Le Camicie Nere e il popolo di Torino hanno celebrato la storica Marcia rinnovando al Duce la promessa della fedeltà operante

Le Camicie Nere e il popolo di Torino hanno celebrato la storica Marcia rinnovando al Duce la promessa della fedeltà operante Le Camicie Nere e il popolo di Torino hanno celebrato la storica Marcia rinnovando al Duce la promessa della fedeltà operante La superba serie delle opere dell'anno XI inaugurate da S. E. Edmondo Rossoni a Coda La città si è destata ieri sotto teun cielo grigio, duro, metallico, percorso da qualche soffio di aria tagliente. Cielo grave, cielo severo, cielo intonato alla solennità la più austera; atmosfera da rito militaresco, da maschia celebrazione rivoluzionaria. Sul pallore dell'aria, delle case, degli asfalti, sul lividore delle piante disfatte, splendono tre sole note squillanti di colore, ripetute all'infinito: le mille e mille bandiere di cui questa mattina Torino si è pavesata, si è rivestita si è tutta illuminata. La Messa per i Caduti Fin dalle prime ore del giorno le strade presentano una straordinaria animazione. E' un via vai continuo, un rimescolìo, un affrettarsi di gruppi di Camicie Nere, di Giovani Fascisti recanti al collo i colori di Roma; uno sfilare di centurie e di drappelli di Milizia, uno sfarfallare di costumini bianco-neri indossati da Giovani e da Piccole Italiane, uno strepitare di tamburi di Balilla. La grandiosità della giornata festiva, destinata alla celebrazione dell' evento che segnò il trionfo del Fascismo e l'inizio di una nuova Era per la Nazionè'e per il mondo, è visibile e sensibile su tutti i volti e s. tutti gli aspetti. E con «■:» rito guanto mai austero si t'iniziata la serie delle odierne celebrastoni cittadine. Alle ore dieci tutte le autorità e una folla di rappresentanze e di vecchi fascisti, si sono riuniti nella chiesa di San .Filippo per assistere alla Messa in suffragio dei Caduti per la C'ausa della Rivoluzione. Poco prima, appena tornato dalla Provincia, il Segretario federale si è recato a porre un fascio di fiori sotto la lapide ai Caduti fascisti, nell'atrio della Casa Littoria. Sulla porta del tempio, fra drappi neri orlati d'argento, si legge questa iscrizione: «A Dio grande e buono — salgano le preghiere del vivi — per le anime — delle Camicie Nere torinesi — sacrificatesi eroicamente — perchè — l'Italia vivesse e prosperasse — degna della gloria passata e futura*. L'interno della grande chiesa, tutta addobbata severamente a lutto, è divi' so in due parti mediante opportuno al; Hneamento dei bandii: per le autorità e per il,pubblico^' Al centro della prima area, sopra'un vasto tappeto «ero, è «teso a terra il catafalco, mòre nobilumi, ricoperto dal tricolore. Sopra il tumulo è stato posto un moschetto, un pugnale ed un fez nero. Ardono ai quattro angoli degli alti candelabri d'argento, presso cui montano la guardia un vecchio squadrista, un milite, un avanguardista ed un Balilla. Giungono le gerarchie, le famiglie dei Caduti, le rappresentanze con i gagliardetti, e prendono posto attorno al catafalco e nelle tre file di banchi abbrunati poste a destra e a sinistra. E' presente S. E. il Comandante designato d'Armata gen. Ago; 8. E. il Prefetto, in divisa da generale della Milìzia; B. E. il Comandante del Corpo d'Armata; il Segretario federale, vestito da Comandante dei Fasci giovanili; il Podestà, in uniforme di centurione; i Capi della Magistratura; il Comandante il Gmppo delle Legioni M.V.8.N. e tutti 4 Comandanti delle Legioni torinesi di Milizia; molti senatori e Accademici; deputati; il Direttorio federale e quello del Fascio; la Fiduciaria del Fascio femminile; il Preside della Provincia; U vice-Segretario federale ed i vice-Podestà; il Segretario del G.U.F.; i Fiduciari dei Gruppi rionali; i dirigenti delle organizzazioni sindacali; il Cappellano-capo della Divisione 'militare; tutti i Cappellani della Milizia e delle Organizzazioni giovanili; e numerosissimi altri. Alti dietro i cordoni delle autorità si affacciano centinaia di gagliardetti, e nell'altra parte del tempio si affolla una raoZtituàMie muta e severa di vecchi fascisti iscritti prima della Marcia su Roma. S'inizia la Messa, celebrata dal Cappellano della Legione Universitaria, con accompagnamento d'organo e canto di mottetti. All'elevazione un vecchio tamburino dell'Esercito Sardo fa rullare il suo tamburo: tutti s'irrigidiscono nel più fiero raccoglimento e un fremito dì commozione passa sotto la grande navata del tempio. Finita la Messa hanno luogo attorno al catafalco solenni esequie cantate; quindi autorità, famiglie dei Caduti, rappresentanze e pubblico sfollano lentamente, e — usciti in via Accademia delle Scienze — si dirigono verso piazza Castello. In Piazza Castello La piazza, quando il gruppo dei Gerarchi vi giunge per la via Accademia delle Scienze, è un immenso tumultuante nereggiare di folla. Folla bruna, che su tutti è la Camicia Nera della Rivoluzione. Addossata ai portici del Teatro Regio spazia una grande semicircolare tribuna, che ha nel centro un alto podio, su cui brilla il microfono degli altoparlanti. Torno torno alla tribuna han preso posto bandiere e rappresentanze: dai Gruppi Dopolavoristici aziendali e rionali (vivacemente si staccano nella massa gli azzurri drappi della Fiat, gli stessi che ebbero recentemente nell'Urbe il privilegio del saluto e del sorriso del Duce) alle sezioni dei Sindacati, dai Gruppi Universitari sul cui gagliardetto brillano le otto medaglie d'oro di cui i goliardi van fieri, ai Dalmatici dalle tre trste di leone sagomate sui di-appi e sui fazzoletti color mare; dalle innumerevoli associazioni combattentistiche alle ardite fiamme dei Giovani Fascisti. Un doppio cordone di Militi della 1 Legione, affiancati a guardie civiche e a reparti dell'Esercito, argina la moltitudine dette Camicie Nere, inquadrate sotto i segni dei Gruppi Rionali: dal Palazzo del Governo agli imbocchi delle vie Roma, Micco, Accademia delle Scienze c Garibaldi tutto è colmo e tutto palpiiantc di canti e di evviva. Sul lato del Palazzo Madama, fron- alpfenichavasatrtatei DfrpMgAlombsicodsRgcdcMgmmmaFrhaaasCèsedmrrmcQmitqplmcfaspvtRtiecgssNflgNivdlsuvtfptdlrtdFdegndcNtni teggiante il Teatro Regio, si eleva una altra più piccola tribuna, ove han preso posto gli orfani di guerra, i veterani, i feriti: mentre i grandi invalidi son vicini al podio, gomito a gomito con le vecchie vigiliari Camicie Nere che hanno avuto da Andrea Gastaldi il privilegio di assistere alla maAifestazione ammassate nelle prime file della tribuna centrale. Tutte le squadre della combattuta vigilia si sono stamane per un istante ricomposte, coi vecchi comandanti e i vecchi segni : i « /edelissimi » del Duce si sono ritrovati come allora affratellati in un solo esiguo manipolo in posto d'onore. E di ciò i camerati ante Marcia su Roma, i Legionari Fiumani, gli Arditi, son stati col cuore grati ad Andrea Gastaldi e gli hanno detto la loro affettuosa gioia. I Gerarchi s'aprono da via Accademia delle Scienze il varco vèrso la tribuna. Sul loro passaggio il corridoio si ricolma e balzano gli evviva ai Pu¬ ce. Non è rapida la loro marcia fino oi centro della piazza, che le Camicie Nere li trattengono ognuna un poco e ognuna vuol dire il suo entusiasmo c la Sila fede. Sulla tribuna, subito dietro il podio su cui i Gerarchi fra poco saliranno, sono allineati i gloriosi labari delle Legioni torinesi, del Fascio e della Federazione; fan scorta d'onore ai drappi Militi e Camicie Nere. Quando S. E. Edmondo .Rossoni — giunto, come è noto, in rappresentanza del Governo —, S. E. Iraci ed Andrea Gastaldi salgono sulla tribuna, le Camicie Nere della vigilia irrompono verso i Capi e a loro gridano la loro fede schietta. Andrea Gastaldi è letteralmente assediato e deve conS. E. Rossoni sostare per un gruppo fotografico. Prima della lettura del messaggio del Duce 8. E. Rossoni si reca, col gruppo delle autorità a inaugurare la targa, murata sul Palazzo del Governo e riproducente brani dello storico di- scorso del Duce dello scorso anno.

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