Il Duce premia con solenne cerimonia 459 capifamiglia pionieri delle bonifiche

Il Duce premia con solenne cerimonia 459 capifamiglia pionieri delle bonifiche Il Duce premia con solenne cerimonia 459 capifamiglia pionieri delle bonifiche Roma, 25 notte. Uno dei riti più caratteristici e significativi che il Regime abbia introdotto nel Calendario della vita nazionale, si è svolto questa mattina a Palazzo Venezia: la consegna dei premi di colonizzazione a quegli agricoltori che, lasciate le loro terre d'origine e trasferitisi nelle zone di bonifica, vi si sono sistemati stabilmente, segnalandosi per operosità, diligenza, attaccamento alle nuovi sedi. La scelta falange, che ogni anno il Commissariato delle migrazioni interne raduna a Roma a proprie spese, si è raccolta nel vasto salone delle Battaglie, attiguo alla stanza di lavoro del Duce, poco dopo le dieci, avendo trascorso le prime ore della mattinata nella visita alla Mostra della Rivoluzione. Erano 459 capi famiglia e rappresentavano tutte le regioni d'Italia in cui siano in corso bonifiche di qualche rilievo: tutti i settori del grande fronte in cui si combatte « la guerra che noi preferiamo », da Alberese nel Grossetano, a Mussolinia in Sardegna; da Isola Sacra alla foce del Tevere, a Matera; dalla piana di Catanzaro a Coltano, presso Pisa; da Foggia a Rieti, non c'era unità del grande esercito dei bonificatori che non avesse mandato qui i suoi elementi migliori, i suoi soldati più intrepidi e più tenaci, i volontari e le « medaglie d'oro » della lotta quotidiana contro la palude e la morte, insidie di una geografia ostile. La nota vivace e pittoresca Con i valorosi coloni erano anche le rappresentanze delle organizzazioni sindacali delle varie provinole, ed i gagliardetti multicolori mettevano nell'aula una nota vivace e pittoresca. Il Governo, il Partito, la Milizia, la scienza, il diritto e, persino, la nobiltà del sangue erano presenti e partecipi alla esaltazione dell'Italia agricola. Nel folto gruppo delle autorità che faceva corona o, meglio ancora, faceva onore alla valorosa rappresentanza delle fanterie rurali, erano tra gli altri il Segretario del Partito, i Presidenti della Camera e del Senato, il Ministro delle Finanze, i Sottosegretari agli Esteri, alle Corporazioni, alla Bonifica integrale, alle Finanze, il Capo di Stato Maggiore della Milizia, il Primo Presidente della Cassazione del Regno, il Commissario governativo dell'Opera Nazionale Combattenti, il Presidente della Associazione Nazionale Combattenti, il Commissario speciale per l'Agro Pontino, il Segretario del Sindacato nazionale dei tecnici agricoli, i senatori Boncompagni Ludovisi, Torlonia, Gaetani, Spada Potenziane principi romani che ai titoli di loro antica nobiltà hanno aggiunto nuovo lustro e decoro con le cure assidue dedicate all'agricoltura. Il Duce fa il suo ingresso nell'aula alle 11 precise: Egli è accompagnato dal capo dell'Ufficio Stampa del Capò del Governo, conte Ciano, e dal Commissario per le migrazioni e la colonizzazione interna, on. Luigi Razza. Al suo apparire nell'aula, corsa finora da sommessi bisbigli, è lo scoppio improvviso di una acclamazione irruente, veemente, assordante; i gagliardetti si inchinano, gli applausi erompono fragorosi, un grido domina il tumulto: Duce! Duce! Con travolgente simpatia, i rappresentanti dell'Italia rurale salutano nel Duce.il primo agricoltore della Patria, l'animatore ed il valorizzatore di quel formidabile tesoro di energie, di forze, di volontà che quotidianamente milioni "dispersone, spina dorsale dell'organismo sociale della Nazione, prodigano nel lavoro della terra. Cifre imponenti Passano alcuni minuti durante i quali le acclamazioni si fanno sempre più incalzanti, alte e vibranti; poi il Duce, con reiterato cenno della mano, chiede ed ottiene silenzio. Allora l'on. Razza, avvicinatosi al tavolo dinanzi al quale il Capo del Governo si è intanto fermato, ha la parola e dice: « Duce! Questa quarta adunata dei capifamiglia delle zone di colonizzazione, per la importanza delle cifre che rappresenta è la documentazione più probatoria del successo, non solo tecnico ma politico per la bonifica integrale. Un comunicato recente e, prima ancora, la Mostra delle bonifiche hanno dato'al popolo italiano cifre imponenti per ettari di comprensorio bonificato, per giornate lavorative ed operai occupati, per i milioni che lo Stato ha erogato. Ma quelle cifre sarebbero solo l'indice i a a e , a o a o i r a e dello sforzo tecnico del Regime se, accanto ad esse, non ci fossero oggi queste altre cifre che documentano delle realizzazioni compiute. Sono presenti, qui, 459 capi famiglia delle zone di bonifica di tutta Italia, ai quali consegnerete il premio di fedeltà della loro nobile fatica, della riconquista della terra ad una più intensa vita, e per l'ammontare di 668.500 lire; mentre ad altri 450, quelli vii Littoria, consegnerete il premio il 18 dicembre, ed altri 300 coloni emigrati in Tripolitania e Cirenaica lo riceveranno nelle prossime settirane. E' un complesso, pertanto, d 1220 famiglie che si allineano iiu-st'anno alla Vostra presenza a cui Voi donate un complessivo pren :o di lire 1 milione e 800 mila. « Nel 1930, i capi famiglia premiati sono stati 181; nel 1931, salirono a 248; nel 1932, furono 533. Successo demografico della bonifica « H successo delle cifre ed il loro incremento, manifesta, ripeto, il successo demografico della bonifica integrale, così come Voi lo voleste. Ma queste cifre, pur così eloquenti nella loro semplicità, non costituiscono la sola, unica azione che il Commissariato per le Migrazioni e la colonizzazione ha* compiuta. Questo vostro ufficio operazioni, che Voi guidate personalmente e direttamente, seguendone l'azione quotidiana nei suoi dettagli, non ha soltanto, in collaborazione cordiale e feconda con i Ministeri dei Lavori Pubblici, delle Comunicazioni, delle Corporazioni e dell'Agricoltura, assolto il suo compito, travasando dai centri particolarmente congestionati della Valle del Po nelle zone di bonifica un complesso di 3246 famiglie nel quadriennio: esso, in quest'anno, ha presieduto allo spostamento temporaneo di circa 300 mila lavoratori, provvedendo così alle esigenze non solo del lavoro che con ritmo veramente celere si svolge in ogni cantiere pubblico, ma ai bisogni della disoccupazione locale: assolve così il suo ufficio di « stanza di compensazione » nazionale del lavoro che è e si sente assistito e protetto in ogni momento della sua giornata. E, accanto a queste funzioni, altre ne ha assolte: in Cirenaica, attraverso l'Ente della colonizzazione, si va compiendo sul Gebel un'opera che, per l'importanza politica ed economica, è pari a quella che si sta svolgendo sotto gli ochi ammirati degli stranieri, oltreché degli stessi italiani, nell'Agro Pontino, anche se, necessariamente, mezzi e cifre siano- meno imponenti, e già quattro villaggi sorgono; e, mentre vi parlo, accanto alle 900 famiglie che dalla Valle del Po si j spostano verso Littoria, 150 muovono dall'Italia meridionale ve.»30 il Gebel cirenaico, insieme ad altri 250 capi famigli-?, avanguardia di lavoro dei nuclei che questa primavera colà migreranno. Sabaudia è tutto un cantiere! « In Sardegna, dopo il riuscito esperimento delle famiglie modenesi in Santa Lucia di Bonorva, si stanno apprestando opere e mezzi che Voi avete donati, per fare affluire nella zona della Nurra le famiglie ferraresi che chiedono l'onore di continuare laggiù l'opera di bonifica svolta nella loro provincia, accanto ed insieme ai camerati sardi. E già fin d'ora, con l'Opera Combattenti, la cui attività operosa è da noi affiancata con cameratesca comprensione di bisogni e di sforzi, predisponiamo" il lavoro per Sabaudia, che è già tutta un cantiere. « Duce! E' questa una attività tipicamente fascista, nata con la Rivoluzione, per Vostra legge, secondo un metodo Vostro, che molte Nazioni ci copiano e che persino la Russia sovietica ha adottato. Essa, però, non è il frutto di una arida attività tecnica che un istituto del Regime disciplina: dovendo occuparsi di uomini, è vòlta a conoscerne i bisogni, correggerne i difetti, facilitarne le aspirazioni. « Stamane Voi premiate la fedeltà operosa dei capi famiglia che primi sono partiti dalle loro case per le nuove terre; ma io debbo dirVi che più che i premi, può sul loro animo la soddisfazione di avere, per merito vostro, trovato la sicurezza e la certezza del domani. « Quando, qualche settimana fa, ho raccolto attorno a me, alla stazione di Montagnana, le famiglie coloniche padovane che partivano per Littoria, esse mi hanno chiesto di dirvi che erano grate a Voi, fidenti nel Fascismo che offriva loro la sicurezza del domani e l'avvenire dei figli. Ecco, in realtà, la importanza di quest'opera Vostra, o Duce!; che, con l'emigrante di ieri, randagio e cencioso, materia bruta di esportazione per le vie del mondo, avete costituito l'Italiano che conquista con il suo lavoro la terra italiana a se stesso. La parola di un vecchio Combattente « Un vecchio combattente trevisano, sbarcando a Littoria la settimana scorsa, dopo avere preso in consegna la casa che l'Opera Combattenti gli ha assegnata, ha raccolto intorno a sè i suoi e, rivolgendo il pensiero grato a Voi, ha detto: « Veramente è una mano divina quella del Duce: mi sento tornare a nuova vita... ». « Ecco l'affermazione orgogliosa che sale fino a Voi, da ogni parte d'Italia, dalle Colonie ove si crede e si ha fede, da tutto il popolo nostro: ci si senta tornare a nuova vita, ed è questa la vittoria più certa e sicura del Fascismo, che Voi avete creato e le cui idee si diffondono ormai nel mondo, quale affermazione della perenne dominazione ideale di Roma ». Il Duce e tutti i presenti ascoltano con visibile attenzione, la breve esposizione dell'on. Razza, rapida rassegna di un lavoro poderoso compiuto allo scopo di realizzare finalità di vasta portata economica e sociale. Quindi accenna a parlare il Capo del Governo il quale, salutato da una vibrante acclamazione, pronuncia parole di viva simpatia per i rurali e manifesta il suo alto compiacimento per l'opera che essi compiono. Cessato l'applauso che accoglie il breve, appassionato discorso del Duce, si inizia la premiazione. L'on. Razza fa l'appello; ad ogni nome, l'agricoltore chiamato esce dalle file, si presenta salutando romanamente al Capo del Governo. Il Duce fissa i contadini con il suo sguardo paterno, li rinfranca con il suo aperto cordiale sorriso, consegna loro con gesto semplice le buste ammonticchiate sul suo tavolo: ogni busta contiene 1500 lire in contanti, cioè una delle quattro rate in cui viene frazionato il premio di seimila lire annue, concesso agli artefici scelti della bonifica integrale. Ricevuto il premio, gli agricoltori, gli occhi sempre fissi sul Duce, salutano di nuovo romanamente e, indietreggiando, riprendono i loro posti nei ranghi. Dato il numero notevole dei premiati, l'appello richiede parecchio tempo. Le più caratteristiche figure di contadini sfilano dinanzi al Capo del Governo: persone squadrate con l'ascia, vigorose e lineari, volti cotti dal sole e dai riverberi, occhi abituati a guardare alto e lontano; casacche ruvide e scarpe chiodate: quanto di più buono, di più schietto, di più genuino esprime dal proprio seno la razza italiana. E' inutile dire che la grande maggioranza si presentava al Capo del Governo in Camicia nera il petto fregiato di decorazioni, perchè la guerra, la Rivoluzione, le civili battaglie per la grandezza, la prosperità e la potenza della Patria hanno sempre visto in prima linea gli elementi migliori della Nazione e, tra essi, primi tra i primi, i contadini. Terminata la premiazione alle 12,15, l'on. Razza ha comandato un « saluto al Duce! »; ed un «A noi!» formidabile è risuonato nell'aula. Mussolini ha salutato romanamente, sorridendo, e si è avviato: sulla soglia, rivolto di nuovo ai contadini che si abbandonavano ad una fervidissima manifestazione, si è fermato ancora una volta e li ha salutati di nuovo, agitando il braccio, familiarmente e festosamente, come si salutano vecchi amici... {In 2" pagina l'elenco dei premiati)