LA MUSICA

LA MUSICA LA MUSICA Canto e bel canto - Le disposizioni legali per la professione e il titolo ■. _ ., t.,m»»: « «nralirai di maestro Trattati e vocalizzi di maestro di ma a delimitare e a rendere salubre e irut di maQualche lettore, « padre di famiglia » o «madre di una signorina che vuole cantare », ci chiede precisi chiarimenti della notizia, che troppo sommariamente fu pubblicata dai giornali, intorno alla «disciplina della professione di maestro di canto ». Che c'è di nuovo, nella pratica sociale, legale e didattica di questo campo, che tanti discorsi e tanti scritti polemici non riuscirono tuoso? C-è questo di nuovo: che il Governo fascista è intervenuto e ha dato ordini sufficienti a mutare la palude malarica in un prato, non diremo un'aiuola, che in primavera fiorirà. Perchè ciò avvenga, occorrono coscienziosi, tenaci, severi coltivatori, decisi a obbedire al Governo, a sradicare le erbacce, a vigilare la bontà delle sementi, convinti che cosi debba essere, infervorati dall'ideale della sanità dell'arte. Questi coltivatori, questi funzionari dello Stato, sono i direttori dei Conservatoril o licei musicali e gli insegnanti che con essi parteciperanno alle commissioni esaminatrici dei futuri maestri di canto. Poiché provvidamente ha ordinato il Governo che la responsabilità, il guadagno, il titolo di maestro debbano essere meritati e controllati da competenti funzionari dello Stato. Già i nuovi regolamenti delle scuole musicali hanno stabilito, cosa importantissima, uno speciale diploma, didattico, tale cioè da accertare quelle facoltà, quelle conoscenze tecniche e culturali, di cui un insegnante deve essere provvisto. Quel diploma, se venga concesso con severo esame, rappresenterà una garanzia per l'insegnamento del canto, e una indicazione a coloro che neU'inlzlare lo studio vorranno affidarsi a maestri riconosciuti. (Purtroppo mancano tuttora i programmi di studio pel diploma didattico, ma i direttori e gli insegnanti volenterosi non tarderanno a provvedervi, sia pure in modo prowi sorio). Il diploma didattico, dunque, dà diritto all'esercizio professionale e al titolo di maestro, e vale quanto il riconoscimento che gli insegnanti ufficiali ottennero con i concorsi e le nomine, allorché vennero assunti in servizio. Gli insegnanti cosi detti privati devono legalizzare la loro posizione sociale e artistica. tistica. Ma 11 Governo fascista ha giustamente valutato alcune condizioni di fatto e, diremmo, di sensibilità, per le quali un probo, stimato e magari celebrato e non più giovine insegnante potrebbe considerare un po' tardivo l'esame. E però la legge ha stabilito che gli insegnanti privati, che « lodevolmente esercitino > la professione e sieno privi del diploma « non possano — citiamo testualmente la legge — continuare l'esercizio della professione, qualora non ottengano giudizio di idoneità da una apposita Commissione in base al titoli da essi presentati e se, ritenuto necessario dalla stessa Commissione, in seguito ad esami ». E' chiaro? SI, Ed è anche evidente l'enorme responsabilità delle Commissioni, davanti alle quali affluiranno in tutta Italia centinaia e centinaia di persone, sollecitanti l'autorizzazione all'esercizio e 11 titolo. Responsabilità enorme e pur semplicissima: basta giudicare secondo coscienza, per servire l'Italia e l'arte italiana. Poiché proprio l'alto interesse per l'arte italiana ha determinato il provvedimento governativp. Le relazioni al disegno di legge notano che « le ragioni che consigliano di disciplinare la professione di maestro di canto sono di grande importanza. La prima è d'indole artistica: un Paese come 11 nostro, che vanta il primato in- 1 discusso del bel canto, non può affidare le sorti dei futuri artisti lirici a facili ^P*0^*.10™ che, mossi unicamente dal fine di lucro, impartiscono lezioni di Lant0 senza ry^s^te la indispensabile [capacità tecnica e pedagogica. La se i conda ragione si rapporta ad un feno- i™™- P" di.r d'ìnd°le0&'°!°fic£: é accertato, infatti, che una «bella vo ' ce » se al suo manifestarsi non sia educata con metodi razionali in breve volgere di tempo subisce una menomazione sia nella qualità che nel volume e nella intonazione. Ne deriva, pertanto, che insegnanti incapaci possono irrimediabilmente distruggere un ricco e raro patrimonio artistico, che è sempre stato grande e quasi esclusivo vanto dell'Italia. « Il disegno di legge risponde Infine ad una necessità morale, perchè pertroppo tempo il silenzio della legge hacorSentito a improvvisati insegnanti dicanto (cantanti in ritiro, coristi sfiata ti, mediocri suonatori di un qualsiasi strumento) di avvilire una nobile professione, facendo altresì concorrenza\SIe|cco dù^ue^wate^ da appU caresenza restrizioni mentali E, sempre sullo stesso tema, segnaliamo a coloro che si interessano alle questioni del canto, due pubblicazioni recentissime. Una è la ristampa di due rari e fa¬ mosi trattati di canto del Settecento QueI1° del Tosi e <Juel!o deI Mancini ( ed. *'1™**; Biblioteca di cultura musit^0T^t0%l^X^a,0T0 Lc generalità e le particolarità! dell'insegnamento e dell'esecuzione, le!stradizioni e le caratteristiche delle va- rddHe scuole italiane, i modelli più celebri e insigni, i metodi e le forme dei- l'arte, le bizzarrie, i difetti, i pregi dei cantanti, le opinioni dei più competenti esecuzione de le arie, dei recitativi degli abbellimenti, vengono illustrati "„? „or ,„ „ ' t„ va fino dai Tosi per la parte che va dalla line de, Seicento al lemoo della morte <u Alessandro Scarlatti,'e dal Mancini per tutte ie maniere di canto dagli inizi del Settecento all'apparizione di Gluck. Un'appendice al volume passa in rassegna i più tipici stili del canto da Gluck al Novecento, e indica il corso deUa„cultu^a e .d"Jr'"te attraverso ^ e W^r' fl"| ^Sen'edUo^^^ dei Vocalizzi nello utile moderno c»>i:accompagnamento di pianoforte, chei .ttro pezzi, di varia ìI comprende ventiquattro pezzi, u. tessitura. Di compositori quali Alfano,; ™™- Giordano, Marinuzzi, Pedrollo,,n^S.0^„™S?^;'i™ ^XZS^nmmSSt^tM sieno nemici dichiarati dei libri, è quelPick Mangiagalli, Respighi, Tommasi- { ni, tali vocalizzi, di carattere serio e ! " anche brillante, facili e difficili, e tali da poter essere eseguiti anche nei concerti, offrono ai cantanti la possibilità di adusarsi alle grafie e agli stili di ciascun autore per affrontare con minore difficoltà l'esecuzione e la interpretazione della musica contemporanea. Proprio come s'usava dal cantanti del famoso secolo d'oro... a. d. e.

Persone citate: Alessandro Scarlatti, Gluck, Mancini, Mangiagalli, Marinuzzi, Respighi, Tommasi

Luoghi citati: Italia