perche siamo assolutamente 1 profan'i ». Nossignori : -1 mg. Manet- ti si è scandalizzato. E allora, se per mette e se non se l'ha a male, un'altra volta, che oggi non abbiamo spazio, ci permetteremo, da profani si intendSi di esporre alcune osservazioni : daremo così modo a un vero competente di illuminare noi e il pubblico su alcuni problemi tecnici annessi al problema centrale delle rà ' diotrasmissioni. Noi non desiderra ; modi meglio che imparare.... 1 Cinque opere in sette giorni la settimana scorsa, di cui tre nello spa !?° di ventiquattro ore, cinque opere Un questa settimana. Ce un avve ;nimento d arte a Roma, domenica: i l'maugurazione della stagione sinfo |mca co1 »c9KH»» di Brahms. Roma H° trasmette; Tornio preferisce la \term replica in quindici giorni dei 1* Fanciulla del West. Mentalità in guaribile. Senza commenti, I Auditor.

Persone citate: Brahms, Manet, Marietti

Luoghi citati: Italia, Roma