Le vicende della S.I.P. e la sua trasformazione

Le vicende della S.I.P. e la sua trasformazione Le vicende della S.I.P. e la sua trasformazione la ÈMM indOSlTiSle rmlqbzimtPer raccogliere nuovo capitale per la 8.T.E.T. {Società Torinese Esercizi Telefonici) ed incoraggiare il risparmio verso gli impieghi "industriali, l'I.R.I. lia emesso un nuovo titolo che incontrerà il favore del pubblico. Bi tratta d'una obbligazione restituibile in vent'anni che ha il capitale ed un reddito minimo deli% garantiti dallo Stato. Il reddito aumenterà in proporzione agli utili dell'azienda ed il portatore dell'obbligazione avrà diritto, per un lungo periodo di anni, dopo l'esame dei risultati dati dalla nuova gestione, di mutare, a condizioni eccezionalmente favorevoli, il suo titolo di credito in un'azione della Società. La S.T.E.T., controllata da un isti'tuto parastatale come l'I.R.I., costituirà un esempio di come si amministrino Società di tale importanza e potenti capitali appartenenti al risparmio privato. Un esempio che, in questo periodo di ricostruzione industriale, dopo i gravi errori e le imperdonabili colpe della iniziativa privata, che ha sperperato tanta ricchezza in un Paese dove l'accumularsi del risparmio è difficile e fatiiposo, sarà di somma utilità. Una duplice forma di rieducazione e quindi necessaria. Quella degli amministratori delle grandi società che, fatte rare eccezioni, hanno dato una prova cosi modesta deUe loro virtù. Miopi ed imprevidenti negli anni della falsa o vera prosperità, si sono dimostrati deboli ed incapaci quando è giunta l'ora di rimediare o scontare gli errori commessi, e solo la preveggenza, l'energia, la chiarezza di vedute dello Stato hanno salvato la Nazione da pfove ben più dure. Quella del risparmiatore che deve apprendere, un'altra volta, ad impiegare con cautela, ma senza eccessivi pessimismi od avidità di guadagni fulminei i proprii risparmi. Nel nuovo periodo della vita industriale italiana gli amministratori deUe Società avranno, ed in ogni caso le leggi li indurranno ad avere, un più profondo senso di responsabilità non scilo verso gli azionisti, ma verso la collettività nazionale, il successo o la rovina d'una grande banca o d'una grande industria hanno sulla Nazione ripercussioni ben più vaste del fatto contingente, perchè lo Btato corporativo possa rimanere assente o neutrale di fronte all'andamento di queste colossali aziende private. Ed il risparmiatore, che lentamente 'si'riavvicina alla vita industriale e la cui partecipazione si limita ad un contributo di capitali, non deve mirare ad un rapido, sovente pericoloso ed in ogni caso in giusto arricchimento, ma nei limiti del possibile alla sicurezza e ad un prèmio proporzionato al diminuito rischio. Bolo attraverso questa collaborazione tra risparmio e lavoro, sotto l'alto controllo dello Stato, sarà del resto possibile una migliore distribuzione del reddito nazionale tra le varie forze economiche della produzione. Da questa migliore distribuzione dipende, in ultima analisi, l'aumento generale delle possibilità di lavoro, e cioè la prosperità e l'avvenire economico del Paese in una so cietà giusta ed umana. La riconoscenza al Duce degli azionisti delta «Sip» Roma, 7 notte. Al Capo del Governo è pervenuto 'da Torino il seguente telegramma < L'assemblea odierna degli azionisti della Società Idroelettrica del Piemonte, numerosa e imponente, approvando le provvidenze per il risanamento finanziario del gruppo attendale S.I.P., mi affida, l'onore di porgere i sensi della vivissima sua riconoscenza e devozione per l'alta assistenza accordata dall'E. V. nel l'interesse dell'economia nazionale, e particolarmente piemontese. Ossequi devoti. Presidente assemblea: Sen. Conti*. II Decreto ministeriale psr la fusione dell* Soc. Idroalsttriohs Roma, 7 notte. La Gazzetta Ufficiale pubblica 11 Decreto ministeriale 4 novembre 1933, concernente la dichiarazione di pubblicò interesse della fusione, mediante in corporazione nella S. A. < Idroelettrica Piemonte >, con sede in Torino, della S. A. Idroelettrica Piemontese e Lombarda E. Breda, e altre. Il decreto dice <E' dichiarata di pubblico interesse la fusione, mediante incorporazione nella S. A. Idroelettrica Piemontese, avente sede a Torino, delle S. A. Idroelettrica Piemontese e Lombarda E. Bròda, Forze Idrauliche del Moncenìoi0, Idroelettrica Marmore, Idroelettrica deU'Evancon aventi pure tutte sede a Torino, rendendosi cosi applicabili alla deliberazione di fusione e alle altre eoe la octwrione delle, fusione stessa m^whtwio deliberate dalle assemblee degli azionisti, le disposizioni del R. D. L. 18 febbraio 1030, n. 37, concernente le maggioranze richieste per la validità delle deliberazioni, anche al fine della esclusione del diritto di recesso. H termine durante il quale rimane sospesa la validità delle deliberazioni ed è consentita la opposizione a norma degli articoli 101 e 195 del Codice di commercio, è ridotta a 15 giorni, purché, In aggiunta alle pubblicazioni previste dal Codice di Commercio, l'annunzio delle deliberazioni stesse e dell'abbreviazione del termine concessa con li pt^pjmtli decreto sia pubblicato sui giornali La Stampa e Gazzetta del Popolo di Torino, e sul giornale /I Popolo d'Italia di Milano >, L'energica azione deiri.R.I. C Giornale d'Italia dedica questa sera alla sistemazione del gruppo Sip un ampio e interessante articolo di Virginio Gayda. Dopo avere sottolineato l'importanza del caso, ove si rivelano le direttive del Governo In materia econo-' mica e l'abisso che divide la nuova politica dalla politica dei governi liberali, il Giornale d'Italia scrive: « Il caso che oggi segnaliamo è quello della S.I.P., la valta e travagliata Società idroelettrica piemontese, della; quale è stata ieri approvata nell'assemblea generale la liquidazione e la riforma. Le vicende di questa Società sono ben note: non dissimili, se non per l'imponenza delle cifre e delle sciagurate azioni, da quelle di molti altri gruppi industriali cresciuti senza disciplina e controllo in una esasperata mania di grandezza, al tempo dell'inflazione e della speculazione, con l'accaparramento di ogni specie di titoli e imprese. La speculazione e le vittime « Ingigantita con capitali nominali di miliardi, la S.I.P. è precipitata, dopo avere ammassato sotto il suo comando imprese di produzione e imprese di di-: stribuzione di energia elettrica, aziende telefoniche e giornali, gruppi radiofonici e Società di propaganda e assicurazione. Tutta la sua costruzione caotica, eterogenea e speculativa ha inflitto alla massa degli azionisti irresponsabili — e come sempre le sole vere vittime che pagano — perdite immense: le azioni, salite dal prezzo nominale di 125 lire a 250, sono mio alle ultime settimane cadute a 20 lire. « Ancora un violento crimine perpetrato contro l'onesto risparmio e ancora una ragione di sfiducia del risparmio verso l'industria, che pure è .in genere assai più sana e degna di questi colossi improvvisati 1 quali pretendono di rappresentarla con le loro grandi cifre, e però la diffamano. «H crollo inglorioso della S.I.P. ha messo in azione il nuovo Istituto per la Ricostruzione Industriale creato da Mussolini nel gennaio '33 e affidato alla presidenza dell'onorevole Beneduce. Si trattava di restituire un bilancio sano e una capacità di vita finanziaria autonoma ad aziende vitali alle origini, perchè tipicamente nazionali, necessarie quali sono quelle dell'elettricità e del telefoni, e salvare tutto quanto poteva ancora essere salvato a favore degli incolpevoli azionisti. «L'Istituto per la Ricostruzione Industriale è, come è noto, un Ente di diritto pubblico, rivolto sovratutto con le sue due Sezioni autonome dei finanziamenti e degli smobilizzi industriali, alla riorganizzazione tecnica economica e finanziaria delle attività industriali italiane. Come tale, è lo strumento che con indirizzi e diretti Interventi statali purifica, seleziona, coordina le varie aziende affidate alla sua cura, senza sostituirsi agli interessi privati, ma Inquadrandoli nel pianò economico unitario preveduto dallo Stato e costringendoli alle sue norme fondamentali». La nuova organizzazione H Giornale d'Italia osserva poi che il lavoro dell'LRJ., nel caso S.I.P., non è «tato facile. E' più agevole distruggere e ricostruire dal nulla che riformare e trasformare gli organismi già in funzione, salvando di essa le parti sane e purificandole di tutte le incrostazioni malsane. L'I.R.I. ha operato con energia e con metodo. Nuovo esempio di azione fascista. Ha anzitutto sbloccato i vari tipi di azienda coaglomerati nella S.I.P., dando vita autonoma a tire distinti gruppi di in. dustrie: la telefonica, la produttrice e la distributrice di elettricità. Notevole soprattutto — segnala il giornale romano — è l'operazione ohe crea 11 nuovo Gruppo autonomo delle aziende telefoniche, la S.T.E.T. (Società Torinese Esercizi Telefonici). Esso avrà un capitale azionario di 400 mattoni, costituito da 800 mila azioni da 500 lire e assorbirà tutto il capi' tate azionario delle tre aziende telefoniche già possedute dalla S.I.P. Per un eguale ammontare di 400 milioni, l'Istituto per la ricostruzione indù, striale emetterà un prestito obbligazionario a venti anni, garantito dallo Stato, per il rimborso del capitale e per un Interesse annuo del 4 per cento. Le 800 mila azioni telefoniche saranno costituite in gestione speciale, a favere del portatori di obbligazioni : < vi sarà, perciò, corrispondenza fra le obbligazioni emesse e ognuna delle azioni della S.T.E.T. Fatto nuovo ciascuna obbligazione, olire all'interesse fìsso del 4 per cento, garantito dallo Stato, è assicurata una partecipazione al dividendo delle azioni S.T.E.T., nella misura dell'80 per cento della differenza fra l'Interesse fisso del 4 per cento e il dividendo distribuito dalle azioni, finche tale dividendo non superi il 6 per cento e nella misura del 60 per cento se lo superi. «Questo meccanismo, che facilita agli azionisti della S.I.P. il rinvestimento nelle aziende telefoniche è una originale creazione del tempo fascista, che sa trovare del nuovo, senza avventure, anche in tanto complessa materia. Attraverso le obbligazioni esso vale a riportare alla produzione del risparmio, già sfiduciato per tante malefatte di falsi capitani di industrie, ed a ristabilire l'equilibrio e saldatura fra il capitale privato e le attività economiche, con evidente progresso per la ricostruzione economica e finanziaria nazionale. Ma 11 singolare meccanismo del nuovo tipo di obbligazioni miste, che, mentre garantiscono un,reddito minimo fisso, consentono di aumentarlo in proporzione degli utili dell'azienda, vale anche ad interessare direttamente il risparmio allo sviluppo dell'economia nazionale. Revisiona patrimoniale «In un paese dinamico come l'Italia, 11 risparmio non può vivere soltanto di redditi.fissi che corrispondono ad una concezione statica di una economia incapace di progressi e di rinnovamento e però ha bisogno di fiducia e di protezione. L'una e l'altra gli sono assicurati nel nuovo sistema. E cosi ancora una volta, questo intervento statale del tempo fascista appare non deprimente, ma propulsivo e regolatore nell'interesse di tutti delle private attività economiche. La produzione ritrova 1 capitali necessari fuori del dominio bancario e il capita- le ritrova impieghi sicuri nell'economia nazionale. «Isolate dàlia partita telefonica, le attività produttrici elèttriche della SJ.P. si concentreranno a loro volta in un unico gruppo, con la fusione di tutte le aziende dipendenti del genere e un sistema di nuovi contratti e tariffe regolerà i rapporti fra questi gruppi produttori e le società distributrici di energia, cosicché l'uno potrà stabilire e graduare su mercati sicuri la sua produzione e le altre saranno stimolate alla conquista di nuova clientela e al miglioramento della loro organizzazione, con un sincrono, eguale beneficio per la produzione e il consumo. Tutta questa serie di successivo ebloccamento e coordinamento doveva portare anche ad una revisione patrimoniale dei vari gruppi di aziende e a nuovi sistemi. Si è proceduto a svalutazioni e rivalutazioni di capitali ». « Il taglio — continua il giornale — può sembrar duro ma era necessario. Ora questo importante complesso di industrie è ricomposto su basi sane, che ne assicurano la vitalità e il progresso e garantiscono gli azionisti. Quanto ai colpevoli della catastrofe, bisognerebbe che sul loro nome e sulla loro opera non fosse fatto troppo silenzio protettivo. « Possiamo concludere — termina il Giornale d'Italia — con la lieta constatazione che un altro difficile problema dell'industria italiana è stato sistemato ed un'altra importante zona dell'economia nazionale è stata risanata. La politica rigeneratrice e costruttiva del Fascismo procede anche in questi tormentati campi dell'economia e della ti^ny™, con la sua azione energica e severa di purificazione e le sue creazioni originali e tempestive. L'unità di visione e di comando e l'unità dello Stato consentono di operare su piani organici, con risoluzioni integrali e definitive e con giusto equilibrio degli interessi. Il caso attuale della S.I.P., che Mussolini ha personalmente esaminato e diretto, è un'altra tipica realizzazione del Regime. In meno di un anno di vita, l'IJt.1., creato dal Duce, si rivela come tutti gli Istituti fascisti al comando di uomini capaci già maturo per le grandi azioni».

Persone citate: Beneduce, Duce, Mussolini, Virginio Gayda