Marco Antonio, l'amico di Cesare

Marco Antonio, l'amico di Cesare FIGU RE ROMANE Marco Antonio, l'amico di Cesare ,,_ . ..„„„ ,„ _„ Ercole, Ercole egli stesso per la pre stanza del corpo, per la forza e per certa larga giovialità che lo rèndeva grft- Di Marco Antonio, discendente da to a quanti lo avvicinavano, Shake speare ci ha lasciato in due tragedie famose un magnifico ritratto. Egli non arrischia un giudizio morale sull'uomo — a meno che non si voglia vedere qualche cosa di simile nella frase che Mecenate pronunzia all'ultimo atto del'Antonio e Cleopatra: «I motivi d'obbrobrio e i meriti si bilanciavano in ui - — ma si sente che,guardando vivere questo superbo esemplare d'umanità non può fare a meno di ammirarlo. La fonte quasi unica di Shakespeare è la vita di Antonio scritta da Plutarco, vale a dire una narrazione nella quale abbondano gli elementi drammatici. 81 sa che Plutarco non è .in tutto degno di fede (nel primo secolo del' Era cristiana la critica storica non era ancor nata), ma è altresì certo che l vero Antonio va ricercato nelle sue pagine: esse ristabiliscono una realtà storica e soprattutto psicologica e umana che le Filippiche di Cicerone nelle quali la dialettica dell'odio è portata a]]a 8ua pia aUft tensione — avevftno -«--_•.„ 5i fai.«rp Non » *,M„. v&°° cercato di falsare. Non «.dunque audace asserire che Antonio dovesse essere quale Shakespeare lo intuì attraverso la narrazione plutarchea: un uomo, cioè, che alternava periodi di attività travolgente, generosa, fattiva a periodi d'ozio e di mollezza nei quali pareva perdere sinanche quella tempra che faceva di lui un magnifico arnese di guerra, a suo agio tanto sotto la tenda, nella società rude del soldati, tra privazioni e pericoli, quanto à tàvola con gli amimetobioi, ■ gli « inimitabili gaudenti » di Alessandria, ma, commique, un uomo di statura superiore a ^ normale e deatmat0 -daUa èua „ „„„_.„ „_„ ,, 3teJsa °atura a compiere cose grandi, E cosi appunto lo na visto anche Arthur Wèigall.che gli ha dedicato un volume di quasi seicento pagine (A. W., Maire-Anioitie, sa vie et' aon' temps, Payot. Paris, 1933). Quello che seduce in Antonio, quelo che quasi-certamente, ha attirato lo storico inglese di Cleopatra e di Saffo verso di. lui, è la sua. enorme, vitalità che si tradiice In un'ineguagliabile pienezza di vite. Considerati nei quadro di questa vitalità, gli stravizi c le dissoutezze cui Antonio si abbandonava nele soste della sua attività di. politico e di soldato, pèrdono gran parie dell'Importanza che i suoi nemici .vollero attribuir loro.e non riescono, ad' oscurare 1 lato più brillante della sua personaità, quello che to ogni' occasione gli consente di adeguarsi agli avvenimenti, r. Io non posso credere », dice'assai bene Shakespeare per bocca, di. Lepido, «che il male sia in lui sufficiente'a oscurar tutto il'bene». ' Il luogotenente : E'tnel;momento del pericolò che'Antonio rivela la parte migliore di.sé: vi sono.nella'sua vita due moménti veramente epici che valgono come nessun altro a darcilamisura dell'uomo e delle sue possibilità. Il primo è .quello to cui, dopo la morte di Cesare e dopo .essere stato sconfitto sotto Modena da Ottavio (43 a. C), egli valicò le Alpi per operare la congiunzione delle sue truppe con. quelle di Lepido. ' Scrive Plutarco che in queir occasione Antonio, quantunque avvezzo Alle delizie e alle raffinatezze, si adattò,, primo tra l soldati- del suo esercito, a bere acqua guasta e a mangiare sin le cortécce degli alberi e.«animali non più per l'addietro gustati». Il secondo è la tragica ritirata attraverso le montagne.-dell'Asia Minore, seguita alla campagna del 36 av. C. contro i Parti," ritirata ?he Antonio stesso paragonava a quella del diecimila di Senofonte e durante la-quae le Bue legioni diedero battaglia dieciotto volte in ventisette giorni Magnifico soldato Antonio- ai rivelò sto dalle sue prime campagne to Giudea e in Egitto, come comandante della cavallerìa, agli ordini di Aulo Gabinio (57-56'a. C), 11 quale, se si'deve credere a un passaggio della seconda Filippica,. era giunto a pensare che qualunque cosa facesse quel'giovanotto fosse ben fatta. Fu -quasi, certamente dietro consiglio ' di Antonio che; Gabini o si decise .a tentare l'avventura d'Egitto per rimettere'sul trono Tolomeo Auleta,1 il'quale offriva per questo servizio diecimila' talenti.'. Due anni dopo Antonio era in GalHa, agli ordini di Cesare. E che Cesare comprendesse quali' possibilità fossero latenti nel gióvane e ardente ufficiale, appare chiaro dalla carrièra, rapida e brillante che questi 'fece, al suo fianco. Fu infatti per ordine di Cesare che Antonio, nel 52 a. C, pose la sua candidatura alla càrica di questore e nel 49 a quella di tribuno, entrando' còsi to pieno nella vita politica di'Roma. ' La lotta tra Cesare e Pompeo era già ingaggiata, e Antonio, al riparo dell'inviolabilità connessa alla carica di tribuno del popolo, difese, validamente il suo Capo contro il furore dei settatori di Pompeo. Fu Antonio che, ad onta dell'opposizione dei Pompeiani, riuscì a leggere in pubblico la lettera con cui Cesare offriva di abbandonare il comando a patto che Pompeo facesse altrettanto; fu ancora Antonio, che pose il veto al decreto con.cui il Senato ingiungeva al Conquistatore delle Gelile di licenziare le sue legióni entro una data stabilita. Quando.la partita politica fu perduta, quando apparve chiaro che soltanto le armi potevano ormai risolvere la situazione che s'era venuta creando, Antonio, secondo scrive Appiano, usci dal Senato urlando 4- come un ossesso, predicendo guerra, stragi, proscrizioni », e, travestito da servo, fuggi insieme con Cu rione a Ravenna per rendere conto a Cesare di quanto era avvenuto. Più tardi Cicerone doveva rinfacciargli questa prova.di fedeltà, al suo Capo: » Sei tu, tu, Marco Antonio » scrisse infatti nella seconda Filippica, « che hai dato a Cesare il. principale pretesto della guerra! Senatori, voi piangete i nostri soldati morti? E' Antonio che li ha uccisi. Rimpiangete i vostri camerati perduti? E' Antonio che ve li ha tolti ». Il « gran rifiuto » Nella guerra civile Antonio recitò una parte che può essere posta subito dopo quella del Capo:, nella primavera • cfrspsftgppitsl4cMdasndpatCuofrisVctmuuqttelvtl'tcdcatddsg«cemgqfndtabvqdpasl'pdsnulridmuaszanvAAficiLfpctCvmqrqdtadMtdpcambmvdcemcstplldmAdEqnmspdel 49> a, moment<> dl partire per la «_„„„' n..„^ ,„ «lSJKT!£l. *«E?' ,Ce!are lo nominò comandante 111^™^ Ie forze armate dItalia„ «A.c cettando questo posto», scrive il Weigali, « Antonio non poteva ignorare che| arrischiava la vita, perche se Cesare fosse stato vinto in Ispagna • la sua causa avesse avuto la peggio, tutto il furóre della tempesta pompeiana si sarebbe rovesciato sulla sua testa..Ma.la sua fede in Cesare non vacillò mai ».. 'E Cesare ricompensò il fedele compagno da par suo: a Farsalo, quando si disponeva a giocare tutta la propria fortuna su una carta, egli affidò, ad Antonio l'ala destra dell'esercito, dandogli cosi per avversario lo stesso Pompeo" e riserbando a sè Domi-io: poi, dopo .la battaglia, lo creò maniaUr cariium, «dignità che quando sia.' predante il Dittatore » scrive Plutarco .-■ ha il secondo luogo, e quando non slavi, è a prima e quasi la sola.-. Per cui dal 48 al 45 a.' C. — e cioè negli anni in cui. Cesare correva dall'Egitto all'Asia Minore, dall'Italia alla Spagna, gassando di vittoria in vittoria — -," Antonio, a Roma, fu l'unico a dettar leggo, e, senza pregiudizio det piaceri d'ogni genere cui si abbandonava con la foi;a dell'uomo che ne è privo da molto tempo, fronteggiò e risolse con er.trgJa « abilità.situazioni gravissime e delicatissime. Nel 44 a. C. — l'anno della mort? di Cesare — Antonio'fu eletto console, e un mese prima degli idi di marzo, in occasione delle feste del Lupercali, offri al Dittatore la corona reale. Gli storici non sono ancora d'accordo cui vero significato di questo gesto. C'è chi non Vede in esso se non l'esecuzione di ura commedia combinata tra Cesare e Antonio-per tastare il pólso del popolo romano; c'è. chi asserisce— e,tra. questi, ultimi è il' Mommsen — che la cosa, iil una sorpresa anche per Cesare, irquantochè egli era all'oscuro delle intenzioni d'Antonio. " Il WeigaH'si riattacca anch'egli a quest'ultima opinicr:?, e basandosi sulla narrazione .che 'l'avvenimento fa -Dione- Cassio, e:. ì vedere nel gesto di Antonio un t»n'-.tlvò inteso a'', distogliere Ceàar? da".'idéa monàrchica ». Dione Cassio mei.-te infatti in rilievo come Antonio, po'cbè Cesare ebbe respinto più volte il diadema reale, gridasse al popolo di ricordare Ohe la corona era stata offerta al'Dittatore, e che.questi l'aveva rifiutata, e conclude dicendo che-l'abilità di Antonio pose fine con questo espediente'-alle velleità.monarchiche di-Cesare; ' ma, si può : aggiungere; senza grande utilità, .perchè; ad onta'del «gran rifiuto», un mése dopo Cesare cadeva sotto - i colpi dei congiurati. Ma'quali che fossero la sua origine e 11 suo scopo, ti gesto di Antonio dimostra 'chiaramente com'egli .fosse ^in grande dimestichezza cól suo Capo e quale fiducia questo avesse to lui. Diatti, se la piccola scena recitata dinanzi, al popolo romàno to occasione della, festa dei Lupercali fu il. resultato di un. precedente accordo,, è abbastanza significativo .che Cesare, trovandosi nella necessità di affidare a qualcuno la parte pericolósa e difficile dell'.:< agente ' provocatóre », scegliesse proprio'Antonio,; se poi quest'ultimo agì di propria iniziativa, bisogna pensare-ch'egli si sentisse cosi sicuro del'amicizia di Cesare, da non temere di provocarne la collera. ■ Cleopatra L'ultima parte della vita d'Antonio, dopo la morie.di.Cesare, si. può riassumere nella lotta contro Ottavio' e nella sua unióne con ' Cleopatra. Fu un. periodo di quattordici, anni, febbrie, pieno di avvenirci enti grandi e terribili, sullo sfondo del quale la figura di Antonio, assume per lo storico il suo massimo rilievo. •Antonio aveva'ereditato da: Cesare un grande sogno: quello' di: marciare alla . conquista. dell'Oriènte lungo ; le ''■ade segnate da Alessandro ; ma questo sogno, di cui la disgraziata spedizione ' contro - i Parti, nel 36 . a. C, avrebbe .dovuto iniziare, la trasposizione 'sul'piano della: realtà,: naufragò- nel vino profumato delle lunghe orgie di Atene. e d'Alessandria. Qui • veramente Antonio appare,. secondo la bella definizione di Renan, - «un colosso fanciullo, capace di conquistare, il mondo, ncapace di resistere a un piacere-. L'intima debolezza del suo carattere' si fa tanto -più evidente to quanto si è portati per forza di cose a paragonarla con la -fredda, lucida volontà- di Ottavio.' ... Si è molto discusso per stabilire se Cleopatfa amasse veramente'Antonio o vedesse. semplicemente to' lui' lo', strumento dei suol disegni ambiziosi,. i quali, stando agli storici moderni, miravano nientemeno che a-realizzare quella .rivincita dell'Oriente 'sull'Occidente' ch'era stata l'idea fissa di Mitridate. - ' •«.-.•>•-! Indagare le intenzióni, i pensieri, gli affetti d'una 'donna a duemila anni di distanza,-non-è tra le cose più facili. Ma quelli che contano qui sono i sentimenti dell'uomo, e su quésti non v'è dubbio possibile: Antonio amava Cleopatra al punto di divenire il suo succubo. "Perciò Plutarco dice di questo amore ch'esso « sopravvenne' come un male estremo •> nella- vita di Antonio. Il mondo di quei tempi non era abbastanza grande perchè due uomini come.'Antonio' e Ottavio potessero, viverci contemporaneamente: la lotta-era dunque inevitabile. Il tentativo di conciliazione avvenuto nel 40 9: C, che ebbe la sua consacrazióne ufficiale nel matrimonio della sorella di . Ottavio con Antonio, fu quanto di più effimero si possa immaginare. Tornato to Orien. te, ricaduto sotto l'influenza -di ' Cleopatra, Antonio si mise a vagheggiare la possibilità d'uno spostamento dell'asse della storia, che avrebbe fatto dell'Impero Romano una monarchia mediterraneo orientale con centro - ad Alessandria. Da questo momento egli opera evidentemente nell'orbita della regina di Egitto, contro lo spirito di Roma. Da questo momento le rispettive situazioni sua e d'Ottavio appaiono nette, inequivocabili. A Ottavio è affidato il compito di imporre i caratteri fondamentali all'impero Romano, di'dare-la Pace Romana al Mondo.- Dubitare.dell'esito finale della lotta, sarebbe assurdo. H 2 settembre del 31 a. C, la grande e pittoresca battaglia d'Azio — pensando alla quale il poeta vedeva « toute une mer immense- où fuyaient des galère» » ' — doveva fatalmente travolgere,. insieme con la fortuna di Antonio e di Cleopatra, .tutto il vecchio mondo romano'. ' ■ CESARE 0IARDINI