Un colloquio Davis-Boncour

Un colloquio Davis-Boncour Un colloquio Davis-Boncour Parigi, 2 notte. Norman Davis, di passaggio da Parigi, diretto a Washington ha avuto un lungo colloquio, con Paul-Boncour. Il delegato americano alla Conferenza del disarmo avrebbe spiegato al Ministro francese le, ragioni del proprio momentaneo.allontanamento da Ginevra, avvertendolo che è sua intenzione essere di ritorno per il 4 dicembre e aggiungendo che, nel frattempo, è preferibile che le Cancellerie europee procedano per cónto loro, se è possibile, alle prese di contatto che risultassero desiderabili allo scopo di disincagliare la conferenza, prese di contatto che non saprebbero dare ombra al Governo degli Stati Uniti, qualora esse si mantengano fedeli all'orientamento indicato nel progetto britannico. Dopo avere metodicamente esaminata la situazione, i due interlocutori avrebbero, non di meno, constatato che, allo stato attuale delle cose e prima della consultazione elettorale tedesca, le probabilità^ favore di una ripresa di negoziati, anche solo fra le grandi Potenze, sono estremamente scarse e ohe, di conseguenza, nulla permette di prevedere che, durante le poche settimane dell'assenza di Norman Davis, abbiano a verificarsi fatti nuovi atti a richiedere un suo anticipato ritorno in Europa. Il delegato americario ha soggiunto che il suo viaggio a Washington gli darà modo di riprendere contatti col Presidente e col Dipartimento di Stato e 'di tornare a Ginevra munito di nuove istruzioni, a meno che la convocazione della Commissione generale dovesse subire ulteriori rinvìi, eventualità che egli spera verrà scongiurata, potendo essa equivalere, in pratica, a una presunzione di abbandono definitivo della Conferenza. Norman Davis avrebbe inoltre fatto comprendere aPaul-Boncour il desiderio del Governo americano di conservare le mani libere in ordine alle future decisioni 'che l'atteggiamento della Germania potrebbe eventualmente consigliare e la sua riluttanza a sottoscrivere a «fronti unici » di qualunque genere. Il tenore della conversazione è stato riferito nel pomeriggio dal Ministro degli Esteri al Consiglio di Gabinetto tenuto al Ministero della Marina per la redazione definitiva della dichiarazione che Sarraut leggerà domani alla Camera. Pare che i Ministri ne abbiano approfittato per consultarsi anche intorno all'offensiva monetaria di Roosevelt, offensiva che aveva già dato luogo, questa mattina, a due importanti colloqui al Ministero delle Finanze: l'uno fra il Ministro Bonnet e il direttore della Banca di 'Francia e l'altro fra il Ministro'del Bilanciò Gardey e il Presidente della Cassa di ammoi .amento. A tale proposito, possiamo dire che il Governo francese non si preoccupa tanto della possibilità o meno che gli acquisti di oro effettuati dall'America provochino uscite di metallo dalle casse attualmente congestionate della Banca di Francia, quanto della neoessi tà di ristabilire al più presto l'equi librio del bilancio nazionale, esseni |<do convincimento dei tecnici responsabili che l'offensiva americana rimarrà senza effetto, purché gli Stati a valuta aurea abbiano delle finanze in ordine, capaci di continuare a godere della fiducia del mercato. . Bonnet e Gardey starebbero contemplando, in ragione di ciò, la convenienza di ricorrere alla Cassa di ammortamento per assecondare con le sue riserve gli sforzi di riassetto del bilancio, e permettere così al Governo di presentare alle Camere un progetto di bilancio più idoneo a riscuoterne l'approvazione." Sarraut non fa conto però di procedere subito alla presentazione del proprio programma finanziario: la dichiarazione ministeriale accennerà, a grandi linee, alle direttive maestre del Gabinetto, che sono quelle già segnate dal Presidente del Consiglio nel suo discorso di giorni fa al gruppo radicale, cioè: niente eccessi fiscali, risanamento per tappe, facilitazioni dei trasporti, economie e lavori pubblici nella misura del possibile. Ma il progetto di bilancio non sarà pronto prima di alquanti giorni e la discussione cardinale, dalla quale dipende l'esistenza del Ministero, non è quindi imminente. Sarraut si propone invece di accettare fra due o tre giorni alla Camera una larga discussione sulla politica estera, e ciò prima di tutto perchè, avendo mantenuto Boncour al Quai d'Orsay, sa che su questo terreno gli è più facile riscuotere l'appoggio di tutte le sinistre; in secondo luogo perchè "li preme di risponde¬ re qualcosa ai reiterati discorsi di Hitler, sin qui rimasti inevasi. La discussione sulla politica estera non rappresenta dunque per il Gabinetto nessun pericolo; altrettanto dicasi della discussione che avrà luogo domani sulla politica generale, subito dopo la lettura della dichiarazione; dopo le recenti dichiarazioni di Blum ed in considerazione della pregiudiziale favorevole del Centro e anzi da prevedere che il Gabinetto raccoglierà una discreta maggioranza. C. P.

Persone citate: Blum, Bonnet, Hitler, Norman Davis, Paul-boncour, Roosevelt